Ti è mai capitato di sentire il cuore battere forte, la mente confusa e le gambe tremare prima di una gara importante?
L’ansia da prestazione nello sport è un fenomeno comune tra atleti di ogni livello, dai dilettanti ai professionisti. Quando l’adrenalina si trasforma in panico e la concentrazione vacilla, la prestazione rischia di risentirne. Eppure, ci sono strategie efficaci per affrontarla e trasformarla in un’alleata.
In questo articolo scoprirai che cos’è l’ansia da prestazione sportiva, quali sono i suoi sintomi e le cause principali, e soprattutto 3 strategie utili per combatterla e migliorare le tue performance.
Che cos’è l’ansia da prestazione nello sport?
L’ansia da prestazione nello sport è uno stato psicologico caratterizzato da preoccupazione, tensione fisica e apprensione legata all’esecuzione di una performance sportiva. Può manifestarsi prima di una competizione, durante l’allenamento o anche in fase di recupero, e può compromettere significativamente il rendimento dell’atleta.
Secondo lo studio Anxiety and performance: A cognitive perspective (Craft, Magyar, Becker & Feltz, 2003), pubblicato su Journal of Sport & Exercise Psychology, l’ansia da prestazione è il risultato di un’interazione complessa tra pensieri negativi, attivazione fisiologica e interpretazione soggettiva della situazione sportiva. Lo studio sottolinea come l’ansia abbia una componente sia cognitiva (pensieri, aspettative, paure) che somatica (reazioni corporee come tachicardia, sudorazione, tensione muscolare). L’effetto finale sull’atleta dipende dalla sua capacità di gestire questi segnali e dare loro un significato funzionale o disfunzionale.
In sostanza, non è tanto la presenza dell’ansia a essere dannosa, quanto la sua interpretazione. Alcuni atleti riescono a canalizzarla in energia positiva, mentre altri la subiscono, perdendo concentrazione e fiducia.

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Ansia da prestazione sportiva: come si manifesta?
L’ansia da prestazione si manifesta su tre livelli: fisico, cognitivo ed emotivo. Riconoscerli è il primo passo per imparare a gestirla.
Sintomi fisici
- Battito accelerato: il cuore corre, anche a riposo.
- Sudorazione eccessiva: soprattutto mani e fronte.
- Tensione muscolare: il corpo è rigido, i movimenti meno fluidi.
- Nausea o mal di stomaco: lo stress colpisce l’apparato digerente.
- Tremori: mani, gambe o voce che tremano senza controllo.
Sintomi cognitivi ed emotivi
- Pensieri negativi: “E se sbaglio?”, “Non sono pronto”.
- Paura del giudizio o del fallimento: più attenzione al risultato che alla prestazione.
- Perdita di fiducia: dubbi sulle proprie capacità, anche se si è preparati.
- Difficoltà di concentrazione: la mente vaga o si blocca.
- Irritabilità: nervosismo prima e durante la gara.
Secondo lo studio Anxiety and performance (Craft et al., 2003), questi sintomi possono interferire direttamente con l’esecuzione, soprattutto quando l’atleta smette di agire in automatico e cerca di controllare ogni gesto, peggiorando il rendimento.
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Cosa provoca l’ansia da prestazione sportiva?
L’ansia da prestazione sportiva ha origini complesse e multifattoriali, che coinvolgono sia aspetti personali che dinamiche del contesto atletico. Non è un fenomeno isolato, ma il risultato dell’interazione tra fattori psicologici, ambientali ed esperienziali.
- Aspettative elevate: Una delle cause principali è la pressione legata al dover ottenere risultati eccellenti. Questa pressione può essere autoimposta dall’atleta stesso oppure provenire da allenatori, genitori o spettatori. Il timore di deludere queste aspettative può innescare un circolo vizioso di stress, tensione e insicurezza, compromettendo la prestazione.
- Paura del giudizio altrui: Nei contesti sportivi, soprattutto quelli individuali, ogni errore è facilmente visibile. Questo rende l’atleta particolarmente vulnerabile al timore di essere valutato negativamente. La presenza del pubblico, delle telecamere o di figure autoritarie (come gli allenatori) può amplificare questo tipo di ansia.
