I disturbi e le condizioni psicologiche sono spesso percepiti come qualcosa di astratto e immateriale, una sorta di realtà intangibile che esiste solo nella mente di chi ne soffre.
Questa visione può sembrare convincente: i vissuti dell’ansia, della depressione, della schizofrenia e di altre psicopatologie non sono visibili o tangibili come una frattura ossea o un’infezione.
Non possono essere osservati direttamente attraverso esami fisici o scansioni, e questo porta molte persone a considerare i disturbi mentali come qualcosa di “non reale” o “solo nella testa” di chi li sperimenta.
Tuttavia, sebbene sia vero che queste condizioni esistono nella mente, ciò non significa che siano meno reali o significative rispetto ai disturbi fisici.
È corretto affermare che i disturbi psicologici esistono nella testa di chi ne soffre, ma questa affermazione va intesa in modo specifico.
Esistono nel cervello, il che non li rende meno concreti.
Il cervello è l’organo responsabile delle nostre esperienze, pensieri e emozioni, ed è proprio qui che i disturbi mentali prendono forma.
Queste condizioni non sono immaginarie; sono il risultato di complesse interazioni chimiche ed elettriche nel cervello che, quando alterate, possono portare a una vasta gamma di sintomi psicologici
Alla base dei disturbi psicologici vi sono spesso alterazioni nei livelli e nel funzionamento dei neurotrasmettitori.
Cosa sono i Neurotrasmettitori?
Ma cosa sono esattamente i neurotrasmettitori?
I neurotrasmettitori sono sostanze chimiche che permettono la comunicazione tra i neuroni, le cellule nervose del cervello e del sistema nervoso.
Ogni volta che pensiamo, proviamo un’emozione o reagiamo a un evento, i nostri neuroni scambiano segnali elettrici e chimici attraverso i neurotrasmettitori.
Esistono molti tipi di neurotrasmettitori, ognuno con funzioni specifiche.
Ad esempio, la serotonina è coinvolta nella regolazione dell’umore e del sonno, la dopamina è associata al piacere e alla motivazione, e il GABA aiuta a calmare il cervello riducendo l’eccitazione neuronale.
Quando questi neurotrasmettitori funzionano correttamente, il cervello mantiene un equilibrio che ci permette di pensare chiaramente, reagire in modo appropriato alle situazioni e mantenere uno stato emotivo stabile.
Nei disturbi psicologici, questo equilibrio chimico ed elettrico può essere disturbato.
Pertanto, queste alterazioni neurotrasmettitoriali non sono immaginarie, ma reali cambiamenti chimici che possono essere misurati e, in alcuni casi, trattati con farmaci che modulano i livelli di questi neurotrasmettitori.
I principali Neurotrasmettitori e le loro Funzioni
Esistono una gamma molto ampia di neurotrasmettitori.
In questa sede, verranno presi in considerazioni i principali:
- Adrenalina: L’adrenalina, nota anche come epinefrina, è un neurotrasmettitore e un ormone prodotto dalle ghiandole surrenali. È coinvolta nella risposta “combatti o fuggi” del corpo, una reazione automatica che prepara l’organismo a fronteggiare situazioni di stress o pericolo. Questa risposta è cruciale per la sopravvivenza poiché mobilita rapidamente le risorse del corpo per affrontare una minaccia immediata. L’adrenalina provoca un aumento della frequenza cardiaca, della pressione sanguigna e del flusso sanguigno ai muscoli. Questo effetto consente al corpo di prepararsi rapidamente all’azione fisica, fornendo più ossigeno e nutrienti ai muscoli. Allo stesso tempo, riduce il flusso sanguigno a organi meno essenziali durante l’emergenza, come il tratto digestivo. L’adrenalina causa anche la dilatazione dei bronchi, aumentando così la quantità di ossigeno che entra nei polmoni. Questo è particolarmente utile in situazioni di emergenza, in cui il corpo ha bisogno di più ossigeno per alimentare i muscoli attivi. Inoltre, l’adrenalina stimola la glicogenolisi, cioè la conversione del glicogeno in glucosio, fornendo energia rapidamente disponibile per il corpo. Questo aumento dei livelli di glucosio nel sangue è essenziale durante lo stress o l’attività fisica intensa. L’adrenalina ha poi anche un ruolo nel consolidamento della memoria, specialmente nei ricordi legati a eventi emotivi o stressanti. Questo aiuta gli individui a ricordare situazioni pericolose in futuro, migliorando le probabilità di sopravvivenza.
