Qual è il ruolo degli ormoni sessuali femminili nell’ADHD?
L’ADHD (Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività) è tradizionalmente associato a un’elevata incidenza nei bambini maschi, con sintomi tipici quali iperattività, impulsività e difficoltà di attenzione.
Tuttavia, negli ultimi anni si è compreso sempre più chiaramente che il genotipo di ADHD – ossia la predisposizione genetica che rende una persona vulnerabile al disturbo – è uguale o molto simile nei maschi e nelle femmine, ma che il fenotipo – ossia il modo in cui il disturbo si manifesta nella vita reale – può essere molto diverso tra i sessi.
Nel caso delle donne, questo significa che i sintomi dell’ADHD possono essere meno visibili (meno iperattività, più disattenzione, maggiore internalizzazione), e che il sistema ormonale – in particolare gli ormoni sessuali femminili (come estrogeni, progesterone) – può giocare un ruolo significativo nell’alterazione o modulazione dei sintomi. Inoltre, le fluttuazioni ormonali durante la pubertà, il ciclo mestruale, la gravidanza e la menopausa possono influenzare la gravità e la presentazione dell’ADHD nelle donne.
Anticipiamo che:
- Le fluttuazioni ormonali sono un fattore potenzialmente rilevante nella manifestazione dell’ADHD nelle donne, ma ancora largamente sottostudiate.
- È necessario uno sforzo di ricerca maggiore per comprendere come ormoni e ciclo riproduttivo influenzino l’ADHD – sia nella diagnosi che nella gestione.
- Per clinici e ricercatori: considerare l’età riproduttiva, lo stato ormonale, le variazioni del ciclo, la gravidanza, la menopausa quando si valutano e trattano donne con ADHD.

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Cosa si intende per ormoni sessuali femminili?
Gli ormoni sessuali femminili sono sostanze prodotte principalmente dalle ovaie che regolano il ciclo mestruale, la fertilità e molti aspetti della salute fisica e mentale. Quando parliamo di ormoni sessuali femminili, in genere ci riferiamo a:
- Estrogeni (soprattutto estradiolo): regolano lo sviluppo dei caratteri sessuali femminili, la maturazione degli organi riproduttivi, l’ovulazione e influenzano anche umore, energia, memoria e attenzione.
- Progesterone: è l’ormone dominante nella seconda parte del ciclo mestruale (fase luteale), prepara l’utero a una possibile gravidanza e può incidere su sonno, stabilità emotiva e livello di attivazione.
- Androgeni (come il testosterone, in quantità minori rispetto agli uomini): contribuiscono a libido, energia, tono muscolare e, in parte, alla regolazione dell’umore.
Questi ormoni non agiscono solo sulla sfera riproduttiva: sono veri e propri neuromodulatori, perché influenzano il funzionamento del cervello e quindi anche aspetti come attenzione, funzioni esecutive ed equilibrio emotivo.

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Ruolo degli ormoni femminili nella modulazione dell’ADHD
Come emerso nei risultati della revisione sistematica dal titolo “ADHD and Sex Hormones in Females: A Systematic Review“, gli ormoni sessuali femminili, in particolare gli estrogeni e il progesterone, non sono solo responsabili della regolazione riproduttiva, ma svolgono anche ruoli importanti come neurosteroidi, modulando la funzione cerebrale, la plasticità sinaptica, i neurotrasmettitori (dopamina, noradrenalina, serotonina) che sono coinvolti nell’ADHD.
La fonte scientifica alla quale ci siamo rivolti, cita, ad esempio:
- L’estradiolo (una forma di estrogeno) può stimolare la produzione di dopamina, ridurre il riassorbimento della dopamina e la sua degradazione sinaptica, potenzialmente influenzando i circuiti dopaminergici implicati nell’ADHD.
- Il progesterone e suoi metaboliti (es. allopregnanolone) possono avere effetti variabili: in alcuni contesti aumentano la sintesi di dopamina, in altri inibiscono il rilascio.
Inoltre, l’articolo “High and Low Estrogen Exacerbate ADHD Symptoms in Females: New Theory” sottolinea che le fluttuazioni ormonali – ad esempio in pubertà, nel ciclo mestruale, nella gravidanza o perimenopausa – possono rappresentare momenti di maggiore vulnerabilità per le persone con ADHD, in cui i sintomi peggiorano o cambiano presentazione.

