ADHD e epilessia: come sono collegati?

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adhd e epilessia

Il corpo che si irrigidisce, la perdita di coscienza e gli spasmi muscolari. Ecco l’epilessia. E l’ADHD può essere collegato?

I soggetti con epilessia hanno spesso disturbi psichiatrici in comorbidità, i più comuni dei quali sono depressione e ansia. Anche l’ADHD è più frequente tra gli epilettici, sebbene tale condizione sia stata scarsamente studiata.

L’ADHD (Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività) e l’epilessia sono due condizioni neurologiche distintive. Comprendere come queste due condizioni si relazionano può portare a una gestione più efficace e a un miglioramento della qualità della vita per chi ne è affetto. 

Questo articolo esplorerà cos’è l’epilessia e le principali connessioni con l’ADHD, esaminando la prevalenza, i fattori genetici e neurobiologici, gli effetti delle crisi epilettiche, i farmaci e l’impatto psicosociale.

Che cos’è l’epilessia?

L’epilessia è un disturbo neurologico cronico caratterizzato da ricorrenti crisi epilettiche, che sono episodi di attività cerebrale anomala, eccessiva o sincrona. Questi episodi possono manifestarsi in vari modi, a seconda delle aree del cervello coinvolte, e possono includere convulsioni, perdita di coscienza, comportamenti insoliti, sensazioni strane o disturbi della percezione.

Le cause dell’epilessia possono essere diverse e includono fattori genetici, lesioni cerebrali, infezioni, tumori cerebrali, malformazioni cerebrali, e altre condizioni mediche. Tuttavia, in molti casi, la causa esatta rimane sconosciuta.

Le crisi epilettiche possono essere classificate in due categorie principali:

  • Crisi focali (o parziali): hanno origine in una specifica area del cervello. Possono essere semplici (senza perdita di coscienza) o complesse (con alterazione della coscienza).
  • Crisi generalizzate: coinvolgono tutto il cervello fin dall’inizio. Esempi includono le crisi tonico-cloniche (precedentemente chiamate crisi grand mal), crisi di assenza (precedentemente chiamate crisi petit mal), e altre forme.

ADHD ed epilessia

Le ricerche indicano che le persone con epilessia hanno una probabilità significativamente maggiore di sviluppare ADHD rispetto alla popolazione generale. Studi epidemiologici suggeriscono che tra il 20% e il 50% delle persone con epilessia mostrano sintomi di ADHD. Questo dato è rilevante perché l’ADHD può complicare ulteriormente la gestione dell’epilessia, influenzando la qualità della vita, l’adesione ai trattamenti e le prestazioni scolastiche o lavorative. 

I sintomi dell’ADHD, come l’impulsività, l’inattenzione e l’iperattività, possono rendere più difficile la gestione delle crisi epilettiche e aumentare il rischio di infortuni. Inoltre, le persone con epilessia e ADHD possono avere difficoltà a seguire regolarmente le terapie farmacologiche e altre raccomandazioni mediche, compromettendo il controllo delle crisi epilettiche.

Cause della comorbidità tra ADHD e l’epilessia

Entrambe le condizioni, ADHD ed epilessia, condividono alcuni fattori genetici e neurobiologici. In particolare, alterazioni nei geni che regolano la trasmissione dopaminergica sono state associate a entrambe le patologie. La dopamina, un neurotrasmettitore essenziale per il controllo dell’attenzione, del comportamento e della funzione motoria, gioca un ruolo cruciale in questi disturbi. Disfunzioni nei sistemi dopaminergici possono contribuire alla manifestazione dei sintomi caratteristici di ADHD ed epilessia. Per saperne di più sull’influenza della dopamina sulle persone ADHD leggi questo articolo del blog di GAM Medical!

Studi di neuroimaging hanno evidenziato che alterazioni strutturali e funzionali in specifiche regioni cerebrali, come i lobi frontali, sono comuni a entrambe le condizioni. Queste aree del cervello sono coinvolte nella regolazione delle funzioni esecutive, del comportamento e della modulazione delle risposte motorie, suggerendo che disfunzioni in queste regioni possono rappresentare un denominatore comune per ADHD ed epilessia. Inoltre, l’attività anomala nei circuiti neurali che coinvolgono i lobi frontali può essere responsabile della sovrapposizione sintomatologica osservata tra i due disturbi.

