Errori e bias cognitivi nella mente ossessivo-compulsiva

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Errori e bias cognitivi nella mente ossessivo-compulsiva

Il disturbo ossessivo-compulsivo può portare a errori nei processi cognitivi, in particolare a distorsioni cognitive (bias), che funzionano come vere e proprie trappole mentali. La mente ossessivo-compulsiva, infatti, è una mente estremamente laboriosa ma spesso, nel corso dei propri flussi rimuginanti, inceppa in errori procedurali.

Questi errori portano a interpretazioni rigide e distorte della realtà, nelle quali il dubbio viene amplificato, il rischio viene sovrastimato e la responsabilità personale viene percepita come eccessiva.

In questi casi, il pensiero perde flessibilità e tende a seguire percorsi ripetitivi e circolari, nei quali ogni tentativo di ottenere certezza assoluta o sollievo definitivo finisce per rafforzare l’ansia stessa.

Le distorsioni cognitive tipiche del disturbo ossessivo-compulsivo trasformano possibilità remote in minacce imminenti, pensieri intrusivi in segnali di colpa o pericolo e incertezze normali in problemi urgenti da risolvere, intrappolando la persona in un continuo stato di allerta mentale che alimenta sia le ossessioni sia i comportamenti compulsivi messi in atto per neutralizzarle.

Nelle prossime righe capiremo meglio cosa sono esattamente i bias cognitivi (o euristiche), quali sono i più frequenti e comuni nel disturbo ossessivo-compulsivo, che impatto hanno e quali conseguenze determinano.

Cosa sono i bias cogniviti?

Un bias cognitivo, o errore cognitivo, è una distorsione sistematica nel modo in cui il cervello elabora, interpreta e valuta le informazioni, che porta a conclusioni automatiche e spesso imprecise rispetto alla realtà.

Questi errori dipendono dal funzionamento stesso della mente, che per semplificare e velocizzare i processi decisionali utilizza euristiche, cioè scorciatoie mentali rapide ed economiche che nella vita quotidiana possono essere utili, ma in alcune situazioni generano valutazioni distorte.

Nella maggior parte delle persone i bias sono transitori e flessibili, mentre in alcune condizioni psicologiche, come il disturbo ossessivo-compulsivo (DOC), possono diventare rigidi e persistenti, influenzando il modo in cui vengono interpretati pensieri, emozioni e situazioni.

Quando un bias cognitivo è attivo, la persona tende a sovrastimare il pericolo, la colpa o la responsabilità, a sottovalutare le alternative e a cercare conferme alle proprie paure, finendo così intrappolata in schemi di pensiero che alimentano ansia, dubbio e comportamenti disfunzionali.

Esempi di euristiche e bias cognitivi nel disturbo ossessivo-compulsivo

Sono decine e decine le tipologie di errori cognitivi che una mente ossessivo-compulsiva può generare. Tra le più comuni e generalizzabili nel DOC ci sono:

  • Euristica della disponibilità la persona valuta la probabilità di un evento in base a quanto facilmente esempi simili vengono in mente. Nel DOC, pensieri intrusivi, immagini o ricordi carichi di ansia sono molto vividi e facilmente richiamabili, per cui il cervello conclude erroneamente che l’evento temuto sia più probabile di quanto non sia in realtà (ad esempio: “Se mi viene spesso in mente, allora può davvero accadere”).
  • Bias di conferma: la mente tende a cercare e notare solo le informazioni che confermano il timore ossessivo, ignorando o svalutando quelle rassicuranti. Ogni dettaglio ambiguo diventa prova del pericolo, rinforzando il ciclo ossessivo-compulsivo.
  • Bias di responsabilità: la persona attribuisce a sé stessa una responsabilità sproporzionata nel prevenire danni o conseguenze negative, anche quando il controllo reale è minimo o nullo. Questo bias sostiene l’idea che “non fare abbastanza” equivalga a causare il danno.
  • Bias di intolleranza all’incertezza: qualsiasi margine di dubbio si trasforma in un qualcosa di inaccettabile. Nel DOC, l’incertezza non è considerata una condizione normale della vita, ma una minaccia che deve essere eliminata attraverso pensieri ripetitivi o compulsioni.
  • Bias di fusione pensiero-azione: pensare qualcosa è percepito come moralmente equivalente a farla o come un fattore che aumenta la probabilità che accada. Nel DOC questo bias carica i pensieri di colpa e pericolo.

