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Disturbo da Sintomi Somatici e Disturbi Correlati

La categoria del disturbo da sintomi somatici e disturbi correlati fa parte dei disturbi mentali elencati nel Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM-5), ed è caratterizzata dalla presenza di sintomi fisici che causano disagio significativo o interferenza con la vita quotidiana, ma che non possono essere completamente spiegati da una condizione medica sottostante.

Questa categoria comprende disturbi in cui i pazienti presentano sintomi fisici che sono associati a preoccupazioni eccessive o prolungate riguardo alla loro gravità o significato.

Tali sintomi somatici possono avere basi mediche reali, ma la reazione emotiva e psicologica del paziente è sproporzionata rispetto alla condizione fisica presente.

Si tratta di un’area in cui l’aspetto psicologico e fisico interagiscono fortemente.

Si chiama “disturbo da sintomi somatici e disturbi correlati” perché la caratteristica principale comune a tutti i disturbi in questa categoria è la presenza di sintomi somatici (fisici).

Il termine “somatico” deriva dal greco soma (σῶμα), che significa “corpo”, quindi si riferisce a disturbi che riguardano il corpo, anche se l’origine può essere prevalentemente psicologica.

Questa categoria è stata precedentemente conosciuta con altri nomi, come:

  • Disturbi somatoformi: Questo era il termine usato nel DSM-IV. Nella transizione al DSM-5, il nome è stato modificato per riflettere una comprensione più completa dei disturbi, con un’enfasi sull’interazione mente-corpo piuttosto che separare i sintomi psicologici da quelli fisici.
  • Isteria (storicamente): Molti di questi disturbi, come la conversione, venivano associati all’isteria, un termine ora obsoleto.

I principali disturbi inclusi in questa categoria sono:

  • Disturbo da sintomi somatici: nel disturbo da sintomi somatici, il paziente presenta uno o più sintomi fisici (dolore, affaticamento, nausea, ecc.) che causano angoscia o disabilità significative. La preoccupazione per la malattia è sproporzionata rispetto ai sintomi effettivi.
  • Disturbo di ansia da malattia (ipocondria): nel disturbo d’ansia di malattia, il paziente ha una forte preoccupazione di avere o contrarre una grave malattia, anche in assenza di sintomi somatici significativi. La preoccupazione è eccessiva nonostante i risultati medici rassicuranti.
  • Disturbo di conversione (disturbo da sintomi neurologici funzionali): nel disturbo di conversione, il paziente presenta sintomi neurologici, come paralisi, cecità o convulsioni, che non possono essere spiegati da una condizione medica. Spesso questi sintomi appaiono in situazioni di stress emotivo.
  • Disturbo fittizio: nel disturbo fittizio, paziente simula o produce deliberatamente sintomi fisici o psicologici per ottenere attenzioni mediche, anche se non vi è alcun guadagno esterno evidente (diverso dalla simulazione, che è per guadagno economico o altro).

Questi disturbi si trovano al crocevia tra mente e corpo, con sintomi fisici che sono spesso manifestazioni di disagi psicologici. Sebbene i sintomi possano sembrare di natura fisica, è l’aspetto emotivo e psicologico che domina e necessita di trattamento.

Caratteristiche in comune nei disturbi della categoria del Disturbo da Sintomi Somatici e Disturbi Correlati

I disturbi da sintomi somatici e disturbi correlati hanno in comune il fatto che l’individuo sperimenta una significativa sofferenza e preoccupazione per i propri sintomi fisici, con un impatto rilevante sulla qualità della vita e sul funzionamento quotidiano.

I disturbi somatici e correlati sono legati all’interazione complessa tra fattori fisici, psicologici e sociali, e si caratterizzano per la centralità dei sintomi corporei nella vita dell’individuo.

Nello specifico:

  • Sintomi fisici persistenti e distress significativo: Una caratteristica comune tra i disturbi da sintomi somatici e correlati è la presenza di sintomi fisici persistenti, che possono variare in gravità, durata e localizzazione, ma che generano costantemente disagio. I sintomi possono includere dolore cronico, problemi gastrointestinali, fatica, vertigini o difficoltà respiratorie, tra molti altri. In questi disturbi, la gravità e l’intensità dei sintomi non necessariamente corrispondono alla presenza di una patologia organica riconoscibile. Anche quando un disturbo medico è presente, la sofferenza del paziente appare sproporzionata rispetto all’effettiva gravità del problema fisico. L’individuo può riferire sintomi diffusi e mutevoli, connessi a varie parti del corpo, che possono essere difficilmente spiegabili dal punto di vista medico. Questa persistente attenzione ai sintomi fisici diventa una fonte costante di ansia e preoccupazione, provocando un impatto sostanziale sul benessere psicologico.
  • Eccessiva preoccupazione per la salute e il corpo: In tutti i disturbi da sintomi somatici, la preoccupazione per il corpo e la salute è sproporzionata rispetto alla reale condizione fisica del soggetto. Gli individui affetti possono manifestare una continua ansia riguardo alla possibilità di avere una malattia grave non ancora diagnosticata, nonostante le rassicurazioni mediche. Questa preoccupazione costante può portare a consultazioni mediche ripetute, cambiamenti frequenti di medico o specialisti, e l’esecuzione di esami diagnostici e test clinici continui, spesso senza che venga identificata alcuna condizione patologica significativa. La preoccupazione per la salute diventa centrale nella vita della persona, influenzando le sue attività quotidiane, le relazioni interpersonali e persino le scelte di vita. Anche in presenza di test negativi o rassicurazioni mediche, l’individuo continua a essere preoccupato per la propria salute, temendo che ci sia qualcosa di non rilevato o trascurato.
  • Tendenza all’interpretazione catastrofica dei sintomi corporei: Le persone affette da disturbi da sintomi somatici tendono a interpretare in modo catastrofico qualsiasi sensazione fisica o cambiamento corporeo. Anche sintomi comuni o minori, come un leggero mal di testa o una sensazione di affaticamento, possono essere vissuti come segni di una malattia grave o potenzialmente letale. Questo approccio catastrofico nei confronti del corpo e dei suoi segnali amplifica ulteriormente il distress psicologico dell’individuo e porta a una maggiore focalizzazione sui sintomi fisici. La persona può diventare eccessivamente attenta ai propri sintomi corporei, monitorandoli costantemente, e ogni minimo cambiamento viene interpretato come indicativo di un peggioramento o di una nuova malattia. Questa ipervigilanza sul proprio corpo crea un circolo vizioso, in cui l’ansia aumenta la percezione dei sintomi fisici, che a loro volta rafforzano l’ansia.
  • Comportamenti disfunzionali legati alla salute: Un altro elemento comune nei disturbi da sintomi somatici è la presenza di comportamenti disfunzionali legati alla gestione della propria salute. Questi comportamenti possono includere sia un eccessivo ricorso a cure mediche, sia un evitamento estremo di qualsiasi contatto con la medicina. Alcuni individui possono ricorrere frequentemente a esami e visite mediche, nella speranza di trovare una spiegazione per i loro sintomi, mentre altri, per paura di scoprire una grave malattia, possono evitare del tutto di consultare medici, peggiorando la loro condizione attraverso la mancanza di cure adeguate. In alcuni casi, la ricerca costante di conferme mediche e l’esecuzione di esami ripetuti possono causare un sovraccarico del sistema sanitario, senza tuttavia portare a miglioramenti significativi nel benessere del paziente.
  • Impatto significativo sul funzionamento quotidiano e sociale: L’eccessiva preoccupazione per la salute e i sintomi corporei ha un impatto sostanziale sul funzionamento quotidiano degli individui affetti da questi disturbi. Le persone possono limitare o evitare numerose attività per paura di peggiorare i loro sintomi o di danneggiare ulteriormente la loro salute. Questo può includere l’evitamento di attività fisiche, sociali o lavorative, anche in assenza di controindicazioni mediche reali. La qualità della vita può essere gravemente compromessa, con conseguente isolamento sociale, riduzione della produttività lavorativa o incapacità di svolgere le normali attività della vita quotidiana. Alcune persone possono arrivare a riorganizzare interamente la loro vita in funzione della gestione dei sintomi somatici, con effetti profondamente negativi sulla loro autonomia e autostima.
