5 Segnali per Capire se hai un DOC (o solo fissato)

Tempo di lettura: 6 minuti

Indice Contenuti
5 Segnali per Capire se hai un DOC (o solo fissato)

È una domanda che, prima o poi, in molti si pongono: “Quello che faccio è davvero un comportamento ossessivo-compulsivo, oppure si tratta solo di una fissazione, una piccola mania innocua?”

Nell’epoca in cui la consapevolezza sui disturbi mentali cresce, ma contemporaneamente i termini clinici vengono utilizzati con leggerezza nel linguaggio comune, non è raro sentire affermazioni del tipo: “Anch’io sono un po’ ossessivo-compulsivo”, magari perché si preferisce che i cuscini sul divano siano perfettamente simmetrici, o si prova un fastidio quasi fisico se i quadri sono storti.

Tutti, almeno una volta, abbiamo messo in atto comportamenti che potremmo definire “strani”, “maniacali” o “rituali”, senza che questi comportamenti rappresentino necessariamente un problema clinico.

C’è chi imposta sempre il volume della televisione o della radio solo su numeri pari, oppure solo su multipli di 5.

Qualcun altro non riesce a resistere all’impulso di camminare solo all’interno delle piastrelle del marciapiede, evitando con estrema attenzione di calpestarne le linee.

E ancora: c’è chi controlla più volte di aver spento il fornello prima di uscire, chi ritorna sui propri passi per assicurarsi di aver davvero chiuso bene la porta di casa o quella dell’auto.

Questi comportamenti, nella loro forma più comune, sono largamente condivisi nella popolazione e spesso non comportano un disagio rilevante.

Possono essere legati all’abitudine, alla personalità, al bisogno di controllo o semplicemente a un momento di ansia.

Eppure, basta ascoltare una testimonianza vera di chi convive con il Disturbo Ossessivo-Compulsivo (DOC), per sentirsi improvvisamente coinvolti: “Anch’io faccio quella cosa lì, allora vuol dire che ce l’ho anche io?”

La realtà, però, è più complessa.

Il Disturbo Ossessivo-Compulsivo è spesso frainteso, banalizzato, ridotto nella cultura popolare a un insieme di piccole manie legate all’ordine o alla pulizia.

Il confine tra una fissazione “normale” e un disturbo vero e proprio può essere sottile, sfumato, difficile da cogliere a un primo sguardo.

Non tutte le manie possono essere ricondotte ai sintomi del DOC e non tutte le abitudini rigide sono compulsioni.

Ma, allo stesso tempo, alcuni di questi comportamenti possono diventare invasivi, dispendiosi in termini di tempo e di energia mentale, e compromettere significativamente la qualità della vita.

Nelle prossime righe vedremo insieme come riconoscere questa sottile linea di demarcazione.

5 modi per capire se le tue fissazioni sono solo abitudini o un disturbo ossessivo-compulsivo

La linea tra ossessioni e compulsioni vere e proprie — quelle del disturbo ossessivo-compulsivo — e le semplici manie o fissazioni è davvero molto sottile. E questo perché, in realtà, il contenuto può essere lo stesso.

Ordine, simmetria, controllo, ripetizione, verifiche continue… sono cose che può fare chiunque, e che fanno anche le persone con un DOC.

Ecco perché quando qualcuno ascolta una testimonianza sul disturbo ossessivo-compulsivo, spesso si sente coinvolto: “Anch’io faccio così, allora forse ce l’ho anch’io”, si autodiagnostica o si preoccupa.

Ma non è solo suggestione: è proprio che le cose che si fanno, esteriormente, possono sembrare identiche.

È questo che crea tanta confusione: la somiglianza nei comportamenti, nei gesti, nelle abitudini. La differenza però c’è, ed è importante.

Non è tanto nel “cosa” si fa, ma nel “perché”, nel “come” e nel “quanto”.
E adesso vediamo meglio quali sono questi aspetti che fanno davvero la differenza.

