Terapia Farmacologica ADHD

La terapia farmacologica è, spesso, il trattamento d’elezione per l’ADHD, vista la natura neurobiologica della condizione, associata a squilibri neurotrasmettitoriali.

I medici Psichiatri ADHD di GAM Medical (Clinica ADHD e Centro Psichiatrico), possono consigliare e prescrivere una terapia farmacologica specifica per l’ADHD e per le eventuali comorbidità presenti. 

A tal fine, di norma, il medico prescrive alcuni esami strumentali di approfondimento, al fine di valutare lo stato di salute della persona ADHD e la sua idoneità al trattamento. 

L’efficacia della terapia viene quindi monitorata periodicamente. 

terapia-farmacologica-ADHD

La situazione in Italia: Farmaci ADHD adulti

Attualmente in Italia sono accessibili per il trattamento dell’ADHD (Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività) nell’adulto una gamma ridotta di farmaci che si differenziano nelle categorie di psicostimolanti e non-stimolanti sulla base del principio attivo. Questi farmaci aiutano ad aumentare lo span di attenzione e ridurre l’iperattività, entrambi caratteristici sintomi dell’ADHD. 

Tutte queste sostanze sono classificate come controllate dall’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) e possono essere prescritti solo da professionisti medici come lo Psichiatra ADHD di GAM Medical che ne monitorano attentamente l’assunzione, con visite mensili volte a valutare l’efficacia del trattamento e i potenziali effetti collaterali.

Trattamento ADHD

Differenza tra farmaci psicostimolanti e non-stimolanti?

La principale differenza tra le due classi di farmaci è nel modo in cui agiscono sul sistema nervoso centrale nell’aumento di differenti neurotrasmettitori. Gli psicostimolanti aumentano l’attività cerebrale, mentre i non psicostimolanti agiscono in modi diversi per influenzare l’equilibrio chimico: in particolare, i farmaci psicostimolanti incrementano la concentrazione di dopamina, mentre i non psicostimolanti aumentano il livello di noradrenalina. Per chi ha una diagnosi ADHD queste due classi di psicofarmaci sembrano non differire molto dal punto di vista degli effetti, tuttavia per l’azione che i farmaci psicostimolanti condividono con altri principi attivi soliti per poter causare dipendenza patologica questi sono maggiormente normati e sottoposti a restrizioni.

Farmaci stimolanti e psicostimolanti ADHD
Disturbo da deficit dell’attenzione e iperattività

Farmaci Psicostimolanti per la cura dell’ADHD: Metilfenidato (Ritalin)

ritalin ADHD

I farmaci psicostimolanti sono quelli più utilizzati nel trattamento dell’ADHD nei bambini, negli adolescenti e negli adulti. 

Il principale è il Metilfenidato (noto con il nome commerciale di Ritalin, Equasym o Medikinet), un farmaco che inibisce la ricaptazione della dopamina all’interno delle cellule, aumentandone la concentrazione nelle sinapsi. A differenza delle anfetamine (non disponibili in Italia) non stimola il rilascio della dopamina nelle sinapsi. Il trattamento con farmaci stimolanti viene indicato da tutte le linee guida scientifiche internazionali come il trattamento di prima scelta e la sua efficacia è ben documentata scientificamente.

Un ulteriore farmaco meno noto, che rientra nella regolamentazione delle terapie per l’ADHD in età adulta, è il Modafinil, in commercio come Provigil e sempre stimolante, impiegato solitamente nel trattamento della narcolessia.

Farmaci non-stimolanti per il trattamento dell'ADHD

Oltre agli psicostimolanti, in presenza di comorbidità vengono spesso impiegati per il trattamento dell’ADHD nell’adulto alcuni farmaci noradrenergici (non-stimolanti), tra cui:

L’Atomoxetina, (nome commerciale Strattera), un inibitore del meccanismo di trasporto pre-sinaptico della noradrenalina, la quale si ritiene svolga un importante ruolo nella regolazione dell’attenzione, dell’impulsività e dei livelli di attività. Questo farmaco inibisce la ricaptazione della noradrenalina nelle cellule aumentandone la concentrazione nelle sinapsi.

Il Bupropione (nome commerciale Wellbutrin o Zyban), che può essere indicato per la terapia dell’ADHD nell’adulto, in particolare in soggetti che soffrono di dipendenze.

