Quando si parla di Disturbo Ossessivo Compulsivo (DOC), si pensa subito a pensieri intrusivi e comportamenti ripetitivi.
Tuttavia, c’è un aspetto spesso sottovalutato ma altrettanto centrale: le sensazioni interiori intense che accompagnano ossessioni e compulsioni.
Non si tratta solo di “idee fisse” o rituali esteriori, ma di vissuti profondi e talvolta difficili da descrivere, che rendono il disturbo così pervasivo e logorante.
Queste sensazioni sono spiacevoli, vissute con ansia e angoscia e sono diverse per tutti. L’unico elemento che hanno in comune è la loro natura egodistonica.
Questo significa che i pensieri ossessivi e i comportamenti compulsivi non sono percepiti come parte integrante della propria identità o volontà, ma come qualcosa di estraneo, intrusivo e spesso profondamente fastidioso.
Chi soffre di DOC sa che ciò che prova o fa non ha senso o è eccessivo, ma non riesce comunque a sottrarsi a quella spirale di disagio e bisogno di agire.
Questa distanza tra ciò che si sente/spinge e ciò che si desidera davvero genera una sofferenza intensa e alimenta il circolo vizioso del disturbo.
8 Segnali Interiori del Disturbo Ossessivo Compulsivo
Come già accennato, le sensazioni che accompagnano ossessioni e compulsioni, pur condividendo la loro natura egodistonica, sono diverse per ciascuno, ma tra le più comunemente espresse da chi ha un DOC sono:
- Sensazione di scomodità: una delle esperienze più comuni tra chi soffre di DOC è una persistente e logorante sensazione di scomodità interna, come se qualcosa fosse “fuori posto” o non completato correttamente. Questa sensazione non riguarda un disagio fisico specifico, ma piuttosto una percezione interiore difficile da definire, che spinge la persona a ripetere azioni o pensieri nella speranza di raggiungere una sorta di sollievo o “perfezione” momentanea. La scomodità può assumere un carattere vago e opprimente, lasciando la persona con la costante impressione che qualcosa non vada o che non sia stata rispettata una regola precisa, anche quando razionalmente sa che tutto è in ordine. Questa tensione interna può essere estenuante, alimentando un ciclo infinito di compulsioni che, pur portando un sollievo immediato, mantengono e rafforzano il disturbo sul lungo periodo.
- Prurito o sbadiglio: alcune compulsioni e ossessioni possono essere vissute come una sorta di prurito mentale o fisico, una necessità impellente e fastidiosa di “grattare via” l’inquietudine attraverso il compimento di rituali o la ripetizione di pensieri. Questo vissuto è paragonabile a uno sbadiglio che non si riesce a completare, un’urgenza che resta insoddisfatta anche dopo ripetuti tentativi. La sensazione è quella di non riuscire mai ad arrivare a una conclusione davvero soddisfacente, rendendo ogni tentativo di placare l’ansia solo temporaneo e incompleto. Questo tipo di vissuto accentua la frustrazione e il senso di impotenza, aumentando la tendenza a ripetere il comportamento compulsivo nella speranza di risolvere la tensione.
- Tensione insopportabile: molte persone con DOC descrivono le ossessioni come fonte di una tensione mentale e fisica quasi insopportabile, che cresce rapidamente fino a quando la compulsione non viene eseguita. Questa tensione può essere localizzata, ad esempio nel petto o nella gola, ma più spesso ha la caratteristica di una pressione diffusa che grava su tutto l’organismo. È un senso di urgenza totalizzante che monopolizza l’attenzione e rende difficile concentrarsi su altro. La compulsione in questo caso funziona come una valvola di sfogo: offre un sollievo rapido, seppur di breve durata, prima che la tensione ricominci a salire in un ciclo continuo e debilitante.
