L’ADHD (Attention-Deficit/Hyperactivity Disorder), è un disordine neuropsichico che causa alterazioni delle funzioni esecutive, in Italia è noto anche come Disturbo da Deficit dell’Attenzione e Iperattività (DDAI). Queste alterazioni possono manifestarsi in forme differenti a seconda dell’età della persona e riguardano principalmente: deficit dell’attenzione, l’impulsività e l’iperattività con relativo controllo dell’attività motoria.
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L’ADHD è un disturbo, cosiddetto, del neurosviluppo.
Nel DSM-5 (Manuale Statistico e Diagnostico dei Disturbi Mentali, Quinta Edizione), i disturbi del neurosviluppo sono un gruppo di condizioni che si manifestano precocemente durante lo sviluppo, tipicamente prima dell’ingresso a scuola e che hanno origine da alterazioni nello sviluppo cerebrale e influenzano aspetti fondamentali come:
Rientrando l’ADHD, nel DSM-5, tra i disturbi del neurosviluppo, le sue manifestazioni compaiono fin dalla prima infanzia anche se diventano più evidenti nella fascia d’età scolare, per diverse ragioni.
Durante il periodo scolare, infatti, sono richieste al bambino maggiori capacità di attenzione, concentrazione, organizzazione e autocontrollo. L’ambiente scolastico, con le sue regole, orari e compiti strutturati, mette in evidenza le difficoltà tipiche dell’ADHD, come la disattenzione, l’iperattività e l’impulsività.
Inoltre, le richieste accademiche aumentano, e il bambino deve affrontare attività che richiedono continuità e precisione, come lo studio, la lettura e la scrittura. Questi compiti, che richiedono il mantenimento dell’attenzione per lunghi periodi, possono risultare particolarmente impegnativi per chi è ADHD, portando a distrazioni frequenti, errori superficiali e difficoltà nel completamento dei compiti.
Anche le dinamiche sociali diventano più complesse: il bambino è chiamato a rispettare le regole della classe, a collaborare con i compagni e a interagire con gli insegnanti. Ad ogni modo l’impulsività e la difficoltà nel gestire le proprie emozioni possono ostacolare l’integrazione sociale, causando fraintendimenti, litigi e isolamento.
Infine, il confronto con i coetanei e le aspettative degli adulti, come insegnanti e genitori, rendono più evidente il divario tra il comportamento atteso e quello effettivo del bambino ADHD, portando spesso alla segnalazione delle difficoltà e alla ricerca di una diagnosi.
L’ADHD, in quanto disturbo del neurosviluppo legato allo sviluppo cerebrale, non è limitato alla fascia d’età infantile, ma persiste anche in adolescenza e in età adulta, sebbene le manifestazioni possano modificarsi nel tempo.
Durante l’adolescenza, il quadro sintomatologico può evolvere: l’iperattività fisica tende spesso a diminuire, trasformandosi in una forma di irrequietezza interna, ma persistono o si accentuano la disattenzione, la difficoltà nella pianificazione, nell’organizzazione e nella gestione del tempo.
Questa fase, caratterizzata da importanti cambiamenti emotivi, sociali e scolastici, può mettere a dura prova l’adolescente ADHD, causando spesso scarso rendimento scolastico, problemi relazionali e maggiore impulsività, con un rischio aumentato di comportamenti a rischio (uso di sostanze, guida pericolosa, rapporti sessuali non protetti).
Inoltre, le difficoltà nella regolazione emotiva possono provocare cali dell’autostima e aumentare la probabilità di sviluppare disturbi associati, come ansia e depressione.
Nell’età adulta, sebbene alcuni sintomi possano attenuarsi, come, ad esempio, l’iperattività esteriormente intesa, le difficoltà legate alle funzioni esecutive, quali gestione del tempo, organizzazione, pianificazione e capacità di portare a termine compiti complessi e poco gratificanti, rimangono spesso significative.
Gli adulti ADHD possono infatti incontrare ostacoli nella carriera lavorativa, faticando a rispettare scadenze, a mantenere l’attenzione durante riunioni o a gestire più attività contemporaneamente.
Anche le relazioni interpersonali possono risultare complesse a causa di impulsività e difficoltà nella gestione delle emozioni.