Il Valproato o Acido Valproico (nome commerciale Depakin), che può essere consigliato ai soggetti ADHD che presentano anche disturbi dell’umore.

Infine, in aggiunta ai suddetti farmaci può essere consigliata l’assunzione di melatonina, l’ormone del sonno, che può aiutare i molti soggetti ADHD che soffrono di disturbi del sonno.

ricetta medica adhd

Visita di monitoraggio ADHD

Il follow-up e il monitoraggio sono fondamentali nella terapia farmacologica per l’ADHD. Questo perché i farmaci possono avere effetti variabili da persona a persona e possono richiedere aggiustamenti del dosaggio o cambiamenti nel tipo di farmaco utilizzato.

Per garantire il benessere della persona e l’efficacia della terapia farmacologica, è di fondamentale importanza che questa venga monitorata attentamente mediante una visita medica con cadenza mensile

Inoltre, la ricetta medica (RMR o RNRL) relativa ai farmaci per l’ADHD non è ripetibile ed ha una durata di 30 giorni, pertanto nel corso della visita di monitoraggio viene anche rinnovata o modificata la prescrizione e, se richiesto, corretta la posologia.

Tariffa chiara e contenuta

Visita psichiatrica

€65-70*

(15 minuti)

Visita di controllo

€55

(10 minuti)

Le fatture sono trasmesse al Sistema Tessera Sanitaria e detraibili secondo normativa.

*Per la DIAGNOSI e/o la TERAPIA FARMACOLOGICA sono necessarie DUE VISITE PSICHIATRICHE.

La VISITA DI CONTROLLO della TERAPIA FARMACOLOGICA ha cadenza mensile ed include la spedizione della prescrizione.

Alle prestazioni con importo superiore a €77,47 si applica marca da bollo di €2

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Vantaggi dei trattamenti farmacologici per ADHD

Come già accennato, il trattamento farmacologico nell’ADHD è spesso il trattamento d’elezione. Questo perchè l‘ADHD è associato a squilibri nei neurotrasmettitori del cervello, in particolare dopamina e noradrenalina, che influenzano l’attenzione, la motivazione e il controllo degli impulsi. I farmaci stimolanti e non stimolanti utilizzati agiscono modulando questi neurotrasmettitori, migliorando la trasmissione nervosa nelle aree cerebrali coinvolte nel controllo esecutivo e nella regolazione comportamentale.

 L’approccio farmacologico nel trattamento del disturbo da deficit di attenzione e iperattività (ADHD) offre una serie di vantaggi significativi che possono migliorare notevolmente la qualità di vita delle persone ADHD.

Nello specifico, la farmacoterapia per l’ADHD è in grado di agire su:

I farmaci per l’ADHD, sia gli stimolanti come il metilfenidato e le anfetamine, sia i non stimolanti come l’atomoxetina e la guanfacina, sono estremamente efficaci nel ridurre i sintomi più compromettenti e invalidanti del disturbo. L’efficacia riguarda non solo i sintomi primari, ovvero disattenzione, impulsività e iperattività, sia fisica che mentale, ma anche quelli secondari, che pur non rientrando tra i criteri diagnostici principali dell’ADHD, sono spesso associati alla condizione in modo significativo, come la disregolazione emotiva.

Uno dei vantaggi più significativi dei trattamenti farmacologici è il miglioramento delle funzioni cognitive associate all’ADHD. 

I farmaci stimolanti e non stimolanti agiscono modulando i livelli di neurotrasmettitori come la dopamina e la noradrenalina, che sono essenziali per il funzionamento della corteccia prefrontale, l’area del cervello coinvolta nel controllo esecutivo. Migliorando la comunicazione tra i circuiti neuronali, questi farmaci permettono alle persone ADHD di rafforzare la loro capacità di trattenere e manipolare le informazioni nella memoria di lavoro, facilitando così la risoluzione di problemi, la gestione di più compiti contemporaneamente e il mantenimento dell’attenzione su attività prolungate.

 

Grazie alla riduzione dei sintomi e al miglioramento delle funzioni cognitive, i trattamenti farmacologici possono consentire ai pazienti di acquisire una maggiore autonomia. Questo può portare a una maggiore fiducia in se stessi, una maggiore autoefficacie e una maggiore capacità di gestire le proprie responsabilità quotidiane e accademiche.