- Dopamina: La dopamina è un neurotrasmettitore cruciale nel cervello, noto soprattutto per il suo ruolo nel sistema di ricompensa e motivazione. Regola anche il movimento, il piacere, l’attenzione e l’umore. La dopamina è essenziale per il circuito della ricompensa del cervello. Quando una persona sperimenta qualcosa di piacevole, come mangiare cibo gustoso o raggiungere un obiettivo, il rilascio di dopamina crea una sensazione di piacere e soddisfazione, incoraggiando il comportamento a ripetersi. La dopamina è vitale anche per il controllo del movimento. La sua carenza nei gangli della base, una parte del cervello, è la causa principale della malattia di Parkinson e delle disprassie. I pazienti affetti da questa malattia sperimentano tremori, rigidità muscolare e lentezza nei movimenti a causa della perdita di neuroni dopaminergici. Inoltre, la dopamina gioca un ruolo fondamentale nell’attenzione e nell’apprendimento. È coinvolta nella modulazione della plasticità sinaptica, un processo che consente al cervello di adattarsi e apprendere nuove informazioni.
- Noradrenalina: La noradrenalina, o norepinefrina, è un neurotrasmettitore e ormone simile all’adrenalina. È coinvolta nella regolazione dell’attenzione, delle emozioni, del sonno, del ciclo sonno-veglia e della risposta allo stress. Viene rilasciata principalmente dalle terminazioni nervose simpatiche e dalle ghiandole surrenali. La noradrenalina è una componente chiave del sistema nervoso simpatico, che prepara il corpo all’azione in situazioni di emergenza. Aumenta la frequenza cardiaca, costringe i vasi sanguigni e mobilita le riserve energetiche. Questi effetti sono simili a quelli dell’adrenalina ma più prolungati. La noradrenalina è cruciale anche per mantenere l’attenzione e la vigilanza. Viene rilasciata in risposta a stimoli nuovi o rilevanti, aiutando il cervello a focalizzarsi su compiti importanti e a ignorare le distrazioni. La noradrenalina è coinvolta nella regolazione dell’umore e dell’ansia.Inoltre, la noradrenalina aiuta a regolare il ciclo sonno-veglia. È presente in alte concentrazioni durante la veglia e quasi assente durante il sonno REM. Questo neurotrasmettitore è quindi fondamentale per mantenere la vigilanza durante il giorno e per favorire il sonno profondo durante la notte.
- Endorfine: Le endorfine sono neurotrasmettitori prodotti dal sistema nervoso centrale e dalla ghiandola pituitaria. Sono noti per il loro ruolo nella riduzione del dolore e nella generazione di sensazioni di euforia. Le endorfine sono considerate il “sistema antidolorifico naturale” del corpo. Le endorfine agiscono legandosi ai recettori degli oppioidi nel cervello, riducendo la percezione del dolore. Questo meccanismo è simile a quello degli analgesici oppioidi, ma le endorfine sono prodotte naturalmente dal corpo. Vengono rilasciate in risposta a situazioni di stress, esercizio fisico intenso o lesioni, per attenuare il dolore e permettere la continuazione dell’attività. Le endorfine sono anche responsabili delle sensazioni di euforia e benessere. Ad esempio, la “euforia del corridore”, una sensazione di esaltazione spesso provata durante l’esercizio fisico prolungato, è attribuita al rilascio di endorfine.