Impatto dei bias cognitivi nella mente della persona DOC

L’impatto dei bias cognitivi sulla mente ossessivo-compulsiva è profondo e pervasivo, al punto che il rapporto con i propri pensieri può assumere caratteristiche molto simili a una dipendenza.

La persona riconosce spesso che quei pensieri sono eccessivi, irrazionali o dannosi, sa che dar loro credito peggiora l’ansia e alimenta il problema, eppure non riesce a smettere di ascoltarli, analizzarli o cercare di neutralizzarli.

I bias cognitivi rendono i pensieri ossessivi altamente salienti e convincenti, trasformandoli in segnali di pericolo o colpa a cui sembra impossibile non rispondere, un po’ come accade con le sostanze nelle dipendenze.

Nel breve termine l’attenzione ai pensieri o la messa in atto di una compulsione offre un sollievo momentaneo, ma nel lungo periodo rafforza il bisogno di ripetere il comportamento.

Si crea così una forma di “dipendenza dal pensiero”, in cui la mente, pur sapendo che quei contenuti fanno male e non dovrebbero guidare le azioni, si sente costretta a seguirli per ridurre l’angoscia immediata.

Il punto è che rimane intrappolata in un ciclo automatico che consuma energie, tempo e benessere psicologico.


Conseguenze dei bias cognitivi nel DOC

Quando i bias cognitivi e le euristiche diventano rigidi e persistenti, le conclusioni che determina vengono vissute come convinzioni non modificabili, cioè come verità assolute piuttosto che come ipotesi mentali.

Questo processo riduce drasticamente la flessibilità cognitiva: il dubbio è intollerabile, le alternative non sono credibili e ogni tentativo di rassicurazione perde efficacia o ha un effetto solo temporaneo.

Di conseguenza, la persona si sente costretta ad agire secondo queste convinzioni, mettendo in atto rituali, controlli, evitamenti o auto-punizioni nel tentativo di ridurre l’ansia o prevenire il danno percepito.

Nel lungo periodo, però, queste convinzioni rigide mantengono e rafforzano il disturbo, alimentando un circolo vizioso di paura, colpa e iper-controllo, in cui il pensiero smette di essere uno strumento di valutazione della realtà e diventa una fonte costante di minaccia e sofferenza psicologica.

Solo un trattamento specifico per il disturbo ossessivo-compulsivo può aiutare a mettere in discussione le proprie convinzioni profonde e temute.

Nel nostro centro specializzato nel disturbo ossessivo-compulsivo ci occupiamo anche di questo, attraverso percorsi mirati condotti dai nostri psicoterapeuti CBT, formati per lavorare in modo specifico sulle distorsioni cognitive e sui processi che mantengono il DOC.

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Psichiatra ADHD Gincarlo Giupponi

Supervisione scientifica:
Questo articolo è stato revisionato dal Dott. Giancarlo Giupponi, psichiatra e psicoterapeuta, vicedirettore del Servizio Psichiatrico di Bolzano e presidente regionale della Società Italiana di Psichiatria. Oltre a garantire l’accuratezza clinica dei contenuti, il Dott. Giupponi supervisiona la selezione dei test e dei questionari disponibili sul sito, verificandone la conformità agli standard scientifici internazionali (DSM-5, OMS, strumenti clinicamente validati).
Scopo del contenuto: divulgativo, non diagnostico.

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