- Esperienze negative passate: Eventi pregressi come una gara fallita o un infortunio traumatico possono lasciare una traccia emotiva duratura. Il cervello può associare le situazioni competitive a sensazioni di fallimento, creando una risposta anticipatoria negativa anche in occasioni completamente nuove.
- Insufficiente preparazione mentale: Anche atleti fisicamente ben preparati possono andare in crisi se non hanno sviluppato adeguate strategie psicologiche per la gestione dello stress. La mancanza di tecniche come la visualizzazione, il self-talk positivo o la respirazione controllata può rendere più difficile contenere l’ansia in momenti critici.
Numerosi studi sottolineano infine che la percezione soggettiva di controllo è un elemento chiave: se l’atleta si sente poco competente o mal preparato, il senso di inadeguatezza fa aumentare notevolmente l’ansia.
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Ansia da prestazione: 3 strategie utili per combatterla
Affrontare l’ansia da prestazione richiede un lavoro su più livelli: mentale, comportamentale ed emotivo. Le strategie che seguono sono supportate dalla psicologia dello sport e possono essere adattate a seconda delle esigenze individuali.
- Tecniche di respirazione e rilassamento progressivo:Il primo passo per gestire l’ansia è imparare a riconoscere e calmare il corpo. La respirazione diaframmatica, ad esempio, aiuta a rallentare il battito cardiaco e a ridurre la tensione muscolare. Praticare il rilassamento progressivo di Jacobson, che consiste nel contrarre e rilasciare gruppi muscolari in sequenza, può aumentare la consapevolezza corporea e abbassare i livelli di attivazione.Allenarsi quotidianamente con esercizi di respirazione e rilassamento aiuta l’atleta a rimanere centrato, soprattutto nei momenti ad alta pressione. Questa strategia è utile anche poco prima della gara, per ridurre l’impatto dell’arousal somatico.
- Visualizzazione e imagery positiva: La visualizzazione è una tecnica potente utilizzata da molti atleti d’élite. Si tratta di immaginare se stessi mentre si esegue la prestazione in modo ottimale, con tutti i dettagli sensoriali: movimenti, ambiente, suoni, emozioni. Questa tecnica lavora a livello inconscio, rinforzando la fiducia e la preparazione mentale. Visualizzare scenari realistici e positivi aiuta a ridurre il gap tra aspettativa e realtà, riducendo il rischio di ansia anticipatoria. È importante che la visualizzazione sia guidata da uno specialista o preceduta da uno stato di rilassamento.
- Self-talk e ristrutturazione cognitiva: Il dialogo interno ha un ruolo chiave nel generare o contenere l’ansia. Spesso l’atleta si ripete frasi disfunzionali come “Non ce la farò”, “Se sbaglio è finita”, “Tutti si aspettano troppo da me”. La ristrutturazione cognitiva consiste nel riconoscere questi pensieri e sostituirli con alternative più equilibrate e motivanti. Ad esempio: “Mi sono preparato per questo”, “L’errore fa parte del gioco”, “Posso gestire questa sfida”.Allenare il self-talk positivo richiede tempo, ma porta a una maggiore resilienza mentale. Alcuni atleti usano anche frasi mantra, da ripetere prima della gara per mantenere la calma e il focus.

Ansia da prestazione sportiva: chiedere aiuto
L’ansia da prestazione può compromettere la performance, ma con le giuste strategie è possibile gestirla e persino trasformarla in alleata. Quando però diventa costante o troppo intensa, è importante farsi supportare da professionisti.
Per questo esiste la Clinica Ansia di GAM Medical, un servizio specializzato per affrontare in modo mirato l’ansia. Con percorsi personalizzati e supporto esperto, è possibile ritrovare equilibrio e sicurezza.
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Questo è contenuto divulgativo e non sostituisce le diagnosi di un professionista. Se ti è piaciuto l’articolo, condividilo.
Fonti:
- https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/31542211/