Gaslighting: esempi concreti di frasi e come proteggerti

Tempo di lettura: 5 minuti

gaslighting: frasi ed esempi

Il gaslighting è una forma subdola di manipolazione emotiva che può insinuarsi nelle relazioni personali, familiari e professionali, portando chi la subisce a dubitare delle proprie percezioni e della propria memoria. 

Riconoscerlo non è sempre immediato, perché spesso si manifesta attraverso comportamenti quotidiani e frasi che sembrano innocue, ma che nel tempo intaccano la fiducia in sé e la capacità di valutare la realtà. 

In questo articolo parleremo di cosa significa realmente questo termine, di quali frasi possono rappresentare esempi concreti di gaslighting, di chi tende a metterlo in atto, del perché e soprattutto di come proteggersi in modo efficace.

Cosa significa il termine Gaslighting?

Per comprendere il fenomeno del gaslighting, ecco le caratteristiche principali:

  • Significato del termine: con “Gaslighting” si indica un modello di manipolazione psicologica in cui una persona induce un’altra a dubitare costantemente delle proprie percezioni, dei propri ricordi o del proprio equilibrio emotivo. 
  • Frequenza: Si tratta di una dinamica relazionale che non nasce da un singolo episodio, ma da una ripetizione nel tempo di comportamenti e comunicazioni volte a far perdere sicurezza a chi li subisce. 
  • Manifestazione: che avviene attraverso la negazione sistematica dei fatti, la minimizzazione delle emozioni dell’altro, il mettere in discussione ricordi precisi e l’attribuire alla vittima reazioni considerate esagerate o ingiustificate.
  • Intenzionalità: l’obiettivo del manipolatore è disorientare l’altra persona, affermare il proprio controllo e ottenere una posizione di potere nella relazione.
  • Effetto: il risultato complessivo è far sentire la vittima confusa, insicura e sempre più dipendente dal giudizio di chi esercita il gaslighting. 

Lo studio del 2025 “Gaslighting and memory: the effects of partner-led challenges on recall and self-perception” sottolinea come la messa in discussione costante dei ricordi e della percezione personale che la vittima di gaslighting subisce, nel caso di relazioni strette, possa alterare non solo la fiducia nella propria memoria, ma anche il modo in cui si rielabora la propria esperienza.

Riconoscere questi meccanismi è fondamentale per riuscire a interromperli, soprattutto perché il gaslighting può insinuarsi anche in rapporti che inizialmente sembravano equilibrati. Le conseguenze emotive possono essere profonde: ansia, senso di colpa, difficoltà a prendere decisioni e una percezione distorta di sé.

Gaslighting: esempi concreti di frasi

Una delle modalità più comuni attraverso cui si manifesta il gaslighting è l’uso di frasi che invalidano l’esperienza dell’altro. Queste espressioni possono variare molto, ma hanno tutte un tratto in comune: sminuiscono o negano ciò che l’altra persona sente o ricorda. Alcuni esempi tipici sono:

  • Ti inventi sempre tutto;
  • Stai esagerando, come al solito;
  • Non è mai successo quello che stai dicendo;
  • Sei troppo sensibile, nessuno reagirebbe così;
  • Hai capito male, non ho detto nulla di simile;
  • Non puoi fidarti della tua memoria, ti confondi facilmente;
  • Sei tu che crei problemi dal nulla;
  • Lo dici solo per fare la vittima;
  • Vedi cose che non esistono;
  • Ti ricordi sempre le cose in modo sbagliato;
  • Non ha senso quello che stai dicendo, prova a riflettere meglio;
  • Sei tu che mi fai arrabbiare con il tuo modo di fare;
  • Non c’è niente di cui preoccuparsi, lo stai immaginando.

Anche se pronunciate una sola volta, queste frasi possono ferire, ma diventano realmente dannose quando vengono usate con frequenza, soprattutto in momenti di vulnerabilità dell’altra persona, che finisce per vivere in uno stato d’ansia e di impotenza. Per difendersi dal gaslighting è in primis essenziale imparare a riconoscere questo tipo di comunicazione, preferibilmente con l’aiuto di professionisti del benessere mentale.

Chi e per quali motivi fa gaslighting?