  • Interazione complessa tra fattori psicologici e somatici: Nei disturbi da sintomi somatici, c’è una forte interazione tra aspetti psicologici e somatici. Anche se i sintomi fisici sono reali e tangibili, la loro intensità e il modo in cui vengono percepiti sono influenzati da fattori psicologici, come l’ansia, la depressione o il trauma. Ad esempio, i sintomi di dolore cronico o affaticamento possono essere esacerbati da stati emotivi di stress, preoccupazione o tristezza, creando un ciclo di sofferenza che diventa sempre più difficile interrompere. I pazienti affetti da disturbi da sintomi somatici spesso riferiscono una lunga storia di problemi fisici accompagnata da altre difficoltà psicologiche, come ansia generalizzata, depressione o disturbi dell’umore. Questo suggerisce che il disturbo non è solo legato al corpo, ma rappresenta una manifestazione complessa di sofferenza psicofisica.
  • Difficoltà nel riconoscimento e nella diagnosi: Uno degli aspetti più difficili dei disturbi da sintomi somatici è il riconoscimento e la diagnosi. Poiché i sintomi fisici sono reali e spesso presentano un quadro clinico variegato, può essere difficile per i medici distinguere tra una condizione puramente organica e una che include componenti psicologiche significative. I pazienti possono passare attraverso molteplici consulti e test medici prima che venga riconosciuta la componente psicologica del loro disturbo. In alcuni casi, i pazienti stessi possono rifiutare l’idea che i loro sintomi possano avere una base psicologica, considerando solo spiegazioni fisiche o organiche per il loro disagio. Questo può rendere complicata la diagnosi e il trattamento, poiché la percezione di una mancanza di comprensione da parte dei medici può alimentare ulteriormente il senso di frustrazione e di preoccupazione del paziente.
  • Resistenza al trattamento psicologico: Molte persone con disturbi da sintomi somatici possono mostrare una resistenza significativa al trattamento psicologico, poiché percepiscono i loro problemi come esclusivamente fisici. Spesso, i pazienti non vedono il legame tra il loro stato emotivo e i sintomi somatici, e possono sentirsi stigmatizzati dall’idea di ricevere un trattamento psicologico. Questo atteggiamento può rappresentare una barriera significativa all’efficacia del trattamento, poiché il lavoro terapeutico è fondamentale per aiutare i pazienti a gestire l’ansia, le preoccupazioni e le emozioni che alimentano i sintomi somatici. Anche se il trattamento psicologico ha dimostrato di essere efficace, in particolare la terapia cognitivo-comportamentale, la sfida più grande è spesso quella di far accettare ai pazienti l’idea di un intervento che coinvolga la loro salute mentale oltre a quella fisica.
  • Impatto del contesto sociale e familiare: Nei disturbi da sintomi somatici, il contesto sociale e familiare gioca un ruolo importante nel mantenimento e nella gestione dei sintomi. Le dinamiche familiari e le relazioni interpersonali possono influenzare la percezione e la gestione del disturbo. Ad esempio, il sostegno o la reazione dei familiari rispetto ai sintomi del paziente può rinforzare o attenuare la gravità percepita dei sintomi. In alcuni casi, un contesto familiare troppo protettivo o iperattento può contribuire al mantenimento del comportamento malato, mentre un contesto di incomprensione o mancanza di supporto può esacerbare i sentimenti di isolamento e frustrazione del paziente. Il coinvolgimento dei familiari nel trattamento, attraverso interventi di supporto o psicoeducazione, può aiutare a migliorare l’efficacia della gestione del disturbo.
  • Persistenza dei sintomi nel tempo: Un’altra caratteristica comune dei disturbi da sintomi somatici è la persistenza dei sintomi nel tempo. Anche quando viene fornita una diagnosi e inizia un trattamento, molti pazienti continuano a sperimentare sintomi fisici per anni. La cronicità di questi disturbi può essere dovuta alla difficoltà di interrompere il ciclo di preoccupazione e focalizzazione sui sintomi, nonché alla complessità dei fattori psicologici coinvolti. In molti casi, i sintomi possono fluttuare in intensità, peggiorando in momenti di stress emotivo o fisico, ma raramente scompaiono completamente senza un intervento terapeutico mirato. La gestione di questi disturbi richiede un approccio multidisciplinare, che includa sia la gestione medica dei sintomi fisici sia il supporto psicologico per affrontare le componenti emotive e cognitive del disturbo.