- Senso di minaccia o catastrofe imminente: le ossessioni spesso portano con sé la sensazione che qualcosa di terribile potrebbe accadere se non si compie una determinata azione o rituale. Anche quando la persona è consapevole dell’irrazionalità di questo pensiero, il vissuto emotivo è intenso e convincente, come se la posta in gioco fosse davvero alta. Questa paura può riguardare danni concreti (come la paura che un familiare si ammali se non si ripete un gesto specifico) oppure più vaghi, legati a un senso generico di disgrazia imminente. La tensione è alimentata da un meccanismo di responsabilità ipertrofica, dove la persona sente di dover controllare l’incontrollabile per evitare conseguenze catastrofiche.
- Vuoto o incompletezza: un altro vissuto frequente è quello di incompletezza, come se le cose non fossero “giuste” finché non vengono controllate, ordinate o ripetute secondo un criterio rigido e personale. Anche quando l’azione è stata oggettivamente portata a termine, la sensazione che “manca qualcosa” persiste, spingendo la persona a ricominciare da capo. Questo senso di vuoto o insoddisfazione è uno dei motori più potenti delle compulsioni e si accompagna a una frustrazione crescente, poiché ogni tentativo di colmare quel vuoto sembra fallire, mantenendo viva la spinta compulsiva.
- Dubbio cronico e insicurezza: il DOC è spesso definito come “la malattia del dubbio”, e non a caso. Chi ne soffre vive in uno stato di insicurezza cronica che riguarda anche le questioni più banali: ci si chiede se si sia chiusa davvero la porta, se si siano dette parole sbagliate, se un pensiero possa avere conseguenze reali. Questo dubbio corrosivo non si placa con rassicurazioni esterne e tende a far emergere nuove incertezze appena una precedente è stata momentaneamente “risolta”. La compulsione nasce proprio per tentare di spegnere questo fuoco di dubbi, ma lo alimenta a lungo termine, rafforzando il ciclo ossessivo-compulsivo.
- Senso di colpa o vergogna: molti vissuti ossessivi sono accompagnati da un intenso senso di colpa o vergogna, soprattutto quando le ossessioni hanno contenuti violenti, sessuali o blasfemi. Anche se la persona non ha alcuna intenzione di agire questi pensieri, la loro sola presenza è fonte di disagio morale profondo, come se pensare qualcosa di “sbagliato” fosse già di per sé un atto colpevole. Questo vissuto può portare all’isolamento e al silenzio, poiché si teme di non essere compresi o di essere giudicati severamente dagli altri. Le compulsioni in questo caso cercano di “espiare” o neutralizzare il pensiero ossessivo, ma finiscono per radicare ancora di più la sofferenza.
- Sensazione di perdita di controllo: alcune persone descrivono le ossessioni e compulsioni come un’esperienza di progressiva perdita di controllo sulla propria mente e sul proprio corpo. C’è la paura che la situazione sfugga di mano, che si diventi “pazzi” o che si finisca per compiere davvero le azioni temute. Questo vissuto è accompagnato da un’angoscia acuta e può aumentare la tendenza all’evitamento di certe situazioni o stimoli, nel tentativo di tenere sotto controllo le proprie paure. Paradossalmente, questo controllo forzato non fa che amplificare la sensazione di essere intrappolati in un circolo vizioso da cui è difficile uscire.
Se leggendo queste sensazioni ti sei riconosciuto e vivi con ossessioni e/o compulsioni che influenzano la tua quotidianità, potresti essere alle prese con un Disturbo Ossessivo Compulsivo (DOC).
È importante sottolineare che solo un professionista della salute mentale può formulare una diagnosi di disturbo ossessivo-compulsivo ufficiale e accurata, distinguendo il DOC da altre condizioni che possono presentare sintomi simili.
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Se emergeranno segnali di allarme, potrai intraprendere un percorso diagnostico completo, eventualmente seguito da un trattamento terapeutico personalizzato, che può includere sia psicoterapia specializzata che, se necessario, farmacoterapia mirata, sempre sotto la supervisione di professionisti esperti.
Non trascurare la tua salute mentale: intervenire presto è fondamentale per migliorare la qualità della vita e riprendere il controllo del tuo benessere.
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