La riduzione dei sintomi, sia primari che secondari, dell’ADHD può favorire un migliore adattamento sociale e migliorare le relazioni interpersonali. La gestione farmacologica della condizione, intervenendo sul controllo esecutivo, aiuta a ridurre dimenticanze e disorganizzazione, aspetti che possono generare frustrazione nei rapporti interpersonali. Allo stesso tempo, il miglioramento dell’impulsività permette una comunicazione più equilibrata, evitando risposte o gesti affrettati o inopportuni che potrebbero compromettere le interazioni e le relazioni sociali, romantiche e non. Per costruire relazioni stabili e sane, è inoltre fondamentale la regolazione emotiva, spesso compromessa nell’ADHD, che porta a reazioni emotive eccessive, nonché difficoltà nel gestire la frustrazione e una maggiore sensibilità al rifiuto. Il trattamento farmacologico, migliorando questi aspetti, favorisce un’interazione più armoniosa, riducendo i conflitti e permettendo una maggiore stabilità nei rapporti personali, sociali e lavorativi.

Il trattamento farmacologico può avere un impatto significativo sulle prestazioni accademiche e lavorative degli individui ADHD. Migliorando la concentrazione e la capacità di apprendimento, questi farmaci possono aumentare le opportunità di successo educativo e professionale, aprendo porte a carriere più gratificanti e soddisfacenti.

I farmaci per l’ADHD possono contribuire a ridurre i comportamenti a rischio associati al disturbo, come l’abuso di sostanze e i comportamenti antisociali. Riducendo l’impulsività e migliorando la capacità di controllo degli impulsi, questi trattamenti possono aiutare le persone coi a prendere decisioni più ponderate e a evitare situazioni pericolose.

I trattamenti farmacologici per l’ADHD offrono, quindi, una gamma diversificata di vantaggi che possono migliorare significativamente la vita delle persone che vivono l’ADHD.

Dalla riduzione dei sintomi al miglioramento delle funzioni cognitive e delle relazioni sociali, questi farmaci giocano un ruolo essenziale nel fornire supporto e migliorare la qualità di vita delle persone affette da questo disturbo.

Differenze tra la terapia farmacologica ADHD e i trattamenti non farmacologici

La terapia farmacologica per l’ADHD si distingue dai trattamenti non farmacologici per la sua efficacia immediata e diretta sulla neurobiologia del disturbo, rendendola un’opzione unica nel panorama terapeutico testato per la condizione.

L’unicità del trattamento farmacologico per l’ADHD, chiaramente, riguarda sia i vantaggi che gli svantaggi. In particolare:

vantaggi terapia farmacologica ADHD

Vantaggi Terapia farmacologica per l’ADHD (in parte già citati sopra):

  • Rapidi risultati: i farmaci per l’ADHD, come stimolanti e non stimolanti, spesso producono risultati rapidi, riducendo i sintomi entro poche settimane dall’inizio del trattamento.
  • Effetti collaterali minori: gli effetti collaterali sono generalmente gestibili e tendono a diminuire nel tempo. Inoltre, gli stimolanti possono fornire benefici immediati nell’attenuare i sintomi dell’ADHD.
  • Efficacia comprovata: gli stimolanti sono stati ampiamente studiati e hanno dimostrato di essere efficaci nel ridurre i sintomi dell’ADHD in molti pazienti.
  • Personalizzazione del trattamento: esistono diverse opzioni farmacologiche disponibili, consentendo ai medici di adattare il trattamento in base alle esigenze individuali del paziente.
  • Integrazione con altri trattamenti non farmacologici: la terapia farmacologica può essere integrata con altre forme di intervento, come la psicoterapia per l’ADHD (terapia comportamentale, cognitivo comportamentali) o interventi e sessioni di psicoeducazione, per massimizzare i benefici complessivi.
svantaggi terapia farmacologica ADHD

Svantaggi:

  • Effetti collaterali: gli stimolanti, sebbene rispetto ad altri psicofarmaci abbiano effetti collaterali ridotti, non ne sono privi. Possono infatti causare effetti collaterali come perdita di appetito, insonnia e aumento della frequenza cardiaca.
  • Rischio di dipendenza: gli stimolanti possono essere soggetti a abuso e dipendenza, se non utilizzati correttamente e monitorati da un medico psichiatra.
  • Costo: alcuni farmaci per l’ADHD possono essere costosi e non sempre coperti dall’assicurazione sanitaria, rendendo il trattamento finanziariamente difficile per alcune famiglie.