- Serotonina: La serotonina è un neurotrasmettitore che svolge un ruolo fondamentale nella regolazione dell’umore, dell’appetito, del sonno, della memoria e del comportamento sociale. È spesso chiamata il “ormone della felicità” per il suo effetto positivo sull’umore, anche se si tratta di un neurotrasmettitore e non di un ormone. La serotonina è forse più nota per il suo ruolo nella regolazione dell’umore. Livelli adeguati di serotonina nel cervello sono associati a sensazioni di benessere e felicità. La serotonina influenza anche l’appetito e la digestione. Viene prodotta in grandi quantità nel tratto gastrointestinale e regola la motilità intestinale. Inoltre, può influenzare la scelta degli alimenti e la quantità di cibo consumato, legando la nutrizione all’umore e al benessere. La serotonina gioca un ruolo chiave nella regolazione del ciclo sonno-veglia. Durante il giorno, contribuisce alla veglia e all’attenzione, mentre di notte viene convertita in melatonina, un ormone che induce il sonno. La serotonina è anche coinvolta nei processi cognitivi come la memoria e l’apprendimento. Influisce sulla plasticità sinaptica, che è essenziale per l’apprendimento e la formazione della memoria. Disturbi della serotonina possono influenzare negativamente la capacità di apprendere nuove informazioni e di ricordare eventi passati. In ultimo, la serotonina influenza anche il comportamento sociale e le interazioni interpersonali. Livelli adeguati di serotonina possono promuovere comportamenti sociali positivi, come la fiducia e la cooperazione, mentre livelli alterati sono stati associati a comportamenti aggressivi e antisociali.
- GABA (Acido Gamma-Aminobutirrico): Il GABA è il principale neurotrasmettitore inibitorio del sistema nervoso centrale. Agisce riducendo l’eccitabilità neuronale, prevenendo l’eccessiva stimolazione del cervello e aiutando a mantenere l’equilibrio tra eccitazione e inibizione. Il GABA è essenziale per indurre uno stato di calma e rilassamento. Legandosi ai suoi recettori, il GABA riduce l’attività neuronale, contribuendo a diminuire l’ansia e promuovere il rilassamento. Per questo motivo, molti farmaci ansiolitici, come le benzodiazepine, agiscono potenziando l’effetto del GABA. Il GABA gioca un ruolo cruciale nella promozione del sonno, in particolare nel facilitare l’inizio del sonno e nel mantenere il sonno profondo. La sua funzione inibitoria contribuisce a spegnere le attività cerebrali eccitatorie che potrebbero interferire con il sonno. Il GABA è coinvolto anche nella regolazione del movimento. Funziona modulando l’attività delle vie motorie nel cervello e nel midollo spinale, contribuendo a mantenere il tono muscolare e a prevenire movimenti involontari o spasmi.
- Glutammato: Il glutammato è il principale neurotrasmettitore eccitatorio nel sistema nervoso centrale. È coinvolto in quasi tutte le funzioni cerebrali, inclusi l’apprendimento, la memoria, la percezione sensoriale e la coordinazione motoria. Il glutammato è essenziale per la comunicazione tra neuroni e per il funzionamento ottimale del cervello. Il glutammato è fondamentale per i processi di apprendimento e memoria. È coinvolto nella plasticità sinaptica, specialmente nella potenziamento a lungo termine (LTP), un meccanismo che rafforza le connessioni sinaptiche tra neuroni, rendendo più facile il passaggio delle informazioni e migliorando la memoria a lungo termine. Sebbene il glutammato sia essenziale per la funzione cerebrale, livelli eccessivi possono essere dannosi. L’eccesso di glutammato può portare a una condizione nota come eccitotossicità, dove l’eccessiva stimolazione dei neuroni porta a danni e morte cellulare. Il glutammato è coinvolto anche nella trasmissione delle informazioni sensoriali dal corpo al cervello. È essenziale per la trasmissione del segnale nelle vie sensoriali, come quelle visive, uditive e tattili, facilitando l’elaborazione delle informazioni sensoriali e la loro integrazione nel cervello. Il glutammato non solo regola la funzione cognitiva, ma è anche coinvolto nella regolazione dell’umore e delle emozioni. Il glutammato è cruciale anche per la coordinazione motoria. Agisce a livello delle sinapsi motorie nel cervello e nel midollo spinale, facilitando il controllo del movimento e la risposta motoria a stimoli esterni. Disfunzioni nel sistema glutamatergico possono portare a disturbi del movimento e condizioni come la distonia.
Alterazioni Neurotrasmettitoriali nei Disturbi Mentali
Le alterazioni nei livelli e nelle funzioni dei neurotrasmettitori siano spesso alla base di vari disturbi mentali e condizioni psicologiche.
Alcuni esempi riguardano:
- Depressione
- Alterazione della serotonina: La depressione è fortemente associata a una riduzione della disponibilità di serotonina nel cervello. La serotonina è fondamentale per la regolazione dell’umore, e livelli bassi sono stati collegati a sentimenti di tristezza, disperazione e apatia. Molti antidepressivi, come gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI), funzionano aumentando la quantità di serotonina disponibile nelle sinapsi cerebrali, migliorando così l’umore e alleviando i sintomi depressivi.
