Ti è mai capitato di chiederti quale tipo di psicoterapia, tra le tante possibili, “funzioni meglio”? Davanti a sigle e approcci diversi (cognitivo-comportamentale, psicodinamico, sistemico, integrato) è normale sentirsi confusi. Spesso la domanda è “Quale terapia mi aiuterà davvero?”
In questo articolo andremo a vedere in modo chiaro le differenze tra la terapia cognitivo-comportamentale (CBT) e terapia psicodinamica, cosa dice la ricerca scientifica sulla loro efficacia e come capire quale può essere più adatta al tuo modo di funzionare, ai tuoi obiettivi e al momento che stai vivendo.
Terapia cognitivo-comportamentale: come funziona e per chi è indicata
La terapia cognitivo-comportamentale (CBT) si basa sull’idea che pensieri, emozioni e comportamenti siano interconnessi. Intervenire su uno di questi livelli (in particolare sul modo di interpretare gli eventi) può modificare gli altri, migliorando benessere e funzionamento quotidiano.
Secondo la meta-analisi “The Efficacy of Cognitive Behavioral Therapy: A Review of Meta-analyses” (Hofmann S. G. et al., 2012), la CBT è efficace nel trattamento di disturbi d’ansia, depressione, disturbi ossessivi, fobie e disturbi da stress post-traumatico, con risultati robusti e mantenuti nel tempo.
Punti chiave della CBT:
- Si concentra sul presente e su ciò che mantiene il disagio.
- Fornisce strumenti pratici per gestire pensieri, emozioni e comportamenti.
- Prevede compiti tra le sedute, monitoraggio dei progressi e obiettivi concreti.
- È generalmente a tempo limitato (da alcune settimane a un anno, in media).
L’obiettivo non è cancellare i pensieri negativi, ma imparare a riconoscerli, valutarli e sostituirli con interpretazioni più realistiche. Questo aiuta la persona a sviluppare autonomia e autogestione dei sintomi nel lungo periodo.
La CBT è indicata per chi desidera un percorso strutturato, collaborativo e orientato ai risultati, utile per sintomi specifici come ansia, depressione o difficoltà di regolazione emotiva.

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Terapia psicodinamica: come funziona e per chi è indicata
La terapia psicodinamica nasce dalla tradizione psicoanalitica, ma oggi si è evoluta in forme più brevi, focalizzate e orientate al cambiamento. Mira a rendere consapevoli i processi inconsci che influenzano emozioni, relazioni e scelte di vita.
Secondo la meta-analisi “The efficacy of psychodynamic psychotherapy” (Shedler J., 2010), la terapia psicodinamica produce miglioramenti significativi in ansia, depressione e funzionamento interpersonale, con benefici che possono continuare a crescere anche dopo la fine della terapia.
Punti chiave della psicodinamica:
- Esplora le radici emotive e relazionali del disagio.
- Punta alla consapevolezza di sé e alla rielaborazione dei modelli affettivi.
- Si concentra sulla relazione terapeutica come strumento di cambiamento.
- La durata può variare: esistono forme brevi e focali (12–40 sedute) e percorsi più lunghi.
A differenza della CBT, che lavora sul “qui e ora”, la psicodinamica lavora anche sul “lì e allora”: i legami passati che si ripetono nel presente. Questo approccio è indicato per chi vuole comprendere in profondità i propri pattern emotivi e relazionali, più che solo gestire i sintomi.

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CBT e psicodinamica: cosa dice la ricerca sul confronto diretto
La ricerca scientifica ha spesso confrontato i due approcci.
Secondo la meta-analisi “Comparative efficacy of cognitive-behavioral and psychodynamic therapy for major depression: A meta-analysis” (Steinert C. et al., 2017), entrambi i trattamenti mostrano efficacia clinica comparabile nella riduzione dei sintomi depressivi.
In altre parole, non esiste un vincitore assoluto, ma una differenza di meccanismi e di percorso.
Secondo la revisione “The Dodo Bird Verdict Revisited” (Wampold B. E., Imel Z. E., 2015), fattori comuni come alleanza terapeutica, fiducia nel trattamento e impegno reciproco spiegano una parte significativa del miglioramento, indipendentemente dal modello teorico.
CBT e psicodinamica sono entrambe efficaci; ciò che cambia è il percorso verso il miglioramento: più pratico e comportamentale nella CBT, più riflessivo e relazionale nella psicodinamica.

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Come scegliere la terapia giusta per te: Terapia cognitivo-comportamentale o psicodinamica?
Non esiste una terapia “migliore in assoluto”, ma un percorso più adatto a te in questo momento.
Ecco alcuni criteri pratici per orientarti:
- Se cerchi strumenti concreti e obiettivi misurabili: la CBT può essere più indicata.
- Se vuoi comprendere le origini emotive del disagio e migliorare la consapevolezza di te: la psicodinamica può essere più utile.
- Se hai già sperimentato entrambe le modalità: una terapia integrata può unire elementi di entrambe.
Secondo la meta-analisi “The alliance in adult psychotherapy: A meta-analytic synthesis” (Flückiger C. et al., 2018), l’alleanza terapeutica (la qualità del legame e della collaborazione) è uno dei predittori più solidi dell’esito positivo, più del tipo di orientamento in sé.
Chiedere allo psicoterapeuta di spiegare il metodo, la durata stimata e le modalità di lavoro è sempre una buona pratica: la trasparenza iniziale favorisce fiducia e aderenza al percorso.

Terapia cognitivo-comportamentale o psicodinamica: come iniziare
La scelta può sembrare complessa, ma spesso il primo incontro con il terapeuta è il momento ideale per capire quale approccio si allinea meglio alle tue esigenze e fare tutte le domande del caso.
Durante l’incontro, il professionista valuta il tuo obiettivo, la modalità di lavoro e le caratteristiche del disturbo o della difficoltà riferita. Da lì può consigliarti l’approccio più utile o una forma integrata che combini le tecniche di entrambe le scuole.
GAM Medical, Centro di Salute Mentale, offre approcci diversi per costruire un percorso su misura rispetto ai tuoi obiettivi, al tuo modo di funzionare e al momento che stai vivendo. Prenota il tuo primo colloquio gratuito: valuteremo insieme bisogni, durata e modalità di lavoro e sceglierai tu l’indirizzo terapeutico più adatto, con un piano operativo condiviso.
Questo è contenuto divulgativo e non sostituisce le diagnosi di un professionista. Se ti è piaciuto l’articolo, condividilo.
Fonti:
- https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/23459093/
- https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/20141265/
- https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/28541091/
- https://www.sciencedirect.com/science/article/abs/pii/S0732118X18301351
- https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/29792475



