Hai mai avuto l’impressione che fare il bucato sia una missione impossibile, soprattutto se si convive con l’ADHD?
Tra vestiti sparsi ovunque, cicli di lavaggio dimenticati e pile di indumenti da sistemare che sembrano crescere senza fine, anche una mansione semplice può diventare fonte di stress e frustrazione.
Esistono però strategie efficaci per rendere questo compito più gestibile e meno gravoso. In questo articolo verranno illustrate 5 strategie semplici per affrontare il bucato, pensate specificamente per chi vive con l’ADHD. Dalle routine visive ad accorgimenti pratici, l’obiettivo è alleggerire il carico mentale e facilitare l’organizzazione quotidiana.
In questo articolo vedremo come rendere il momento del bucato più fluido, sostenibile e meno opprimente, anche in presenza di ADHD.
Fare il bucato con l’adhd
Per molte persone, fare il bucato è una semplice routine settimanale. Ma per chi convive con l’ADHD (Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività), può trasformarsi in un’operazione lunga, disorganizzata e, talvolta, impossibile da concludere. Non si tratta di pigrizia, disinteresse o negligenza, ma di un diverso funzionamento del cervello che influisce sulla gestione delle attività quotidiane, soprattutto quelle che richiedono pianificazione, attenzione prolungata e organizzazione sequenziale.
Il bucato, infatti, non è un’azione unica: è un processo composto da più fasi. Bisogna raccogliere i vestiti sporchi, dividerli per colore o tipo, caricare la lavatrice, ricordarsi di avviarla, svuotarla al momento giusto, stendere o usare l’asciugatrice, piegare o stirare, e infine sistemare tutto nei cassetti. Ognuno di questi passaggi implica competenze organizzative, memoria di lavoro, gestione del tempo e capacità di pianificazione, tutte aree spesso compromesse o alterate nelle persone ADHD.
Uno studio fondamentale del 2008, pubblicato sul Journal of the American Academy of Child and Adolescent Psychiatry e intitolato “Organizational Skills Interventions in the Treatment of ADHD”, ha messo in evidenza come le difficoltà organizzative rappresentino un nodo centrale nella gestione quotidiana dell’ADHD. La ricerca, condotta da Howard Abikoff e colleghi, ha dimostrato che interventi mirati sulle abilità organizzative possono produrre miglioramenti significativi non solo in ambito scolastico, ma anche nella vita quotidiana, dove compiti come fare il bucato richiedono proprio quelle stesse abilità: pianificazione, sequenzialità, gestione del tempo e monitoraggio delle fasi di un processo.
Tutti questi elementi rendono il bucato un perfetto esempio di “compito invisibile”, che può diventare estremamente gravoso. Anche solo iniziare può risultare difficile, a causa del cosiddetto “paralysis by overwhelm”: vedere la pila di vestiti e non sapere da dove cominciare. E anche quando si inizia, è comune interrompere il processo, dimenticare un passaggio o perdere motivazione prima di completare l’intero ciclo.
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5 semplici strategie per fare il bucato se sei adhd
Non esiste una formula magica, ma è possibile creare un approccio più funzionale e sostenibile. Le strategie che seguono si ispirano a tecniche di organizzazione cognitiva e ambientale, adattate alle sfide specifiche dell’ADHD. L’obiettivo non è tanto fare un bucato perfetto, quanto renderlo più semplice, prevedibile e gestibile, riducendo il carico mentale.
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Adhd: trasforma il bucato in una routine visiva e stabile
Le persone ADHD beneficiano molto della strutturazione visiva e della creazione di abitudini regolari. Avere un giorno fisso per il bucato, come il martedì o il sabato, aiuta il cervello ad associare un’azione a un tempo specifico. Usare un planner settimanale, o un’app con promemoria visivi, può rendere più semplice ricordare e prepararsi.
È utile anche visualizzare le fasi del processo. Una check-list magnetica sul cestello della lavatrice o sul frigorifero, con i passaggi (1. Seleziona vestiti 2. Carica 3. Avvia 4. Scarica 5. Piega), può servire da guida visiva e ridurre l’ansia da disorganizzazione.
