ADHD e coworking: scelta valida?

Tempo di lettura: 5 minuti

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Hai mai pensato che lavorare in un coworking possa aiutarti a mantenere la concentrazione, anche se sei una persona ADHD?
Le persone con Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività conoscono bene la sfida di restare focalizzati, portare a termine un compito o gestire le distrazioni quotidiane. Ma è davvero possibile trovare in uno spazio condiviso un alleato, invece che un ostacolo, per il proprio benessere lavorativo?

Negli ultimi anni, il fenomeno del coworking ha conquistato sempre più professionisti in cerca di flessibilità e socialità. E proprio in presenza di Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività si potrebbe scoprire che la giusta combinazione di spazi, regole e strumenti – se pensata con attenzione – diventa una risorsa preziosa per gestire attenzione, motivazione e organizzazione personale.

Coworking ADHD, body doubling e accountability 

Uno degli aspetti più interessanti degli spazi condivisi è la possibilità di sperimentare il cosiddetto body doubling, ovvero lavorare in presenza di altre persone che, semplicemente svolgendo le proprie attività, aiutano a mantenere la concentrazione.
Per la persona ADHD, la co-presenza agisce come una forma di “ancoraggio attentivo”: la percezione di non essere soli nel compito favorisce la accountability in presenza, cioè il senso di responsabilità condivisa che stimola il cervello a restare impegnato e riduce la tendenza alla procrastinazione.

Diversi studi hanno mostrato come il contesto sociale e visivo possa aumentare la produttività, a patto che lo stimolo non diventi eccessivo. La ricerca “The Effects of Working Memory Load on Auditory Distraction in Adults With Attention Deficit Hyperactivity Disorder” (Blomberg, Johansson Capusan, Signoret, Danielsson & Rönnberg, 2021) ha evidenziato come gli adulti ADHD mostrano maggiore vulnerabilità alle distrazioni uditive, ma anche una migliore capacità di gestione attentiva quando esiste una struttura esterna chiara e prevedibile.

In altre parole, il coworking può diventare un “contenitore” positivo se offre regole e routine condivise. Lavorare accanto ad altri, osservare chi è concentrato o semplicemente sapere che c’è qualcuno accanto che ci nota, può migliorare la continuità dell’impegno e ridurre l’isolamento tipico del lavoro da casa.

Come deve essere il coworking ADHD?

Un coworking non vale l’altro.

Una persona ADHD necessita di un ambiente calibrato sui propri bisogni attentivi: postazioni silenziose, cabine telefoniche per le chiamate e focus room per il lavoro profondo sono elementi essenziali.

Nel libro “Disattenti e iperattivi” (Giupponi & Conca, 2025) viene sottolineato come l’organizzazione spaziale e la regolazione sensoriale siano fattori determinanti per il benessere della persona con Disturbo d’Attenzione/Iperattività. La possibilità di muoversi liberamente tra aree più o meno stimolanti permette di modulare il livello di attenzione e prevenire il sovraccarico sensoriale.

Un coworking ideale per il lavoratore o lo studente ADHD dovrebbe quindi offrire:

  1. Zone quiet per la concentrazione profonda
  2. Sistemi di illuminazione e arredi che riducono la stimolazione visiva
  3. Spazi più dinamici per brainstorming o lavoro di gruppo e una netta distinzione tra area “social” e area “focus”

Questa suddivisione aiuta le persone con Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività a prevedere il contesto e a entrare più facilmente nello stato di flusso, ossia quella condizione mentale di immersione totale in un compito, spesso difficile da raggiungere in ambienti caotici o imprevedibili.

Regole per il desk condiviso ADHD

Condividere una scrivania non è semplice per chi ha difficoltà di concentrazione, ma con la giusta organizzazione può diventare un vantaggio.
Nei coworking moderni, la prenotazione a slot consente di pianificare il tempo in modo strutturato: sapere in anticipo quando e dove si lavorerà aiuta a ridurre l’ansia da indecisione, un aspetto che molte persone ADHD sperimentano quotidianamente.

Anche le regole d’uso degli spazi — come evitare conversazioni ad alta voce nelle zone quiete, limitare l’uso del telefono o mantenere pulita la scrivania — contribuiscono a creare un ambiente prevedibile e rispettoso dei diversi stili cognitivi.

Ecco una tabella comparativa che riassume le principali differenze tra un coworking tradizionale e uno pensato per utenti con Disturbo d’Attenzione e Iperattività:

AspettoCoworking tradizionaleCoworking ADHD-friendly
Gestione del rumoreSpazio aperto e dinamicoZone silenziose e pannelli acustici
Regole d’usoFlessibili e non strutturateDefinite, chiare e condivise
PostazioniA rotazione liberaPrenotazione a slot con opzioni personalizzate
Stimoli visiviArredi variopinti, open spacePalette neutre e segnaletica intuitiva
Supporto Coworking ADHD, body doubling e accountability socialeSpontaneoBody doubling e accountability di gruppo

Questo tipo di organizzazione non limita, ma potenzia la libertà. Come sottolineano diversi autori nel campo della neurodiversità, la prevedibilità ambientale non riduce la creatività, ma la canalizza.