Quindi, i disturbi da sintomi somatici e disturbi correlati sono una categoria diagnostica complessa, caratterizzata da sintomi fisici persistenti, eccessiva preoccupazione per la salute, interpretazioni catastrofiche dei sintomi, e comportamenti disfunzionali legati alla salute.

Questi disturbi presentano un’interazione intricata tra fattori somatici e psicologici, con un impatto significativo sul funzionamento quotidiano e sulle relazioni interpersonali.

Prevalenza e variabili nell’insorgenza del Disturbo da Sintomi Somatici e Disturbi Correlati

I disturbi da sintomi somatici e disturbi correlati sono una categoria diagnostica che si manifesta in vari segmenti della popolazione, con una prevalenza che varia in base a molteplici fattori come età, genere, occupazione e area geografica.

Comprendere queste variabili è fondamentale per valutare l’impatto globale di questi disturbi e per identificare i gruppi più a rischio.

Nello specifico, occorre considerare:

  • Prevalenza generale nella popolazione: La prevalenza dei disturbi da sintomi somatici e disturbi correlati nella popolazione generale è stimata intorno al 5-7%, ma varia a seconda del contesto sociale, geografico e delle metodologie utilizzate per la diagnosi. Tali disturbi possono manifestarsi in modo più marcato in contesti medici e clinici, con una percentuale più alta tra le persone che si rivolgono frequentemente ai servizi sanitari. La caratteristica principale di questa categoria diagnostica è la presenza di sintomi fisici non completamente spiegabili da condizioni mediche, e si stima che circa il 20-30% delle persone che cercano assistenza medica per disturbi fisici cronici possa avere una componente somatica non riconosciuta. Questi disturbi sono particolarmente prevalenti in contesti in cui vi è una minore consapevolezza della componente psicologica dei sintomi fisici, o dove la medicina somatica è fortemente dominante rispetto alla salute mentale.
  • Prevalenza in base all’età: L’età è un fattore cruciale nella prevalenza dei disturbi da sintomi somatici. I bambini e gli adolescenti possono presentare sintomi fisici come parte di una risposta a stress psicologici o emotivi, ma è durante l’età adulta che questi disturbi tendono a emergere con maggiore frequenza. Gli studi indicano che la prevalenza dei disturbi da sintomi somatici è maggiore tra gli adulti giovani e di mezza età, in particolare tra i 30 e i 50 anni. In questa fascia di età, l’esposizione allo stress lavorativo, familiare e sociale, unita alla percezione di problemi di salute, può amplificare l’attenzione verso i sintomi somatici. Gli anziani possono manifestare sintomi somatici, ma spesso questi sono complicati da condizioni mediche reali, rendendo più difficile distinguere i disturbi somatici da patologie fisiche genuine. Tuttavia, negli anziani, i disturbi somatici possono essere sottovalutati, in quanto i sintomi fisici tendono a essere attribuiti all’invecchiamento o a malattie croniche piuttosto che a componenti psicologiche.
  • Prevalenza in base al genere: La prevalenza dei disturbi da sintomi somatici è notevolmente più alta nelle donne rispetto agli uomini. Studi epidemiologici indicano che le donne sono fino a due volte più a rischio di sviluppare questi disturbi. Questa maggiore prevalenza nelle donne può essere attribuita a diversi fattori, tra cui differenze ormonali, psicologiche e sociali. Le donne tendono a essere più consapevoli e attente alle proprie sensazioni corporee, e spesso esprimono le emozioni attraverso sintomi somatici. Inoltre, le donne sono più inclini a cercare assistenza medica rispetto agli uomini, il che può portare a una maggiore diagnosi di disturbi somatici. Dal punto di vista psicologico, le donne sono anche più esposte a disturbi come ansia e depressione, che possono contribuire allo sviluppo e alla cronicizzazione dei sintomi somatici. D’altra parte, gli uomini tendono a esprimere meno apertamente i sintomi fisici, e possono essere diagnosticati meno frequentemente con disturbi somatici, anche se la componente somatica potrebbe essere presente in altre forme.
