ADHD Senza Iperfocus: Vivere l’ADHD Aspettando il “Superpotere”

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ADHD Senza Iperfocus: Vivere l’ADHD Aspettando il "Superpotere"

L’iperfocus è spesso descritto come una delle caratteristiche dell’ADHD, anche se in realtà non è un criterio diagnostico ufficiale.

Si tratta di uno stato mentale in cui una persona riesce a concentrarsi intensamente su un’attività, escludendo tutto il resto per un periodo di tempo prolungato.

La relazione tra ADHD e iperfocus è spesso rappresentata quasi come un superpotere, un tratto eccezionale che permette di essere incredibilmente produttivi e di immergersi in compiti con una profondità e un’intensità che molte persone neurotipiche non riescono a raggiungere.

Per quanto possa sembrare una qualità straordinaria, l’iperfocus è in realtà un’arma a doppio taglio.

Infatti, se da un lato può portare a momenti di grande creatività e produttività, dall’altro può diventare una trappola pericolosa.

Sta di fatto che, soprattutto negli ultimi anni, in ragione dela maggiore sensibilità e attenzione nei confronti delle neurodivergenze, dell’avvento dei social media e della condivisione di esperienze, si è parlato molto di iperfocus nei contesti ADHD, spesso in termini entusiastici.

Tuttavia, c’è un problema: non tutte le persone ADHD sperimentano l’iperfocus, e questo può creare confusione e senso di inadeguatezza in chi non lo vive.

Esistono molte persone che, pur avendo ricevuto la diagnosi di ADHD, non hanno mai provato questa condizione di concentrazione estrema.

Il motivo è semplice: l’iperfocus non è una caratteristica distintiva dell’ADHD. Avere l’iperfocus non implica essere l’ADHD, ed essere ADHD non implica necessariamente avere l’iperfocus.

Questo significa che, per quanto sia un’esperienza comune tra molte persone ADHD, non è un tratto universale.

Eppure, leggendo racconti di chi lo sperimenta e ascoltando testimonianze di persone che descrivono come riescono a lavorare per 10 ore di fila senza accorgersene, chi non ha mai vissuto un vero iperfocus può sentirsi “meno ADHD”, come se mancasse loro qualcosa per essere veramente ADHD o, per meglio dire, validamente ADHD.

La trappola dell’Iperfocus nell’ADHD

In teoria, sembra un dono incredibile: la capacità di concentrarsi in modo estremo su un’attività, ignorando ogni distrazione e raggiungendo livelli di produttività che sembrano irraggiungibili per altri. Ma la realtà è che l’iperfocus non è sempre una “figata”.

Uno degli aspetti più frustranti dell’iperfocus è che non è un’abilità che si può attivare quando si vuole.

Non si tratta di una scelta consapevole, ma di qualcosa che spesso accade in modo spontaneo e incontrollato.

Questo significa che una persona ADHD potrebbe entrare in iperfocus su un’attività irrilevante nel momento sbagliato, mentre magari non riesce a concentrarsi su qualcosa di importante.

Ad esempio, potresti ritrovarti immerso per ore nella ricerca di una nuova serie TV da guardare, mentre il compito urgente che dovevi consegnare rimane incompiuto.

Oppure, potresti perdere un’intera giornata organizzando perfettamente il tuo spazio di lavoro, ma non riuscire a iniziare effettivamente il progetto per cui lo stavi preparando.

L’iperfocus non sceglie per te cosa è prioritario, e questa imprevedibilità può essere incredibilmente frustrante.

L’iperfocus può anche sbilanciare la gestione della giornata.

Poiché non è una risorsa che si attiva in modo prevedibile, può portare a una distribuzione disordinata delle energie.

Dopo ore di iperfocus, può essere difficile trovare la motivazione per fare altre cose che richiedono attenzione, come prendersi cura di sé stessi, pulire casa o gestire le relazioni sociali.

Di conseguenza, una persona potrebbe alternare fasi di altissima produttività su cose specifiche a periodi di assoluta incapacità di occuparsi delle attività quotidiane essenziali.

Questo sbilanciamento può rendere ancora più difficile costruire una routine equilibrata e sostenibile.

Infine, uno degli aspetti più frustranti dell’iperfocus è che non è sempre rivolto a qualcosa di utile o interessante per noi.

Può accadere su qualsiasi attività che il cervello trovi stimolante in quel momento, indipendentemente dalla sua importanza reale.

Ci sono persone ADHD che passano ore a correggere minuziosamente un dettaglio insignificante di un progetto, trascurando il quadro generale.

Altri che si fissano su ricerche dettagliate su argomenti di cui non hanno nemmeno bisogno, solo perché in quel momento il loro cervello ha deciso di agganciarsi a quell’argomento.

Quindi, non sempre l’iperfocus è un asso nella manica.

Sentirsi in difetto per l’iperfocus mancato nell’ADHD: ce l’hanno tutti?

Chiunque sia ADHD sa quanto possa essere frustrante convivere questa condizione in un mondo progettato su misura di neurotipici.

Ci sono difficoltà nella gestione del tempo, nell’organizzazione, nell’attenzione e nell’autoregolazione emotiva. Sentire parlare dell’iperfocus come di una sorta di superpotere può portare alcune persone a chiedersi: “Perché io non riesco ad avere questo iperfocus di cui tutti parlano? È possibile che io non sia davvero ADHD? Sono sbagliato?”

Questa sensazione di inadeguatezza è pericolosa perché alimenta un’idea errata dell’ADHD: ovvero che debba necessariamente includere certi tratti e caratteristiche per essere “valido” o “reale”.

Ma l’ADHD è estremamente vario e si manifesta in modi diversi da persona a persona.

Alcuni hanno l’iperfocus in modo frequente, altri lo sperimentano solo in rare occasioni, altri ancora non lo provano mai.

Tutte queste esperienze sono valide e non rendono qualcuno “meno ADHD” rispetto ad altri.

È importante sfatare l’idea che l’iperfocus sia una componente essenziale dell’ADHD e iniziare a parlarne con più equilibrio.

Sì, è una caratteristica che molte persone ADHD sperimentano, ma non è né un superpotere né un requisito diagnostico.

L’ADHD è una condizione complessa che influisce su molteplici aspetti della vita, e l’iperfocus è solo una delle tante possibili esperienze che possono manifestarsi.

Inoltre, per chi non ha mai sperimentato l’iperfocus, può essere utile ricordare che esistono altre strategie per migliorare la concentrazione e la produttività senza dover aspettare di entrare in uno stato di iperfocus “naturale”.

Strumenti come le tecniche di gestione del tempo (ad esempio il metodo Pomodoro), il body doubling (lavorare in compagnia di un’altra persona per aumentare la motivazione), la suddivisione dei compiti in piccoli step e l’uso di promemoria possono aiutare a compensare le difficoltà legate alla concentrazione e all’organizzazione.

L’ADHD è una condizione con manifestazioni diverse da persona a persona, e non esiste un unico modo corretto o migliore di viverlo.

L’iperfocus è una di queste possibili manifestazioni, ma non è un tratto universale né un indicatore di quanto “vero” sia un ADHD.

Se sei ADHD e non hai mai sperimentato l’iperfocus, sappi che non c’è nulla di sbagliato in te.

Il tuo ADHD, se ti è stato diagnosticato, è reale e valido anche senza questa esperienza.

Ciò che conta è trovare strategie e strumenti che ti aiutino a gestire la tua quotidianità nel modo più efficace possibile, senza sentirti in difetto rispetto ad altre persone ADHD che vivono la loro condizione in modo diverso dal tuo.

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