Ti è mai capitato di chiederti se un commento sul corpo, tuo o altrui, sia davvero innocuo o stia oltrepassando il limite? Vorresti capire cosa significa bodyshaming, per riconoscerlo nella vita di tutti i giorni e sapere come muoverti con decisione ma senza conflitti? Soffri di un disturbo del comportamento alimentare e vorresti sapere come evitare di subire emotivamente il giudizio di sconosciuti o conoscenti?
In questo articolo trovi definizioni chiare e indicazioni operative, con un taglio pratico e basato su evidenze, pensato per aiutarti a orientarti subito.
Che cos’è il bodyshaming?
Per bodyshaming si intende l’atto di criticare, ridicolizzare o valutare il valore di una persona sulla base dell’aspetto fisico.
Non riguarda soltanto il peso: altezza, pelle, peli, muscolatura, lineamenti, cicatrici o disabilità possono diventare bersagli. Questo meccanismo, di natura prettamente vessatoria, trasmette l’idea che il corpo debba conformarsi a uno standard e che chi se ne discosta “meriti” correzioni, consigli non richiesti o derisione. Il bodyshaming può avvenire a scuola, al lavoro, in palestra e online, spesso camuffato da “scherzi” o “preoccupazione per la salute”.
Una forma specifica è il fat shaming (grassofobia), che alimenta stigma del peso e discriminazione del peso. Quando questi messaggi diventano la voce interiore, si parla di bias interiorizzato: credere (a torto) di valere meno per come appare il proprio corpo. Contrastare questa spirale richiede educazione all’inclusività e rispetto del corpo come principi trasversali nelle relazioni e nelle istituzioni (scuole, luoghi di lavoro, servizi sanitari), mentre gli effetti sulla mente di chi ne è vittima

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Quali possono essere gli effetti e le conseguenze del bodyshaming?
Gli effetti del bodyshaming non si esauriscono nel momento del commento: si accumulano, erodendo autostima e salute mentale. La ricerca di R. M. Puhl, M. S. Himmelstein e R. L. Pearl “Weight stigma as a psychosocial contributor to obesity” (2020) mostra come lo stigma del peso incrementi stress, isolamento e condotte alimentari disfunzionali, soprattutto quando il pregiudizio viene interiorizzato.

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Le 7 principali conseguenze psicologiche del bodyshaming
- Vergogna e senso di colpa: emozioni pervasive che alimentano ruminazioni, autocritica e ritiro sociale.
- Ansia ed evitamento: timore del giudizio in spogliatoi, ristoranti, palestre o visite mediche, fino a evitare attività una volta piacevoli.
- Distorsione dell’immagine corporea: iperfocalizzazione sui “difetti”, confronto costante e controllo ripetuto (specchi, foto).
- Comportamenti alimentari disfunzionali: restrizioni rigide, abbuffate, cicli punitivi che rinforzano lo stress.
- Bias interiorizzato: accettare lo stigma del peso come verità personale (“valgo quanto peso”), con ricadute su motivazione e umore.
- Difficoltà nelle relazioni e nell’intimità: il timore del giudizio sul corpo porta a evitare contatto fisico, sessualità e nuove conoscenze; si rafforza l’isolamento e si tollerano dinamiche di controllo o svalutazione pur di “non esporsi”.
- Impatto sulle cure: rinvio degli accertamenti clinici, peggiore alleanza terapeutica e maggiore vulnerabilità a discriminazione del peso.

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Bodyshaming sui social
Nel digitale, bodyshaming e cyberbullismo si potenziano a vicenda: filtri, confronti infiniti, metriche di like. In adolescenza, l’esposizione reiterata può rafforzare bias interiorizzato e fragilità alimentari: lo evidenzia lo studio “Body shaming and internalized weight bias as potential precursors of eating disorders in adolescents” (2024) di S. Cerolini, M. Vacca, A. Zegretti, A. Zagaria e C. Lombardo.
Prevenire è fondamentale: investire nella salute mentale degli adolescenti, con educazione all’inclusività e al digitale, sportelli di ascolto e accesso tempestivo a supporto psicologico, riduce l’impatto del body shaming e dei commenti offensivi online e tutela il loro sviluppo.

