Ti è mai capitato di tornare dal supermercato con borse piene ma senza lo shampoo che avevi finito da giorni?
Per chi vive con Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività (DDAI), queste micro-dimenticanze non sono svogliatezza: sono manifestazioni pratiche di come funziona la memoria di lavoro e di quanto la mente ADHD faccia fatica a tenere insieme priorità e stimoli.
Oggi vedremo perché lo shampoo vuoto è un classico “errore DDAI”, cosa succede nel cervello quando il compito è apparentemente semplice e come strutturare routine e strumenti per ridurre le dimenticanze quotidiane.
ADHD e shampoo vuoto: il paradosso dell’attenzione selettiva
Secondo la rassegna “Functional Impairments Associated With ADHD in Adulthood and the Impact of Pharmacological Treatment” (Kosheleff et al., 2023), il Disturbo da Deficit di Attenzione si associa a compromissioni costanti nelle funzioni esecutive, in particolare pianificazione, memoria di lavoro e monitoraggio dei compiti quotidiani.
Quando l’azione richiede di ricordare un oggetto specifico (come lo shampoo) in mezzo a decine di stimoli, la mente DDAI tende a spostare il focus sul contesto più interessante o urgente, perdendo la traccia originale.
Il risultato è un “paradosso attentivo”: puoi ricordare di comprare tre nuovi snack o un profumo appena visto in offerta, ma dimenticare l’elemento principale della lista.
Questa distorsione non dipende dal livello di intelligenza o dall’impegno, ma da un sistema dopaminergico che ricerca stimoli ad alta novità.
Secondo lo studio “Evaluating Dopamine Reward Pathway in ADHD” (Volkow N.D. et al., 2010), la ridotta modulazione dopaminica rende più difficile mantenere l’attenzione su attività ripetitive o prive di gratificazione immediata.
Lo “shampoo vuoto” è il simbolo di un circuito attentivo che si attiva solo con stimoli salienti e lo shampoo, purtroppo, non lo è.

Pensi di essere ADHD?
Compila il test di autovalutazione! Ti darà un’indicazione sull’opportunità di approfondire con diagnosi e terapia. Bastano 3 minuti per avere il risultato.
ADHD e shampoo vuoto: 5 motivi cognitivi per cui succede
Ma come mai succede tanto spesso questo? Le ipotesi sono varie, tra cui:
- Memoria di lavoro satura: pensieri, liste mentali, notifiche e stimoli visivi competono per lo stesso spazio cognitivo.
- Assenza di rinforzo immediato: l’acquisto di un prodotto banale non attiva dopamina, quindi la motivazione cala.
- Distrazione ambientale: luci, colori, rumori o cartellonistica pubblicitaria “agganciano” l’attenzione, spostandola.
- Decision fatigue: troppi stimoli da filtrare portano a esaurimento decisionale, e le priorità minori svaniscono.
- Bias temporale: se lo shampoo finirà “domani”, il cervello DDAI lo classifica come problema futuro, non immediato.
Secondo la rassegna “Current status of cognitive behavioral therapy for adult attention-deficit hyperactivity disorder” (Safren S.A. et al., 2010), ridurre il carico esecutivo con strategie esterne (liste, promemoria, routine fisse) è il modo più efficace per compensare questi meccanismi.
Riconoscere i motivi cognitivi alla base della dimenticanza permette di agire sulla struttura, non sulla forza di volontà.