- Ruolo della noradrenalina: Anche la noradrenalina è implicata nella depressione. Questo neurotrasmettitore è coinvolto nell’attenzione, nell’energia e nella motivazione. Livelli ridotti di noradrenalina possono contribuire ai sintomi di affaticamento, mancanza di interesse nelle attività e difficoltà di concentrazione. Alcuni antidepressivi, noti come inibitori della ricaptazione della serotonina-noradrenalina (SNRI), mirano ad aumentare sia la serotonina che la noradrenalina per trattare la depressione.
- Disfunzione della dopamina: La dopamina è collegata alla sensazione di piacere e alla motivazione. Nella depressione, la disfunzione del sistema dopaminergico può manifestarsi come anedonia, cioè l’incapacità di provare piacere nelle attività quotidiane. Questa alterazione può contribuire alla mancanza di motivazione e all’apatia tipica della depressione grave. Anche i sistemi di ricompensa del cervello, che dipendono dalla dopamina, sono spesso meno attivi nei pazienti depressi.
- Disturbo d’Ansia Generalizzato (GAD)
- Disfunzione del GABA: Il disturbo d’ansia generalizzato è caratterizzato da preoccupazione eccessiva e persistente, spesso associata a una disfunzione nel sistema GABAergico. Il GABA è il principale neurotrasmettitore inibitorio nel cervello e agisce riducendo l’eccitabilità neuronale. Quando i livelli di GABA sono insufficienti o i suoi recettori non funzionano correttamente, il risultato può essere un aumento dell’ansia e dell’agitazione, poiché il cervello non è in grado di calmarsi adeguatamente.
- Coinvolgimento della serotonina: Anche la serotonina gioca un ruolo nell’ansia. Livelli bassi di serotonina possono contribuire all’aumento dell’ansia e al nervosismo. Gli SSRI, utilizzati anche per trattare la depressione, sono spesso efficaci nel trattamento dell’ansia, suggerendo che un aumento della serotonina può aiutare a ridurre i sintomi ansiosi.
- Ruolo della noradrenalina: La noradrenalina è coinvolta nella risposta allo stress e può contribuire ai sintomi del disturbo d’ansia generalizzata. Un’eccessiva attivazione del sistema noradrenergico può portare a sensazioni di tensione, irrequietezza e ipervigilanza. I farmaci che modulano i livelli di noradrenalina possono quindi essere utili nel trattamento dell’ansia.
- Disturbo Ossessivo-Compulsivo (DOC)
- Dopamina e ossessioni: Nel disturbo ossessivo-compulsivo, la dopamina è spesso implicata nel ciclo ossessivo-compulsivo. Le alterazioni nei livelli di dopamina, specialmente nelle aree del cervello coinvolte nel controllo motorio e nel comportamento ripetitivo, possono contribuire allo sviluppo di compulsioni, ovvero comportamenti ripetitivi e ritualistici che il paziente sente di dover compiere per alleviare l’ansia.
- Serotonina e ossessioni: La serotonina gioca un ruolo critico nel controllo delle ossessioni e dei pensieri intrusivi caratteristici del DOC. Molti trattamenti per l’DOC, inclusi gli SSRI, mirano ad aumentare i livelli di serotonina, riducendo così la frequenza e l’intensità dei pensieri ossessivi e delle compulsioni.
- GABA e ansia associata: Il GABA può essere coinvolto nella componente ansiosa del DOC. Poiché il GABA aiuta a regolare l’eccitabilità neuronale e l’ansia, disfunzioni nel sistema GABAergico possono peggiorare l’ansia associata ai pensieri ossessivi. Alcuni trattamenti farmacologici per il DOC possono includere benzodiazepine, che potenziano l’effetto del GABA, sebbene non siano il trattamento di prima linea.
- Disturbo Bipolare
- Disregolazione della dopamina: Il disturbo bipolare è caratterizzato da oscillazioni estreme dell’umore, che includono episodi maniacali e depressivi. La dopamina è fortemente coinvolta in queste oscillazioni. Durante gli episodi maniacali, i livelli di dopamina possono essere eccessivamente elevati, contribuendo a sintomi come iperattività, pensieri accelerati e comportamenti impulsivi. Al contrario, durante gli episodi depressivi, i livelli di dopamina possono diminuire, portando a sintomi simili a quelli della depressione unipolare, come l’anedonia e la perdita di energia.
