Quando si pensa al Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività (ADHD), la prima immagine che comunemente emerge è quella di una persona iperattiva, impulsiva, che salta rapidamente da un’attività all’altra con inesauribile energia.
È molto meno intuitivo pensare invece che la lentezza possa essere una caratteristica associata all’ADHD, ma questa è una realtà estremamente diffusa, nota come Slow Processing Speed, ovvero una lentezza nella velocità di elaborazione delle informazioni.
Non tutte le persone ADHD manifestano necessariamente questa lentezza, ma per molti è un fattore che condiziona significativamente la qualità della vita quotidiana.
Questo aspetto influenza direttamente la capacità di completare compiti entro tempi definiti, seguire istruzioni verbali complesse, e tenere il passo con conversazioni rapide o attività multitasking; ad esempio, per chi presenta una velocità di elaborazione ridotta, può risultare estremamente complicato seguire istruzioni verbali che non siano accompagnate da supporti visivi o scritti.
Nel corso di questo articolo esploreremo più approfonditamente che cos’è esattamente la velocità di elaborazione, come si manifesta specificatamente nell’ADHD, e come può essere gestita efficacemente nelle diverse fasce di età.
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Che cos’è la velocità di elaborazione cognitiva?
Per velocità di elaborazione cognitiva (Processing Speed) si intende il tempo necessario al cervello per ricevere, comprendere, elaborare e reagire a informazioni o stimoli esterni.
In altre parole, rappresenta la rapidità con cui una persona riesce a comprendere, integrare ed eseguire compiti cognitivi e comportamentali.
La velocità di elaborazione non è sinonimo di intelligenza o di abilità cognitive generali; infatti, è possibile che una persona abbia un’intelligenza superiore alla media, ma una velocità di elaborazione rallentata che rende difficile l’esecuzione di compiti semplici entro tempi previsti o richiesti dalla società.
La velocità di elaborazione è influenzata da numerosi fattori neurologici e cognitivi.
Il cervello riceve costantemente informazioni dai sensi, come input visivi, uditivi o tattili, e deve rapidamente organizzarle, decodificarle, selezionare quelle rilevanti ed elaborarle.
Questo processo avviene grazie all’interazione complessa tra varie aree cerebrali, tra cui la corteccia prefrontale, responsabile della pianificazione e dell’organizzazione, e altre regioni coinvolte nella memoria di lavoro e nell’attenzione.
Una buona velocità di elaborazione consente di prendere decisioni rapidamente, eseguire compiti con efficienza e adattarsi rapidamente a situazioni nuove o inaspettate.
Al contrario, una velocità di elaborazione rallentata rende difficili queste operazioni quotidiane, creando ostacoli sia a livello scolastico che lavorativo e relazionale.

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Cognitivismo e velocità di elaborazione: il parallelismo cervello-computer
Per comprendere meglio la lentezza di elaborazione cognitiva nell’ADHD, può essere utile fare riferimento alla teoria cognitivista e al parallelo cervello-computer.
Il cognitivismo è un approcccio psicologico che interpreta la mente umana come un elaboratore di informazioni, analogo a un computer.
Secondo questa prospettiva, il cervello riceve dati (input sensoriali), li processa mediante complesse operazioni interne, e restituisce un output (comportamenti, decisioni, risposte verbali o motorie).
Analogamente a un computer, anche il cervello ha capacità di elaborazione e memoria limitate, e risorse che devono essere distribuite tra diverse attività.
Se immaginiamo il cervello come un computer, la velocità di elaborazione rappresenta l’equivalente della velocità di clock o della potenza di calcolo.
In un computer lento, le applicazioni si avviano lentamente, i dati si caricano con fatica, e il multitasking diventa complicato.
Nello stesso modo, in una persona ADHD e lentezza cognitiva, il cervello può richiedere più tempo per elaborare informazioni apparentemente semplici, rallentando ogni compito e rendendo difficili le attività che richiedono reazioni rapide o gestione simultanea di più stimoli.
Inoltre, così come un computer può sovraccaricarsi quando troppe applicazioni vengono avviate contemporaneamente, anche un cervello ADHD può facilmente raggiungere uno stato di sovraccarico cognitivo, con conseguente “blocco” o rallentamento ulteriore dell’elaborazione (il cosiddetto “freeze cognitivo”).
Pertanto, strategie come l’organizzazione preventiva delle informazioni, la semplificazione dei task e l’utilizzo di “supporti esterni” (analogamente a supporti hardware esterni, come memorie aggiuntive o strumenti che migliorano le prestazioni del computer) possono essere estremamente utili per aiutare chi vive l’ADHD e lentezza di elaborazione.
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Slow Processing Speed nell’ADHD: come si manifesta e quali sono le conseguenze?
La lentezza di elaborazione cognitiva (Slow Processing Speed) è una caratteristica frequentemente associata all’ADHD, specialmente nelle forme inattentive o combinate.
Nelle persone ADHD questa difficoltà si manifesta spesso attraverso una marcata lentezza nella gestione di compiti apparentemente semplici o banali, ma che richiedono elaborazione mentale continua, concentrazione e memoria di lavoro.
