Dimentichi i farmaci per l’ADHD? Questo articolo potrebbe fare al caso tuo.
Per alcune persone ADHD può essere davvero difficile riuscire ad avere un’aderenza costante al trattamento farmacologico, e non per mancanza di motivazione rispetto alla cura in sé, ma per le difficoltà legate all’ADHD stesso: memoria (soprattutto quella “prospettica”), funzioni esecutive, disorganizzazione, gestione degli orari e dei cambi di routine.
Capita spesso, infatti, che le persone ADHD riportino di dimenticarsi di prendere le medicine, di non sapere se l’hanno già presa oppure no, o di fare confusione con gli orari (weekend, turni, imprevisti), finendo per saltare una dose o prenderla fuori tempo.
Si tratta di un effetto prevedibile se pensiamo alle caratteristiche dell’ADHD, per questo servono soluzioni pratiche che aiutino la memoria e automatizzino la routine.
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Cosa si intende per aderenza terapeutica?
L’aderenza terapeutica è il grado in cui il comportamento della persona corrisponde alle indicazioni concordate con il professionista sanitario.
Parliamo di dimensioni come assumere i farmaci, seguire una dieta, adottare cambiamenti di stile di vita o partecipare a controlli.
Nel caso dei farmaci, in pratica, significa:
- Prendere il farmaco giusto, alla dose giusta, all’orario giusto, per il tempo prescritto.
- Seguire eventuali istruzioni correlate (es. a stomaco pieno/vuoto, niente alcol, controlli periodici).
Una buona aderenza è associata a maggior efficacia, meno ricadute, meno effetti avversi da uso scorretto e migliore qualità di vita.
Nel caso dell’ADHD, una scarsa aderenza (dosi saltate, orari irregolari, refill in ritardo) può tradursi in fluttuazioni dei sintomi ADHD, che rendono il percorso sicuramente più frustrante.
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Perché l’aderenza ai farmaci nell’ADHD è così difficile?
L’aderenza terapeutica richiede una serie di micro-comportamenti esecutivi: ricordarsi l’orario, avere l’acqua a portata, sapere se la pillola è già stata presa, gestire la ricetta e il refill prima che finiscano le compresse, portare con sé il farmaco quando si esce, sincronizzare orari con pasti, lavoro e sonno.
Tutto ciò poggia su memoria prospettica, pianificazione, monitoraggio e routine: proprio le aree dove chi è ADHD può fare più fatica.
Nella nostra pratica clinica ne sentiamo molte e teniamo in conto queste difficoltà.
Molte persone ADHD in cura da noi, infatti, ci riportano che:
- si scordano di prendere la dose;
- non ricordano se l’hanno già presa;
- rimandano per un attimo e poi… se ne dimenticano;
- fanno confusione con orari differenti tra giorni feriali e weekend;
- restano senza farmaci perché la ricetta o la confezione finiscono “a sorpresa”.
Non è mancanza di disciplina in sé, è che l’ADHD impatta proprio i processi che servono a essere “disciplinati”.
La soluzione, quindi, è quella di progettare il contesto: mettere il cervello nelle condizioni di riuscire, con strumenti, automatismi, rituali, supporti visivi e tecnologie, ad essere aderenti al trattamento.
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Perché una persona ADHD può dimenticare o fare confusione con i farmaci
Come già accennato, i motivi della scarsa aderenza al trattamento farmacologico per l’ADHD, comune nelle persone che vivono questa neurodivergenza, dipende da alcune caratteristiche, primarie e secondarie, della condizione stessa:
- Memoria prospettica fragile (“mi scordo proprio di farlo”): ricordarsi di fare una cosa nel momento giusto (es. “alle 8 prendo la compressa”) è memoria prospettica, spesso critica nell’ADHD. Anche se l’intenzione c’è, il trigger temporale non “aggancia”.
- “Time blindness” e gestione degli orari: la percezione del tempo può essere poco affidabile; minuti “spariscono”, attività brevi diventano lunghe, orari flessibili sfasano la routine. Risultato: dose presa troppo tardi o saltata.
- “Fuori vista = fuori dalla mente”: se il farmaco non è visibile o il contenitore è in un cassetto, la mente non riceve stimoli; senza un ancoraggio visivo, la memoria non scatta.
- Difficoltà di pianificazione e organizzazione (funzioni esecutive): gestire l’assunzione dei farmaci ADHD richiede pianificare (quando prenderli, come portarli con sé, ricette, refill); nelle persone ADHD questi micro-compiti diventano faticosi o rimandabili.
- Routine variabili (weekend, turni, orari di lavoro/studio): con orari che cambiano ogni giorno la routine non si stabilizza e il cervello fatica a costruire un automatismo.
- Sovraccarico di stimoli e distrazioni: notifiche, conversazioni, “solo un attimo Instagram”, chiamate… basta un’interruzione perché il gesto si perda.
- Incertezza: “L’ho già presa?”: senza un sistema di tracciamento si può non ricordare se la compressa è stata assunta, con ansia, doppie assunzioni o dosi saltate per prudenza.
- Scorte, ricette, refill: burocrazia e attriti: ricetta scaduta, farmacia chiusa, fine confezione “a sorpresa”; la logistica attorno al farmaco genera attriti che nell’ADHD diventano veri blocchi.
- Cambi di confezione e somiglianze visive: confezioni simili o cambi di brand confondono e aumentano il rischio di sbagliare farmaco o orario.