  • Prevalenza in base all’occupazione: Il contesto lavorativo rappresenta un importante fattore di rischio per l’insorgenza dei disturbi da sintomi somatici. Le professioni caratterizzate da un elevato livello di stress, pressione o esposizione a situazioni fisicamente impegnative possono aumentare il rischio di sviluppare questi disturbi. Le persone che lavorano in settori ad alto stress, come il personale medico, gli insegnanti, i dirigenti aziendali o i lavoratori dell’industria manifatturiera, possono essere più vulnerabili ai disturbi somatici a causa del peso combinato delle responsabilità lavorative e dello stress emotivo. In particolare, i lavoratori che affrontano condizioni fisiche difficili, come movimenti ripetitivi o posture prolungate, possono sviluppare dolori cronici o affaticamento, che possono essere interpretati come sintomi di gravi malattie. Questi individui spesso tendono a sovrainterpretare i sintomi fisici come segni di malattie gravi, con un conseguente aumento dell’ansia e della preoccupazione per la salute. Inoltre, le persone che affrontano precarietà lavorativa o disoccupazione sono a maggior rischio di sviluppare disturbi da sintomi somatici. La mancanza di stabilità finanziaria e le incertezze sul futuro possono portare a un aumento dei livelli di stress, che può manifestarsi attraverso sintomi somatici. Anche l’esposizione a un ambiente di lavoro disfunzionale o a relazioni conflittuali con colleghi o superiori può contribuire all’insorgenza di questi disturbi.
  • Prevalenza in base all’area geografica: La prevalenza dei disturbi da sintomi somatici varia significativamente a seconda dell’area geografica, in parte a causa delle differenze culturali, economiche e nell’accesso ai servizi di salute mentale. Nei paesi in via di sviluppo, o in aree con risorse sanitarie limitate, i disturbi somatici possono essere più comuni, poiché vi è una minore consapevolezza e stigmatizzazione dei problemi di salute mentale. In questi contesti, i sintomi fisici sono spesso il principale mezzo attraverso cui le persone esprimono sofferenza psicologica. I disturbi somatici tendono a essere più diagnosticati in culture dove l’espressione diretta delle emozioni è scoraggiata o dove c’è una maggiore enfasi sulla salute fisica rispetto a quella mentale. Nei paesi sviluppati, sebbene vi sia una maggiore consapevolezza della salute mentale, i disturbi da sintomi somatici sono comunque presenti, con una prevalenza maggiore nelle aree urbane rispetto a quelle rurali. Questo potrebbe essere dovuto al ritmo di vita più frenetico e allo stress cronico che caratterizza le grandi città, dove la competizione e le pressioni lavorative sono più intense. Tuttavia, nelle aree rurali, la mancanza di accesso a servizi medici e di salute mentale adeguati può portare a una sottodiagnosi o a un trattamento insufficiente dei disturbi somatici, esacerbando il disagio di chi ne soffre.
  • Fattori culturali e socioeconomici: Le differenze culturali e socioeconomiche influenzano in modo significativo la prevalenza e l’espressione dei disturbi da sintomi somatici. Nelle culture in cui l’espressione di emozioni come ansia, depressione o stress è socialmente inaccettabile o stigmatizzata, le persone possono essere più inclini a somatizzare le loro emozioni, manifestandole attraverso sintomi fisici. Nelle società dove la salute fisica è particolarmente enfatizzata, e vi è una forte fiducia nella medicina convenzionale, i disturbi somatici possono manifestarsi con una frequenza maggiore, in quanto le persone cercano costantemente spiegazioni mediche per sintomi che potrebbero avere una base psicologica. Inoltre, le persone appartenenti a classi socioeconomiche più basse possono essere più vulnerabili ai disturbi da sintomi somatici a causa dell’accesso limitato ai servizi di salute mentale e delle difficoltà economiche che aumentano lo stress quotidiano. L’incapacità di accedere a cure adeguate può portare a un prolungamento dei sintomi fisici e a un aggravamento delle condizioni di salute mentale. Le persone con un livello socioeconomico più basso possono essere anche meno propense a cercare un trattamento psicologico, contribuendo a una cronicizzazione del disturbo.
  • Impatto dei traumi e degli stress cronici: L’esposizione a eventi traumatici o a stress cronici è strettamente correlata all’insorgenza dei disturbi da sintomi somatici. Le persone che hanno vissuto eventi traumatici, come abusi fisici, psicologici o sessuali, sono più a rischio di sviluppare disturbi somatici, poiché il corpo può diventare il mezzo principale attraverso cui esprimono la sofferenza emotiva. Allo stesso modo, le persone che vivono situazioni di stress cronico, come conflitti familiari, difficoltà finanziarie o condizioni di vita instabili, possono manifestare questo stress attraverso sintomi fisici, amplificando la percezione di malessere. L’incapacità di far fronte a queste situazioni in modo efficace può portare a un peggioramento dei sintomi somatici e a un aumento del rischio di sviluppare un disturbo somatico cronico.