Spesso, tale lentezza è erroneamente interpretata come svogliatezza, mancanza di motivazione o addirittura incapacità, causando ulteriori incomprensioni e difficoltà emotive nella persona ADHD.
Chi presenta lentezza di elaborazione può avere difficoltà nel seguire conversazioni veloci, nel rispondere prontamente a domande o nell’elaborare istruzioni verbali senza supporti scritti o visivi.
Ciò genera spesso situazioni di stress e ansia, aumentando ulteriormente il rischio di procrastinazione, frustrazione e ritiro sociale.
Per esempio, potrebbe risultare particolarmente difficile per una persona ADHD gestire informazioni ricevute verbalmente durante una riunione di lavoro o a scuola, richiedendo la necessità di prendere appunti scritti o registrare l’audio per poter elaborare con calma le informazioni in un secondo momento.
Altre situazioni comuni includono il sentirsi costantemente “un passo indietro” rispetto agli altri, la difficoltà a reagire rapidamente in situazioni sociali, o l’incapacità di completare compiti entro scadenze rigide.
Questa lentezza può inoltre creare un circolo vizioso di insicurezza e stress, portando la persona ADHD ad evitare situazioni in cui sente di non poter stare al passo, aumentando il rischio di isolamento o di disadattamento scolastico e lavorativo.
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Implicazioni della lentezza di elaborazione cognitiva nell’ADHD a seconda dell’età
La lentezza di elaborazione nell’ADHD cambia manifestazione ed implicazioni pratiche con l’età, influenzando in modo differente la vita scolastica, professionale e personale.
Bambini e adolescenti ADHD e lentezza di elaborazione
Durante l’infanzia e l’adolescenza, il contesto scolastico rappresenta il principale scenario in cui emergono chiaramente le difficoltà dovute alla lentezza di elaborazione.
I bambini ADHD possono presentare tempi più lunghi nel completamento di test e compiti scolastici, fatica nel seguire lezioni che prevedano spiegazioni rapide, e difficoltà nel prendere appunti durante le lezioni frontali.
Queste situazioni possono portare a frustrazione, ansia da prestazione e percezione negativa delle proprie capacità, rischiando di causare un abbassamento della motivazione scolastica.
Per mitigare queste difficoltà è importante introdurre misure di supporto pratico, come ad esempio:
- Tempi extra per completare verifiche scritte o test
- Uso di schemi, mappe concettuali e supporti visivi
- Tecnologia assistiva (registratori vocali, software per la scrittura assistita)
- Pausa regolari tra un’attività e l’altra per ridurre la fatica cognitiva.
Adulti ADHD e lentezza di elaborazione nel contesto lavorativo
Nell’età adulta, la lentezza di elaborazione diventa un fattore determinante soprattutto nel contesto lavorativo e nelle relazioni interpersonali.
Sul lavoro, ad esempio, questa lentezza può manifestarsi come una difficoltà a tenere il passo durante riunioni, scarsa rapidità nel prendere decisioni sotto pressione, e difficoltà nella gestione multitasking delle mansioni quotidiane.
In alcuni casi, ciò può portare a sovraccarico mentale, stress cronico, burnout e difficoltà relazionali con colleghi e superiori.
Per gestire queste difficoltà è utile adottare strategie specifiche, come, ad esempio:
- Richiedere comunicazioni scritte per compiti e istruzioni
- Gestire attività complesse dividendole in step più semplici
- Pianificare regolari pause cognitive
- Utilizzare strumenti di pianificazione digitale (calendari, to-do list elettroniche)
- Comunicare apertamente sul lavoro circa le proprie esigenze cognitive.
Sicuramente quello della Slow Processing Speed è un tema complesso e scientifico, ma che noi di GAM Medical non sottovalutiamo affatto.
Sappiamo quanto questa caratteristica dell’ADHD possa incidere negativamente sulla qualità della vita quotidiana, sia in ambito personale che professionale, e per questo abbiamo creato un team specializzato proprio per affrontare al meglio questo tipo di difficoltà.
Tra i nostri specialisti puoi trovare diversi psicoterapeuti esperti in cognitivismo e in terapia cognitivo-comportamentale (CBT), un approccio terapeutico basato proprio sull’idea della mente come elaboratore di informazioni, paragonabile al funzionamento di un computer.
I nostri professionisti utilizzano frequentemente questa analogia cervello-computer per semplificare la comprensione dei meccanismi cognitivi, individuando così soluzioni concrete ed efficaci per aggirare o migliorare le problematiche più invalidanti associate all’ADHD, come la lentezza nell’elaborazione delle informazioni.
Attraverso esercizi cognitivi mirati, tecniche specifiche di gestione dell’attenzione e della memoria di lavoro, strumenti tecnologici e supporti strategici, ti aiuteremo a migliorare significativamente la tua velocità di elaborazione mentale, aumentando così il tuo benessere, la tua autostima e la tua qualità di vita complessiva.
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