Le spese compulsive e la depressione

Tempo di lettura: 5 minuti

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Cosa spinge una persona a fare spese compulsive? Inoltre, uno dei sintomi della depressione potrebbe essere lo shopping compulsivo?

Le spese compulsive, note anche come oniomania, sono un comportamento patologico che si manifesta con l’acquisto impulsivo di beni, spesso inutili, che provoca un temporaneo sollievo emotivo, seguito però da sensi di colpa e vergogna. Questo disturbo comportamentale è stato sempre più riconosciuto in contesti clinici, specialmente quando associato a condizioni psicologiche come la depressione.

In questo articolo esploreremo la relazione tra il disturbo da shopping compulsivo e la depressione, evidenziando i meccanismi psicologici che sottendono questi comportamenti, i fattori di rischio, e le possibili soluzioni terapeutiche

Cos’è la Spesa Compulsiva?

La spesa compulsiva è un disturbo del comportamento che si manifesta con l’incapacità di controllare l’impulso di acquistare beni o servizi non necessari, nonostante le conseguenze negative che ne derivano. Chi soffre di questo disturbo tende ad acquistare per alleviare emozioni negative, come l’ansia o la tristezza, ma l’effetto di sollievo è temporaneo. Subito dopo, emergono sentimenti di colpa, rimorso e frustrazione, che peggiorano il benessere psicologico della persona.

Il fenomeno è stato frequentemente associato a una serie di disturbi psicologici, con la depressione tra i più comuni. La relazione tra shopping compulsivo e depressione è complessa: spesso la depressione è un fattore che alimenta il comportamento compulsivo, mentre quest’ultimo aggrava ulteriormente i sintomi depressivi.

La Relazione tra Depressione e Shopping Compulsivo

La depressione è una condizione psicologica complessa che può avere un impatto devastante sulla vita quotidiana di chi ne è affetto. Essa si manifesta attraverso un profondo senso di tristezza, disperazione e perdita di speranza, e spesso le persone che ne soffrono cercano soluzioni immediate per alleviare il loro dolore emotivo. Tra queste soluzioni, l’acquisto compulsivo, noto anche come oniomania, è un comportamento che emerge frequentemente come meccanismo di coping. In uno stato depressivo, il consumo e gli acquisti impulsivi possono sembrare un modo per ottenere un sollievo immediato, una gratificazione momentanea che aiuta a distrarsi dalle emozioni dolorose. 

Tuttavia, questo sollievo è transitorio e, una volta che l’effetto dell’acquisto svanisce, i sintomi depressivi ritornano, creando un circolo vizioso che alimenta ulteriormente il malessere. Chengyu Li Zuhui Xia, Yiqing Liu, Shuyan Li, Shuchang Ren, Hongjun Zhao in “Is online shopping addiction still a depressive illness? — the induced consumption and traffic trap in live E-commerce” (2021) hanno osservato che “la spesa compulsiva può servire come una strategia disfunzionale di coping per le persone che soffrono di depressione, in quanto cerca di alleviare il dolore psicologico, ma senza affrontare le radici del problema”. Come anche Lee Matthew Lawrence, Joseph Ciorciari e Michael Kyrios con “Relationships that compulsive buying has with addiction, obsessive-compulsiveness, hoarding, and depression” (2022) hanno riscontrato che “la depressione è significativamente correlata al comportamento di acquisto compulsivo, con l’impulsività e la necessità di gratificazione immediata che giocano un ruolo centrale nel mantenimento di questo disturbo”. Questi studi evidenziano come il comportamento di shopping compulsivo, pur offrendo un sollievo temporaneo, non risolva mai le cause profonde della depressione e, al contrario, ne aggravi i sintomi nel lungo periodo.

Le Emozioni Dietro la Spesa Compulsiva

La depressione è caratterizzata da sentimenti di tristezza, impotenza e disperazione. Per molte persone, l’acquisto compulsivo diventa una via per alleviare momentaneamente questi stati emotivi. Quando la persona è incapace di gestire o esprimere in modo sano i propri sentimenti, lo shopping diventa una strategia per ridurre il malessere interiore. L’acquisto di un oggetto, anche se superfluo, può infatti innescare una risposta di gratificazione che “distrae” temporaneamente dalla sofferenza psicologica.