Hai il sospetto che l’ADHD ti stia influenzando la vita?
Se credi che l’ADHD possa limitarti, un percorso diagnostico ti aiuterà a ottenere chiarezza e a capire come affrontarlo al meglio.
ADHD e dimenticanze quotidiane: 7 strategie pratiche per evitarlo
- Lista visiva permanente: Tieni una lista fissa su frigorifero o app, non solo “per la spesa”, ma per le scorte di casa. Aggiornala in tempo reale, come scrivere “shampoo” appena lo termini evita di doverlo ricordare più tardi.
- Scorte gemelle: Mantieni due prodotti, uno in uso e uno di riserva. Quando apri il secondo, l’azione stessa diventa segnale per acquistare.
- Promemoria con trigger visivo: Posiziona il flacone vuoto accanto alle chiavi o davanti alla porta, infatti la visibilità fisica richiama il compito.
- Automazione digitale: Usa un’app con funzione di riacquisto automatico ogni quattro–sei settimane, questo riduce completamente il rischio di dimenticanza.
- Routine settimanale di controllo: Dedica dieci minuti ogni domenica a verificare scorte di bagno e cucina. È una “checklist anti-vuoti” utile anche per farmaci o cancelleria.
- Micro-ricompensa dopaminergica: Associa la spesa di manutenzione (shampoo, detersivo) a un piccolo rinforzo piacevole, come musica preferita, snack o messaggio motivante.
- Compagno di accountability: Condividi la lista con coinquilino o partner, infatti la responsabilità condivisa riduce dimenticanze e migliora il monitoraggio.
Il cervello ADHD lavora meglio con sistemi esterni e gratificazioni brevi che rendono visibile la sequenza “problema-azione-soluzione”.

Il tuo punto di riferimento per l’ADHD
Se cerchi un aiuto concreto per affrontare l’ADHD, il nostro Centro Clinico è qui per te. Offriamo diagnosi accurate, trattamenti personalizzati e supporto continuo per aiutarti a vivere al meglio.
ADHD e dimenticanze quotidiane: come rendere sostenibili le strategie
Creare un sistema funziona solo se è facile da mantenere.
Alcuni principi base:
- Minimo sforzo cognitivo: la strategia non deve richiedere memoria o motivazione extra.
- Coerenza ambientale: gli strumenti devono stare nei luoghi in cui servono (la lista vicino al bagno, non sul telefono spento).
- Rinforzo regolare – verifica il sistema una volta a settimana; se non funziona, semplifica.
Secondo la rassegna “Current status of cognitive behavioral therapy for adult attention-deficit hyperactivity disorder” (Safren S.A. et al., 2010), l’efficacia delle strategie ambientali cresce quando vengono integrate in routine prevedibili e rinforzate con feedback visivi.
La chiave non è “ricordare di più”, ma progettare l’ambiente in modo che ricordarsi diventi superfluo.
ADHD e dimenticanze quotidiane: quando diventano un segnale?
Dimenticare lo shampoo è comune, ma se le dimenticanze pratiche:
- compromettono igiene, alimentazione o gestione del lavoro;
- si associano a frustrazione costante o ansia di prestazione;
- influenzano autostima o relazioni,
può essere utile un inquadramento specialistico.
Secondo la rassegna “Adult outcome of attention-deficit/hyperactivity disorder: a controlled 16-year follow-up study” (Biederman J. et al., 2012), le difficoltà organizzative quotidiane sono tra gli indicatori principali di ADHD adulto e rispondono bene a interventi psicoeducativi e cognitivi mirati.
Riconoscere il pattern è il primo passo per chiedere aiuto, non per colpevolizzarsi.

Vuoi imparare a ridurre i “vuoti ADHD” nella quotidianità?
Piccole dimenticanze, se accumulate nel tempo, possono tramutarsi in problemi più grandi.
GAM Medical, Clinica specializzata in ADHD, offriamo percorsi di psicoeducazione individuale ADHD mirati alla gestione delle attività quotidiane, alla costruzione di routine sostenibili e alla riduzione del carico cognitivo.
Lavoriamo su strategie personalizzate, obiettivi concreti e monitoraggio dei progressi: piccole azioni che migliorano organizzazione, benessere e autostima.
Approccio istituzionale, trasparente e integrato, per aiutarti a trasformare lo“ shampoo vuoto” in un sistema che funziona.
Questo è contenuto divulgativo e non sostituisce le diagnosi di un professionista. Se ti è piaciuto l’articolo, condividilo.
Fonti:
- https://pmc.ncbi.nlm.nih.gov/articles/PMC10173356/
- https://pmc.ncbi.nlm.nih.gov/articles/PMC2958516/
- https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/20599129/
- https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/22901345/



