Diventare genitore è un passaggio profondo che coinvolge identità, responsabilità e capacità relazionali. Per chi convive con ADHD, questa trasformazione può risultare ancora più intensa, perché richiede competenze organizzative, emotive e cognitive che spesso sono messe alla prova.
In questo articolo parleremo di come il passaggio da figlio a genitore possa essere vissuto da una persona ADHD, quali sfide emergono, quali dinamiche familiari possono cambiare e quali risorse possono aiutare a costruire una nuova identità genitoriale più stabile.
Costruire una nuova identità genitoriale con ADHD
Il passaggio da figlio a genitore comporta un cambiamento profondo del proprio ruolo all’interno della famiglia. Una persona ADHD può percepire questa transizione come un salto difficile, perché richiede un livello di struttura e continuità che talvolta non è naturale. Il diventare genitore, infatti, obbliga a rivedere i propri tempi, le abitudini e le priorità, e spesso può riattivare vecchie difficoltà vissute nella famiglia d’origine.
Per gli adulti ADHD questo passaggio fa emergere un senso di responsabilità in modo improvviso. Prima ci si sente “figli”, cioè destinatari di cura e guida, poi, all’improvviso, si diventa figure di riferimento, responsabili del ritmo quotidiano di un altro essere umano. Questo può generare paura, senso di inadeguatezza e timore di non essere abbastanza costanti.
Allo stesso tempo, molte persone ADHD sviluppano una grande creatività, una sensibilità intensa e una capacità spontanea di creare connessioni affettive, risorse preziose nella genitorialità. La nuova identità non deve quindi essere vissuta solo come un peso, ma come un equilibrio da costruire tra difficoltà, potenzialità e strumenti adeguati.

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Le difficoltà emotive con ADHD del diventare genitore
Il diventare genitore può attivare emozioni molto forti, e nelle persone ADHD queste emozioni possono essere amplificate dalla caratteristica intensità emotiva.
La ricerca del 2016 “Parenting in adults with attention-deficit/hyperactivity disorder (ADHD)”, parla di come molti adulti ADHD tendano a sperimentare maggiore irritabilità, difficoltà a restare calmi nelle situazioni stressanti e una soglia di frustrazione più bassa. Quando ci si trova davanti a un neonato o a un bambino piccolo che richiede un’attenzione costante, la regolazione emotiva può essere messa alla prova, generando senso di stanchezza e, a volte, sensazione di essere inadeguati.
Il passaggio da figlio a genitore mette anche in luce eventuali tratti legati alla propria storia familiare: aspettative ricevute, modelli educativi interiorizzati, vulnerabilità e emotive. Ritrovarsi nella posizione di educare un figlio può riattivare memorie legate a giudizi o fallimenti percepiti, rendendo più difficile sentirsi sicuri e stabili nel nuovo ruolo.
Nonostante queste sfide, molte persone ADHD portano nella genitorialità un affetto spontaneo, una sensibilità speciale e una profonda presenza emotiva, che diventano risorse preziose per costruire un legame forte con il proprio bambino.

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ADHD e cambio ruolo: le sfide pratiche nella vita quotidiana
Oltre al mondo emotivo, la quotidianità rappresenta un altro ambito in cui il passaggio a genitore può risultare impegnativo. Le routine dei bambini richiedono organizzazione, previsione dei bisogni, gestione di tempi e impegni, capacità che per molti adulti ADHD non sono immediatamente intuitive.
La ricerca “Parent ADHD is Associated with Greater Parenting Distress in the First Year Postpartum” evidenzia come i genitori ADHD sperimentino livelli più elevati di stress nel primo anno di vita del bambino, proprio perché le richieste continue, il poco sonno, la necessità di organizzare i ritmi quotidiani e la gestione degli imprevisti si sommano alle difficoltà già presenti nella regolazione dell’attenzione.
Questa combinazione può portare a:
- Sentirsi sopraffatti.
- Rimandare compiti importanti.
- Faticare nel mantenere una routine stabile.
- Sentirsi in colpa percependo di non essere abbastanza ordinati o costanti.
- Momenti di confusione nell’affrontare le numerose richieste simultanee.
Pur trattandosi di difficoltà reali, esistono strategie che permettono di alleggerire il carico:
- L’uso di strumenti visivi.
- La pianificazione condivisa.
- La semplificazione delle routine.
- Il ricorso a un supporto professionale: Per imparare a strutturare meglio il tempo.

