Per chi convive con l’ansia, l’estate può rappresentare un momento particolarmente delicato e, talvolta, persino più difficile degli altri periodi dell’anno.
Se per molte persone, l’estate è sinonimo di vacanze, leggerezza e momenti di svago: le giornate si allungano, il ritmo rallenta, le occasioni sociali si moltiplicano, per le persone ansiose il periodo estivo potrebbe non rappresentare la stessa cosa.
Capita spesso che chi è soggetto ad ansia o attacchi di panico noti un incremento dei sintomi ansiosi proprio nei mesi estivi.
Una sensazione che può disorientare, soprattutto perché va contro l’idea comune di un’estate “liberatoria” e spensierata.
Si tratta di un’esperienza più diffusa di quanto si pensi, e riconoscerla è il primo passo per prendersi cura di sé in modo più consapevole.
Senza entrare ancora nei motivi specifici, di cui parleremo nel prossimo paragrafo, per ora è è importante sapere che può succedere.
L’ansia non va in vacanza, e talvolta trova proprio nei cambiamenti estivi un terreno fertile per intensificarsi.
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Perché l’Ansia Aumenta d’Estate
Come già spiegato nel paragrafo introduttivo si l’ansia può aumentare durante l’estate e le ragioni possono essere diverse.
Tra i principali motivi troviamo:
- Aumento delle sensazioni corporee indotte dal caldo: l’estate è inevitabilmente associata a un innalzamento delle temperature, e questo ha un impatto diretto sul nostro corpo. Quando fa caldo, il corpo reagisce attivando una serie di meccanismi fisiologici: la sudorazione aumenta, il battito cardiaco può accelerare, si sperimenta un senso di affanno, il respiro si fa più superficiale, la pressione può oscillare e si avverte una maggiore spossatezza. Tutti questi segnali somatici sono del tutto normali, ma per una persona con una predisposizione ansiosa – o che ha vissuto attacchi di panico – possono essere interpretati come segnali di allarme. Il corpo, in sostanza, “parla” in un linguaggio che può ricordare molto da vicino quello dell’ansia, innescando un circolo vizioso in cui la percezione di disagio fisico viene letta come minaccia imminente. Dal punto di vista neurofisiologico, il sistema nervoso simpatico – deputato all’attivazione – può essere più facilmente sollecitato dal caldo, rendendo più facile l’innesco di una risposta ansiosa anche in assenza di un pericolo reale.
- Variazioni neurochimiche e predisposizione individuale: infine, esistono anche fattori neurobiologici che possono contribuire a spiegare un aumento dell’ansia in estate. La variazione della luce solare, ad esempio, modifica i livelli di melatonina e serotonina, due neurotrasmettitori fondamentali per la regolazione dell’umore e dell’attivazione emotiva. In alcune persone – specie quelle sensibili alla luce o con disturbi dell’umore stagionali – queste fluttuazioni possono influenzare negativamente l’equilibrio interno. Inoltre, il caldo prolungato può indurre una condizione di “stress termico”, che ha effetti diretti sul sistema nervoso autonomo e sulla percezione soggettiva di benessere. In soggetti predisposti, queste variazioni possono facilitare l’iperattivazione del sistema limbico, coinvolto nella risposta emotiva alla minaccia, rendendo più probabile il manifestarsi di stati ansiosi.
- Pressione sociale, FOMO e iperstimolazione ambientale: l’estate è spesso vissuta, almeno a livello culturale e mediatico, come il tempo della “massima felicità”. Si moltiplicano le immagini di socialità, viaggi, aperitivi al tramonto, corpi scolpiti sulla spiaggia. Questo bombardamento costante di aspettative sociali può far emergere – o acuire – un senso di inadeguatezza, solitudine o esclusione. La cosiddetta FOMO (Fear of Missing Out) è una realtà psicologica sempre più diffusa, alimentata in particolare dalla continua esposizione ai social network, dove la vita degli altri appare più vivace, più bella, più “estiva”. Per chi è predisposto all’ansia, questo può innescare un senso di pressione interna, una domanda silenziosa ma insistente: “E io, sto vivendo abbastanza?”. Questa tensione può trasformarsi in malessere, senso di colpa o ansia generalizzata, soprattutto se si attraversano momenti in cui si ha meno energia o meno possibilità economiche o relazionali rispetto a ciò che si osserva intorno a sé.