Ciò che distingue le ossessioni e le compulsioni del disturbo ossessivo-compulsivo dalle semplici manie o fissazioni quotidiane non è tanto il contenuto di ciò che si fa, ma tutta una serie di fattori più profondi e spesso invisibili a occhio nudo.

Proprio perché certe azioni o pensieri possono sembrare identici si fa spesso confusione.

Ma ci sono delle differenze sostanziali.

Qui ti forniamo 5 elementi di discriminazione per capire se le tue fissazioni sono solo abitudini o un vero e proprio disturbo ossessivo-compulsivo:

  1. Non è cosa fai, ma perché lo fai: nel DOC, il problema non è il contenuto in sé dell’ossessione o della compulsione. Quello può essere anche banale, comune, quotidiano. Il punto è la motivazione sottostante. Se una persona controlla dieci volte la porta di casa non è perché è particolarmente prudente, ma perché è assalita da un pensiero intrusivo e angosciante: “Se non controllo, succederà qualcosa di terribile”. La compulsione è una risposta ad un pensiero ossessivo che genera ansia e che la persona non riesce a ignorare. Nelle manie o fissazioni quotidiane, invece, c’è più spesso un senso di abitudine, o una preferenza estetica, o una forma di piacere personale, senza ansia devastante se il comportamento non viene eseguito.
    • Ad esempio: se metti il volume della radio solo sui numeri pari “perché ti piace così”, “ti dà soddisfazione” o “ti sembra più ordinato”, probabilmente è una mania. Se invece devi farlo perché altrimenti senti un’ansia opprimente o pensi che possa succedere qualcosa di brutto, allora potrebbe essere una compulsione.
  2. Intensità: nel disturbo ossessivo-compulsivo, i pensieri e i comportamenti sono molto più intensi. Non si tratta di una semplice preferenza o di una piccola stranezza: si tratta di qualcosa che prende il sopravvento, che domina il pensiero, che non lascia tregua. L’intensità può crescere nel tempo e arrivare a livelli davvero insostenibili. Le manie quotidiane, invece, tendono ad essere molto più leggere, spesso persino flessibili: se non posso seguire la mia mania, pazienza, ci passo sopra. Nel DOC, invece, “passarci sopra” è quasi impossibile.
    • Ad esempio: se ogni tanto ti capita di controllare due volte di aver chiuso la macchina e ti tranquillizzi, probabilmente è una fissazione leggera. Se invece ci pensi per ore, anche quando sei già lontano, e senti un’ansia crescente che ti spinge a tornare indietro più volte, allora potremmo essere in presenza di qualcosa di diverso.
  3. Frequenza: una mania può essere occasionale, una fissazione può presentarsi in certi contesti e poi sparire per settimane. Nel DOC, invece, i pensieri ossessivi e le compulsioni sono molto frequenti, spesso quotidiane, e si ripetono anche più volte al giorno. C’è una ripetitività insistente, automatica, che la persona non riesce a bloccare.
    • Ad esempio: se ti capita una volta ogni tanto di sistemare le penne in fila perché ti rilassa, è una mania. Se tutti i giorni devi sistemarle in un ordine preciso e non riesci a concentrarti finché non lo fai, allora la frequenza diventa un segnale importante da osservare.
  4. Malessere e incapacità di ignorare: nel disturbo ossessivo-compulsivo, il grado di sofferenza è alto. Le persone non mettono in atto certi comportamenti “perché vogliono”, ma “perché devono”. Le compulsioni sono vissute come un obbligo, una catena mentale che non si riesce a spezzare. Ignorare l’impulso a controllare, sistemare, ripetere o evitare può generare un’ansia fortissima, a volte insostenibile. Le manie, al contrario, sono spesso vissute con leggerezza, a volte con ironia, e non c’è una vera sofferenza dietro.
    • Ad esempio: quando ti capita di avere una mania, riesci a ignorarla? Ti distrai e ti passa, oppure senti che la devi fare per forza, altrimenti ti si blocca la mente e pensi che possa succedere qualcosa di grave? Se è la seconda, allora potrebbe non essere solo una mania.
  5. Impatto sulla vita quotidiana: un elemento chiave per distinguere le ossessioni e compulsioni cliniche è quanto influenzano la tua vita. Nel DOC, queste azioni possono portare via moltissimo tempo, rendere difficile lavorare, studiare, uscire di casa o avere relazioni. Possono bloccare la giornata, far ritardare appuntamenti, creare disagio sociale. Le manie comuni, invece, raramente interferiscono in modo significativo con la vita: magari ti fanno sorridere, o ti danno un senso di comfort, ma non ti impediscono di vivere.
    • Ad esempio: se ti piace tenere la scrivania ordinata prima di iniziare a lavorare, ma puoi anche iniziare a lavorare con un po’ di disordine se serve, non è un problema. Se invece perdi ore a sistemarla, al punto da non riuscire a iniziare finché non è perfetta, e questo ti fa arrivare in ritardo o ti fa saltare appuntamenti, allora l’impatto è più serio.

