Benzodiazepine: Cosa Sono?

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Benzodiazepine: cosa sono?

Gli ansiolitici sono una classe di farmaci utilizzati principalmente per trattare l’ansia e i disturbi legati allo stress.

Questi farmaci aiutano a ridurre i sintomi di ansia, come tensione, preoccupazione, agitazione e panico, e possono anche avere effetti rilassanti e sedativi.

Il termine “ansiolitici” non si riferisce a una singola classe di farmaci, ma piuttosto a un insieme di farmaci provenienti da diverse categorie, tutti accomunati dalla capacità di alleviare i sintomi dell’ansia.

Ognuna di queste categorie agisce in modo diverso e viene scelta in base alla natura e alla gravità del disturbo d’ansia, alla durata del trattamento, e alla specifica situazione del paziente.

Sicuramente, nell’immaginario comune, gli ansiolitici si riferiscono alle benzodiazepine, spesso utilizzate nel trattamento dell’ansia e dei disturbi ad essa associati.

Le benzodiazepine sono molto efficaci nel ridurre rapidamente i sintomi di ansia acuta, ma non sono generalmente raccomandate per il trattamento a lungo termine a causa dei loro numerosi effetti collaterali e del rischio elevato di dipendenza e tolleranza.

Proprio per questi motivi, le benzodiazepine vengono di solito prescritte per periodi brevi o sotto stretto controllo medico, e si tende a limitarne l’uso continuo.

Per il trattamento dell’ansia cronica, gli antidepressivi, in particolare gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI) e gli inibitori della ricaptazione della serotonina-noradrenalina (SNRI), sono considerati una scelta più sicura e sostenibile nel lungo periodo.

Gli antidepressivi hanno un profilo di tollerabilità migliore rispetto alle benzodiazepine e non presentano lo stesso rischio di dipendenza.

Nelle prossime righe capiremo cosa sono le benzodiazepine, qual è il loro meccanismo d’azione e quali sono gli effetti collaterali.

Come funzionano le Benzodiazepine?

Le benzodiazepine sono una classe di farmaci comunemente utilizzati per il trattamento dell’ansia, dell’insonnia, dei disturbi convulsivi e di altre condizioni mediche.

Infatti, le benzodiazepine hanno quattro principali effetti terapeutici: ansiolitico, miorilassante, ipnoinducente e anticonvulsivante.

Questi effetti sono dovuti alla loro capacità di potenziare l’azione del neurotrasmettitore GABA (acido gamma-amminobutirrico), che inibisce l’attività neuronale e produce un effetto calmante e stabilizzante sul sistema nervoso centrale.

Sebbene tutte le benzodiazepine possiedano questi effetti in misura variabile, alcune sono più potenti in uno specifico effetto rispetto ad altri, rendendole più adatte a trattare specifici problemi del paziente.

Nello specifico:

  • Effetto ansiolitico:
    • Riduzione dell’ansia e della tensione emotiva: Le benzodiazepine ansiolitiche sono particolarmente efficaci nel ridurre l’ansia generalizzata, gli attacchi di panico e altre forme di ansia acuta. Questi farmaci agiscono rapidamente, alleviando la tensione e i sintomi fisici associati all’ansia, come sudorazione, tremori e tachicardia. L’effetto ansiolitico è predominante in benzodiazepine come l’alprazolam (Xanax) e il lorazepam (Ativan), che vengono spesso utilizzate per il trattamento a breve termine dell’ansia acuta o degli attacchi di panico.
    • Uso specifico per disturbi d’ansia: Quando la problematica principale è l’ansia, si preferiscono benzodiazepine con un effetto ansiolitico marcato e una durata d’azione intermedia, per fornire un sollievo immediato e prolungato senza sedazione eccessiva.
  • Effetto miorilassante:
    • Rilassamento muscolare: Le benzodiazepine miorilassanti sono efficaci nel ridurre la tensione muscolare e gli spasmi, e vengono utilizzate per trattare condizioni come le distonie muscolari, gli spasmi muscolari dovuti a lesioni o altre patologie neuromuscolari. L’effetto miorilassante è più marcato in benzodiazepine come il diazepam (Valium), che viene frequentemente utilizzato come miorilassante per il trattamento di spasmi muscolari acuti e cronici.
    • Scelta in base ai sintomi muscolari: Quando il paziente presenta sintomi di tensione muscolare significativa, si preferiscono benzodiazepine con un forte effetto miorilassante, che può essere utile anche nel contesto di disturbi legati all’ansia che causano sintomi somatici, come tensione cervicale o lombalgia.
  • Effetto ipnoinducente:
    • Induzione del sonno: Le benzodiazepine ipnoinducenti hanno una forte capacità di favorire l’addormentamento e di migliorare la qualità del sonno. Sono quindi indicate per il trattamento dell’insonnia, sia di tipo iniziale (difficoltà a prendere sonno) sia di mantenimento (risvegli frequenti durante la notte). Benzodiazepine come il temazepam (Restoril) e il triazolam (Halcion) sono particolarmente efficaci nel favorire il sonno grazie al loro effetto ipnoinducente marcato e alla loro breve durata d’azione, che riduce il rischio di sedazione il giorno seguente.
    • Scelta in base ai disturbi del sonno: Nei pazienti con insonnia, si scelgono benzodiazepine con un effetto ipnoinducente forte e un’emivita breve o intermedia, per evitare l’effetto “hangover” e il rischio di sonnolenza residua al risveglio.
  • Effetto anticonvulsivante:
    • Controllo delle convulsioni: Le benzodiazepine anticonvulsivanti sono efficaci nel ridurre l’attività convulsiva e vengono utilizzate per trattare condizioni come l’epilessia, i disturbi convulsivi acuti e per la gestione delle crisi nei casi di astinenza da alcol. Benzodiazepine come il clonazepam (Klonopin) e il diazepam (Valium) hanno una potente azione anticonvulsivante e sono utilizzate in contesti sia di emergenza (convulsioni acute) che di trattamento a lungo termine per prevenire le crisi.
    • Scelta in base ai disturbi convulsivi: Nei pazienti con disturbi convulsivi, si opta per benzodiazepine con un potente effetto anticonvulsivante e, generalmente, con un’emivita più lunga per garantire un controllo prolungato delle crisi e ridurre la frequenza delle somministrazioni.

Quindi tutte le benzodiazepine possiedono questi quattro effetti in varia misura, ma la loro potenza relativa varia a seconda del tipo di benzodiazepina, il che ne influenza l’uso clinico.

La scelta del farmaco dipende dalle caratteristiche specifiche del problema del paziente e dall’effetto principale desiderato.

Per l’ansia si preferiscono benzodiazepine ansiolitiche, per l’insonnia quelle ipnoinducenti, per i disturbi muscolari quelle miorilassanti e per le convulsioni quelle anticonvulsivanti.

Questa versatilità rende le benzodiazepine utili in una varietà di contesti, ma sempre sotto attenta supervisione da parte di uno psichiatra specializzato in ansia dato il loro profilo di effetti collaterali e rischio di dipendenza.

Classificazione delle Benzodiazepine

Le benzodiazepine vengono suddivise in base alla loro emivita, che indica il tempo necessario affinché la concentrazione del farmaco nel plasma si riduca della metà.

Questa suddivisione è importante perché l’emivita influisce sulla durata degli effetti del farmaco, sulla frequenza di somministrazione e sul rischio di accumulo nel corpo.

Le principali categorie di benzodiazepine in base alla loro emivita sono:

  1. Benzodiazepine a breve emivita (fino a 12 ore):
    • Caratteristiche principali: Le benzodiazepine a breve emivita hanno un effetto rapido ma di breve durata, il che le rende particolarmente utili per situazioni in cui è necessaria un’azione immediata e temporanea. Sono spesso utilizzate per il trattamento dell’insonnia o per alleviare l’ansia acuta in situazioni specifiche, come il panico improvviso. A causa della loro breve emivita, hanno un rischio maggiore di causare sintomi di astinenza e dipendenza, poiché lasciano rapidamente il corpo, portando a fluttuazioni più evidenti nei livelli di farmaco nel sangue.
    • Esempi comuni: Alcune delle benzodiazepine a breve emivita includono l’alprazolam (comunemente noto come Xanax), che viene utilizzato soprattutto per il trattamento dell’ansia e degli attacchi di panico, e il triazolam (Halcion), spesso prescritto per l’insonnia. Questi farmaci iniziano a fare effetto rapidamente, ma la loro azione è breve, richiedendo somministrazioni frequenti se usati a lungo termine, e presentano un rischio elevato di dipendenza, soprattutto se utilizzati senza supervisione medica.
  2. Benzodiazepine a emivita intermedia (da 12 a 24 ore):
    • Caratteristiche principali: Le benzodiazepine con emivita intermedia hanno un effetto più prolungato rispetto a quelle a breve emivita, e vengono spesso utilizzate per trattamenti continuativi dell’ansia o dell’insonnia. Grazie alla loro durata d’azione moderata, sono meno soggette a causare fluttuazioni intense nei livelli plasmatici, il che può ridurre la probabilità di dipendenza rispetto alle benzodiazepine a breve emivita. Questi farmaci vengono assorbiti rapidamente, ma hanno un effetto calmante che può durare per buona parte della giornata.
    • Esempi comuni: Esempi di benzodiazepine a emivita intermedia sono il lorazepam (Ativan) e il temazepam (Restoril). Il lorazepam è frequentemente utilizzato per l’ansia e, talvolta, come premedicazione prima di procedure mediche, mentre il temazepam è più comunemente prescritto per il trattamento dell’insonnia. Queste benzodiazepine sono apprezzate per il loro equilibrio tra rapidità d’azione e durata, rendendole utili sia per il trattamento a breve termine che per l’uso sporadico sotto controllo medico.
  3. Benzodiazepine a lunga emivita (oltre 24 ore):
    • Caratteristiche principali: Le benzodiazepine a lunga emivita hanno un effetto che può durare diversi giorni, poiché vengono eliminate molto lentamente dal corpo. Sono comunemente utilizzate per il trattamento di disturbi cronici come l’ansia generalizzata o il disturbo da panico, e sono anche impiegate nella gestione del delirium tremens e dei sintomi di astinenza da alcol, grazie alla loro capacità di fornire un effetto calmante prolungato senza necessità di somministrazioni frequenti. Tuttavia, il loro utilizzo a lungo termine può portare a un accumulo del farmaco nel corpo, aumentando il rischio di effetti collaterali, soprattutto nelle persone anziane o con problemi di metabolismo.
    • Esempi comuni: Alcuni esempi di benzodiazepine a lunga emivita includono il diazepam (Valium) e il clonazepam (Klonopin). Il diazepam è uno dei farmaci più versatili in questa categoria, utilizzato per l’ansia, come anticonvulsivante e per il trattamento dei sintomi da astinenza da alcol. Il clonazepam è spesso prescritto per i disturbi d’ansia e per gestire i disturbi convulsivi. Le benzodiazepine a lunga emivita hanno il vantaggio di richiedere somministrazioni meno frequenti, ma possono presentare un rischio elevato di sedazione prolungata e di accumulo, che può portare a effetti indesiderati come sonnolenza e problemi di coordinazione.

Quindi, le benzodiazepine vengono suddivise in base all’emivita in breve, intermedia e lunga, una classificazione che influisce su come e quando vengono prescritte, in base alle esigenze terapeutiche specifiche del paziente.

Le benzodiazepine a breve emivita sono utili per trattamenti temporanei, mentre quelle a emivita intermedia e lunga sono spesso utilizzate per gestire condizioni croniche o situazioni in cui è necessaria una stabilità prolungata dell’effetto.

La scelta della benzodiazepina deve essere effettuata con attenzione e sotto controllo medico, poiché la durata dell’azione influisce sul rischio di dipendenza, tolleranza e potenziali effetti collaterali.

La tabella a seguito riportata, riporta i nomi, commerciali e non, delle principali benzodiazepine in commercio, affiancati dall’effetto e dall’emivita.

Nome GenericoNome CommercialeEffetto PrincipaleEmivita (ore)
AlprazolamXanaxAnsioliticoBreve (6-12)
LorazepamAtivanAnsioliticoIntermedia (10-20)
DiazepamValiumAnsiolitico, miorilassante, anticonvulsivanteLunga (20-100)
ClonazepamKlonopinAnsiolitico, anticonvulsivanteLunga (18-50)
TemazepamRestorilIpnoinducenteIntermedia (8-20)
TriazolamHalcionIpnoinducenteBreve (2-6)
OxazepamSeraxAnsioliticoBreve (5-15)
MidazolamVersedIpnoinducente, sedativoMolto breve (< 6)
ChlordiazepoxideLibriumAnsiolitico, anticonvulsivanteLunga (24-48)
FlurazepamDalmaneIpnoinducenteLunga (40-250)
ClorazepatoTranxeneAnsiolitico, anticonvulsivanteLunga (50-100)
EstazolamProsomIpnoinducenteIntermedia (10-24)
NitrazepamMogadonIpnoinducente, anticonvulsivanteLunga (15-38)