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Evidenze empiriche sul ruolo degli ormoni femminili nell’ADHD
Sebbene la ricerca sia ancora relativamente limitata, ci sono indicazioni che:
- Durante il ciclo mestruale, in alcune donne ADHD, la fase premestruale (quando gli estrogeni calano) è associata a un peggioramento dei sintomi (maggiore disattenzione, maggiore impulsività, peggior esecuzione delle funzioni esecutive). (High and Low Estrogen Exacerbate ADHD Symptoms in Females: New Theory
- Nel passaggio alla pubertà, l’aumento degli ormoni e la riorganizzazione cerebrale possono aggravare o modificare l’espressione dell’ADHD. (Relationship between sex hormones, reproductive stages and ADHD: a systematic review)
- In gravidanza o nel post-parto, o in perimenopausa/menopausa, le variazioni ormonali possono influenzare l’andamento della sintomatologia dell’ADHD, e la risposta al trattamento. (ADHD and Sex Hormones in Females: A Systematic Review)
È importante sottolineare che gli studi sono spesso di piccola scala, con campioni eterogenei e variabili metodologiche, il che significa che non possiamo ancora trarre conclusioni definitive.
Un articolo High and Low Estrogen Exacerbate ADHD Symptoms in Females: New Theory riporta che la “teoria della sensibilità ormonale multipla” propone che le donne con ADHD possano sperimentare un “colpo doppio” (“double whammy”) durante la pubertà e in altri momenti ormonali: sia effetti organizzativi (a lungo termine) sia attivazionali (fluttuazioni mensili) degli ormoni.

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Fasi ormonali critiche nelle donne: cosa succede nell’ADHD?
Di seguito le principali fasi ormonali a cui prestare attenzione e come possono intervenire nell’ADHD femminile:
- Pubertà: l’aumento rapido di estrogeni e progesterone, insieme a riorganizzazioni cerebrali, può portare a una “emersione” dell’ADHD nelle ragazze che fino ad allora hanno compensato bene.
- Ciclo mestruale:
- Fase follicolare (aumento graduale dell’estrogeno): in alcune donne sembra associarsi a minori sintomi ADHD. (High and Low Estrogen Exacerbate ADHD Symptoms in Females: New Theory)
- Ovulazione e fase luteale (variazioni e calo degli estrogeni + aumento del progesterone): possono verificarsi peggioramenti dei sintomi. (High and Low Estrogen Exacerbate ADHD Symptoms in Females: New Theory)
- Premestruale (calo degli estrogeni e progesterone): peggioramento sintomi, peggior esecuzione funzioni esecutive, peggior regolazione emotiva.
- Gravidanza/Postparto: cambiamenti ormonali drastici, possibili variazioni nella gravità dei sintomi, impatto sul trattamento.
- Perimenopausa/Menopausa: graduale declino degli estrogeni e progesterone; molte donne riferiscono “nebbia mentale”, peggioramento dell’attenzione e della memoria, che possono sovrapporsi ai sintomi dell’ADHD. (ADHD and Sex Hormones in Females: A Systematic Review)
Perché gli ormoni possono “aggravare” l’ADHD nelle donne?
Le ragioni possono includere:
- Un livello più basso di estrogeni può ridurre la modulazione dopaminergica, peggiorando le funzioni esecutive (attenzione, memoria di lavoro, pianificazione).
- Le fluttuazioni rapide degli ormoni impongono un “carico” sul sistema cerebrale di regolazione, che in presenza di ADHD già compromesso può far emergere o accentuare sintomi.
- Comorbidità ormonali (es. sindrome premestruale grave, dismenorrea, endometriosi) che possono aumentare lo stress, il dolore, la fatica, che a loro volta peggiorano la capacità di autoregolazione.
- Gli ormoni possono influenzare la farmacocinetica e la farmacodinamica dei farmaci per l’ADHD, rendendo la risposta meno costante o più variabile nelle donne (High and Low Estrogen Exacerbate ADHD Symptoms in Females: New Theory)

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