ADHD e alcol: può peggiorare i sintomi?

Tempo di lettura: 4 minuti

alcol, ADHD e sintomi

L’uso di alcol rappresenta un tema delicato per chi vive con ADHD, perché può interferire con i sintomi caratteristici del disturbo e rendere più difficile la gestione quotidiana, se, infatti, da un lato molte persone associano alcol e socialità, dall’altro per chi è ADHD il consumo di bevande alcoliche può alimentare sintomi come impulsività, difficoltà di attenzione, instabilità emotiva e compromettere la qualità di vita. 

In questo articolo parleremo di come l’alcol può influire sull’ADHD, dei meccanismi in gioco, dei rischi, di alcune linee guida e consigli per affrontare la questione in modo consapevole.

La combinazione di alcol e ADHD

Chi è ADHD può presentare caratteristiche come impulsività, ricerca di stimoli, difficoltà a modulare emozioni e reazioni comportamentali, queste caratteristiche possono rendere più facile iniziare a bere e percepire l’alcol come un modo per “staccare”, rilassarsi o sedare l’iperattività mentale. 

Tuttavia, l’alcol non agisce come un semplice calmante temporaneo, ma altera il sistema nervoso, influisce su aree cerebrali legate al controllo degli impulsi e all’attenzione, compromette la qualità del sonno e può aggravare l’instabilità emotiva, con ADHD, questi effetti possono interagire con i sintomi base, amplificando disattenzione, disorganizzazione, sbalzi d’umore e difficoltà nel mantenere routine o impegni.

Bere regolarmente, o anche saltuariamente ma in modo intenso, può quindi avere conseguenze più marcate per le persone ADHD rispetto a chi non ne soffre, rendendo più difficile il controllo delle proprie azioni e aumentando il rischio di comportamenti impulsivi o disfunzionali.

Come l’uso d’alcol può amplificare la sintomatologia ADHD

La tipica sintomatologia adhd può essere amplificata dall’alcol:

  • Attenzione e memoria: l’alcol interferisce con la capacità di concentrazione e favorisce dimenticanze, distrazione e rallentamento cognitivo, questo aggravamento può rendere più difficile portare avanti progetti, mantenere ordine e organizzarsi. Questo effetto si somma alle difficoltà intrinseche del disturbo, creando un circolo di frustrazione e perdita di fiducia nelle proprie capacità.
  • Regolazione emotiva e impulsiva: l’alcol abbassa temporaneamente i freni inibitori, per chi è ADHD questo può tradursi in esplosioni emotive, scarsa capacità di modulare reazioni e maggiore probabilità di scelte azzardate o fuori contesto. Anche al termine dell’episodio alcolico, quando l’effetto si affievolisce, possono emergere ansia, instabilità dell’umore o irritabilità.
  • L’alcol interferisce con il sonno: condizione che, per chi è ADHD, è spesso già fragile o disorganizzata, possono scaturire disturbi del sonno con sintomi come disattenzione, iperattività, irrequietezza.
  • Interferenze con terapia farmacologica adhd o psicologica: alcuni farmaci, infatti, possono avere interazioni con l’alcol, riducendo d’efficacia o aumentando gli effetti collaterali. Anche la capacità di seguire le routine prescritte come orari, dosi, esercizi e strategie comportamentali può essere compromessa dall’uso di alcol, vanificando gli sforzi fatti.

Depressione, ansia, insonnia, sono condizioni che spesso coesistono con l’ADHD, che rendono più fragile l’equilibrio psicofisico e che vengono peggiorati dall’alcol, per questo motivo la scelta di assumere alcol può rappresentare un ostacolo concreto al percorso di cura e stabilità.

La vulnerabilità verso l’abuso d’alcol delle persone ADHD

Le caratteristiche dell’ADHD oltre ad essere alimentate dall’alcol, aumentano anche la vulnerabilità stessa verso l’uso problematico di sostanze. Lo studio del 2024 “Adult symptoms of ASD and ADHD in relation to alcohol use: Potential roles of transdiagnostic features”, ha evidenziato che le persone ADHD manifestano con maggiore frequenza un consumo di alcol intenso, e che questa associazione è mediata da caratteristiche come impulsività e difficoltà nel riconoscere e gestire le emozioni, ovvero la condizione di alessitimia.  

