ADHD e la gestione dei tempi di inattività

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Chi ha mai sentito il bisogno irrefrenabile di muoversi, di fare qualcosa, di qualsiasi cosa, anche quando la situazione lo richiede? Per molte persone, questi impulsi sono parte integrante della vita. Ma per coloro che convivono con l’ADHD, questa necessità di costante stimolazione può diventare una sfida quotidiana.

I momenti di tranquillità, quei pause in cui la mente dovrebbe vagare liberamente, possono trasformarsi in una vera e propria battaglia interna. La mente ADHD cerca costantemente nuove attività e distrazioni, e la noia può trasformarsi rapidamente in frustrazione. Questo bisogno di stimolazione continua rende difficile godere di momenti di relax o di inattività, influenzando negativamente diversi ambiti della vita. A scuola, al lavoro o nelle relazioni, l’incapacità di gestire i tempi morti può portare a comportamenti impulsivi e difficoltà nel mantenere un equilibrio tra produttività e riposo e, per una ricerca del 2014, aumenterebbe il rischio di obesità e inattività fisica nell’adolescenza.

In questo articolo ci addentreremo nel mondo di chi convive con l’ADHD e scopriremo come la gestione dei tempi di inattività possa diventare un’abilità fondamentale per migliorare la qualità della vita. Analizzeremo le ragioni alla base di questa difficoltà anche attraverso alcune ricerche, esploreremo le sfide più comuni e, infine, forniremo una serie di strumenti pratici per trasformare i momenti di noia in opportunità di crescita personale.

Perché i tempi di inattività sono un problema per chi è l’ADHD?

Uno studio scientifico del 2022 ha dimostrato che le persone con una sintomatologia ADHD più grave hanno una percezione soggettiva molto diversa nella gestione del tempo. In generale, la difficoltà nel gestire il tempo libero per le persone ADHD è il risultato di un complesso intreccio di fattori neurobiologici e psicologici. Tra le cause principali di questo disagio troviamo:

  • Necessità costante di stimolazione: Il cervello delle persone ADHD ha un’elevata soglia di attivazione. Ciò significa che hanno bisogno di un livello di stimolazione più alto rispetto alla media per mantenersi concentrati e motivati, anche se è soggetto a sovrastimolazione. La monotonia del tempo libero può risultare frustrante e demotivante.
  • Difficoltà a regolare le emozioni: Le persone ADHD possono avere difficoltà a gestire emozioni come la noia, l’ansia e la frustrazione. Questo può portare a comportamenti impulsivi o evitanti, rendendo difficile rilassarsi e godere dei momenti di tranquillità.
  • Problemi di pianificazione: L’ADHD può rendere difficile pianificare e organizzare le attività, anche quelle legate al tempo libero. La mancanza di struttura può portare a procrastinazione e difficoltà a iniziare nuove attività.
  • Iperfocalizzazione: Paradossalmente, le persone ADHD possono passare da momenti di estrema distrazione a periodi di iperfocalizzazione su un’attività, escludendo tutto il resto. Questo può rendere difficile variare le attività e sperimentare nuove esperienze.
  • Bassa tolleranza alla frustrazione: Quando un’attività risulta difficile o noiosa, le persone ADHD possono arrendersi rapidamente, rinunciando a portare a termine un compito e aggravando la sensazione di inadeguatezza.

Strategie per gestire i tempi di inattività per le persone ADHD

Per le persone ADHD, gestire i momenti di inattività può essere particolarmente complesso e sfidante, poiché il bisogno costante di stimolazione e la difficoltà a rimanere fermi rendono queste pause spesso frustranti. Tuttavia, adottando le giuste strategie, è possibile trasformare questi periodi di inattività in esperienze più strutturate e facilmente gestibili, riducendo significativamente il livello di stress e permettendo di affrontarli con maggiore serenità e controllo. Nei seguenti paragrafi esploreremo 4 strategie efficaci per affrontare questa inattività.

#1 Creazione di routine apposite per l’ADHD

Stabilire una routine giornaliera può essere molto utile per chi è ADHD. Avere un piano chiaro per le attività della giornata, inclusi i momenti di pausa, può aiutare a ridurre l’ansia legata all’incertezza. Inserire attività specifiche per i momenti di inattività, come lettura, hobby o esercizi di rilassamento, consente di evitare che la noia prenda il sopravvento. È importante che la routine sia flessibile, in modo da potersi adattare a cambiamenti di energia e concentrazione, ma al contempo abbastanza strutturata da fornire un senso di direzione.

#2 Scegliere attività stimolanti per l’ADHD

Durante i tempi di inattività, è utile optare per attività che catturino l’attenzione e offrano la giusta dose di stimolazione. Sport, videogiochi, lavori manuali o progetti creativi possono essere ottime soluzioni per mantenere il cervello impegnato in modo produttivo. Attività che coinvolgono il corpo o richiedono una concentrazione attiva possono essere particolarmente efficaci nel gestire l’irrequietezza tipica dell’ADHD, mantenendo il livello di interesse alto.

#3 Tecniche di rilassamento ADHD

Anche se può sembrare controintuitivo per le persone ADHD, praticare tecniche di rilassamento può fare una grande differenza nella gestione dei tempi di inattività. Attività come la meditazione guidata, il respiro profondo o lo yoga possono aiutare a calmare la mente e a gestire l’iperattività interna. Queste pratiche richiedono costanza e pazienza, ma col tempo possono diventare strumenti preziosi per mantenere un equilibrio tra momenti di stimolazione e momenti di riposo.

#4 Utilizzo del supporto sociale per gestire l’inattività

Condividere le proprie difficoltà e le proprie esperienze con altre persone, che siano familiari, amici o membri di gruppi di sostegno per l’ADHD, può essere un supporto fondamentale. Il confronto con chi vive sfide simili può fornire nuovi spunti e strategie per gestire i momenti di inattività. Inoltre, il supporto sociale può essere un’importante risorsa per organizzare attività insieme, favorendo così la connessione sociale e riducendo il rischio di sentirsi sopraffatti dalla solitudine o dalla noia.

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Questo è contenuto divulgativo e non sostituisce le diagnosi di un professionista. Se ti è piaciuto l’articolo, condividilo.

Fonti:

  • https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC9297734/
  • https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S089085671400077X
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