Altri trattamenti NON farmacologici per l'ADHD

Sebbene la terapia farmacologica per l’ADHD offra risultati rapidi e una gestione efficace dei sintomi, come abbiamo visto, presenta anche possibili effetti collaterali e rischi a lungo termine.

Gli altri trattamenti non farmacologici indicati per l’ADHD, come la psicoterapia specifica per l’ADHD e gli interventi psicoeducativi per l’ADHD, offrono approcci complementari che mirano a migliorare le abilità di adattamento e il funzionamento quotidiano delle persone con ADHD, spesso senza i rischi associati ai farmaci.

interventi non farmacologici ADHD

Interventi educativi (psicoeducazione individuale e di gruppo):

  • Pianificazione e supporto: gli interventi educativi possono includere pianificazione anticipata, organizzazione dello studio e supporto nell’ambiente scolastico.
  • Modifiche ambientali: negli anni dedicati allo studio e allo sviluppo accademico, modifiche all’ambiente di apprendimento, con una maggiore strutturazione e riduzione delle distrazioni, possono aiutare i bambini, adolescenti e giovani adulti ADHD a concentrarsi e adottare comportamenti più adatti.
  • Collaborazione scuola-famiglia: la collaborazione tra scuola e famiglia è essenziale per garantire che gli studenti ADHD ricevano il supporto necessario sia a casa che a scuola

Terapia cognitivo-comportamentale (psicoterapia ADHD):

  • Gestione delle emozioni: la terapia cognitivo-comportamentale può aiutare i pazienti a gestire le emozioni intense e a sviluppare strategie per affrontare lo stress.
  • Modificazione dei comportamenti: questo approccio psicoterapeutico si concentra sulla modifica dei comportamenti problematici e sull’adozione di comportamenti più adattivi.
  • Sviluppo di abilità sociali: la terapia cognitivo-comportamentale può aiutare i pazienti a sviluppare abilità sociali come l’empatia, la comunicazione efficace e la risoluzione non violenta dei conflitti.

La scelta del trattamento migliore dipende dalle esigenze individuali del paziente e può richiedere una valutazione approfondita da parte di un professionista esperto in ADHD.

Perché per alcune persone ADHD la terapia farmacologica rappresenta la migliore scelta?

Per alcune persone con sintomatologia ADHD, la terapia farmacologica rappresenta la migliore scelta, rispetto ad altre categorie terapeutiche, per diversi motivi:

  • Effetti immediati: i farmaci per l’ADHD, come gli stimolanti, possono produrre effetti immediati nel ridurre i sintomi, consentendo ai pazienti di ottenere un rapido sollievo dalle difficoltà legate al disturbo. Questo è particolarmente importante in situazioni in cui i sintomi interferiscono con le prestazioni accademiche, lavorative o sociali.

  • Efficacia comprovata: gli stimolanti sono stati ampiamente studiati e dimostrati essere efficaci nel trattamento dell’ADHD in molte persone. Per coloro che non rispondono adeguatamente ad altre forme di trattamento, la terapia farmacologica può offrire un’opzione efficace per gestire i sintomi.

  • Miglioramento delle funzioni cognitive: i farmaci per l’ADHD possono migliorare le funzioni cognitive, come la memoria di lavoro e l’attenzione, consentendo ai pazienti di concentrarsi meglio e di essere più efficienti nelle attività quotidiane e accademiche.

  • Facilità d’uso: la terapia farmacologica per l’ADHD di solito coinvolge l’assunzione di una pillola una o più volte al giorno, il che può essere più conveniente e meno invasivo rispetto ad altre forme di trattamento, come la terapia comportamentale, che richiede un impegno continuo nel tempo.

  • Personalizzazione del trattamento: esistono diverse opzioni farmacologiche disponibili per il trattamento dell’ADHD, consentendo ai medici di personalizzare il trattamento in base alle esigenze specifiche del paziente. Questo può includere la sperimentazione con diverse dosi, formulazioni o farmaci fino a trovare quella più efficace con il minor numero possibile di effetti collaterali.

  • Gestione dei sintomi gravi: per alcune persone con ADHD, i sintomi possono essere così gravi da interferire significativamente con la loro vita quotidiana e il funzionamento. In questi casi, la terapia farmacologica può essere necessaria per fornire un controllo adeguato dei sintomi e migliorare la qualità della vita del paziente.