La prevalenza dei disturbi da sintomi somatici e disturbi correlati è, pertanto, influenzata da una complessa interazione di fattori demografici, culturali e socioeconomici.

L’età, il genere, l’occupazione e l’area geografica giocano un ruolo importante nell’insorgenza e nella manifestazione di questi disturbi.

Gli individui esposti a stress cronici, traumi e condizioni di vita difficili tendono a essere particolarmente vulnerabili.

Aspetti storici dell’inquadramento diagnostico del Disturbo da Sintomi Somatici e Disturbi Correlati

Gli aspetti storici nell’inquadramento diagnostico del Disturbo da Sintomi Somatici e Disturbi Correlati si intrecciano con l’evoluzione delle idee sulla relazione tra corpo e mente, nonché con i cambiamenti nella comprensione medica e psicologica della malattia e della sofferenza umana.

Fin dall’antichità, i sintomi fisici che non potevano essere spiegati da malattie organiche erano spesso considerati misteriosi o soprannaturali, e venivano trattati con approcci non scientifici.

Tuttavia, con il passare dei secoli, la medicina ha gradualmente integrato una comprensione più complessa dei disturbi che coinvolgono sia il corpo che la mente.

Nella fattispecie:

  • Antichità: interpretazioni religiose e soprannaturali dei sintomi inspiegabili: Nell’antichità, i sintomi fisici che non potevano essere spiegati con le conoscenze mediche del tempo venivano spesso attribuiti a cause soprannaturali o spirituali. Nelle civiltà greca e romana, ad esempio, molte condizioni oggi classificate come disturbi somatici o psicologici venivano interpretate come “isteria” o possessione spirituale, specialmente nelle donne. Il termine isteria deriva dal greco hystera, che significa “utero”, e si basava sulla credenza che i sintomi inspiegabili nelle donne fossero causati da un movimento dell’utero nel corpo. Questo approccio indicava una scarsa comprensione della psicopatologia e un forte legame tra credenze culturali e spiegazioni mediche. Le terapie consistevano spesso in rituali religiosi, purificazioni o trattamenti fisici che riflettevano la convinzione che le forze spirituali fossero la causa principale dei sintomi inspiegabili.
  • Medioevo e Rinascimento: il corpo e l’anima come un’entità unica: Durante il Medioevo, la medicina era strettamente legata alla religione, e i disturbi che oggi definiremmo somatici erano visti come prove di peccato, colpe morali o influenze demoniache. Le persone che soffrivano di sintomi fisici inspiegabili venivano spesso trattate attraverso pratiche religiose, come preghiere, esorcismi e pellegrinaggi. Il concetto di malattia dell’anima era predominante, e si credeva che solo la purificazione spirituale potesse alleviare i sintomi fisici. Durante il Rinascimento, la filosofia e la medicina iniziarono a distanziarsi dall’influenza religiosa, e i pensatori come Cartesio posero le basi per una visione dualistica di corpo e mente. Il dualismo cartesiano separava nettamente il corpo dalla mente, suggerendo che i sintomi fisici avessero sempre una causa fisica specifica. Questo approccio, sebbene avanzato per l’epoca, limitava ancora la comprensione delle condizioni che coinvolgevano entrambi gli aspetti, lasciando poco spazio per l’idea che le emozioni o lo stress potessero influenzare i sintomi corporei.
  • XVIII e XIX secolo: nascita della neurologia e la scoperta dell’isteria come disturbo neurologico: Nel XVIII e XIX secolo, con l’emergere della neurologia come disciplina medica, si iniziò a considerare più seriamente la possibilità che alcuni sintomi fisici fossero legati a disturbi del sistema nervoso, piuttosto che a malattie degli organi o a cause soprannaturali. Una figura chiave in questo periodo fu il neurologo francese Jean-Martin Charcot, che studiò ampiamente i disturbi che affliggevano i pazienti (per lo più donne) ricoverati all’ospedale della Salpêtrière a Parigi. Charcot descrisse i sintomi fisici dell’isteria, come paralisi, convulsioni e cecità temporanea, e suggerì che fossero legati a disfunzioni neurologiche, piuttosto che a malattie dell’utero o cause spirituali. Tuttavia, la comprensione di questi disturbi era ancora limitata. Nonostante Charcot riconoscesse una base neurologica per l’isteria, la causa precisa di questi sintomi restava oscura, e il termine “isteria” rimase per molti decenni sinonimo di condizioni legate soprattutto alle donne. Il lavoro di Charcot aprì la strada a una più profonda indagine sulla connessione tra mente e corpo, ma il termine “isteria” continuò a portare con sé un carico di pregiudizi sociali e culturali che influenzarono negativamente la diagnosi e il trattamento dei pazienti affetti da questi disturbi.
