C’è un nesso tra ipermobilità articolare e ADHD?

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Qual è il legame tra ADHD e ipermobilità articolare? Negli ultimi anni, la ricerca scientifica ha esplorato nuovi territori nel tentativo di comprendere meglio i legami tra varie condizioni mediche. Uno di questi legami riguarda l’ipermobilità articolare e il Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività (ADHD). Sebbene a prima vista queste due condizioni possano sembrare non correlate, emergono sempre più evidenze che suggeriscono un possibile nesso. 

In questo articolo esploreremo il nesso tra ipermobilità articolare e ADHD, esplorando le possibili cause, gli effetti e offrendo alcuni rimedi per contrastare questa combinazione di condizioni. 

Il legame tra ipermobilità articolare e ADHD

L’ipermobilità articolare è una condizione in cui le articolazioni possono muoversi oltre il normale range di movimento, spesso a causa di una maggiore elasticità dei legamenti. Questa condizione è più comune nei bambini e nelle giovani donne, ma può persistere anche in età adulta. L’ADHD, invece, è un disturbo neurocomportamentale caratterizzato comunemente da sintomi di disattenzione, iperattività e impulsività.

Studi recenti hanno iniziato a suggerire che potrebbe esistere un legame biologico tra queste due condizioni. In particolare, uno studio condotto da alcuni ricercatori delle università di Örebro e Linköping in Svezia ha esaminato proprio questa associazione. I risultati dello studio hanno suggerito che l’ipermobilità articolare generalizzata (GJH) potrebbe essere un indicatore di un disturbo sistemico sottostante che coinvolge il tessuto connettivo e il sistema nervoso centrale.

Un altro aspetto rilevante rilevato dallo studio riguarda la comorbidità tra ADHD e altre condizioni associate all’ipermobilità, come la sindrome di Ehlers-Danlos (EDS). La EDS è un gruppo di disturbi genetici che colpiscono il tessuto connettivo e spesso coesiste con i sintomi ADHD. Questa sovrapposizione suggerisce che potrebbero esserci meccanismi genetici e biologici condivisi tra ipermobilità e ADHD.

I possibili effetti negativi dell’ipermobilità articolare ADHD

L’ipermobilità articolare può influenzare l’ADHD in vari modi. Uno degli effetti principali riguarda la propriocezione, ovvero la capacità del corpo di percepire la posizione delle articolazioni e dei muscoli. Le persone con ipermobilità articolare spesso hanno una propriocezione alterata, che può contribuire a problemi di coordinazione e di equilibrio. Questo potrebbe aggravare i sintomi di ADHD, come l’iperattività e l’impulsività.

Inoltre, la presenza di dolore cronico e affaticamento, comuni tra le persone con ipermobilità articolare, può influenzare negativamente l’umore e la capacità di concentrazione. Il dolore cronico può portare a un aumento dell’ansia e della depressione, che sono già comuni tra le persone ADHD. Questa combinazione di fattori può rendere più difficile la gestione quotidiana dei sintomi dell’ADHD.

I possibili effetti positivi dell’ipermobilità articolare ADHD

L’ipermobilità articolare, caratterizzata da una maggiore flessibilità delle articolazioni, potrebbe offrire diversi benefici per le persone ADHD impegnate nella danza o nella ginnastica. La flessibilità aumentata consente una varietà più ampia di movimenti e posizioni fisiche, il che potrebbe risultare particolarmente vantaggioso per ridurre l’irrequietezza e migliorare la gestione dell’energia e dell’attenzione. 

La flessibilità aumentata può consentire ai soggetti di adattarsi dinamicamente alle richieste dell’attività fisica a cui stanno prendendo parte, mantenendo così un livello di stimolazione fisica che non solo supporta la concentrazione ma favorisce anche l’interesse e l’entusiasmo nell’ambiente. Essere in grado di cambiare posizione con facilità durante le pause o tra le sequenze di esercizi può aiutare a gestire meglio i momenti di inquietudine tipici dell’ADHD, migliorando così l’esperienza complessiva di partecipazione.

Tuttavia, è cruciale considerare che l’impatto della flessibilità può variare significativamente tra gli individui ADHD. Alcuni potrebbero trarre maggior beneficio dall’adattamento continuo delle posizioni fisiche per mantenere l’attenzione e la stimolazione ottimali, mentre altri potrebbero richiedere un approccio più strutturato per beneficiare pienamente della flessibilità delle articolazioni.

Rimedi per contrastare gli effetti negativi dell’ipermobilità ADHD

Affrontare simultaneamente l’ipermobilità articolare e l’ADHD richiede un approccio integrato e multidisciplinare. Ecco alcuni suggerimenti per gestire entrambi i disturbi. 

  1. Terapia fisica e occupazionale: lavorare con fisioterapisti e terapisti occupazionali può aiutare a migliorare la propriocezione, la forza muscolare e la stabilità delle articolazioni. Questi professionisti possono anche insegnare strategie per gestire il dolore e migliorare la funzionalità quotidiana.
  2. Gestione del dolore: può essere utile sviluppare un piano di gestione del dolore che può includere farmaci, tecniche di rilassamento, esercizi specifici ed eventuali terapie alternative.
  3. Supporto psicologico: la terapia cognitivo-comportamentale (CBT) e altre forme di consulenza possono essere utili per affrontare l’ansia, la depressione e le difficoltà emotive associate all’ADHD e all’ipermobilità articolare.
  4. Monitoraggio e trattamento medico: può essere d’aiuto collaborare con medici specialisti per monitorare e trattare sia l’ADHD che le condizioni associate all’ipermobilità articolare. Questo può includere la prescrizione di farmaci per l’ADHD e altre terapie specifiche per l’ipermobilità.
  5. Educazione e consapevolezza: educare se stessi e i propri cari sui sintomi e sulle strategie di gestione dell’ADHD e dell’ipermobilità articolare può migliorare significativamente la qualità della vita.

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Le informazioni dell’articolo sono fornite a scopo puramente informativo e non devono essere considerate come sostitutive del parere di un medico qualificato.

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Fonti:

  • https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0022395621004258?via%3Dihub

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