  • Trattamento complementare: la terapia farmacologica può essere utilizzata insieme ad altre forme di trattamento, come la terapia comportamentale o la terapia cognitivo-comportamentale, per massimizzare i benefici complessivi e fornire un approccio terapeutico completo.

Alla luce di quanto soprariportato, è possibile considerare la terapia farmacologica come la migliore scelta per alcune persone ADHD, poiché offre effetti immediati, è efficace nel migliorare le funzioni cognitive e può essere personalizzata per soddisfare le esigenze individuali del paziente.

È importante che la decisione di utilizzare la terapia farmacologica sia presa in consulto con un professionista sanitario qualificato in ADHD e che vengano valutati attentamente i potenziali benefici e rischi per ogni singolo paziente.

Integrazione dei farmaci con altri trattamenti per l'ADHD

L’integrazione dei farmaci per l’ADHD con altri trattamenti per l’ADHD è un approccio spesso ideale, che può massimizzare i benefici complessivi di ogni trattamento e migliorare la qualità della vita dei pazienti.

Questo approccio riconosce che l’ADHD è una condizione complessa che può richiedere una gamma diversificata di interventi per gestire efficacemente i sintomi e migliorare il funzionamento quotidiano.

L’integrazione prevede, nella maggior parte dei casi:

La terapia farmacologica è spesso considerata una componente chiave di un approccio multimodale al trattamento dell’ADHD. Questo perché i farmaci possono offrire benefici immediati nel ridurre i sintomi e migliorare le funzioni cognitive di coloro a cui viene diagnosticata l’ADHD, consentendo ai pazienti di ottenere un rapido sollievo dai sintomi più debilitanti del disturbo. Tuttavia, la terapia farmacologica da sola potrebbe non essere sufficiente per affrontare tutti gli aspetti dell’ADHD, che spesso vanno oltre alle triade sintomatologica tipica, composta da disattenzione, iperattività e impulsività. Occorre inoltre considerare l’aspetto delle comorbilità, estremamente frequenti nelle persone ADHD. Nel trattamento dell’ADHD è possibile, infatti, prescrivere farmaci specifici per il disturbo, ma anche farmaci appartenenti ad altre categorie per gestire eventuali comorbilità che possono emergere nel percorso diagnostico ADHD. Tuttavia, non è sempre necessario ricorrere ad altri farmaci o classi diagnostiche per trattare le comorbilità, poiché il miglioramento dei sintomi dell’ADHD e la conseguente maggiore qualità della vita possono, in alcuni casi, portare alla remissione spontanea di disturbi secondari sviluppatisi in risposta alle difficoltà causate dal disturbo primario. Inoltre, i farmaci per l’ADHD possono talvolta avere un effetto diretto anche sulle comorbilità. L’eventuale associazione di più trattamenti farmacologici deve sempre essere valutata attentamente da un medico specialista, che considererà i benefici e i rischi di ogni intervento, adattandolo alle specifiche esigenze del paziente per garantire un trattamento equilibrato ed efficace.

La psicoterapia comportamentale e cognitivo-comportamentale può essere un complemento efficace alla terapia farmacologica per l’ADHD. Queste forme di terapia si concentrano sull’insegnamento di strategie pratiche per gestire i sintomi dell’ADHD e sviluppare abilità di adattamento. Ad esempio, la terapia comportamentale può includere tecniche di gestione del tempo, strategie di organizzazione e tecniche di autocontrollo per aiutare i pazienti a gestire meglio le loro attività quotidiane e accademiche. La terapia cognitivo-comportamentale (psicoterapia ADHD adulti), invece, può aiutare i pazienti a identificare e modificare pensieri e comportamenti disfunzionali associati all’ADHD, migliorando così il loro funzionamento sociale e emotivo.

Per i bambini e gli adolescenti ADHD, è essenziale garantire un ambiente scolastico che supporti le loro esigenze uniche. Gli interventi educativi possono includere pianificazione anticipata, organizzazione dello studio e modifiche ambientali per ridurre le distrazioni e favorire la concentrazione. Inoltre, il coinvolgimento dei genitori e degli insegnanti è fondamentale per garantire che gli studenti con ADHD ricevano il supporto necessario per avere successo a scuola.

Il coinvolgimento della famiglia è cruciale nel processo di trattamento dell’ADHD psicoeducativo. La psicoeducazione anche di gruppo (psicoeducazione di gruppo ADHD) può aiutare i genitori a comprendere meglio il disturbo e ad apprendere strategie efficaci per gestire i sintomi della persona. Inoltre, il supporto familiare può contribuire a creare un ambiente domestico stabile e supportivo che favorisca il benessere emotivo e comportamentale dell’individuo con ADHD.