Come ridurre interruzioni e sovraccarico acustico ADHD?

La gestione dell’acustica è uno dei punti critici per chi lavora in un open-space.
Rumori, chiacchiere o telefoni che squillano possono diventare un vero ostacolo per la persona ADHD, che tende a subire le interferenze uditive più intensamente rispetto alla media. L’uso di cuffie antirumore, pannelli fonoassorbenti e isole acustiche non è un semplice dettaglio estetico, ma una misura di salute cognitiva.

Secondo lo studio “A systematic review of interventions to support adults with ADHD at work—Implications from the paucity of context-specific research for theory and practice” (Lauder, McDowall & Tenenbaum, 2022), l’adattamento ambientale è uno degli interventi più efficaci per migliorare la produttività e il benessere nei contesti lavorativi condivisi. La presenza di elementi acustici di controllo riduce il carico di stimoli e favorisce l’autoregolazione emotiva, con effetti positivi anche sulla gestione dello stress.

Oltre alle soluzioni tecnologiche, è utile definire routine di concentrazione: stabilire orari di silenzio condiviso, sessioni di deep work o micro-pause di decompressione sensoriale. In molti coworking evoluti si trovano anche “focus capsule” — piccole cabine isolate acusticamente — che consentono di lavorare o partecipare a riunioni virtuali senza distrazioni.

Coworking ibrido e virtuale per ADHD

Non solo spazi fisici: oggi esistono forme di coworking ibrido e virtuale che sfruttano la tecnologia per creare sessioni di co-presenza online.
Piattaforme digitali e community ADHD utilizzano videochiamate condivise, timer sincronizzati e momenti di check-in collettivo per riprodurre l’effetto del body doubling anche a distanza.

Queste esperienze, nate durante la pandemia, hanno dimostrato grande efficacia nel sostenere la motivazione. Lavorare “accanto” ad altri in una stanza virtuale genera la stessa forma di responsabilità percepita del coworking reale, ma con la flessibilità di un ambiente controllato.

Gruppi di lavoro dedicati e sessioni di co-working online permettono di combinare concentrazione, supporto reciproco e gestione autonoma del tempo. È un approccio che unisce la socialità alla tranquillità, ideale per chi ha bisogno di regolare il livello di stimolo esterno in base al momento della giornata o al tipo di attività.

studio adhd accountability
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Esistono spazi che favoriscono la mente ADHD?

La persona ADHD non ha bisogno di adattarsi a spazi pensati per altri: ha bisogno di spazi che la comprendano.

Che si tratti di un coworking fisico o virtuale, ciò che conta è la possibilità di strutturare il contesto per ridurre le distrazioni, favorire la concentrazione e creare connessioni autentiche con gli altri.

La buona notizia è che tutto questo è possibile. La comprensione della neurodiversità sta cambiando il modo in cui pensiamo il lavoro, e i coworking possono diventare luoghi di inclusione e valorizzazione, non di stress.

Presso la Clinica ADHD GAM Medical, il team multidisciplinare di psicologi e psichiatri specializzati accompagna adulti e giovani professionisti nel costruire strategie personalizzate di organizzazione, concentrazione e benessere lavorativo.

Se ti riconosci in queste difficoltà e vuoi scoprire come creare un ambiente di lavoro realmente su misura per te, prenota una consulenza con GAM Medical.
Perché un coworking, come la mente ADHD, funziona al meglio quando è progettato per essere flessibile, accogliente e pienamente umano.

Questo è contenuto divulgativo e non sostituisce le diagnosi di un professionista. Se ti è piaciuto l’articolo, condividilo.

Fonti:

  • https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/34916918/ 
  • https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/36072032/ 
  • Gam Medical, Giancarlo Giupponi, Andreas Conca; “Disattenti e iperattivi. ADHD. cos’è, come riconoscerla, come conviverci”; 2025.

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Supervisione scientifica:
Questo articolo è stato revisionato dal Dott. Giancarlo Giupponi, psichiatra e psicoterapeuta, vicedirettore del Servizio Psichiatrico di Bolzano e presidente regionale della Società Italiana di Psichiatria. Oltre a garantire l’accuratezza clinica dei contenuti, il Dott. Giupponi supervisiona la selezione dei test e dei questionari disponibili sul sito, verificandone la conformità agli standard scientifici internazionali (DSM-5, OMS, strumenti clinicamente validati).
Scopo del contenuto: divulgativo, non diagnostico.

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