Non esiste un unico profilo di persona che mette in atto il gaslighting, ma ci sono alcuni tratti o situazioni che possono favorire questa dinamica. In molti casi, chi manipola ha difficoltà a gestire il confronto, teme di perdere il controllo nella relazione o utilizza strategie inconsce per mantenere una posizione dominante

La manipolazione può anche essere intenzionale e rappresenta un vero e proprio mezzo per ottenere potere, approvazione o dipendenza affettiva. Ecco alcune motivazioni che possono portare una persona a utilizzare il gaslighting:

  • Insicurezza personale mascherata attraverso il controllo dell’altro;
  • Desiderio di mantenere un ruolo centrale nella relazione;
  • Paura dell’abbandono o del rifiuto;
  • Tendenza a evitare conflitti aperti e ricorrere alla manipolazione;
  • Abitudine appresa in precedenti relazioni o contesti familiari;
  • Utilizzo inconsapevole di frasi svalutanti per scarsa educazione emotiva.

È importante ricordare che il gaslighting non riguarda solo le relazioni di coppia, può verificarsi in famiglia, tra amici, sul luogo di lavoro o in qualsiasi rapporto caratterizzato da uno squilibrio emotivo o comunicativo

Chi lo mette in atto potrebbe anche presentare traumi profondi o disturbi della personalità, la vittima non ha colpe, si trova in un contesto tossico e chi si rende conto di essere nella posizione di vittima o di carnefice può e dovrebbe trovare sostegno tramite un percorso di terapia con uno psicologo qualificato.

Come proteggersi dal gaslighting?

Proteggersi dal gaslighting significa innanzitutto prendere consapevolezza del fenomeno e ricostruire la fiducia nelle proprie percezioni, un percorso che richiede tempo, perché chi ha subito manipolazione può aver interiorizzato l’idea di non sapersi fidare di sé

Alcune strategie possono essere particolarmente utili per recuperare equilibrio e autonomia emotiva:

  • Riconoscere le frasi manipolative: il primo passo è accorgersi di quando certe espressioni vengono usate per invalidare ciò che si prova, imparare ad identificarle permette di interrompere il meccanismo prima che si radichi ulteriormente.
  • Tenere traccia degli avvenimenti: scrivere ciò che accade, anche in modo sintetico, può aiutare a ricordare i fatti con maggiore chiarezza e a contrastare la confusione tipica del gaslighting.
  • Parlare con persone fidate: confrontarsi con qualcuno esterno alla relazione offre uno sguardo più oggettivo e può confermare che le proprie percezioni siano valide.
  • Imparare a dare valore alle proprie emozioni: non esiste un’unica reazione “giusta” alle situazioni, accettare ciò che si prova è un modo per recuperare sicurezza e autonomia.
  • Stabilire confini chiari: è importante fermare sul nascere frasi che svalutino la propria esperienza, dire in modo assertivo che un certo tipo di comunicazione non è accettabile aiuta a proteggersi e a ristabilire equilibrio.
  • Rivolgersi ad un professionista della salute mentale: quando il gaslighting ha causato insicurezza profonda o difficoltà relazionali, il supporto psicologico può essere fondamentale per ricostruire l’autostima e imparare nuove modalità comunicative.

Queste strategie non servono solo a difendersi in una situazione già compromessa, ma anche a prevenire che dinamiche simili si ripetano in futuro.

gaslighting: come proteggersi?
gaslighting: come proteggersi?

Gaslighting: come uscirne e ritrovare fiducia in sé

Uscire da una relazione, familiare o professionale segnata dal gaslighting significa ricominciare a fidarsi delle proprie percezioni e riconoscere che le emozioni sono valide e degne di ascolto. Non è un percorso semplice, ma è possibile ricostruire un rapporto sano con sé stessi e con gli altri attraverso il sostegno adeguato. 

Se sospetti di essere coinvolto in una dinamica di manipolazione emotiva o desideri un aiuto per comprendere meglio ciò che stai vivendo, rivolgersi a un professionista del benessere mentale può fare la differenza. 

Con la clinica di psicologia GAM Medical è possibile ricevere supporto e iniziare un percorso di maggiore consapevolezza e benessere emotivo.

Questo è contenuto divulgativo e non sostituisce le diagnosi di un professionista. Se ti è piaciuto l’articolo, condividilo.

Fonti:

  • https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/40673655/

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Psichiatra ADHD Gincarlo Giupponi

Supervisione scientifica:
Questo articolo è stato revisionato dal Dott. Giancarlo Giupponi, psichiatra e psicoterapeuta, vicedirettore del Servizio Psichiatrico di Bolzano e presidente regionale della Società Italiana di Psichiatria. Oltre a garantire l’accuratezza clinica dei contenuti, il Dott. Giupponi supervisiona la selezione dei test e dei questionari disponibili sul sito, verificandone la conformità agli standard scientifici internazionali (DSM-5, OMS, strumenti clinicamente validati).
Scopo del contenuto: divulgativo, non diagnostico.

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