Depersonalizzazione e Derealizzazione nell’ADHD

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Depersonalizzazione e derealizzazione nell'ADHD

Le esperienze di depersonalizzazione e derealizzazione possono manifestarsi in persone che vivono il Disturbo da Deficit dell’Attenzione e Iperattività (ADHD) in diversi contesti, rappresentando sia una possibile comorbilità con il disturbo di depersonalizzazione/derealizzazione, sia delle esperienze transitorie legate alle caratteristiche del funzionamento neuropsicologico tipico dell’ADHD.

In altri casi, queste esperienze possono essere il risultato di fattori secondari, come lo stress cronico, l’ansia o la mancanza di regolazione emotiva, che sono comuni nelle persone ADHD.

In altri casi ancora, alcuni fenomeni tipici dell’ADHD possono simulare situazioni di depersonalizzazione e derealizzazione.

Nello specifico:

  • Depersonalizzazione e derealizzazione come comorbilità nell’ADHD:
    In alcuni casi, le esperienze di depersonalizzazione e derealizzazione possono essere sintomi di un vero e proprio disturbo di depersonalizzazione/derealizzazione (DP/DR) che si manifesta in comorbilità con l’ADHD.
    • Depersonalizzazione: Si caratterizza per una sensazione persistente di distacco dal proprio corpo o dalle proprie emozioni, come se ci si stesse osservando dall’esterno. Ad esempio, una persona ADHD e con DP/DR può descrivere episodi in cui si sente come un “osservatore distante” di se stessa, soprattutto durante momenti di stress o sovraccarico emotivo.
    • Derealizzazione: Coinvolge una sensazione di distacco o irrealtà rispetto all’ambiente circostante, percepito come strano, sfocato o privo di significato. Ad esempio, un adolescente ADHD può descrivere momenti in cui la sua classe o il suo ambiente familiare sembrano “irreali” o “come un sogno”.
    • Interazioni tra ADHD e DP/DR: La coesistenza di ADHD e DP/DR può amplificare la difficoltà nel concentrarsi e nel regolare le emozioni. L’iperattività mentale e la disorganizzazione tipiche dell’ADHD possono aggravare le sensazioni di distacco, mentre la derealizzazione può rendere ancora più difficile mantenere l’attenzione su compiti concreti.
  • Depersonalizzazione e derealizzazione come caratteristiche transitorie dell’ADHD:
    Le esperienze di depersonalizzazione e derealizzazione possono comparire in maniera intermittente come parte del funzionamento neurologico e cognitivo tipico dell’ADHD, senza essere necessariamente un disturbo a sé stante.
    • Sovraccarico sensoriale: Le persone ADHD possono vivere episodi di sovraccarico sensoriale, durante i quali il cervello fatica a elaborare tutte le informazioni provenienti dall’ambiente. Questo può provocare una sensazione momentanea di distacco dal corpo (depersonalizzazione) o di irrealtà rispetto all’ambiente (derealizzazione). Ad esempio, un bambino ADHD potrebbe sentirsi “come se non fosse davvero lì” durante una lezione particolarmente caotica e rumorosa.
    • Disconnessione emotiva: L’incapacità di regolare le emozioni in modo efficace può portare a una temporanea sensazione di distacco, soprattutto in situazioni di stress emotivo intenso. Un adulto ADHD, ad esempio, potrebbe descrivere episodi in cui si sente “disconnesso” dalle proprie emozioni dopo una discussione accesa.
    • Pensieri iperattivi e disorganizzati: La tendenza a essere sopraffatti da un flusso continuo di pensieri può contribuire a una sensazione di alienazione. In questo contesto, la depersonalizzazione e la derealizzazione possono essere una risposta adattiva temporanea del cervello per gestire il sovraccarico cognitivo.
  • Depersonalizzazione e derealizzazione dovute a fattori secondari nell’ADHD:
    In alcuni casi, queste esperienze possono essere attribuite a fattori secondari associati all’ADHD, piuttosto che al disturbo stesso o a una comorbilità con il DP/DR.
    • Stress cronico: L’incapacità di gestire efficacemente le richieste scolastiche, lavorative o sociali può generare uno stato di stress cronico che, a sua volta, aumenta la probabilità di episodi di depersonalizzazione e derealizzazione. Ad esempio, un adolescente ADHD che lotta per mantenere il ritmo scolastico potrebbe sperimentare episodi in cui si sente “fuori dalla realtà” durante i momenti di maggiore pressione.
    • Ansia e attacchi di panico: L’ansia, una comorbilità frequente nell’ADHD, è un fattore che può scatenare episodi di depersonalizzazione e derealizzazione. Durante un attacco di panico, una persona ADHD potrebbe sentirsi come se il mondo intorno a lei fosse “irreale” o “distante”, intensificando la difficoltà di regolare le emozioni.
    • Depressione e stanchezza emotiva: La depressione, anch’essa comune nelle persone ADHD, può contribuire a un senso generale di distacco emotivo, con episodi di depersonalizzazione e derealizzazione che emergono nei momenti di maggiore apatia o esaurimento emotivo.
    • Privazione del sonno: La difficoltà nel mantenere un ritmo sonno-veglia regolare, comune nell’ADHD, può portare a una sensazione di stordimento o disconnessione, che somiglia a esperienze di derealizzazione.