  • Freud e la nascita della psicoanalisi: il trauma psichico e la conversione somatica: Una svolta significativa nell’inquadramento diagnostico dei disturbi somatici avvenne con Sigmund Freud, che insieme a Josef Breuer sviluppò la teoria della psicoanalisi alla fine del XIX secolo. Freud partì dagli studi di Charcot sull’isteria, ma estese il concetto, suggerendo che molti sintomi fisici inspiegabili fossero manifestazioni di conflitti psicologici inconsci e di traumi emotivi non risolti. Freud introdusse il concetto di conversione somatica, sostenendo che l’energia psichica repressa potesse “convertirsi” in sintomi fisici, come paralisi o dolori inspiegabili. Nella sua famosa opera “Studi sull’isteria” (1895), Freud descrisse casi di pazienti che soffrivano di sintomi fisici senza una base organica evidente, ipotizzando che questi fossero il risultato di traumi psichici che non potevano essere espressi direttamente. Questa teoria segnò un’importante evoluzione nella comprensione dei disturbi somatici, poiché per la prima volta veniva riconosciuto che fattori psicologici potessero influenzare direttamente i sintomi corporei. Freud considerava l’isteria come un disturbo derivante dall’inconscio, con l’espressione fisica di conflitti psichici profondi. Questo approccio portò a una maggiore attenzione verso il trattamento psicologico dei disturbi fisici e influenzò profondamente la successiva comprensione dei disturbi somatici, sebbene il termine “isteria” continuasse a essere utilizzato in maniera stigmatizzante.
  • Metà del XX secolo: la fine del concetto di isteria e l’evoluzione della medicina psicosomatica: A metà del XX secolo, il termine “isteria” iniziò a essere abbandonato a causa del suo carattere stigmatizzante e della crescente consapevolezza che i sintomi fisici inspiegabili non fossero esclusivamente legati a questioni di genere o a presunte debolezze emotive. La medicina iniziò a concentrarsi sulla connessione tra fattori psicologici e somatici in modo più scientifico, e nacque il campo della medicina psicosomatica, che cercava di comprendere come lo stress, le emozioni e le dinamiche psicologiche potessero influenzare la salute fisica. Figure come Franz Alexander e Harold Wolff furono pionieri in questo campo, sostenendo che molte malattie fisiche croniche, come ulcere gastriche, ipertensione e malattie cardiache, potessero essere esacerbate o persino causate da fattori psicologici. Il concetto di “somatizzazione” iniziò a prendere forma, riferendosi al processo mediante il quale le persone esprimono sofferenza psicologica attraverso sintomi fisici. Tuttavia, i disturbi legati ai sintomi somatici erano ancora scarsamente compresi e spesso diagnosticati come “disordini psicosomatici” in modo vago, senza un’inquadratura diagnostica chiara.
  • DSM-III (1980): la nascita della categoria dei disturbi somatoformi: Con la pubblicazione del DSM-III nel 1980, l’American Psychiatric Association introdusse la categoria dei disturbi somatoformi, che rappresentava un primo tentativo di formalizzare la diagnosi dei disturbi caratterizzati da sintomi fisici inspiegabili dal punto di vista medico. Il DSM-III identificava disturbi come il disturbo di somatizzazione, il disturbo di conversione e l’ipocondria come categorie separate all’interno dei disturbi somatoformi, riconoscendo che i sintomi fisici potevano essere manifestazioni di disturbi psicologici. Questo fu un passo importante verso la comprensione di questi disturbi come condizioni cliniche legittime, anziché come problemi di natura puramente “psicosomatica” o “isterica”. Tuttavia, la categoria dei disturbi somatoformi presentava ancora problemi legati alla mancanza di chiarezza diagnostica e all’inclusione di condizioni eterogenee sotto un’unica etichetta. Inoltre, il termine “somatoforme” manteneva un residuo di vaghezza, poiché non era sempre chiaro in che modo i sintomi fisici fossero correlati a specifici stati emotivi o psicologici.
  • DSM-5 (2013): l’introduzione del Disturbo da Sintomi Somatici e disturbi correlati: con la pubblicazione del DSM-5 nel 2013, avvenne un’importante revisione della categoria dei disturbi somatoformi, che fu sostituita con quella di Disturbo da Sintomi Somatici e disturbi correlati. Questa nuova categoria rifletteva una comprensione più sofisticata della relazione tra mente e corpo, e riconosceva che la sofferenza derivante dai sintomi fisici non era necessariamente legata all’assenza di una malattia organica, ma piuttosto all’eccessiva preoccupazione per i sintomi e alla loro influenza sul funzionamento quotidiano. Questa revisione diagnosticava i disturbi non solo in base alla presenza di sintomi fisici inspiegabili, ma anche in base alla risposta emotiva, cognitiva e comportamentale della persona ai sintomi. Le principali diagnosi incluse nella categoria dei disturbi da sintomi somatici e correlati sono il Disturbo da Sintomi Somatici, il Disturbo di Ansia di Malattia (precedentemente noto come ipocondria) e il Disturbo di Conversione, tra gli altri. L’inclusione di criteri come la sofferenza e il comportamento disfunzionale legato ai sintomi ha rappresentato un cambiamento significativo nell’approccio diagnostico e terapeutico, spostando l’attenzione dalla mera assenza di spiegazioni mediche ai modi in cui i sintomi influenzano la vita dell’individuo.