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Bucato e adhd: riduci le decisioni con sistemi automatizzati
Ogni decisione richiede energia mentale. Per questo, semplificare e automatizzare è una strategia vincente. Ad esempio, tenere due soli cestelli (chiaro e scuro) elimina la necessità di dividere i colori a ogni lavaggio. Anche comprare solo calze dello stesso tipo riduce il tempo e la fatica mentale necessaria per abbinarle.
Inoltre, se possibile, imposta cicli automatici sulla lavatrice: sempre la stessa modalità (es. “cotone 30°”) aiuta a evitare l’indecisione, che può paralizzare. Meno variabili = meno ansia.
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Bucato: sfrutta strumenti esterni per compensare la memoria di lavoro ADHD
La memoria di lavoro, spesso deficitaria nell’ADHD, è quella che ci consente di ricordare di dover svuotare la lavatrice tra 45 minuti o di non lasciare i panni bagnati per due giorni. Timer, sveglie, notifiche sul telefono o smart speaker possono agire come vere e proprie estensioni cognitive.
Ad esempio, imposta un timer ogni volta che avvii la lavatrice. Puoi anche personalizzare i promemoria (“Ehi! Vai a salvare i tuoi vestiti!”) per renderli più coinvolgenti e difficili da ignorare.

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Come fare il bucato se sei adhd? Fai una cosa alla volta (e falla fino in fondo)
Chi è ADHD tende al multitasking e all’interruzione continua. Una strategia utile è quella di segmentare l’attività in mini-obiettivi molto specifici e affrontarne solo uno alla volta. Ad esempio: “Oggi solo lavo”, “Domani piego”, oppure “Oggi faccio solo il bucato bianco”.
Per completare un ciclo senza abbandonarlo a metà, prova a usare la tecnica del “body doubling”: svolgere il compito insieme a qualcun altro o mentre si parla con qualcuno al telefono. Anche associare il bucato a una playlist o a una serie TV specifica può servire da ancoraggio motivazionale.
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Accetta l’imperfezione e celebra ogni passo
Infine, una strategia fondamentale nella gestione delle attività quotidiane con l’ADHD è cambiare il modo in cui si valuta il successo. Quando affronti compiti come il bucato, invece di pensare “Non ho ancora piegato i vestiti, quindi ho fallito”, prova a dirti: “Ho fatto un passo, ed è già qualcosa”.
L’auto-compassione è essenziale: completare il bucato, come qualsiasi altro compito domestico, non deve essere perfetto, ma semplicemente funzionare abbastanza bene per te e per le tue esigenze reali.
Premiarti per ogni fase completata, anche solo per aver avviato una lavatrice o spostato i vestiti sull’asciugatrice, può rinforzare positivamente il comportamento. Una tazza di tè, cinque minuti di pausa, un piccolo traguardo celebrato: tutto conta.
Ricorda, vivere con l’ADHD significa anche imparare a riconoscere e valorizzare ogni progresso, per quanto piccolo possa sembrare.

ADHD e autonomia nel fare il bucato: ogni gesto conta
Fare il bucato con l’ADHD può sembrare un compito banale, ma spesso si trasforma in una sfida quotidiana. Non è questione di volontà, ma del modo in cui il cervello elabora compiti complessi e sequenziali. Capire questa dinamica è il primo passo per affrontarla con maggiore serenità.
Oltre alle strategie pratiche, può essere utile un supporto personalizzato. Un percorso di psicoeducazione individuale ADHD, come quello offerto da GAM Medical, aiuta a sviluppare strumenti concreti, comprendere il proprio funzionamento e trovare soluzioni sostenibili nella vita di tutti i giorni.
Perché anche il bucato, se affrontato con consapevolezza e i giusti strumenti, può diventare un gesto di autonomia e cura di sé.
Questo è contenuto divulgativo e non sostituisce le diagnosi di un professionista. Se ti è piaciuto l’articolo, condividilo.
Fonti:
- https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/18928347/