Autismo, ADHD e Tolleranza alla Frustrazione

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Autismo, ADHD e Tolleranza alla Frustrazione

La tolleranza alla frustrazione è la capacità di un individuo di gestire e affrontare situazioni in cui i suoi desideri, bisogni o aspettative non vengono soddisfatti, senza manifestare reazioni emotive eccessive o impulsive.

Si tratta di una componente fondamentale nella regolazione emotiva e nel comportamento adattivo, poiché consente alle persone di rimanere calme e funzionali anche di fronte a ostacoli o frustrazioni.

La tolleranza alla frustrazione varia notevolmente da individuo a individuo ed è influenzata da diversi fattori.

In alcune circostanze e condizioni psicologiche o neuropsichiatriche, come l’autismo e l’ADHD (Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività), la tolleranza alla frustrazione è spesso significativamente ridotta.

Questa bassa tolleranza alla frustrazione si manifesta attraverso una difficoltà nel gestire situazioni che generano stress, delusione o difficoltà, e porta a risposte emotive e comportamentali più intense rispetto alla norma.

Quando si sviluppa la tolleranza alla frustrazione?

Nei primi anni di vita, i bambini iniziano a sviluppare la tolleranza alla frustrazione quando apprendono che non sempre possono ottenere ciò che vogliono immediatamente.

Per esempio, un bambino che desidera un giocattolo e non riesce a ottenerlo subito può inizialmente manifestare rabbia o pianto, ma con il tempo e il supporto degli adulti, impara a gestire questi momenti con più calma.

I genitori e i caregiver svolgono un ruolo cruciale nel modellare questa abilità, insegnando ai bambini strategie per affrontare la frustrazione, come la pazienza, la distrazione o la comunicazione efficace dei propri bisogni.

Un ambiente in cui le richieste del bambino vengono soddisfatte troppo rapidamente o senza limiti può portare allo sviluppo di una bassa tolleranza alla frustrazione, mentre un ambiente che offre sfide adeguate e un sostegno emotivo può favorire lo sviluppo di questa competenza.

Durante l’adolescenza, la tolleranza alla frustrazione diventa particolarmente importante, poiché i giovani si trovano ad affrontare un crescente numero di situazioni complesse e spesso stressanti, come le pressioni accademiche, le sfide sociali e le aspettative familiari.

La capacità di tollerare la frustrazione aiuta gli adolescenti a non arrendersi facilmente di fronte alle difficoltà, ma a cercare soluzioni alternative e a perseverare nei loro obiettivi.

Un adolescente con una bassa tolleranza alla frustrazione può reagire impulsivamente, evitando compiti difficili, manifestando rabbia o isolamento sociale.

Al contrario, un adolescente che ha sviluppato una buona tolleranza alla frustrazione è più probabile che riesca a gestire situazioni difficili con resilienza, imparando dai propri errori e sviluppando competenze per affrontare lo stress.

La tolleranza alla frustrazione continua a giocare un ruolo cruciale nell’età adulta, influenzando molti aspetti della vita, dalle relazioni personali al lavoro.

Gli adulti con una buona tolleranza alla frustrazione tendono a essere più resilienti, affrontando le sfide della vita con una maggiore capacità di adattamento.

Perché le persone autistiche o ADHD hanno una bassa tolleranza alla frustrazione?

L’autismo (Disturbo dello Spettro Autistico, ASD) e l’ADHD (Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività) sono due condizioni neuroevolutive distinte che possono coesistere e condividere alcuni sintomi, tra cui la bassa tolleranza alla frustrazione.

La coesistenza di autismo e ADHD può complicare la gestione dei sintomi, influenzando significativamente il comportamento e il benessere della persona.

La bassa tolleranza alla frustrazione è uno dei tratti che può emergere con particolare intensità in individui che presentano entrambe queste condizioni.