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Come cambiano le convinzioni del genitore ADHD
Oltre all’organizzazione pratica, il modo in cui un adulto percepisce sé stesso come genitore è cruciale nella costruzione di una nuova identità familiare. Le convinzioni interne, cioè ciò che un genitore pensa di sé, del proprio ruolo e delle proprie capacità, sono determinanti per il modo in cui si affrontano le sfide educative.
La meta-analisi del 2024 “Adult attention-deficit/hyperactivity symptoms and parental cognitions: a meta-analysis” mostra come gli adulti ADHD tendano più facilmente a sviluppare convinzioni negative sulle proprie competenze genitoriali. La percezione di non essere sufficientemente adeguati, organizzati o pazienti può diventare un ostacolo importante, influenzando il modo di reagire agli imprevisti o alle difficoltà quotidiane.
Queste convinzioni non nascono dal nulla: spesso derivano da anni in cui la persona ADHD ha interiorizzato l’idea di essere “disordinata”, “sbagliata” o “incostante”.
Lavorare su queste convinzioni attraverso percorsi di psicoeducazione adhd o di psicoterapia adhd per adulti permette di costruire un’immagine più equilibrata e reale di sé, riconoscendo non solo le difficoltà ma anche le risorse personali come empatia, creatività, capacità di connessione emotiva e flessibilità nel trovare soluzioni alternative.

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Dalla dipendenza dell’essere figli ADHD all’autonomia genitoriale
Un aspetto spesso sottovalutato è il passaggio tra dipendenza e autonomia. Chi è ADHD può aver ricevuto un supporto significativo dalla famiglia d’origine per gestire la quotidianità.
La ricerca del 2022 “Parenting roles for young people with attention-deficit/hyperactivity disorder transitioning to adult services” descrive come molti giovani adulti ADHD faticano nella transizione ai ruoli più autonomi, e questo vale anche nella genitorialità. Il passaggio a una figura di riferimento può generare sentimenti di insicurezza e dubbi sulle proprie capacità di prendere decisioni importanti.
Tuttavia, questa transizione rappresenta anche un’opportunità di crescita personale:
- Molti genitori ADHD scoprono una nuova forma di responsabilità: che li aiuta a strutturare le loro giornate e a trovare nuove strategie per gestire l’attenzione e l’organizzazione.
- Imparare una nuova forma di autonomia emotiva: non ci si affida più solo al supporto degli altri, ma si impara ad avere fiducia di sé stessi, a riconoscere le proprie risorse e a costruire un equilibrio familiare personale e autentico.

ADHD e cambio ruolo in famiglia: chiedere supporto
Il passaggio da figlio a genitore rappresenta una trasformazione intensa, che nelle persone ADHD può mettere alla prova emozioni, organizzazione e senso di identità. Tuttavia, con gli strumenti giusti, una buona conoscenza delle proprie difficoltà e un supporto adeguato, questo cambiamento può diventare occasione di crescita, consapevolezza e costruzione di un nuovo equilibrio familiare.
Se senti che la transizione al ruolo di genitore sta generando stress, confusione o senso di inadeguatezza, puoi rivolgerti agli specialisti di GAM Medical, centro ADHD, per un percorso di psicoeducazione adhd individuale che ti aiuti a comprendere meglio le tue dinamiche, rafforzare le tue competenze e costruire una nuova identità genitoriale più serena e stabile.
Questo è contenuto divulgativo e non sostituisce le diagnosi di un professionista. Se ti è piaciuto l’articolo, condividilo.
Fonti:
- https://pmc.ncbi.nlm.nih.gov/articles/PMC4838457/
- https://pmc.ncbi.nlm.nih.gov/articles/PMC9098664/
- https://www.frontiersin.org/journals/psychiatry/articles/10.3389/fpsyt.2023.1321078/full
- https://pmc.ncbi.nlm.nih.gov/articles/PMC10083944/



