Autismo e alimentazione: 5 consigli per un rapporto sano

Tempo di lettura: 4 minuti

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rapporto con il cibo e autismo

Il rapporto con l’alimentazione può essere particolarmente complesso per le persone con disturbi dello spettro autistico (ASD), a causa di molti fattori: sensibilità sensoriali, abitudini rigide e difficoltà nell’accettare nuovi alimenti. Questi elementi possono rendere il momento del pasto un’esperienza complessa e, a volte, fonte di stress per tutta la famiglia. 

Tuttavia, con un approccio personalizzato e strategie mirate, è possibile trasformare l’alimentazione in un momento sereno e gratificante.

In questo articolo, esploreremo le principali sfide e difficoltà alimentari legate all’autismo e condivideremo 5 consigli pratici per migliorare il rapporto con il cibo. Continua a leggere e scopri come un supporto adeguato può fare la differenza nella gestione dei sintomi legati all’autismo.

Come i disturbi dello spettro autistico influenzano il rapporto con il cibo?

I disturbi dello spettro autistico (ASD) influenzano il rapporto con il cibo, rendendolo complesso a causa di diversi fattori. Sia gli adulti che i bambini con ASD spesso presentano una relazione complessa con il cibo e con il momento dei pasti a causa di fattori sensoriali, comportamentali e biologici. Situazioni tipiche che riguardano le persone con autismo sono un rifiuto drastico nel mangiare determinati cibi (soprattutto verdure e frutta), difficoltà nell’assaggiare cibi o piatti nuovi, lentezza nel masticare o facilità nel distrarsi durante il pasto. 

Molte persone con autismo manifestano un comportamento noto come selettività alimentare, ovvero una rigidità che porta a preferire alimenti specifici, spesso limitando la varietà e il colore (per esempio solo cibi di colore bianco o consistenze morbide come pasta, pane, yogurt). 

L’ipersensibilità sensoriale è comune nelle persone con ASD, per cui alcuni cibi possono risultare disgustosi a causa dell’odore, del sapore o della consistenza (per esempio il cibo croccante o troppo umido).

Le persone con autismo hanno spesso abitudini rigide e ritualizzate legate al cibo, ad esempio hanno bisogno di seguire schemi specifici durante i pasti, come mangiare cibi sempre nella stessa sequenza, usare stoviglie specifiche o mangiare in un ambiente strutturato. Cambiamenti nelle routine alimentari possono provocare ansia o rifiuto del cibo. Anche l’introduzione di nuovi cibi può risultare particolarmente difficile. 

È frequente che il momento del pasto causi stress o ansia, rendendolo un’esperienza complessa e spiacevole. In alcuni casi di autismo si osservano anche disturbi del comportamento alimentare, come l’arfid (disturbo evitante-restrittivo dell’assunzione di cibo)

5 consigli pratici per un rapporto più sano con il cibo 

Migliorare il rapporto con il cibo per le persone con disturbi dello spettro autistico (ASD) richiede un approccio graduale e personalizzato. Ecco alcune strategie efficaci utilizzate da esperti, tra cui nutrizionisti, terapisti occupazionali e psicologi, per promuovere un’alimentazione più equilibrata e ridurre le difficoltà durante i pasti.

autismo e cibo
autismo e cibo

# 1 Approcci comportamentali e tecniche graduali per le persone con lo Spettro Autistico

È importante cominciare con un’esposizione graduale e progressiva ai nuovi alimenti, iniziando con piccole quantità e aumentando lentamente la porzione. Se sei sensibile alle consistenze o agli odori, inizia introducendo cibi simili per forma o colore a quelli già accettati. Prova a modificare leggermente un alimento già noto, per esempio cambia il tipo di pasta mantenendo lo stesso condimento, per promuovere varietà.

Sperimenta un sistema di ricompensa per motivare comportamenti positivi legati all’accettazione di nuovi cibi, ad esempio attraverso dei complimenti o delle piccole gratificazioni. Riduci la pressione e le aspettative: evita di forzare te stesso o gli altri a mangiare, rendendo il pasto un momento più rilassato e riducendo l’ansia.

# 2 Modifiche ambientali per autistici

Costruisci una routine prevedibile, con orari regolari per i pasti e un ambiente privo di distrazioni e stimoli eccessivi, ad esempio spegni la TV e la radio per evitare rumori eccessivi e promuovere l’attenzione sul momento del pasto. Utilizza piatti, posate o bicchieri piacevoli e familiari. Presenta i cibi in modo ordinato, ad esempio separati anziché mescolati, se questo aiuta a ridurre l’avversione sensoriale.

# 3 Coinvolgimento attivo nei pasti per persone DSA

Far partecipare la persona alla preparazione dei cibi, soprattutto se si tratta di bambini, può aumentare la curiosità e la predisposizione a provare nuovi piatti. Orienta la scelta del menù, lasciando che la persona scelga tra opzioni predefinite, in modo che la persona di senta coinvolta e curiosa e mantenga una certa autonomia.

# 4 Rendi il pasto un’esperienza positiva per persone ASD

Crea un ambiente sereno e conviviale, dove il momento del pasto venga associato a esperienze positive, ad esempio condividendo cibi semplici e gratificanti. Riduci il tempo di attesa e assicurati che il cibo sia servito alla temperatura gradita dalla persona. Strategie per l’autoregolazione emotiva e sensoriale possono aiutare a rendere l’esperienza più serena e piacevole. 

# 5 Dieta senza glutine e caseina e integrazione di vitamine: ASD

Secondo la metanalisi “Autism spectrum disorder: a systematic review about nutritional interventions” (2020), basata su studi effettuati su bambini e adolescenti con disturbo dello spettro autistico, determinate diete e integrazioni alimentari sono efficaci per ridurre i sintomi dell’autismo, tra i quali si notano un miglioramento del comportamento sociale, della comunicazione e una riduzione dei comportamenti ripetitivi. In particolare si evidenziano dei miglioramenti grazie all’integrazione di vitamine del gruppo B, magnesio e omega-3, e una dieta priva di glutine e di caseina, le proteine che si trovano rispettivamente in alcuni cereali e nel latte. 

Sia le diete restrittive che l’integrazione di vitamine richiedono un’attenta supervisione da parte di un professionista, non sono dei rimedi “fai da te”. Ogni persona con autismo ha risposte diverse agli alimenti; quindi, l’efficacia di una dieta dipende dalle esigenze individuali.

Autismo: L’importanza della valutazione nutrizionale e del supporto terapeutico 

Una valutazione di uno specialista come un dietologo o un medico nutrizionista può aiutare a identificare eventuali carenze nutrizionali e a personalizzare un piano alimentare adeguato.

Se vuoi scoprire come vivere al meglio con l’autismo, scopri il centro GAM Medical dedicato ai disturbi dello spettro autistico.

La collaborazione con psicologi per l’autismo e psicoterapeuti specializzati nella gestione dell’autismo può essere fondamentale per affrontare difficoltà persistenti. Anche la logopedia può essere utile per migliorare le capacità di masticazione e deglutizione, oltre a ridurre le difficoltà sensoriali.

Questo è contenuto divulgativo e non sostituisce le diagnosi di un professionista. Se ti è piaciuto l’articolo, condividilo.

Fonti:

  • https://pmc.ncbi.nlm.nih.gov/articles/PMC7077797/
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