Ti sei mai chiesto come l’ADHD viene rappresentato nei film e nelle serie tv?
Se vuoi scoprire come la cultura popolare affronta l’ADHD e perché queste storie sono fondamentali per comprendere meglio chi vive con questa condizione, sei nel posto giusto. In questo articolo esploreremo sette film e serie tv che trattano il disturbo da Deficit di Attenzione ed Iperattività in modo coinvolgente e, talvolta, sorprendente.
Ti guideremo alla scoperta di come i media possano contribuire a sensibilizzare il pubblico e ad abbattere i pregiudizi, ma anche di come possano riflettere le sfide reali di chi vive con questa condizione ogni giorno.
L’importanza della rappresentazione per le persone ADHD
La rappresentazione dell’ADHD nei media è essenziale per abbattere stereotipi e incomprensioni che ancora oggi circondano questa condizione.
Secondo England-Kennedy (2008), quando i media offrono rappresentazioni accurate dell’ADHD, possono contribuire significativamente a modificare la percezione pubblica e a sensibilizzare la società. Tuttavia, molte delle rappresentazioni odierne tendono a rafforzare pregiudizi culturali negativi, come la visione dell’ADHD come una condizione sospetta o addirittura esagerata.
I media spesso enfatizzano la medicalizzazione del disturbo da Deficit di Attenzione ed Iperattività (ADHD), con un focus eccessivo sulla componente farmacologica, trascurando l’importanza degli approcci multidisciplinari e personalizzati che comprendono anche interventi psicologici e comportamentali.
È necessario, invece, che la narrazione mediatica dell’ADHD sia autentica, completa e sfaccettata, capace di valorizzare la diversità e le potenzialità uniche di chi vive con questa condizione. In tal modo, i media possono contribuire per una comprensione più profonda e rispettosa dell’ADHD.
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ADHD: Rush hour, l’imperdibile documentario di Stella Salvino del 2012
“ADHD: Rush Hour” (2012) di Stella Salvino, è un documentario che esplora le problematiche legate alla diagnosi ADHD e al trattamento dell’ADHD. Attraverso interviste con esperti, viene mostrato come la diagnosi di questa condizione e l’uso di farmaci variano da Paese a Paese, suscitando interrogativi sulla possibilità che, soprattutto negli Stati Uniti, l’ADHD venga diagnosticato con eccessiva frequenza. Qui, infatti, la pressione scolastica può portare a diagnosi premature e a un eccessivo ricorso ai farmaci.
Quindi, il documentario mette in luce la superficialità di alcune diagnosi che non tengono conto delle specificità dei bambini, limitandosi a prescrivere farmaci che non sempre migliorano la loro condizione. Le famiglie, come quelle di Armando e Zache, raccontano come vivono quotidianamente l’ADHD, affrontando con determinazione le difficoltà quotidiane.
“ADHD: Rush Hour” invita a riflettere sulla necessità di un supporto adeguato e su come alcune diagnosi o determinati trattamenti, considerabili particolarmente aggressivi, possano spesso non rispondere alle reali necessità dei bambini.
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Mommy di Xavier Dolan, 2014
“Mommy” di Xavier Dolan (2014) è uno dei film più potenti sull’ADHD. Ambientato in Canada in un futuro ipotetico, racconta la storia di Steve, un adolescente ADHD, e di sua madre, Diane, rimasta vedova e sola nel gestire le difficoltà del figlio.
In generale, il film esplora le dinamiche familiari, mostrando senza censure le frustrazioni di una madre e le difficoltà di un ragazzo che non riesce a controllare il suo comportamento. “Mommy” offre, perciò, una visione cruda e toccante della complessità della relazione madre-figlio, in cui viene sottolineato come l’amore e la comprensione reciproca possano essere cruciali per affrontare le difficoltà quotidiane, insieme.
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Juno, 2007
“Juno” (2007) non tratta esplicitamente l’ADHD, ma alcune caratteristiche della protagonista, come la difficoltà di concentrarsi e nel regolare le emozioni, la creatività e l’impulsività, sono tipiche di una persona ADHD. Il film parla di come Juno, una teenager americana, dopo essersi trovata di fronte a una gravidanza imprevista, affronta la sua situazione con ironia e determinazione.
Il film mostra come questa condizione, pur non essendo diagnosticata, possa influire sul comportamento e sulle decisioni di un’adolescente. In un certo senso, “Juno” offre una visione calda di una giovanissima ragazza che sta ancora cercando di capire chi è, tra i disagi propri dell’età adolescenziale, insieme alle scelte complesse e difficili legate alla gravidanza inaspettata.
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Percy Jackson franchise
Il fortunato franchise di Percy Jackson ruota attorno alla storia di Percy, un ragazzo che scopre di essere il figlio di Poseidone. Nato dalla saga di libri di Rick Riordan, il franchise ha dato vita a due film, “Il ladro di fulmini“ (2010) e “Il mare dei mostri“ (2013), Nel 2023, invece, è stata lanciata su Disney+ la serie televisiva “Percy Jackson e gli Dei dell’Olimpo“.