  • Caratteristiche dell’ADHD che possono sembrare depersonalizzazione e derealizzazione: Nell’ADHD, ci sono fenomeni tipici che possono somigliare a esperienze di depersonalizzazione e derealizzazione, ma che in realtà non lo sono. Questi stati non rappresentano una disconnessione patologica dalla realtà o dal sé, ma derivano dal funzionamento neurologico e cognitivo unico dell’ADHD. La percezione di distacco o irrealtà in queste situazioni è generalmente legata a caratteristiche come l’iperfocus, l’immersione nelle fantasie, il sovraccarico sensoriale o emotivo, e le difficoltà di regolazione dell’attenzione. Riconoscere queste manifestazioni è importante per non confonderle con un disturbo dissociativo e per comprendere meglio il vissuto delle persone ADHD.
    • Iperfocus e perdita di consapevolezza dell’ambiente circostante:
      Durante gli episodi di iperfocus, le persone ADHD possono sembrare disconnesse dall’ambiente o dal contesto sociale, ma questa non è una vera derealizzazione.
      • Concentrazione estrema: L’iperfocus si verifica quando l’attenzione è completamente assorbita da un’attività, escludendo qualsiasi stimolo esterno. Ad esempio, un individuo può passare ore a lavorare su un progetto creativo senza accorgersi del tempo che passa o di ciò che accade intorno a lui. Questo stato può sembrare simile alla derealizzazione perché il mondo esterno appare “sfocato” o irrilevante, ma è una conseguenza della focalizzazione intensa, non di una disconnessione dalla realtà.
      • Sensazione di immersione totale: Durante l’iperfocus, la persona può percepire una sorta di “bolla mentale” che isola l’attività dal resto della realtà. Questa sensazione può essere interpretata come una forma lieve di dissociazione, ma è in realtà una manifestazione della capacità attentiva direzionale dell’ADHD.
    • Sovraccarico sensoriale e risposta di adattamento:
      Le persone ADHD spesso vivono momenti di sovraccarico sensoriale, in cui il cervello fatica a gestire l’afflusso di stimoli. Questo può portare a una sensazione di distacco dall’ambiente, che può essere confusa con la derealizzazione.
      • Sovraccarico emotivo e sensoriale: In ambienti caotici o particolarmente stimolanti, come una stanza rumorosa o un evento sociale affollato, il cervello di una persona ADHD può reagire “spegnendosi” temporaneamente per ridurre l’impatto degli stimoli. Questo può creare una sensazione di distanza dal proprio corpo o dall’ambiente, ma non rappresenta una vera depersonalizzazione.
      • Meccanismo di autoregolazione: Questo distacco è spesso un tentativo del cervello di gestire l’iperstimolazione. Ad esempio, un bambino ADHD potrebbe sembrare “perso” durante una festa rumorosa, ma sta semplicemente cercando di trovare un equilibrio sensoriale.
    • Fuga mentale e immersione nelle fantasie:
      La tendenza a “sognare ad occhi aperti” e a creare mondi immaginari è comune nell’ADHD e può essere interpretata come un distacco dalla realtà, ma in realtà riflette una caratteristica creativa del disturbo.
      • Evasione temporanea dalla realtà: Le persone ADHD possono immergersi in fantasie vivide, perdendo temporaneamente il contatto con ciò che le circonda. Ad esempio, durante una lezione noiosa, un adolescente ADHD potrebbe immaginare storie elaborate, tornando poi alla realtà con una sensazione di confusione o disorientamento che ricorda la derealizzazione.
      • Distorsione della percezione temporale: Le fantasie possono essere così coinvolgenti che la percezione del tempo si altera, facendo sembrare che il tempo trascorra più velocemente o più lentamente del normale. Questo stato può dare l’impressione di una distorsione della realtà, ma è legato all’immersione mentale, non a un vero disturbo dissociativo.
    • Transizioni rapide tra stati attentivi:
      Le persone ADHD spesso passano rapidamente da uno stato attentivo all’altro, creando sensazioni di disorientamento che possono somigliare alla depersonalizzazione.
      • Passaggi bruschi dall’iperfocus alla distrazione: Dopo un periodo di iperfocus, il cervello può passare improvvisamente a uno stato di distrazione o di vaghezza mentale. Questo cambiamento repentino può essere percepito come una perdita momentanea di connessione con se stessi o con l’ambiente, ma si tratta di una transizione neurologica tipica dell’ADHD.
      • Confusione percettiva: Durante questi passaggi, una persona ADHD potrebbe descrivere una sensazione di “non essere davvero lì” o di osservare se stessa dall’esterno, ma questi stati sono transitori e legati all’instabilità attentiva, non a una disconnessione patologica.
    • Stanchezza mentale e sensazione di estraneità: La stanchezza cognitiva, comune nell’ADHD, può portare a una sensazione di distacco dal proprio corpo o dall’ambiente, simile alla depersonalizzazione.

Quindi, le esperienze di depersonalizzazione e derealizzazione nell’ADHD possono emergere in diversi contesti: come comorbilità con il disturbo di depersonalizzazione/derealizzazione, come caratteristiche transitorie legate alle difficoltà neurologiche e psicologiche del disturbo, come risultato di fattori secondari come stress, ansia o privazione del sonno o come fenomeni simili, confondibili, ma che non riguardano specificatamente depersonalizzazione e derealizzazione.

È importante distinguere tra depersonalizzazione e derealizzazione come sintomi temporanei e l’eventuale presenza di un disturbo strutturato, poiché questo ha implicazioni diverse per la diagnosi e il trattamento.

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