Nello specifico:

  • Autismo e bassa tolleranza alla frustrazione: Le persone nello spettro dell’autismo possono avere difficoltà a gestire le situazioni che non corrispondono alle loro aspettative o che presentano cambiamenti improvvisi. La rigidità nei pensieri e nei comportamenti, comune nell’autismo, può rendere difficile affrontare l’imprevisto o adattarsi a nuove circostanze, portando a una maggiore frustrazione quando le cose non vanno come pianificato. Per esempio, un’interruzione in una routine ben consolidata, un cambiamento nell’ambiente circostante o una richiesta improvvisa possono scatenare sentimenti di ansia e irritazione. Nei soggetti autistici, la frustrazione può manifestarsi con comportamenti come scoppi d’ira, isolamento o, in alcuni casi, comportamenti autodistruttivi, poiché la loro capacità di regolare le emozioni può essere compromessa.
  • ADHD e bassa tolleranza alla frustrazione: Le persone ADHD spesso sperimentano difficoltà nella regolazione emotiva, con una bassa tolleranza alla frustrazione che emerge in modo particolarmente marcato quando affrontano compiti che richiedono concentrazione prolungata o che implicano ritardi nella gratificazione. L’iperattività e l’impulsività che caratterizzano l’ADHD possono portare gli individui a cercare soluzioni immediate ai problemi, e quando queste non si realizzano, la frustrazione può accumularsi rapidamente. Questi soggetti possono reagire in modo impulsivo di fronte alla frustrazione, manifestando rabbia, impazienza o comportamenti irrazionali, come abbandonare un compito o interrompere una conversazione. Inoltre, la difficoltà nel mantenere l’attenzione può far sì che compiti complessi o monotoni diventino rapidamente frustranti, causando un aumento dello stress e della disorganizzazione.

Questa bassa tolleranza alla frustrazione nelle persone con autismo e ADHD è legata a caratteristiche neurobiologiche, cognitive ed emotive specifiche che influenzano il loro modo di percepire e reagire agli stimoli ambientali, alle situazioni sociali e alle richieste quotidiane.

Questi fattori rendono difficile per loro gestire adeguatamente la frustrazione, portando a reazioni emotive e comportamentali intense. Esaminiamo in dettaglio i motivi per cui le persone con autismo e ADHD tendono ad avere una bassa tolleranza alla frustrazione.