Epilessia, ADHD e gli effetti delle crisi epilettiche

Le crisi epilettiche, in particolare quelle che coinvolgono i lobi frontali del cervello, possono avere un impatto significativo sulle funzioni cognitive e comportamentali. I lobi frontali sono cruciali per l’attenzione, la pianificazione e il controllo degli impulsi. Le crisi in queste aree possono quindi esacerbare i sintomi dell’ADHD, come la difficoltà di concentrazione, l’impulsività e l’iperattività. Inoltre, le crisi frequenti possono causare danni cumulativi a queste regioni cerebrali, aumentando ulteriormente il rischio di sviluppare sintomi di ADHD.

Inoltre, i farmaci utilizzati per trattare l’epilessia, noti come antiepilettici, possono avere effetti collaterali che includono sintomi simili all’ADHD. Alcuni antiepilettici possono causare sonnolenza, difficoltà di concentrazione e cambiamenti nel comportamento, che possono essere confusi con i sintomi dell’ADHD. Questo rende essenziale una diagnosi accurata per distinguere tra i sintomi causati dai farmaci e quelli dovuti all’ADHD vero e proprio. Inoltre, alcuni farmaci per l’ADHD, come gli stimolanti, devono essere usati con cautela nei pazienti con epilessia, poiché possono aumentare il rischio di crisi. Un’attenta gestione farmacologica è quindi cruciale per trattare entrambe le condizioni in modo efficace.

Gestione di ADHD ed epilessia

La gestione delle persone con ADHD e epilessia richiede un approccio integrato e multidisciplinare. Gli aspetti da considerare sono vari, ma con le giuste accortezze, la giusta diagnosi e il giusto supporto, è possibile raggiungere una situazione stabile e consapevole con queste due condizioni.

ADHD ed epilessia: farmaci

La gestione farmacologica deve essere attentamente bilanciata. Alcuni farmaci per l’ADHD, come gli stimolanti, possono aumentare il rischio di crisi epilettiche e devono quindi essere usati con cautela. In alcuni casi, possono essere preferiti farmaci non stimolanti per trattare i sintomi dell’ADHD. È importante lavorare a stretto contatto con un neurologo e uno psichiatra per trovare il regime farmacologico più sicuro ed efficace per ogni individuo.

ADHD ed epilessia: supporto psicologico e comportamentale

Le terapie comportamentali e psicologiche possono essere estremamente utili per gestire i sintomi dell’ADHD e affrontare l’impatto psicosociale dell’epilessia. Interventi come la terapia cognitivo-comportamentale possono aiutare a migliorare le capacità di gestione dello stress, l’attenzione e il controllo degli impulsi. Inoltre, programmi di formazione per i genitori possono fornire strategie per supportare i bambini con ADHD e epilessia, migliorando la loro qualità della vita e riducendo lo stress familiare.

ADHD ed epilessia: educazione e supporto familiare

Informare e supportare le famiglie è cruciale per una gestione efficace delle due condizioni. Le famiglie devono essere consapevoli delle caratteristiche di entrambe le condizioni, dei trattamenti disponibili e delle strategie per affrontare i sintomi. Il supporto familiare può includere gruppi di sostegno, consulenza e risorse educative per aiutare i genitori a navigare le sfide quotidiane e a supportare i loro figli nel modo migliore possibile.

Epilessia e ADHD: diagnosi per prevenzione e supporto

È fondamentale differenziare i sintomi specifici dell’ADHD da quelli causati dall’epilessia o dai farmaci antiepilettici. Una valutazione completa e accurata può aiutare a identificare la causa dei sintomi e a sviluppare un piano di trattamento appropriato. 

Da GAM Medical comprendiamo l’importanza di una diagnosi differenziale ADHD accurata e di un approccio terapeutico personalizzato per migliorare la propria condizione. Il nostro team di esperti è pronto a supportarti nel percorso verso una migliore comprensione e gestione del tuo corpo, migliorando la qualità della vita e il benessere complessivo.

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Questo è contenuto divulgativo e non sostituisce le diagnosi di un professionista. Se ti è piaciuto l’articolo, condividilo.

Fonti:

  • https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC10824590/
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