Tante persone che hanno subito un trauma si sentono in colpa per essere sopravvissuti all’evento.
Questo senso di colpa, che può sembrare incomprensibile a chi non ha vissuto esperienze simili, è in realtà una delle reazioni più comuni tra chi ha affrontato eventi traumatici.
Molti sopravvissuti si ritrovano a rimuginare sul perché sono ancora vivi.
Il pensiero costante di “perché io?” è una domanda che può tormentare la mente, creando una spirale di autoaccusa e frustrazione.
Il senso di colpa del sopravvissuto si acuisce quando qualcun altro è morto nell’evento traumatico, aumentando la sofferenza emotiva e la difficoltà nel trovare un senso a quanto accaduto.
La mente spesso inizia a cercare delle risposte, a chiedersi se ci fosse qualcosa che si sarebbe potuto fare per salvare quella persona, se si poteva agire in modo diverso per evitare la tragedia.
Questa lotta interiore diventa una parte pesante della realtà quotidiana, con pensieri che si ripetono in un ciclo che sembra non finire mai.
Per molti, quindi, iil trauma non si limita all’evento in sé, ma al carico psicologico che nasce dal vivere con la colpa di essere sopravvissuti.
Perché ci si sente in colpa per essere sopravvissuti ad un determinato evento?
Il senso di colpa del sopravvissuto, come già accennato, è un’esperienza psicologica che può insorgere dopo aver vissuto un trauma, dove la persona si sente in colpa per essere sopravvissuta a un evento traumatico, mentre altre persone, spesso più vicine o simili, non ce l’hanno fatta.
Questo fenomeno è strettamente legato al disturbo da stress post-traumatico (PTSD) ed è considerato uno dei sintomi più comuni e debilitanti tra coloro che affrontano questa condizione.
Nel contesto del PTSD, il senso di colpa del sopravvissuto è spesso definito come un sintomo cognitivo, che riguarda la presenza di pensieri negativi e autolesionisti che invadono la mente della persona.
Questi pensieri sono definiti, nella pratica clinica, come pensieri negativi su di sé, sugli altri e sul mondo perché, appunto, sono diretti verso se stessi, gli altri e il mondo in generale, e possono manifestarsi in vari modi, come la convinzione di non meritare di essere sopravvissuti o l’idea che ci sia qualcosa che si sarebbe potuto fare per salvare qualcun altro.
Questo tipo di pensiero può persistere nel tempo e, se non affrontato adeguatamente, può intensificare la sofferenza psicologica del sopravvissuto.
Il senso di colpa del sopravvissuto spesso nasce dalla convinzione che, nonostante la propria sopravvivenza, ci si senta responsabili per la morte o il danno subito da altri.
Le persone possono ritenere di non aver fatto abbastanza per aiutare gli altri, di non essere state abbastanza forti o di non aver agito nel modo giusto.
Questo pensiero crea un ciclo di autocolpevolizzazione che può ostacolare il processo di guarigione, poiché impedisce alla persona di accettare che il trauma è stato qualcosa fuori dal suo controllo.
Il senso di colpa del sopravvissuto si manifesta attraverso una serie di pensieri negativi che vanno a influenzare diversi aspetti della vita della persona.
Questi pensieri possono concretizzarsi con formule come:
- “Perché sono sopravvissuto e non qualcun altro?”: una persona che è sopravvissuta a un incidente grave, una malattia o una catastrofe naturale, può sentirsi in colpa per essere riuscita a salvarsi, mentre altre persone più vicine o apparentemente più meritevoli non ce l’hanno fatta. Questo pensiero può creare un enorme senso di ingiustizia e incomprensione, soprattutto quando la vittima deceduta era una persona cara o un compagno di esperienze.
- “Avrei potuto fare di più per aiutare gli altri.”: in situazioni traumatiche come incidenti, guerre o catastrofi, i sopravvissuti spesso si convincono che avrebbero potuto agire diversamente, intervenire in tempo per salvare qualcuno o prevenire il danno. Questo tipo di pensiero può condurre a un forte rimorso e alla convinzione che la propria sopravvivenza sia stata ingiusta o indegna.
- “Perché ho avuto fortuna e gli altri no?”: chi sopravvive a situazioni estremamente pericolose può percepire la propria sopravvivenza come frutto di pura casualità, mentre gli altri sono morti. Questo porta a un conflitto interiore: la sensazione che la propria vita non sia più degna o che la propria “fortuna” abbia avuto un costo troppo alto.
Come il Senso di Colpa del Sopravvissuto Influisce sulla Vita Quotidiana
Il senso di colpa del sopravvissuto non solo disturba il benessere psicologico della persona, ma può anche avere ripercussioni gravi sulla sua vita quotidiana.
La costante lotta interiore con questi pensieri negativi può compromettere la qualità della vita, impedendo alla persona di vivere nel presente e di proiettarsi verso il futuro.
Le persone che soffrono di PTSD e del senso di colpa del sopravvissuto possono isolarsi socialmente, evitare situazioni che potrebbero scatenare i ricordi del trauma, e sviluppare difficoltà nelle loro relazioni personali.
Inoltre, il pensiero costante di non meritare di essere sopravvissuti può portare a comportamenti autolesionisti o a un abbassamento della motivazione a migliorare la propria condizione.
Superare il Senso di Colpa del Sopravvissuto
Affrontare il senso di colpa del sopravvissuto è un passo fondamentale nel processo di recupero dal trauma e dal PTSD.
In molte situazioni, è utile lavorare con un professionista esperto in psicoterapia, in particolare con tecniche specifiche per il trauma come l’EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing) o la CBT (psicoterapia cognitivo-comportamentale), che aiutano a rielaborare i pensieri negativi e a ridurre il carico emotivo legato al trauma.
Un aspetto cruciale del trattamento consiste nell’aiutare la persona a accettare il trauma come qualcosa che non poteva essere controllato e a comprendere che il proprio senso di colpa non è giustificato.
La guarigione avviene lentamente, ma è possibile imparare a vivere senza essere intrappolati da questi pensieri negativi, imparando a riscrivere la propria narrazione e ad abbracciare il proprio diritto a guarire e a vivere pienamente.
Noi di GAM-Medical, clinica specializzata in PTSD, conosciamo bene le insidie di un trauma, compreso il senso di colpa del sopravvissuto.
Sappiamo quanto possa essere difficile affrontare il peso emotivo di essere sopravvissuti a un evento traumatico, soprattutto quando il pensiero ricorrente di “perché io?” inizia a dominare la mente.
Il senso di colpa, la continua autoaccusa e la lotta interiore possono essere debilitanti e difficili da superare senza il giusto supporto.
Presso la nostra clinica, i nostri psicoterapeuti sono esperti in queste dinamiche traumatiche profonde e comprendono l’impatto che il trauma e il senso di colpa del sopravvissuto hanno sulla vita di chi ne è colpito.
Con un approccio mirato e empatico, possiamo aiutarti a elaborare il trauma, a comprendere le radici di questi sentimenti e a liberarti dal peso che essi portano.