  • Differenze neurobiologiche e regolazione emotiva: Le persone con autismo e ADHD presentano differenze strutturali e funzionali nel cervello, che influenzano la loro capacità di regolare le emozioni e rispondere agli stimoli frustranti. In entrambe le condizioni, si osservano alterazioni nei circuiti che coinvolgono la corteccia prefrontale, responsabile del controllo degli impulsi, della pianificazione e della regolazione delle emozioni. Queste difficoltà nel controllo esecutivo rendono più complesso per le persone con autismo e ADHD gestire situazioni frustranti in modo calmo e ragionato. Quando si trovano di fronte a un ostacolo, la loro risposta emotiva tende a essere più intensa, poiché il loro cervello ha maggiori difficoltà nel modulare lo stress e nell’applicare strategie di coping appropriate.
  • Impulsività nell’ADHD: Un tratto distintivo dell’ADHD è l’impulsività, che rende difficile per le persone con questo disturbo tollerare situazioni in cui devono aspettare o affrontare la frustrazione. L’impulsività spinge a desiderare gratificazioni immediate, e quando queste non arrivano, la frustrazione cresce rapidamente. Questo porta spesso a comportamenti impulsivi, come abbandonare un compito o reagire in modo esagerato a un piccolo ostacolo. Ad esempio, un bambino ADHD potrebbe sperimentare una forte frustrazione se non riesce a finire un gioco subito o se viene interrotto mentre fa qualcosa di piacevole. La difficoltà nel regolare l’impulso di voler ottenere risultati immediati rende difficile accettare l’attesa o gestire l’insuccesso temporaneo, portando a esplosioni emotive o comportamentali.
  • Difficoltà nella gestione della flessibilità cognitiva nell’autismo: Le persone con autismo spesso hanno una ridotta flessibilità cognitiva, il che significa che faticano ad adattarsi ai cambiamenti o a modificare i loro piani o pensieri in base alle circostanze. Questa rigidità mentale può far sì che situazioni impreviste o diverse dalle loro aspettative siano estremamente stressanti e frustranti. Quando una routine viene interrotta o quando non riescono a controllare l’ambiente circostante come vorrebbero, la loro risposta alla frustrazione può essere molto più intensa rispetto a chi ha una maggiore flessibilità cognitiva. Per esempio, se una persona autistica si aspetta che una certa attività segua un preciso schema e qualcosa va storto, potrebbe non avere le risorse cognitive per affrontare il cambiamento in modo sereno, reagendo invece con stress, ansia o rabbia.
  • Sovraccarico sensoriale nell’autismo: Un’altra ragione per la bassa tolleranza alla frustrazione nelle persone autistiche è la loro sensibilità sensoriale. Molte persone nello spettro autistico sono ipersensibili a stimoli come suoni, luci, odori o contatti fisici. Questa ipersensibilità può rendere le situazioni quotidiane molto più faticose per loro rispetto a quanto accade per le persone neurotipiche. Quando questi stimoli sensoriali diventano eccessivi o difficili da gestire, possono rapidamente sentirsi sopraffatti, generando una risposta emotiva di frustrazione o di fuga. Immagina, per esempio, una persona autistica che si trova in un ambiente rumoroso e affollato: il sovraccarico sensoriale può far crescere il livello di frustrazione, e ciò può manifestarsi con scoppi d’ira, ansia o necessità di allontanarsi dall’ambiente.
  • Difficoltà nel controllo dell’attenzione nell’ADHD: Le persone ADHD hanno spesso problemi a mantenere l’attenzione su compiti prolungati o noiosi. Quando il loro cervello si distrae facilmente, o quando non riescono a concentrarsi su ciò che stanno facendo, possono sperimentare una frustrazione crescente. Questo accade perché l’incapacità di portare a termine i compiti o di completare ciò che avevano pianificato può farli sentire inadeguati o fallimentari, aumentando il loro livello di frustrazione. L’incapacità di focalizzarsi su un obiettivo specifico, combinata con la tendenza a procrastinare o a cercare immediatamente stimoli più interessanti, porta spesso a una difficoltà nel sopportare compiti impegnativi o situazioni che richiedono concentrazione prolungata.
  • Frustrazione legata alle difficoltà sociali nell’autismo e ADHD: Sia le persone con autismo che quelle ADHD possono sperimentare una bassa tolleranza alla frustrazione in situazioni sociali, dove spesso incontrano difficoltà a causa della loro diversa modalità di percepire e interagire con gli altri. Le persone autistiche possono faticare a comprendere le regole implicite delle interazioni sociali o a interpretare correttamente i segnali non verbali, e questa difficoltà nel decifrare le dinamiche sociali può portare a sentimenti di frustrazione, ansia e isolamento. Ad esempio, una persona autistica potrebbe non capire perché una conversazione è cambiata improvvisamente o perché una battuta non è stata accolta come previsto, portando a un senso di frustrazione e di incapacità di controllare la situazione.
  • Esperienze di insuccesso e frustrazione cronica nell’ADHD: Le persone ADHD spesso vivono esperienze di insuccesso ripetute nella loro vita accademica, lavorativa o relazionale a causa delle difficoltà di attenzione, impulsività e organizzazione. Queste esperienze di insuccesso reiterate, come il non riuscire a terminare progetti, dimenticare scadenze importanti o affrontare critiche continue per il loro comportamento, possono accumularsi nel tempo e portare a una frustrazione cronica. Col passare del tempo, questa frustrazione si traduce in una minore capacità di tollerare altre difficoltà quotidiane, poiché si instaura un sentimento di sfiducia nelle proprie capacità. Un adulto ADHD che ha fallito ripetutamente nel mantenere un lavoro o nel gestire relazioni può sentirsi costantemente frustrato di fronte a qualsiasi piccola difficoltà, reagendo in modo più impulsivo e meno tollerante di fronte alle sfide.

Quindi, la bassa tolleranza alla frustrazione nelle persone con autismo e ADHD è legata a fattori neurobiologici, cognitivi e sensoriali che influenzano la loro capacità di regolare le emozioni e adattarsi alle situazioni difficili.

Questa difficoltà può manifestarsi in diversi contesti, dalle situazioni sociali alle attività quotidiane, e può essere gestita con interventi mirati che aiutano a migliorare la regolazione emotiva, l’autocontrollo e la capacità di adattarsi ai cambiamenti.

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Daniela Perciavalle
17 days ago

Ho un figlio di 20anni che corrisponde al 100% al funzionamento che avete descritto. Ho molta difficoltà ad aiutarlo. Se potreste indicare anche qualche strategia per alleggerire la frustrazione in modo da allenarlo

ADHD a 360 gradi, Autismo, Psicologia generale

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