Effetti collaterali delle Benzodiazepine

Le benzodiazepine, pur essendo efficaci per il trattamento di condizioni come l’ansia, l’insonnia e i disturbi convulsivi, possono presentare una serie di effetti collaterali, che variano in base alla durata d’azione del farmaco, alla dose e alla durata del trattamento.

Gli effetti collaterali possono essere immediati, manifestandosi durante l’uso a breve termine, oppure insorgere con l’uso prolungato e continuo del farmaco.

I principali effetti collaterali delle benzodiazepine sono:

  • Effetti sedativi e sonnolenza:
    • Sedazione eccessiva: Le benzodiazepine hanno un effetto sedativo che può portare a sonnolenza, riduzione della vigilanza e rallentamento dei riflessi. Questo effetto è particolarmente marcato nelle benzodiazepine a lunga emivita, che possono rimanere attive nel corpo per un periodo prolungato. La sedazione può interferire con le attività quotidiane, rendendo difficile guidare, utilizzare macchinari o svolgere compiti che richiedono concentrazione e attenzione.
    • Confusione e disorientamento: Gli effetti sedativi possono portare a una riduzione della chiarezza mentale, con confusione e difficoltà a focalizzare l’attenzione. Questo effetto è più comune negli anziani, che possono essere più sensibili agli effetti delle benzodiazepine e che possono manifestare confusione acuta o disorientamento temporaneo.
  • Compromissione delle capacità motorie e della coordinazione:
    • Rischio di cadute e incidenti: L’uso di benzodiazepine può influire negativamente sulla coordinazione motoria, aumentando il rischio di cadute, soprattutto nei pazienti anziani. La compromissione delle capacità motorie può portare a difficoltà nel mantenere l’equilibrio e a una maggiore probabilità di incidenti domestici o stradali.
    • Riduzione dei riflessi: Le benzodiazepine possono ridurre la prontezza dei riflessi, rendendo più difficile reagire rapidamente agli stimoli. Questo effetto collaterale può essere pericoloso, soprattutto per chi deve svolgere attività che richiedono reazioni immediate, come la guida di un veicolo.
  • Effetti sulla memoria e funzione cognitiva:
    • Amnesia anterograda: Una delle benzodiazepine è nota per causare amnesia anterograda, ovvero la difficoltà a formare nuovi ricordi durante l’assunzione del farmaco. Questo effetto può interferire con la capacità del soggetto di ricordare eventi recenti, il che può risultare problematico, soprattutto durante il trattamento continuativo. Le benzodiazepine a breve emivita, come il triazolam, sono particolarmente associate a questo effetto.Difficoltà di concentrazione e riduzione delle funzioni cognitive: Le benzodiazepine possono influire sulla capacità di concentrazione e sulle funzioni cognitive generali, come il pensiero e la risoluzione dei problemi. Questo effetto può manifestarsi con una riduzione dell’efficienza nelle attività quotidiane e può essere particolarmente evidente in situazioni che richiedono un impegno mentale prolungato o complesso.
  • Dipendenza e tolleranza:
    • Rischio di dipendenza: Le benzodiazepine possono causare dipendenza fisica e psicologica, soprattutto se utilizzate per periodi prolungati o a dosi elevate. La dipendenza fisica può portare il soggetto a sviluppare sintomi di astinenza in caso di sospensione improvvisa del farmaco, rendendo necessaria una riduzione graduale del dosaggio sotto supervisione medica.
    • Tolleranza: Con l’uso continuativo, il corpo può sviluppare tolleranza alle benzodiazepine, il che significa che dosi sempre maggiori sono necessarie per ottenere lo stesso effetto. Questo può portare a un aumento del dosaggio e, di conseguenza, a un rischio maggiore di dipendenza e di effetti collaterali.
  • Effetti sull’umore e alterazioni psichiatriche:
    • Irritabilità e agitazione paradossa: Sebbene le benzodiazepine siano utilizzate per ridurre l’ansia, in alcuni casi possono causare effetti paradossi, come irritabilità, agitazione e comportamento aggressivo, specialmente negli anziani e nei bambini. Questi effetti sono relativamente rari, ma possono risultare destabilizzanti per chi li sperimenta.
    • Depressione: Le benzodiazepine possono peggiorare i sintomi depressivi, soprattutto se utilizzate a lungo termine. Questo effetto può essere particolarmente problematico per i soggetti con una storia di depressione, poiché l’uso prolungato delle benzodiazepine può influire negativamente sull’umore e contribuire a un peggioramento della sintomatologia depressiva.
  • Sintomi di astinenza:
    • Sintomi di ansia e insonnia: La sospensione improvvisa delle benzodiazepine può causare sintomi di astinenza, tra cui un aumento dell’ansia, insonnia, irritabilità e tremori. In alcuni casi, i sintomi di astinenza possono essere gravi e includere convulsioni e delirio, soprattutto se il farmaco è stato utilizzato per un periodo prolungato e a dosi elevate.
    • Crisi di astinenza severa: Nei casi più gravi, la sospensione delle benzodiazepine può portare a sintomi di astinenza che richiedono un intervento medico, come crisi convulsive o allucinazioni. La gestione dell’astinenza da benzodiazepine deve essere effettuata con una riduzione graduale del dosaggio, per minimizzare il rischio di effetti collaterali gravi.
  • Effetti respiratori e cardiovascolari:
    • Depressione respiratoria: Sebbene più comune con dosi elevate, le benzodiazepine possono causare depressione respiratoria, soprattutto in combinazione con altri depressori del sistema nervoso centrale, come l’alcol o gli oppioidi. Questo effetto può essere pericoloso, poiché una riduzione eccessiva della frequenza respiratoria può portare a insufficienza respiratoria.
    • Effetti sulla pressione sanguigna: Le benzodiazepine possono causare ipotensione (abbassamento della pressione sanguigna), soprattutto in individui anziani o in quelli che assumono altri farmaci che influenzano la pressione. Questo effetto può aumentare il rischio di svenimenti e cadute, specialmente quando il soggetto si alza rapidamente da una posizione seduta o sdraiata.