Questo significa che la combinazione tra vulnerabilità individuali legate all’ADHD e l’effetto disinibente dell’alcol può aumentare il rischio di sviluppare comportamenti a rischio, uso eccessivo o addirittura dipendenza.

Per molte persone ADHD, l’alcol può apparire come un modo semplice per rilassarsi, sedare l’agitazione, calmare il flusso mentale o attenuare il senso di disorganizzazione, in momenti di stress, ansia, frustrazione o stanchezza, può sembrare un alleato, ma questo sollievo è temporaneo, ed è spesso seguito da effetti collaterali.

In molti casi l’alcol diventa un circolo vizioso nella vita, perché la persona finisce per usare l’alcol come rimedio, aumentando la probabilità di dipendenza. Inoltre, la tolleranza fisiologica all’alcol può portare a un aumento del consumo nel tempo, per ottenere lo stesso effetto di rilassamento occorre bere di più, aggravando i rischi per la salute e per lo sviluppo di disturbi da alcol.

Strategie per ADHD: come gestire la relazione con l’alcol

Gestire la relazione con l’alcol quando si è ADHD, ma anche in generale, richiede consapevolezza e regole chiare. Alcune strategie utili possono essere:

  • Valutare in modo critico motivazioni e desideri di bere: distinguendo tra curiosità e socialità con fuga dallo stress o dalle emozioni.
  • Evitare l’uso di alcol come meccanismo di coping: per ansia, irritabilità o insonnia, sviluppando tramite percorsi di psicoeducazione ADHD dei meccanismi alternativi.
  • Limitare le occasioni: prediligere contesti controllati e moderare la quantità.
  • Favorire modalità alternative per rilassarsi e gestire lo stress: come attività fisica, hobby, tecniche di rilassamento e yoga.
  • Condividere con il proprio psicoterapeuta o medico la storia di consumo: così da verificare la compatibilità con eventuali terapie in corso.

Adottare un approccio consapevole non significa necessariamente rinunciare completamente, per alcune persone un consumo moderato può essere compatibile, ma è essenziale comprendere i rischi e assumere decisioni informate.

sintomi adhd: aumentano con alcol?
sintomi adhd: aumentano con alcol?

ADHD e alcol: una combinazione da affrontare con consapevolezza

Quando la presenza di ADHD e l’abitudine al consumo di alcol si combinano, si crea un miscuglio rischioso ed è possibile che i sintomi ADHD peggiorino in modo persistente: disattenzione cronica, disorganizzazione, sbalzi d’umore, difficoltà nei rapporti interpersonali e nella routine quotidiana possono diventare più frequenti o gravi, può compromettere le terapie adhd e aumentare la vulnerabilità a dipendenze. 

E’ dunque importante considerare con attenzione come e perché introdurre l’alcol nella propria vita, valutando gli effetti sul corpo e sulla mente, considerando che il risultato potrebbe essere un peggioramento della qualità della vita, con impatto su lavoro, studio, relazioni e salute mentale.

ADHD e alcol possono rappresentare una combinazione rischiosa, per affrontare questa sfida è consigliabile rivolgersi a specialisti come psicologi, psichiatri o centri specializzati in ADHD come GAM Medical per ricevere supporto, informazioni e percorsi personalizzati, potendo seguire un percorso psicoeducativo ADHD per vivere il rapporto con l’alcol senza preoccupazioni, solo con un approccio consapevole e responsabile è possibile proteggere la salute e costruire un equilibrio reale.

Questo è contenuto divulgativo e non sostituisce le diagnosi di un professionista. Se ti è piaciuto l’articolo, condividilo.

Fonti:

  • https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/38552929/

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Psichiatra ADHD Gincarlo Giupponi

Supervisione scientifica:
Questo articolo è stato revisionato dal Dott. Giancarlo Giupponi, psichiatra e psicoterapeuta, vicedirettore del Servizio Psichiatrico di Bolzano e presidente regionale della Società Italiana di Psichiatria. Oltre a garantire l’accuratezza clinica dei contenuti, il Dott. Giupponi supervisiona la selezione dei test e dei questionari disponibili sul sito, verificandone la conformità agli standard scientifici internazionali (DSM-5, OMS, strumenti clinicamente validati).
Scopo del contenuto: divulgativo, non diagnostico.

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