Tuttavia, dopo la fase iniziale di sollievo, il peso dei sensi di colpa per il comportamento impulsivo, unito alla consapevolezza di non aver risolto il problema, fa peggiorare la depressione. Questo processo può portare a un ulteriore peggioramento dell’autoimmagine e della percezione di sé, con un ciclo che si ripete nel tempo.

Autoregolazione emotiva e Depressione

Il legame tra depressione e spese compulsive può essere meglio compreso attraverso la teoria dell’autoregolazione emotiva. La depressione implica una difficoltà nell’autoregolazione dei propri stati emotivi, portando gli individui a cercare soluzioni rapide per alleviare il dolore psicologico. Le persone con depressione possono presentare quindi un maggiore livello di impulsività, un tratto psicologico che aumenta la probabilità di compiere acquisti irrazionali e non pianificati.

Fattori di Rischio per lo Shopping Compulsivo

Molti fattori psicologici e sociali contribuiscono alla comparsa dello shopping compulsivo, in particolare nei soggetti depressi. Tra i fattori di rischio più significativi ci sono:

  1. Bassa autostima: Gli individui con bassa autostima possono usare lo shopping come un modo per “compensare” la percezione negativa di sé.
  2. Stress cronico: L’esposizione a stress cronico, tipica di chi soffre di depressione, può scatenare comportamenti compulsivi esprimibili attraverso l’acquisto di beni e servizi.
  3. Fattori ambientali e culturali: Una cultura che promuove il consumismo e l’acquisto come simbolo di successo e felicità può influenzare chi è vulnerabile emotivamente, facendo leva sul bisogno di gratificazione immediata.

Conseguenze delle Spese Compulsive

Le conseguenze delle spese compulsive vanno ben oltre il semplice problema finanziario. Quando l’individuo accumula debiti, o comunque difficoltà economiche, a causa di acquisti impulsivi, si crea una spirale di ansia e stress, che contribuisce ad alimentare ulteriormente la depressione. La vergogna derivante dal comportamento compulsivo e la difficoltà di gestire le finanze personali possono portare a un isolamento sociale, peggiorando il senso di solitudine e disconnessione emotiva.

Inoltre, l’acquisto compulsivo danneggia anche le relazioni personali. Spesso, chi soffre di shopping compulsivo nasconde il proprio comportamento ai familiari o agli amici, generando tensioni nelle relazioni e creando un ulteriore senso di colpa e vergogna.

shopping compulsivo ed emozioni
shopping compulsivo ed emozioni

Le Soluzioni Terapeutiche allo shopping compulsivo?

Il trattamento dello shopping compulsivo in pazienti depressi deve affrontare sia il disturbo del comportamento che i sintomi depressivi. Le terapie psicologiche, come la terapia cognitivo-comportamentale (CBT), si sono rivelate particolarmente efficaci nel trattare entrambi i disturbi. La CBT aiuta i pazienti a identificare e modificare i pensieri disfunzionali che portano agli acquisti compulsivi, mentre promuove strategie più sane per affrontare lo stress e la depressione

Interrompere gli acquisti compulsivi richiede un trattamento integrato che combini l’approccio psicoterapico con il supporto emotivo necessario per affrontarne le cause sottostanti, soprattutto nel caso della depressione. Se riconosci in te stesso comportamenti di shopping compulsivo e sospetti di soffrire di depressione, un primo passo importante per la comprensione di questi comportamenti può essere quello di effettuare un test per la depressione

Il Centro Depressione di GAM Medical offre un supporto qualificato, con percorsi terapeutici personalizzati, che includono consulenze psicologiche e l’accompagnamento da parte di esperti per affrontare sia la depressione che i comportamenti compulsivi. Affrontare il problema in modo integrato permette di interrompere il circolo vizioso e di favorire il recupero, aiutando gli individui a vivere una vita più sana ed equilibrata.

Questo è contenuto divulgativo e non sostituisce le diagnosi di un professionista. Se ti è piaciuto l’articolo, condividilo.

Fonti:

  • https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/24726432/ 
  • https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/38694126/ 
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