DOC e Smart Working: tra flessibilità e rigidità

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smart working nel disturbo ossessivo-compulsivo (DOC)

Negli ultimi anni lo smart working è diventato non solo una modalità lavorativa diffusa, ma anche un terreno di riflessione sul benessere psicologico dei lavoratori.

Per le persone con una diagnosi disturbo ossessivo-compulsivo (DOC), il lavoro da remoto può rappresentare una realtà ambivalente: da un lato, la possibilità di organizzare la propria giornata in modo più autonomo e di gestire l’ambiente domestico riduce alcuni fattori scatenanti legati all’ansia e alle ossessioni; dall’altro, la stessa flessibilità può trasformarsi in rigidità, amplificando rituali e comportamenti compulsivi, mentre distrazioni e isolamento rischiano di intensificare i sintomi.

Analizzare questa complessa interazione significa esplorare come il confine tra opportunità e difficoltà diventi sottile, e come lo smart working possa essere al tempo stesso una risorsa e una sfida per chi convive con il DOC.

Pro e Contro dello Smart Working per le Persone con Disturbo Ossessivo-Compulsivo

Come abbiamo già accennato nel paragrafo introduttivo, il lavoro da remoto per chi convive con il disturbo ossessivo-compulsivo può rappresentare al tempo stesso un’opportunità e una sfida.

Ogni aspetto dello smart working, infatti, racchiude in sé un doppio volto: da un lato offre vantaggi concreti in termini di flessibilità, controllo e riduzione dello stress, dall’altro può amplificare rigidità, rituali e pensieri ossessivi che rischiano di compromettere l’equilibrio psicologico e la produttività.

I principali pro e contro di questa modalità lavorativa per una persona con disturbo ossessivo-compulsivo riguardano:

  • Stare a casa: lavorare da casa per una persona con DOC può rappresentare un sollievo significativo perché permette di avere maggiore controllo sull’ambiente circostante. Questo riduce l’esposizione a fattori di stress esterni, come spazi condivisi in ufficio che possono amplificare ansie legate a pulizia, ordine o contatto con altre persone. La casa diventa un luogo in cui è più semplice organizzare la propria routine secondo schemi rassicuranti, diminuendo l’impatto di stimoli imprevisti e offrendo una sensazione di protezione. Tuttavia, lo stesso spazio domestico può trasformarsi in un terreno fertile per le compulsioni. Essendo immerso continuamente in un ambiente familiare, il lavoratore rischia di accentuare rituali ossessivi, come lavaggi ripetuti, controlli continui o ricerca costante di perfezione. L’assenza di un contesto esterno che interrompa questi comportamenti può rendere le compulsioni più frequenti e invasive, portando a un paradossale peggioramento dei sintomi del DOC.
  • Gestione del tempo: la flessibilità temporale offerta dallo smart working è uno dei suoi principali vantaggi. Le persone con DOC possono organizzare il proprio orario di lavoro adattandolo ai momenti della giornata in cui si sentono più lucide e produttive, evitando picchi di ansia o stress che si manifestano in certi orari. Questo favorisce una maggiore autonomia e la possibilità di ritagliarsi pause che aiutano a scaricare tensioni. Tuttavia, la mancanza di una struttura rigida può alimentare le rigidità interne tipiche del disturbo. L’ossessione per la perfezione può indurre a dilatare eccessivamente i tempi di lavoro, rimandare la conclusione di compiti per paura di errori o rimanere intrappolati in continui controlli. In questo modo, la flessibilità diventa un’arma a doppio taglio che rischia di compromettere la produttività e aumentare il senso di frustrazione.
  • Controllo sull’ambiente: avere la possibilità di impostare il proprio spazio di lavoro secondo preferenze personali rappresenta un grande beneficio. Si possono eliminare stimoli fastidiosi, garantire igiene e ordine in linea con le proprie necessità e ridurre fonti di stress esterne, creando un ambiente percepito come sicuro. Questo aspetto permette a chi soffre di DOC di sentirsi maggiormente a proprio agio, limitando l’ansia. D’altro canto, proprio la possibilità di controllare tutto nei minimi dettagli può rafforzare le compulsioni legate all’ordine e alla pulizia, inducendo a trascorrere troppo tempo nell’organizzazione dello spazio a scapito delle reali attività lavorative. Invece di essere funzionale, il controllo rischia di diventare un circolo vizioso che accentua i sintomi del disturbo ossessivo-compulsivo.
  • Riduzione degli stimoli sociali: lavorare da remoto limita i contatti quotidiani con colleghi e superiori, e questo può ridurre la pressione sociale e la paura di giudizi esterni. Alcune persone con DOC traggono grande beneficio da questa condizione, perché diminuisce il livello di ansia legato all’interazione costante e all’imprevisto che un contesto lavorativo condiviso porta con sé. Tuttavia, l’isolamento prolungato comporta conseguenze negative, come l’aumento di sensazioni di solitudine, alienazione e distacco dalla realtà sociale. Questo isolamento può alimentare pensieri ossessivi, ridurre le occasioni di distrazione positiva e rendere più difficile mantenere una prospettiva equilibrata sui propri sintomi. Senza interazioni regolari, il rischio è che la persona resti sempre più intrappolata nei propri schemi compulsivi.
  • Distrazioni e concentrazione: lavorare da casa consente di eliminare molte distrazioni tipiche dell’ufficio, come conversazioni improvvise o interruzioni di colleghi, favorendo così la concentrazione su compiti specifici. Questa condizione può risultare particolarmente utile per chi soffre di DOC, che tende a dare il meglio in contesti strutturati e poco caotici. Tuttavia, la casa presenta altre forme di distrazione, spesso legate alle compulsioni: la necessità di controllare continuamente porte, finestre, elettrodomestici o di seguire rituali può spezzare il flusso di lavoro e compromettere la capacità di portare a termine i compiti. Queste distrazioni “interne” possono diventare molto più pervasive rispetto a quelle esterne, con un impatto diretto sulla produttività e sull’equilibrio emotivo.
  • Autonomia e responsabilità: la possibilità di gestire il proprio lavoro con maggiore indipendenza può essere percepita come un valore aggiunto. Per molte persone con DOC, sentirsi autonome rafforza la percezione di controllo e riduce la dipendenza da figure esterne. Questo può avere un effetto positivo sull’autostima e sulla motivazione personale. Tuttavia, l’aumento di responsabilità individuale può trasformarsi in un peso enorme, soprattutto per chi tende a rimuginare su ogni dettaglio e teme di commettere errori. La sensazione di non avere un supervisore diretto può incrementare le compulsioni di controllo, portando a continui rimaneggiamenti dei lavori svolti e all’incapacità di considerare un compito come realmente concluso.
  • Equilibrio vita privata e lavoro: un ulteriore aspetto positivo dello smart working è la possibilità di conciliare meglio esigenze personali e professionali. Chi soffre di DOC può trarre beneficio dall’essere più vicino ai propri spazi e ai propri cari, riducendo i tempi di spostamento e alleggerendo la pressione quotidiana. Questo equilibrio, se ben gestito, contribuisce a migliorare la qualità della vita e a diminuire il livello complessivo di stress. Tuttavia, l’assenza di confini chiari tra lavoro e vita privata può generare una confusione che, per chi convive con rigidità ossessive, diventa difficile da gestire. La difficoltà a staccare completamente dagli impegni professionali può alimentare pensieri ossessivi anche nei momenti di riposo, con il rischio di esacerbare i sintomi e ridurre il beneficio stesso della flessibilità.

Se convivi con il disturbo ossessivo-compulsivo e hai la possibilità di scegliere, è probabile che lo smart working appaia come l’opzione più attraente: lavori da casa tua, non sei costretto ad allontanarti dal tuo ambiente familiare, hai la libertà di gestire ossessioni e compulsioni senza la pressione di sguardi esterni e non sei obbligato a confrontarti con un ordine o disordine che non corrisponde ai tuoi schemi mentali, come spesso accade in ufficio.

Tuttavia, è importante essere consapevoli dei rischi che questa modalità comporta: la possibilità di rinforzare rituali, l’isolamento sociale e la difficoltà a tracciare confini chiari tra lavoro e vita privata.

Per questo motivo, noi di GAM-Medical, centro specializzato nel trattamento del DOC, offriamo percorsi di supporto, consulenze e programmi di psicoeducazione per aiutarti a gestire non solo i sintomi, ma anche gli aspetti più pratici e quotidiani della tua condizione, così da trovare un equilibrio più sereno e sostenibile.

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