- Confronto corporeo e autostima: l’estate porta con sé inevitabilmente un’esposizione maggiore del corpo. I vestiti si fanno più leggeri, la spiaggia – o anche solo la città in estate – diventa un luogo in cui il corpo diventa più visibile, più esposto, più giudicato. Per molte persone questo confronto può essere motivo di disagio, soprattutto se si convive con una percezione corporea negativa, con insicurezze o con esperienze pregresse di body shaming. L’ansia può nascere da un senso di inadeguatezza, da un costante autocontrollo su come si appare, da un confronto implicito con gli altri o con uno standard ideale irraggiungibile. Dal punto di vista psicologico, si tratta di una forma di iperattivazione del Sé osservato, che rende difficile sentirsi a proprio agio in ambienti pubblici e può generare anticipazioni negative rispetto a situazioni sociali. Questo tipo di ansia si lega profondamente all’autostima, alla vulnerabilità narcisistica e al bisogno di accettazione.
- Cambiamento delle routine e senso di sradicamento: la stagione estiva comporta un’interruzione delle routine quotidiane, che spesso – pur nella loro rigidità – rappresentano una fonte di stabilità e contenimento per le persone ansiose. Le vacanze, i viaggi, i periodi di pausa dal lavoro, i cambiamenti negli orari e negli ambienti possono rappresentare una forma di “sradicamento” temporaneo che, invece di essere vissuto con leggerezza, viene percepito come perdita di controllo. Il cambiamento, anche quando desiderato, può innescare una risposta di stress: il cervello umano tende a preferire ciò che è prevedibile, e chi soffre di ansia ha spesso bisogno di appigli, abitudini, piccole certezze quotidiane. La mancanza di riferimenti stabili – o la pressione a “dover rilassarsi per forza” – può paradossalmente produrre un effetto opposto, facendo aumentare l’attivazione fisiologica, l’irrequietezza e la tendenza al rimuginio.
- Paure legate a spostamenti, viaggi, mezzi di trasporto: per molte persone, l’idea di viaggiare – in particolare in aereo, ma anche in treno, in auto o in luoghi affollati – può essere associata ad ansia anticipatoria o a vere e proprie fobie. L’estate, con le sue proposte di viaggio e di esplorazione, può attivare una serie di paure legate alla perdita di controllo, alla distanza da contesti familiari, alla possibilità di sentirsi male “lontano da casa”. Le persone con disturbi d’ansia possono sentirsi in difficoltà all’idea di affrontare situazioni dove non hanno la possibilità immediata di fuggire, dove non ci sono punti di riferimento rassicuranti, o dove temono di poter vivere un attacco di panico senza possibilità di aiuto. Questo tipo di ansia può diventare tanto intensa da portare all’evitamento sistematico di certe esperienze, generando frustrazione, senso di limitazione e ulteriore disagio psichico.
Quindi, le cause dell’incremento dell’ansia durante l’estate possono essere diverse e si collocano su piani differenti: alcune sono di natura più organica, neurochimica o fisiologica – come gli effetti del caldo o della luce solare sul corpo e sul cervello – mentre altre sono più strettamente psicologiche e sociali, legate al modo in cui l’estate impatta sulle nostre abitudini, relazioni, aspettative e vissuti emotivi.
È importante ricordare che, molto spesso, l’ansia legata all’estate non compare all’improvviso, ma inizia a manifestarsi già nelle settimane o nei mesi precedenti.
Si tratta di una forma di ansia anticipatoria, che nasce come previsione – più o meno consapevole – di quello che si teme di poter provare durante la stagione estiva vera e propria.
In questi casi, il pensiero dell’estate attiva già nel presente una serie di sensazioni fisiche e mentali che generano disagio: può esserci una maggiore irrequietezza, difficoltà a rilassarsi, sbalzi di umore, pensieri ricorrenti, fino a veri e propri episodi di panico.
Se stai vivendo proprio questo – se in questi giorni senti che la tua ansia sta aumentando in parallelo al salire delle temperature, o se percepisci un’ansia legata al significato sociale e simbolico dell’estate – sappi che non sei solo o sola. E soprattutto: non è necessario aspettare che la situazione peggiori per chiedere aiuto.
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Se ti riconosci in ciò che hai letto e senti il bisogno di affrontare questo periodo con maggiore serenità, contattare uno specialista potrebbe essere il primo passo per iniziare a vivere l’estate in modo più stabile, consapevole e leggero.
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