Diabulimia: il diabete può diventare un disturbo alimentare?

Tempo di lettura: 4 minuti

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diabete e bulimia

Vivere con il diabete di tipo 1 significa convivere ogni giorno con controlli glicemici, insulina e una costante attenzione all’alimentazione. Ma cosa accade quando la gestione della malattia si intreccia con un rapporto problematico con il cibo? 

La diabulimia è una condizione complessa e poco conosciuta che mette in pericolo corpo e mente. Ti sei mai chiesto quali sono i rischi reali di questo disturbo, quali campanelli d’allarme riconoscere e quali strategie di cura esistono? 

Scopriamo insieme cos’è la diabulimia, i suoi sintomi, le conseguenze e i possibili trattamenti, con un focus particolare sugli adolescenti, tra i più vulnerabili.

Cos’è la diabulimia?

Qual è la definizione di “diabulimia”? 

Il termine unisce “diabete” e “bulimia” e descrive un disturbo del comportamento alimentare (DCA) in cui una persona con diabete di tipo 1 riduce intenzionalmente o omette la dose di insulina per perdere peso o evitarne l’aumento. Questo comportamento la rende diversa da altri disordini del comportamento alimentare, ma la colloca in una zona pericolosa in cui disturbo alimentare e diabete si sovrappongono.

Lo studio “Diabetes and eating disorders: an exploration of ‘Diabulimia(2020), di S. E. Coleman, N. Caswell, spiega come la diabulimia sia una forma particolare di disturbo alimentare che combina la gestione del diabete con pratiche disfunzionali tipiche dei DCA, sottolineandone la specificità clinica e i rischi legati alla mancata aderenza insulinica.

Diabulimia vs Bulimia

A differenza della bulimia tradizionale, che si caratterizza per abbuffate seguite da condotte di compenso (vomito autoindotto, uso di lassativi, digiuni), nella diabulimia il meccanismo compensatorio si basa proprio sulla mancata somministrazione di insulina. 

Per comprendere meglio la differenza tra diabulimia e bulimia, osserviamo la seguente tabella:

AspettoDiabulimiaBulimia
Popolazione prevalentePersone con diabete di tipo 1Popolazione generale, spesso adolescenti o giovani adulti
Comportamento compensatorioOmissione o riduzione di insulinaVomito, lassativi, digiuni, eccessivo esercizio
Obiettivo percepitoControllo del peso, riduzione calorieEliminare calorie ingerite in eccesso
Rischi immediatiChetoacidosi diabetica, squilibri glicemiciDisidratazione, squilibri elettrolitici
Conseguenze a lungo termineDanni agli organi, complicanze diabeticheDanni gastrointestinali, cardiaci, dentali

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6 Sintomi della Diabulimia da non ignorare

Riconoscere i sintomi della diabulimia non è semplice, poiché spesso si mascherano dietro una gestione apparentemente “disattenta” del diabete. Tra i campanelli d’allarme più frequenti troviamo:

  1. Saltare o ridurre frequentemente le dosi di insulina.
  2. Glicemie inspiegabilmente elevate nonostante la prescrizione medica.
  3. Perdita di peso rapida e significativa.
  4. Preoccupazione eccessiva per il peso o l’aspetto fisico.
  5. Evitare visite mediche o controlli clinici.
  6. Umore depresso, ansia e ritiro sociale.

Le ricerche hanno dimostrato che l’incidenza di questo disturbo è maggiore negli adolescenti, specialmente nelle ragazze, che vivono la pressione estetica unita alla fatica di gestire una patologia cronica. Lo studio “The role of diabetes distress in Diabulimia”(2023) di Poos S., Faerovitch M., Pinto C., Jamalkhani N., Chaudhri F., Khan S., Lo D.F., McGowan K., Martin A., mostra come i fattori psicologici di stress legati al diabete si intrecciano con i sintomi della diabulimia, suggerendo screening sistematici del distress in tutti i pazienti con diabete di tipo 1.

Diabulimia e rischio negli adolescenti

Il tema della diabulimia negli adolescenti è particolarmente delicato. Lo studio “Diabetes and eating disorders: an exploration of ‘Diabulimia’” (2020) sottolinea come questa condizione si manifesti spesso già durante l’adolescenza, quando la gestione dell’insulina viene intrecciata con dinamiche tipiche dei DCA.

L’età dello sviluppo coincide con una maggiore attenzione al corpo, con pressioni sociali legate all’immagine fisica e con la difficoltà di accettare il diabete come condizione cronica. Molti giovani riferiscono di sentirsi “diversi” dai coetanei, un senso di isolamento che può sfociare in comportamenti estremi.