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5 Strategie per evitare il bodyshaming e gestire i commenti offensivi online
Ecco cinque strategie pratiche pensate per prevenire il body shaming sui social, ridurre l’impatto dei commenti offensivi online e favorire ambienti di conversazione più sicuri, inclusivi e rispettosi.
- Cura del feed + consapevolezza algoritmica: smetti di seguire profili che alimentano confronto tossico, aggiungi voci inclusive e ricorda che i feed non sono neutrali (filtri e algoritmi distorcono la realtà).
- Moderazione attiva degli spazi digitali: silenzia, blocca e segnala; attiva filtri per parole d’odio e approvazione preventiva dei commenti per ridurre cyberbullismo e bodyshaming.
- Intervento dei testimoni e supporto alla vittima, con toni fermi e rispettosi, segnala i contenuti e offri sostegno diretto: il silenzio normalizza l’abuso.
- Educazione all’inclusività nelle community: definisci linee guida chiare contro fat shaming (grassofobia), stigma del peso e discriminazione del peso, con procedure di moderazione trasparenti.
- Autoprotezione e igiene digitale: limita l’esposizione, pianifica pause, disattiva commenti su post sensibili e scegli impostazioni di privacy che tutelino rispetto del corpo e benessere.

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Come superare il bodyshaming?
Uscire dal tunnel è possibile. Lavorando su più livelli: personale, relazionale e culturale con strategie per combattere il bodyshaming che includano body positivity, body neutrality, accettazione del corpo e accettazione di sé. La comparazione seguente ti aiuta a scegliere cosa applicare, quando.
Approccio | Obiettivo principale | Tecniche chiave | Esempi/azioni immediate |
Body positivity | Contrastare stereotipi e celebrare la diversità corporea | Valorizzazione delle differenze; linguaggio pro-corpo; educazione all’inclusività | Segui creator inclusivi; pratica auto-lode realistica; riconosci abilità oltre l’estetica |
Accettazione del corpo / accettazione di sé | Coltivare consapevolezza e compassione anche nei giorni “no” | Auto-compassione; normalizzazione delle fluttuazioni; rituali di cura | Diario di gratitudine corporea; mindful eating; chiedi supporto professionale quando serve |
Consapevolezza dei trigger | Intercettare in anticipo situazioni, persone e pensieri che innescano giudizio | Mappa i trigger; monitoraggio emozionale; check-in quotidiani | Annota quando/come compaiono pensieri svalutanti; prepara risposte tipo e piani di uscita |
Ristrutturazione del dialogo interno | Sostituire narrazioni svalutanti con messaggi di rispetto del corpo | Riformula il dialogo interno; dispute cognitive; mantra funzionali | Dal “devo cambiare per valere” a “merito cura e rispetto ora”; post-it con frasi ponte |
Confini e comunicazione assertiva | Proteggere spazi e relazioni da commenti nocivi | Stabilisci confini; richieste chiare; gestione dei “no” | Chiarisci che i commenti sul corpo non sono benvenuti; proponi temi alternativi; time-out |
Intervento sul contesto | Rendere ambienti e regole più equi e accoglienti | Agisci sul contesto: policy anti discriminazione del peso, formazione, spazi adeguati | Co-crea linee guida in team/scuola; promuovi linguaggio inclusivo; verifica sedute/attrezzature adatte |
Rete di supporto | Non affrontare da solə stigma e ricadute emotive | Crea una rete (amici, gruppi, professionistə); alleanze a scuola/lavoro | Condividi obiettivi con 1–2 alleati; partecipa a community inclusive; chiedi feedback protettivi |
Pilastri di salute mentale | Sostenere umore, resilienza e autoregolazione | Proteggi la salute mentale: sonno, pasti regolari, movimento gentile, pause dallo schermo | Routine serale costante; spuntini programmati; camminata quotidiana; detox digitale settimanale |

Il Bodyshaming ha conseguenze sulla salute mentale?
Il bodyshaming non definisce chi sei, ma può oscurare l’autostima e il rapporto con il cibo. Per fare chiarezza in modo riservato e affidabile, una soluzione veloce e gratuita è il test per i disturbi alimentari offerto gratuitamente da GAM Medical: pochi minuti per valutare indicatori chiave e capire come superare il bodyshaming con strumenti su misura.
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Questo è contenuto divulgativo e non sostituisce le diagnosi di un professionista. Se ti è piaciuto l’articolo, condividilo.
Fonti:
- https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/32053000/
- https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/38379620/