Quindi, le benzodiazepine possono causare una serie di effetti collaterali, che vanno dalla sedazione e compromissione delle capacità motorie alla dipendenza e ai sintomi di astinenza.

Prima di assumere benzodiazepine, è fondamentale consultare uno psichiatra esperto o un medico specializzato.

Un monitoraggio regolare da parte di uno psichiatra e una pianificazione attenta della durata del trattamento sono fondamentali per garantire un utilizzo sicuro e appropriato delle benzodiazepine.

Benzodiazepine nel trattamento dei Disturbi d’Ansia

Le benzodiazepine vengono prescritte principalmente per il trattamento di disturbi d’ansia, ma possono essere utilizzate anche per una varietà di altre condizioni mediche, come l’insonnia, i disturbi convulsivi e la gestione dell’astinenza da alcol.

Questi farmaci agiscono rapidamente sul sistema nervoso centrale, riducendo l’attività cerebrale e inducendo un effetto calmante e rilassante.

In particolare, vengono prescritte per:

  • Prescrizione per l’ansia acuta:
    • Quando l’ansia è grave e debilitante: Le benzodiazepine vengono spesso prescritte per il trattamento dell’ansia acuta e intensa, quando i sintomi sono così gravi da interferire significativamente con la vita quotidiana del paziente. In questi casi, la rapida azione delle benzodiazepine può fornire un sollievo immediato, aiutando il soggetto a gestire i sintomi fisici dell’ansia, come tremori, tachicardia e sudorazione eccessiva. Le benzodiazepine sono particolarmente utili quando l’ansia è persistente e richiede un intervento farmacologico rapido per stabilizzare la condizione.
    • Contesti specifici, come attacchi di panico: Le benzodiazepine possono essere prescritte per la gestione degli attacchi di panico, poiché sono efficaci nel ridurre rapidamente la sintomatologia acuta. I pazienti con disturbo di panico possono assumere una benzodiazepina all’insorgenza dei sintomi, per ridurre l’intensità dell’attacco e migliorare la capacità di affrontarlo. Tuttavia, in questi casi, le benzodiazepine vengono generalmente utilizzate come trattamento temporaneo, mentre si stabiliscono altre forme di terapia a lungo termine, come la terapia cognitivo-comportamentale.
  • Uso a breve termine durante periodi di stress intenso:
    • Per affrontare situazioni temporanee di ansia: Le benzodiazepine possono essere prescritte per periodi di ansia acuta e temporanea, ad esempio in seguito a eventi traumatici o particolarmente stressanti, come un lutto, un divorzio o una malattia grave. In questi contesti, le benzodiazepine vengono utilizzate per aiutare il paziente a superare un momento difficile, fornendo un sollievo temporaneo mentre il paziente affronta la situazione stressante.
    • Prima di interventi medici o dentistici: Le benzodiazepine sono talvolta prescritte per ridurre l’ansia anticipatoria legata a interventi medici o dentistici che causano timore e disagio nel paziente. Possono essere utilizzate per ridurre l’ansia prima di interventi chirurgici, procedure diagnostiche o trattamenti odontoiatrici, poiché il loro effetto calmante aiuta il paziente a sentirsi più rilassato e a tollerare meglio la procedura.
  • Uso in combinazione con altri trattamenti:
    • Iniziale stabilizzazione dell’ansia: Le benzodiazepine possono essere utilizzate in combinazione con antidepressivi per il trattamento dell’ansia generalizzata, soprattutto nelle fasi iniziali, poiché gli antidepressivi richiedono diverse settimane per iniziare a fare effetto. Le benzodiazepine forniscono un sollievo immediato mentre si attende che gli antidepressivi raggiungano la loro efficacia terapeutica. In questo modo, le benzodiazepine aiutano a stabilizzare i sintomi e a migliorare la qualità della vita del paziente durante l’inizio del trattamento.
    • Come supporto alla terapia psicologica: Durante il trattamento psicologico per l’ansia, le benzodiazepine possono essere utilizzate come coadiuvanti per facilitare la partecipazione alla terapia. In alcuni casi, l’ansia può essere così elevata da impedire al paziente di impegnarsi efficacemente nelle sessioni terapeutiche. Le benzodiazepine possono ridurre l’ansia a breve termine, consentendo al paziente di partecipare più attivamente alla terapia e di trarre maggior beneficio dal trattamento psicologico.
  • Trattamento dell’ansia cronica quando altre opzioni sono inefficaci:
    • Quando l’ansia è resistente ad altri trattamenti: Le benzodiazepine possono essere prescritte per l’ansia cronica in pazienti che non hanno risposto adeguatamente ad altre forme di trattamento, come la terapia cognitivo-comportamentale o gli antidepressivi. In questi casi, le benzodiazepine possono essere utilizzate a dosaggi controllati e per periodi limitati, come parte di un piano terapeutico più ampio, per migliorare la qualità della vita del paziente e ridurre l’impatto dell’ansia sul funzionamento quotidiano.
    • Per pazienti che non tollerano altri farmaci: Alcuni pazienti possono essere particolarmente sensibili agli effetti collaterali degli antidepressivi o di altri farmaci ansiolitici, e le benzodiazepine possono rappresentare un’alternativa più tollerabile. Tuttavia, l’uso di benzodiazepine per l’ansia cronica deve essere monitorato attentamente, per minimizzare il rischio di dipendenza e altri effetti collaterali a lungo termine.

Quindi, le benzodiazepine vengono prescritte per l’ansia in situazioni che richiedono un trattamento rapido ed efficace, come l’ansia acuta, i periodi di stress temporanei o l’inizio di trattamenti più duraturi.

Sebbene siano efficaci a breve termine, le benzodiazepine devono essere utilizzate con cautela e sotto stretta supervisione medica, soprattutto in caso di ansia cronica, per evitare il rischio di dipendenza e di effetti collaterali legati all’uso prolungato.

Quando si è resa necessaria l’assunzione prolungata di benzodiazepine, il processo di sospensione deve essere effettuato con cautela, tramite una riduzione graduale del dosaggio.

Questo aiuta a prevenire i sintomi di astinenza, che possono includere ansia, insonnia, irritabilità e, nei casi più gravi, convulsioni.

La stretta supervisione medica durante la sospensione è fondamentale per ridurre questi rischi e per garantire una transizione sicura ad altre forme di trattamento a lungo termine, come gli antidepressivi o la terapia psicologica.

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Ansia, Psicologia generale

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