- Ruolo della serotonina: La serotonina è implicata nella regolazione dell’umore e, nel disturbo bipolare, la sua funzione può essere alterata. Durante le fasi depressive, la carenza di serotonina può contribuire ai sentimenti di disperazione e tristezza. Alcuni farmaci stabilizzatori dell’umore, come il litio, possono influenzare i livelli di serotonina, contribuendo a stabilizzare l’umore e a prevenire le oscillazioni estreme.
- GABA e regolazione dell’umore: Anche il GABA può giocare un ruolo nel disturbo bipolare. Durante gli episodi maniacali, una riduzione dell’attività GABAergica può contribuire all’eccessiva eccitazione neuronale, portando a sintomi maniacali. Farmaci che aumentano l’effetto del GABA, come alcuni stabilizzatori dell’umore, possono essere utili nel trattamento del disturbo bipolare.
- Schizofrenia
- Iperattività della dopamina: La schizofrenia è uno dei disturbi mentali più complessi, e la teoria dopaminergica suggerisce che un’eccessiva attività dopaminergica, specialmente nelle vie mesolimbiche del cervello, sia responsabile dei sintomi positivi della schizofrenia, come allucinazioni e deliri. Gli antipsicotici tipici e atipici agiscono principalmente bloccando i recettori della dopamina, riducendo così questi sintomi.
- Disfunzione del glutammato: Oltre alla dopamina, anche il glutammato è coinvolto nella schizofrenia. La teoria del glutammato suggerisce che una ridotta funzione del recettore NMDA (un tipo di recettore del glutammato) possa contribuire ai sintomi negativi della schizofrenia, come l’apatia, la mancanza di emozioni e le difficoltà cognitive. Questo ha portato a esplorazioni di trattamenti che modulano il sistema glutamatergico.
- GABA e disorganizzazione del pensiero: Il GABA, con la sua funzione inibitoria, è coinvolto nel mantenimento dell’equilibrio tra eccitazione e inibizione nel cervello. Nella schizofrenia, alterazioni nel sistema GABAergico possono contribuire alla disorganizzazione del pensiero e ai sintomi cognitivi del disturbo. I deficit nel GABA possono portare a un’eccessiva attività neuronale, contribuendo alla confusione mentale e alla difficoltà nel mantenere una linea di pensiero coerente.
- Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività (ADHD)
- Dopamina e attenzione: L’ADHD è spesso associato a una disfunzione del sistema dopaminergico. Livelli ridotti di dopamina nelle aree del cervello coinvolte nell’attenzione e nel controllo degli impulsi, come la corteccia prefrontale, possono contribuire ai sintomi di disattenzione, iperattività e impulsività. I trattamenti per il disturbo da deficit dell’attenzione e iperattività, come i farmaci stimolanti, aumentano i livelli di dopamina per migliorare la concentrazione e il controllo degli impulsi.
- Noradrenalina e vigilanza: Anche la noradrenalina è coinvolta nell’ADHD, particolarmente per quanto riguarda la regolazione della vigilanza e della risposta agli stimoli. Un deficit di noradrenalina può contribuire a difficoltà nell’attenzione sostenuta e alla capacità di concentrarsi su compiti specifici. Alcuni farmaci non stimolanti per l’ADHD agiscono
Questi sono solo alcuni degli esempi di condizioni mentali in cui possono presentarsi delle alterazioni neurotrasmettitoriali.
È proprio per questo che si prendono gli psicofarmaci: perché agiscono direttamente sui livelli di neurotrasmettitori, aiutando a ristabilire l’equilibrio chimico nel cervello.
Ad esempio, se soffri di ansia, depressione o ADHD, è probabile che i tuoi neurotrasmettitori siano fuori equilibrio, e un trattamento adeguato può fare la differenza.
Una visita con uno dei nostri psichiatri può essere il primo passo per identificare le tue esigenze specifiche e sviluppare un piano di trattamento che includa, se necessario, l’uso di farmaci per aiutarti a sentirti meglio e a vivere una vita più equilibrata e soddisfacente.