Le dinamiche familiari giocano un ruolo importante: da un lato il controllo dei genitori, spesso percepito come invadente, dall’altro la paura di deluderli. In questo contesto, l’omissione dell’insulina può sembrare un “compromesso” nascosto per sentirsi più liberi, ma in realtà espone a gravi conseguenze cliniche.

Questo quadro sottolinea l’urgenza di interventi mirati di prevenzione e supporto psicologico, poiché gli adolescenti con diabete di tipo 1 mostrano una vulnerabilità maggiore nello sviluppare disturbi della nutrizione e dell’alimentazione rispetto ai coetanei senza la malattia.

Diabulimia: conseguenze e rischi 

Le conseguenze della diabulimia sono gravi e vanno ben oltre il semplice controllo del peso. Gli effetti a breve termine includono la chetoacidosi diabetica, una condizione potenzialmente letale, oltre a iperglicemie persistenti che possono portare a ricoveri frequenti.

A lungo termine, le complicanze del diabete si accelerano drammaticamente: neuropatie, nefropatie, retinopatie, danni cardiovascolari. Inoltre, la salute psicologica risulta profondamente compromessa, con un rischio maggiore di depressione, ansia e ideazione suicidaria.

Lo studio “The role of diabetes distress in Diabulimia” (2023) conferma che la diabulimia è associata a un aumento significativo della mortalità precoce e a un peggioramento della qualità della vita. Non si tratta quindi di una semplice “fase” adolescenziale, ma di un vero disturbo alimentare che richiede attenzione clinica.

Percorsi terapeutici e prevenzione della diabulimia

Un trattamento efficace della diabulimia richiede un approccio multidisciplinare, che integri diabetologi, nutrizionisti, psicologi e psichiatri. Le linee guida più recenti sottolineano l’importanza di interventi personalizzati, che comprendano:

  • Educazione sul diabete e alimentazione: rendere il paziente consapevole dei rischi legati all’omissione dell’insulina.
  • Psicoterapia individuale e familiare: lavorare sulle emozioni, sull’accettazione della malattia e sulle dinamiche relazionali.
  • Supporto nutrizionale: promuovere un rapporto equilibrato con il cibo, lontano da schemi punitivi o restrittivi.
  • Trattamenti integrati: in alcuni casi può essere utile affiancare terapia farmacologica mirata ai sintomi ansioso-depressivi.

L’alimentazione resta un pilastro nella gestione: imparare a strutturare pasti bilanciati, senza cadere in estremi di controllo ossessivo o totale abbandono, è parte fondamentale del percorso.

diabulimia e dca
diabulimia e dca

Come riconoscere e affrontare la diabulimia?

La diabulimia è una condizione complessa e rischiosa, che intreccia il diabete di tipo 1 con le dinamiche tipiche dei disturbi della nutrizione e dell’alimentazione. Comprendere cos’è la diabulimia, saperne riconoscere i sintomi e intervenire precocemente può fare la differenza tra complicanze gravi e un percorso di guarigione.

Se pensi che tu o una persona cara possiate essere coinvolti, non aspettare: rivolgersi a un centro specializzato è il primo passo per ritrovare equilibrio e benessere

GAM Medical, Centro DCA, propone percorsi personalizzati che integrano le competenze mediche e psicologiche di nutrizionisti e dietologi, offrendo un sostegno concreto per affrontare questo disturbo. Con il giusto supporto, è possibile ricostruire un rapporto sano con il cibo e imparare a gestire il diabete senza compromessi sulla salute.

Questo è contenuto divulgativo e non sostituisce le diagnosi di un professionista. Se ti è piaciuto l’articolo, condividilo.

Fonti:

  • https://jeatdisord.biomedcentral.com/articles/10.1186/s40337-023-00924-7
  • https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/32967730/ 

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Supervisione scientifica:
Questo articolo è stato revisionato dal Dott. Giancarlo Giupponi, psichiatra e psicoterapeuta, vicedirettore del Servizio Psichiatrico di Bolzano e presidente regionale della Società Italiana di Psichiatria. Oltre a garantire l’accuratezza clinica dei contenuti, il Dott. Giupponi supervisiona la selezione dei test e dei questionari disponibili sul sito, verificandone la conformità agli standard scientifici internazionali (DSM-5, OMS, strumenti clinicamente validati).
Scopo del contenuto: divulgativo, non diagnostico.

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