Cosa spinge una persona autistica a praticare il camouflaging?
Il camouflaging è un comportamento spesso adottato dalle persone con autismo per adattarsi agli standard sociali, minimizzando le proprie caratteristiche per evitare il giudizio o l’esclusione. Questa dinamica può comportare un grande sforzo, poiché implica nascondere tratti distintivi per non rischiare il rifiuto o l’esclusione e può amplificare l’ansia sociale delle persone autistiche. Sebbene il camouflaging possa sembrare una soluzione per evitare discriminazioni, può anche avere effetti psicologici significativi.
In questo articolo esploreremo in che modo questa strategia potrebbe influire sulla sua salute mentale e il benessere, scoprendone il significato, i rischi e la differenza con coping e masking. Infine, comprenderemo come sia possibile supportare chi pratica il camouflaging senza compromettere l’autenticità dell’individuo.
Camouflaging: significato e cause
Il camouflaging è un comportamento adottato per nascondere o minimizzare le caratteristiche che ci rendono diversi, con l’obiettivo di sembrare conformi agli standard sociali. Questa strategia è particolarmente comune tra le persone autistiche, che spesso si trovano a dover adattare i loro comportamenti per evitare il rifiuto o l’esclusione. Il camouflaging può assumere molte forme, come l’imitazione di espressioni facciali, movimenti o linguaggio corporeo, innaturali per la persona, ma sono socialmente accettati.
Il camouflaging diventa, quindi, un meccanismo di difesa, utilizzato principalmente per evitare determinate esperienze comuni per molte persone autistiche, ad esempio :
- Un possibile giudizio.
- Discriminazione o rifiuto.
- La vergogna e la paura di essere visti come “diversi”.
Anche se il camouflaging potrebbe offrire un sollievo temporaneo dal rischio di esclusione sociale, il suo utilizzo continuo può portare a conseguenze psicologiche devastanti. Col tempo, quindi, il camouflaging può condurre a effetti negativi sul benessere emotivo, portando l’individuo a sentirsi esausto e sopraffatto dalla continua pressione di nascondere se stesso.
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Autismo e Camouflaging: i rischi
Il camouflaging è una strategia comune tra le persone con autismo che comporta l’adattamento dei propri comportamenti ad una norma sociale, in modo da nascondere le caratteristiche tipiche dell’autismo. Secondo lo studio condotto da Ella Perry, William Mandy, Laura Hull, Eilidh Cage, “Understanding Camouflaging as a Response to Autism-Related Stigma: A Social Identity Theory Approach” (2021), il camouflaging include comportamenti come l’imitazione di espressioni facciali, gesti e altre risposte sociali che non sono naturali per la persona, ma che sono percepiti come accettabili dalla società. Le persone che ricorrono a questo comportamento, lo fanno per evitare il rifiuto sociale e per adattarsi alle pressioni normative del contesto sociale. Il camouflaging può sembrare una soluzione per le difficoltà sociali, ma l’impegno costante richiesto per mascherare il proprio vero sé può avere effetti negativi sul benessere emotivo e psicologico. . Lo studio “What You Are Hiding Could Be Hurting You: Autistic Masking in Relation to Mental Health, Interpersonal Trauma, Authenticity, and Self-Esteem” (2024), pubblicato su National Library of Medicine, evidenzia come la costante necessità di adattarsi a un modello sociale che non rispecchia la propria autenticità potrebbe causare:
- Ansia sociale.
- Depressione.
- Esaurimento, stress e burnout.
- Confusione riguardo alla propria identità personale.
- Peggioramento dell’autostima.
- Possibile senso di alienazione, poiché l’individuo non si sente mai veramente libero di essere se stesso.
In particolare, l’’esaurimento emotivo causato dal camouflaging può contribuire al fenomeno noto come burnout autistico, che si potrebbe verificare quando l’individuo si sente sopraffatto dalla fatica psicologica e sociale derivante dal continuo adattamento alle aspettative altrui. Questo processo potrebbe condurre ad una sensazione di perdita di identità, creando difficoltà nell’autoconsapevolezza e nell’autoaccettazione.
È fondamentale, per evitare situazioni di sovraccarico, che le persone autistiche ricevano il giusto supporto da parte di professionisti del settore della salute mentale, in questo modo potrebbero comprendere e gestire gli effetti del camouflaging, attuando delle strategie di coping più sane e promuovendo l’autoconsapevolezza.
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Confronto tra Camouflaging, Masking e Coping nell’Autismo
Camouflaging, masking e coping sono concetti strettamente legati, ma con sfumature differenti nel contesto dell’autismo.
Camouflaging | Masking | Coping |
Il camouflaging può essere visto come una forma più complessa e a lungo termine di adattamento, che coinvolge anche la gestione di se stessi in contesti sociali per apparire “normali“. Si serve di strategie di coping meno salutari, poiché comportano un impegno costante che può causare stress, ansia e perdita di identità. | Strategia più diretta e consapevole di nascondere o minimizzare comportamenti, emozioni o caratteristiche, imtandone altre per evitare discriminazioni o rifiuti. Ad esempio, mimare espressioni facciali o gesti sociali. Anche questa si serve di tecniche non ottimali, con effetti negativi simili a quelli legati al camouflaging. Si concentra principalmente sul nascondere la propria vera natura | Il coping, d’altro canto, si riferisce a qualsiasi strategia psicologica ed emotiva che una persona usa per affrontare difficoltà o stress. Termine più ampio che comprende anche tecniche di gestione positive e salutari, come il rilassamento o la meditazione. |
In generale, mentre il coping mira a gestire efficacemente le difficoltà, il masking e il camouflaging puntano invece ad adattarsi a un mondo che non sempre accoglie la diversità.
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Come supportare persone con autismo che praticano camouflaging? 3 aspetti fondamentali
Supportare le persone autistiche che praticano il camouflaging è fondamentale per il loro benessere emotivo e psicologico. In particolare, è importante:
- Creare o inserirsi in ambienti inclusivi e accoglienti che promuovano l’autenticità, dove l’individuo non si senta costretto a nascondere la propria identità.
- Riconoscimento e validazione dello spettro autistico, questo potrebbe ridurre il giudizio e le aspettative sociali che spingono molti a ricorrere al camouflaging.
- Ricercare supporto professionale.
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Fonti:
- https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/33788076/
- https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/39139513/