Percy, il protagonista, è noto per la sua dislessia e per il suo disturbo da Deficit Attenzione e Iperattività (ADHD), ma nel contesto delle sue avventure, le caratteristiche legate a questi aspetti vengono mostrate come una risorsa. La sua mente rapida e imprevedibile lo aiuta a superare ostacoli che altri non sarebbero in grado di affrontare.
Questo franchise, rivolto principalmente a preadolescenti e ragazzi, dimostra che l’ADHD non deve essere visto come un ostacolo, ma come una caratteristica che, se supportata nel modo giusto, può portare a risultati straordinari.

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Charlie Bartlett del 2007, un possibile predecessore della serie Netflix Sex Education
In questo film, che ha probabilmente ispirato la famosa serie tv “Sex Education” su Netflix, Charlie è un ricco adolescente americano impulsivo e autoironico che, dopo essere stato espulso da tutte le scuole private che ha frequentato, viene iscritto dalla madre alla scuola pubblica.
Il film esplora le difficoltà che Charlie incontra a scuola, sia a livello educativo che sociale, e di come come l’ADHD sia in grado influenzare il suo comportamento. Dopo la diagnosi infatti, Charlie passa da vittima di bullismo all’essere un punto di riferimento per i compagni, poiché inizia a vendere psicofarmaci e a offrire consulenze psicologiche nei bagni della scuola.
Il film esplora anche il tema del sostegno tra adolescenti, mostrando come, nonostante le difficoltà dell’ADHD, Charlie riesca a creare comunque dei legami autentici.

Alla ricerca di Nemo, il famoso cartone animato del 2003
In “Alla ricerca di Nemo” (2003), un film d’animazione della Disney, viene presentato il personaggio di Dory, un pesce che soffre di amnesia a breve termine e che supporta il protagonista nel suo viaggio.
Dory, pur non soffrendo di ADHD, è diventata un punto di riferimento per molte persone ADHD che si sono riviste nella sua difficoltà di concentrazione e memoria. Questo pesce, infatti, dimentica facilmente le cose e spesso si perde, ma nonostante ciò è un personaggio ottimista e coraggioso. I
ll film ci ricorda che, sebbene le difficoltà che si legano all’ADHD possano portare a problematiche nella concentrazione, queste non definiscono il valore di una persona. Con il giusto supporto e una rete di sostegno, tutti possono superare qualsiasi ostacolo.
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Julie & Julia, 2009
“Julie & Julia” (2009) racconta la storia di due donne, distanti nel tempo e nello spazio, che affrontano sfide personali e professionali, tra cui la difficoltà di concentrarsi e portare a termine i propri obiettivi. Julie, in particolare, ha serie difficoltà a bilanciare gli impegni della propria vita trovandosi spesso a procrastinare e a cercare di completare il suo progetto, ma la sua passione per la cucina e il sostegno del marito la aiutano a superare le sue difficoltà.
Il comportamento di Julie è una buona rappresentazione di come l’essere DDAI si presenti in una donna adulta, mostrando, per esempio, la difficoltà a rimanere concentrati su un compito per un lungo periodo.
Come già detto nell’introduzione, i film e le serie tv sono un potente strumento per sensibilizzare e diffondere consapevolezza, permettendo inoltre alle persone DDAI di vedersi rappresentati e compresi. Nel caso sentissi di star vivendo queste difficoltà, tanto da non riuscire a portare a termine faccende o compiti di routine quotidiana, ti consigliamo di rivolgerti ad uno psicologo che sappia attuare delle strategie adatte a te.
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Se ti sei sentito ispirato dalle storie di questi film o se ti sei rivisto nei loro personaggi e desideri esplorare più a fondo come l’ADHD può influenzare la vita quotidiana, non esitare a richiedere un colloquio ADHD gratuito con un esperto.
GAM Medical, Clinica ADHD per adulti, garantisce delle terapie personalizzate all’individuo con uno psicologo specializzato nel Disturbo da Deficit dell’Attenzione e Iperattività (ADHD), offrendo, appunto, un primo colloquio ADHD gratuito.
Le rappresentazioni nei media sono solo un punto di partenza per comprendere meglio questa condizione, ma il giusto supporto professionale, ovvero una terapia ADHD personalizzata, potrebbe fare la differenza nella gestione delle sue sfide quotidiane.
Questo è contenuto divulgativo e non sostituisce le diagnosi di un professionista. Se ti è piaciuto l’articolo, condividilo.
Fonti:
- https://www.researchgate.net/publication/229729178_Media_Representations_of_Attention_Deficit_Disorder_Portrayals_of_Cultural_Skepticism_in_Popular_Media