L’esercizio fisico regolare e uno stile di vita sano possono contribuire significativamente al benessere generale degli individui ADHD. L’attività fisica può aiutare a ridurre l’iperattività, migliorare la concentrazione e favorire il sonno, mentre una dieta equilibrata e il sonno sufficiente possono sostenere il funzionamento cognitivo e emotivo. 

Considerazioni per l'inizio o sospensione della terapia farmacologica ADHD

Tanto l’inizio quanto la sospensione della terapia farmacologica per il disturbo da deficit di attenzione e iperattività (ADHD) richiedono un’analisi accurata delle esigenze specifiche della persona e delle opzioni terapeutiche disponibili. Il trattamento dell’ADHD coinvolge una serie di considerazioni uniche che tengono conto del quadro clinico, delle caratteristiche, della storia e delle preferenze dell’individuo.

ADHD comprensione terapia farmacologica
importanza valutazione medica ADHD farmaci

Nell’inizio della terapia farmacologica per l’ADHD, è fondamentale effettuare una valutazione completa del profilo clinico dell’individuo per confermare la diagnosi e stabilire il trattamento più appropriato. Questa valutazione dovrebbe includere una storia medica dettagliata, valutazioni comportamentali e cognitive, nonché la raccolta di informazioni da parte di figure significative nella vita dell’individuo, come i genitori, caregiver e gli insegnanti, nei casi di bambini e adolescenti. È importante escludere altre condizioni mediche o psichiatriche che potrebbero mimare i sintomi dell’ADHD.

Molte sono infatti le condizioni psicologiche che possono avere sintomi sovrapponibili a quelli dell’ADHD.

La selezione del farmaco specifico da somministrare dipende da diversi fattori, tra cui l’età dell’individuo, la gravità dei sintomi, la presenza di condizioni comorbide, come ansia, depressione, autismo e le preferenze individuali. I farmaci stimolanti come il metilfenidato e l’anfetamina sono spesso considerati trattamenti di prima linea per l’ADHD, poiché hanno dimostrato di essere efficaci nel migliorare l’attenzione, la concentrazione e il controllo degli impulsi. Ma in alcuni casi, possono essere prescritti farmaci non stimolanti come gli antidepressivi triciclici o gli agonisti alfa-2 adrenergici.

Durante il trattamento, è importante monitorare da vicino la risposta dell’individuo al farmaco e apportare eventuali aggiustamenti nella posologia o nella terapia in base alla sua efficacia e tollerabilità. Una consulenza psicoeducativa preventiva per l’individuo e la sua famiglia può essere estremamente utile per garantire una gestione efficace del disturbo e per affrontare eventuali preoccupazioni o dubbi riguardanti il trattamento.

monitoraggio terapia farmacologica ADHD

Anche la sospensione della terapia farmacologica, come il suo inizio, prevede un’attenzione particolare e dovrebbe sempre avvenire sotto stretto controllo medico psichiatra.

In alcuni casi, la sospensione della terapia farmacologica può essere giustificata se l’individuo mostra una significativa riduzione dei sintomi e una buona funzionalità senza l’uso continuato del farmaco. Tuttavia, è importante fornire all’individuo un adeguato supporto e monitoraggio durante il processo di sospensione per garantire una transizione sicura e efficace.

Risolviamo i tuoi dubbi

Purtroppo in Italia è indicato/consentito (label) nei bambini (sotto i 18 anni) e, in continuità di trattamento, quindi nel caso di prosecuzione della terapia dopo i 18 anni, anche negli adulti. La prima prescrizione del farmaco dopo i 18 anni viene considerata off- label (non indicata/consentita), questo a discapito di tutte le linee guida internazionali e dunque il farmaco è a carico dell’utente.

Il termine significa “fuori etichetta” e descrive la pratica, autorizzata dalla legge italiana, dell’utilizzo di alcuni farmaci per impieghi diversi da quelli per i quali sono stati autorizzati. Non esistendo alcuna indicazione terapeutica specifica per tali farmaci, non possono essere rimborsati dal sistema sanitario nazionale. Il farmaco è certamente legale in Italia, ma le assicurazioni non ne coprono il costo. Questi farmaci sono LABEL secondo le linee guida internazionali.