- Mancanza di un “piano B”: se il promemoria salta o si è fuori casa senza blister, non esiste una strategia di backup.
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5 Strategie pratiche per migliorare l’aderenza terapeutica nelle persone ADHD
Abbiamo raccolto alcune strategie concrete, pensate per essere semplici, ripetibili e automatizzabili.
L’idea non è “fare tutto”: scegli due o tre interventi, applicali per 2–3 settimane, poi aggiusta il sistema con calma.
1) Promemoria “classici”: sveglie per ricordarsi di prendere le medicine se sei ADHD
- Imposta una sveglia all’orario di assunzione. Etichettala chiaramente: “ADHD – compressa mattino”.
- Se prendi più dosi, usa etichette diverse: “ADHD – mattino”, “ADHD – pomeriggio”.
- Attiva ripetizione e snooze breve (es. 5–10 minuti) per evitare di spegnerla e dimenticare.
- Volume e vibrazione adeguati all’ambiente (lavoro/silenzio). Se necessario, suono distintivo.
- Se usi uno smartwatch o bracciale, duplica la sveglia sul polso: vibrazione = meno distrazioni esterne, più probabilità di notare l’allarme.
- Regola d’oro: la sveglia deve suonare quando il farmaco è fisicamente raggiungibile (vedi punto su “rituali”). Una sveglia al volo, mentre sei in metro senza pillole, crea solo frustrazione.
2) App di tipo “Pill Reminder” per non dimenticare i farmaci ADHD
Per molte persone ADHD, un’app promemoria farmaci è il salto di qualità. Oltre a ricordarti la dose, può:
- inviare notifiche ripetute finché non “confermi” di aver preso la pillola;
- chiederti se non sei sicuro (“l’ho già presa?”) e registrare lo stato;
- avvisarti quando la confezione sta per finire (conta automatica delle compresse);
- ricordarti di contattare il medico prima della scadenza della ricetta;
- creare un registro di assunzioni (utile da condividere con il medico per ottimizzare dose/orari);
- permettere più profili (se gestisci anche farmaci per figli/partner).
Come si imposta in modo “ADHD-friendly”:
- Scarica l’app (scegline una semplice, con interfaccia chiara).
- Inserisci nome del farmaco, dosaggio, orari e quantità in confezione.
- Attiva le notifiche persistenti e il promemoria refill/ricetta.
- Aggiungi l’opzione di conferma (marcala come presa), così eviti il dubbio.
- Se possibile, sincronizza con smartwatch e calendario.
Vantaggio chiave: dopo il primo set-up, l’app fa gran parte del lavoro. Non devi ricordarti di ricordare: è questo il cuore dell’automazione.
3) Ritualizzare il momento dell’assunzione del farmaco ADHD (habit stacking)
Gli automatismi si creano meglio se leghiamo il comportamento a un rito quotidiano già esistente (“habit stacking”). Esempi:
- Sul comodino: metti la pilloliera accanto al caricatore del telefono. La sera, quando metti il telefono in carica, vedi il farmaco. La mattina, quando sblocchi il telefono, la pillola è lì.
- In bagno: vicino allo spazzolino. Dopo esserti lavato i denti, prendi la compressa.
- In cucina: tazza del caffè + pillola. Appena prepari il caffè, prendi il farmaco.
Consigli pratici:
- Usa contenitori trasparenti o pilloliere colorate: se vedi il contenuto, il cervello riceve un segnale visivo forte.
- Acqua a portata: una piccola bottiglia vicino alla pillola elimina l’attrito “non ho acqua”.
- Regola del “tocco singolo”: quando la sveglia suona, fai un solo gesto sequenziale (prendi pillola → bevi → marca come presa). Niente attività intermedie (es. aprire app social).
4) Pilloliera settimanale (AM/PM) per le pillole ADHD
Una pilloliera settimanale con scomparti giorno/ora riduce due rischi: dimenticare e raddoppiare.
- Se lo scomparto è vuoto, l’hai presa. Se è pieno, no.
- Scegline una con etichette chiare e chiusura facile.
- Dedica un momento fisso della settimana (es. domenica sera) per riempirla; imposta un promemoria ricorrente per questa operazione.
- Se prendi farmaci a orari diversi, valuta pilloliere AM/PM o 3 fasce (mattina, pomeriggio, sera).
5) Micro-ricompense: gamificare l’assunzione delle medicine ADHD
- “Se prendo la dose entro 10 minuti dalla sveglia → micro-premio” (es. 5 minuti di musica, un caffè speciale).
- Badge o streak nell’app: vedere i giorni “tutti verdi” è motivante.
Come già accennato, noi di GAM-Medical conosciamo bene queste dinamiche e siamo pronti e preparati anche all’eventualità di una scarsa aderenza nei percorsi con persone ADHD: nella nostra clinica specializzata in ADHD, i nostri professionisti (psichiatri e psicologi) affrontano quotidianamente questi ostacoli e li integrano nel piano di cura.
Sappiamo che, nel caso dell’ADHD, la ridotta aderenza non nasce da paura del trattamento, scarsa motivazione, “faccio di testa mia” o dall’idea “ora sto bene quindi smetto”, ma molto più spesso da motivi concreti e pratici come quelli descritti sopra.
Per questo progettiamo strategie semplici e realistiche che riducono gli attriti e rendono la terapia più facile da seguire, ogni giorno.
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