A questo punto, se leggendo questo testo ti sei sentito coinvolto, se ti sei rivisto in alcuni comportamenti o pensieri, è del tutto normale chiederti: “Ma allora ce l’ho davvero? Potrei avere un disturbo ossessivo-compulsivo?” La verità, però, è che per quanto questo tipo di contenuto possa aiutarti a riflettere, orientarti, o farti venire qualche dubbio in più, non può darti una risposta certa. Può darti uno spunto, può aiutarti a capire se vale la pena approfondire, ma non può sostituire una diagnosi di DOC professionale.

L’unico modo per sapere davvero se si tratta di un DOC oppure no, è quello di rivolgersi a dei professionisti della salute mentale.

Ancora meglio se ti affidi a un centro specializzato nel disturbo ossessivo-compulsivo, dove puoi essere seguito da un’équipe che conosce a fondo questo tipo di problematica.

In questi contesti troverai psichiatri e psicologi formati sul disturbo, con cui potrai intraprendere un percorso di valutazione accurato.

Solo così sarà possibile capire se si tratta davvero di un DOC, o se quello che stai vivendo è semplicemente un pattern abituale innocuo, una forma di ansia, o qualcos’altro.

Perché sì, può sembrare un DOC, ma non esserlo affatto.

Oppure può esserlo, ma in una forma iniziale, lieve, che può essere affrontata prima che diventi più invasiva. In ogni caso, sapere è sempre meglio che restare nel dubbio, e affidarsi a persone competenti è la strada più sicura.

Detto questo, se leggendo questo testo ti sei ritrovato in diversi punti e vuoi iniziare da qualcosa di semplice, puoi fare un primo passo in autonomia: provare il test per il disturbo ossessivo-compulsivo che la clinica psicologica GAM Medical mette gratuitamente a disposizione.

Non si tratta di un giochino online né di un oroscopo travestito: è la versione digitalizzata di un test standardizzato, uno strumento psicologico reale, che viene usato anche nei contesti clinici in formato cartaceo.

Può essere un primo indicatore utile per capire quanto effettivamente certi pensieri o comportamenti siano rilevanti e meritevoli di approfondimento.

Insomma, se hai il dubbio, non ignorarlo, esploralo. Chiedi, informati, e se serve, affidati pure a noi!

Subscribe
Notificami
0 Commenti
Oldest
Newest Most Voted
Inline Feedbacks
View all comments

Psicologia generale

Condividilo

Pensi di soffrire di un disturbo d’ansia?

Fai ora il test di autovalutazione che può fornirti una prima indicazione sulla possibilità di intraprendere un percorso diagnostico per l’ansia.

Pensi di soffrire di depressione?

Fai ora il test di autovalutazione che può fornirti una prima indicazione sulla possibilità di intraprendere un percorso diagnostico per la depressione. 

Guarda le nostre recensioni

Pensi di soffrire di qualche disturbo?

I nostri test psicologici possono essere il primo passo verso la richiesta di un supporto clinico, in presenza dei sintomi di disturbi comuni come ansia, depressione, stress, ADHD, autismo e altro ancora.

Se ti è piaciuto l'articolo iscriviti alla newsletter per non perdere tutte le nostre comunicazioni.