Pertanto, l’inquadramento diagnostico dei disturbi da sintomi somatici e correlati ha subito un’evoluzione significativa nel corso della storia, passando da spiegazioni soprannaturali e concettualizzazioni stigmatizzanti, come l’isteria, a un approccio più integrato e multidimensionale.

Oggi, questi disturbi vengono riconosciuti come manifestazioni complesse di interazioni tra mente e corpo, che richiedono una valutazione attenta sia degli aspetti fisici che psicologici per un trattamento efficace.

4.8 su 5 sulla base di 295 recensioni

jp
jp
2023-11-14
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Moira Cristini
Moira Cristini
2023-11-13
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Rossella Muro
Rossella Muro
2023-11-13
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Elisa Sanna
Elisa Sanna
2023-11-12
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Stefania Taranu
Stefania Taranu
2023-11-11
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Federica Cantrigliani
Federica Cantrigliani
2023-09-16
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Michaela Buono
Michaela Buono
2023-09-15
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Chimy
Chimy
2023-09-16
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Antonio De Luca
Antonio De Luca
2023-08-10
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Una vita intera nella quale ho provato in tutti i modi a comprendere precisamente cosa non andasse in me. Appena compreso che i miei sintomi fossero vicini all'adhd nessuno mi ha aperto le porte, i privati e i pubblici si sono tirati tutti indietro perché nessuno voleva prendersi la responsabilità di diagnosticare tale deficit ad un adulto. Poi ho scoperto questa realtà, fatta da professionisti e da persone serie nonché sempre disponibili a rispondere ad ogni mio quesito. Qualcosa che senza di loro sarebbe stato impossibile.
Stela Lamaj
Stela Lamaj
2023-08-09
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Ottima esperienza, professionisti preparati ed empatici.
Mara Velati
Mara Velati
2023-08-09
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La mia salvezza dopo 9 mesi di diagnosi a metà. La dottoressa Clementi, che mi ha seguita, è precisa e anche molto dolce. Consigliato ❤️
jerrydelmonte
jerrydelmonte
2023-07-20
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Mi sono trovata molto bene, cortesia e professionalità da parte di tutti i membri dello staff. Unico appunto i tempi sono un po’ lunghi per la valutazione.
Beatrice Loi
Beatrice Loi
2023-07-15
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Professionali, precisi, chiari. Clinica assolutamente raccomandata! ✅
Eduardo Guerra
Eduardo Guerra
2023-05-26
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Ho fatto il percorso di psicoeducazione di grupo per ADHD online e per me è stato di molto aiuto. Il corso mi ha fatto capire meglio come gestire i sintomi e essere accorto di alcune cose che non avevo percepito prima.
Mariagrazia Picardi
Mariagrazia Picardi
2023-06-20
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Grazie alla Gam Medical finalmente abbiamo messo fine ad un percorso tortuoso, lungo e poco convincente e ne abbiamo cominciato uno fatto di ascolto, accoglienza e competenza. Proseguiremo con loro il percorso proposto.
Cristiana Nasi
Cristiana Nasi
2023-05-18
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Esperienza superpositiva su tutti i fronti. Gam medical eccelle nell organizzazione, precisione e nella velocità a dare gli appuntamenti. Mia figlia ha fatto la diagnosi con Gam medical ed è molto soddisfatta per la competenza dello staff medico e non. Davvero professionali . La dottoressa Vargiu ha seguito mia figlia nel suo percorso verso la diagnosi in modo esemplare e molto accogliente. Gam medical colma il vuoto che inevitabilmente si incontra in Italia per avere una diagnosi adhd . Un' ancora su cui contare e un punto di riferimento davvero importante per chi ha l adhd. Ultima cosa ma non di scarsa importanza , costi contenuti e sostenibili. Non potrei essere più soddisfatta. Grazie davvero.
Chiara Totaro
Chiara Totaro
2023-05-10
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Ho intrapreso il mio percorso diagnostico con la Clinica GAM, non potevo fare scelta migliore, disponibili per ogni necessità o chiarimento, ottima organizzazione, psicologi molto preparati! Contenta di continuare con loro il mio percorso dopo la diagnosi!
Lorenza Barbalucca
Lorenza Barbalucca
2023-05-07
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Ho fatto il percorso diagnostico con la dottoressa Gozzi che ha saputo mettermi subito a mio agio. È stato affrontato tutto con serietà e delicatezza e per la prima volta ho sentito di essermi rivolta alle persone giuste. Il personale è disponibile e cordiale
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Specialisti nella diagnosi ADHD

Il Centro ADHD GAM Medical si distingue per la sua specializzazione nella diagnosi, nel trattamento e nella gestione dell’ADHD (Disturbo da Deficit dell’Attenzione e Iperattività), offrendo terapie personalizzate e di alta qualità.