L’ADHD per lungo tempo è stato concettualizzato come un disturbo relativo solamente all’età infantile e solo in tempi recenti si è aperta la strada per una sua diagnosi e presa in carico anche in età adulta.
Questa nuova consapevolezza ha portato molte persone a scoprire solo in età adulta, col cosiddetto “senno di poi”, di essere state ADHD per tutta la vita, riconoscendo nella loro storia personale le caratteristiche tipiche della condizione.
Spesso, queste persone ripensano al proprio passato scolastico, lavorativo e relazionale, dando finalmente una spiegazione alle difficoltà vissute.
Considerando la neuropsicologia dell’ADHD, le caratteristiche dell’ADHD sono contraddistinte da sintomi di disattenzione, iperattività e impulsività, che si presentano con una intensità non adeguata allo stadio di sviluppo del soggetto.
Il Disturbo da Deficit dell’Attenzione e Iperattività (ADHD) può manifestarsi con una serie di sintomi che possono influire sulla capacità di attenzione e sulla gestione del comportamento.
Nonostante i sintomi ADHD possano variare da persona a persona, anche in base all’età, in generale i sintomi più comuni del Disturbo da Deficit dell’Attenzione e Iperattività (ADHD) rientrano in 3 categorie principali:
Eccole qui sotto nello specifico.
La disattenzione ADHD è caratterizzata dalla difficoltà nel concentrare l’attenzione su compiti specifici. Infatti, una delle caratteristiche ADHD è la tendenza a distrarsi spesso a causa di stimoli esterni e, per questo, la tendenza a commettere errori di distrazione nei compiti che stanno svolgendo.
L’iperattività è un’altra componente essenziale dell’ADHD. Nello specifico, l’iperattività è un sintomo ADHD che si manifesta attraverso una costante e eccessiva attività motoria. Infatti, l’iperattività ADHD può rendere difficile alle persone ADHD rimanere sedute tranquillamente o partecipare a situazioni che richiedono calma e attenzione prolungata.
L’impulsività rappresenta un terzo elemento cruciale. Coloro che vivono con l’ADHD possono avere difficoltà a controllare gli impulsi, spesso agendo senza riflettere sulle conseguenze delle proprie azioni. L’impulsività ADHD può influenzare la qualità delle decisioni prese e la gestione delle relazioni sociali.
Inoltre, è importante sottolineare che, per ottenere una diagnosi ADHD, le difficoltà legate ai sintomi ADHD devono manifestarsi in almeno due contesti, come per esempio nell’ambiente lavorativo e nelle relazioni sociali.
È essenziale sottolineare che questi sono i sintomi più comuni del Disturbo da Deficit dell’Attenzione, ma non sono sempre uguali per tutti, infatti i sintomi possono variare notevolmente da persona a persona.
Per esempio, alcuni individui ADHD possono mostrare una prevalenza maggiore di disattenzione, mentre altri di iperattività o impulsività.
Quindi, la gestione dei sintomi richiede un approccio personalizzato, poiché ogni individuo può sperimentare l’ADHD in modi unici.
Vediamo più approfonditamente questi sintomi ADHD.
I sintomi ADHD sono molto variabili e hanno un impatto significativo sulla qualità della vita della persona che ne soffre. Se ti stai chiedendo come capire se hai l’ADHD, devi sapere che GAM Medical, come istituto d’eccellenza per l’adhd ti offre la possibilità di fare un test indicativo per valutare la presenza di ADHD dopo il quale potrai confrontarti gratuitamente con uno specialista.
I sintomi di disattenzione potrebbero includere:
Le persone ADHD potrebbero anche mostrare una tendenza a evitare attività che richiedono uno sforzo mentale considerevole o a procrastinare in modo eccessivo. Inoltre, potrebbero apparire distratti e non riuscire a mantenere l’attenzione su un’attività o un discorso per un lungo periodo di tempo.
La disattenzione potrebbe rimanere costante nelle varie fasi d’età, per lo più il problema è che le persone ADHD tendono a spostare o ad alternare l’attenzione, mettendo in atto comportamenti che non risultano sempre utili. I problemi attentivi rimangono gli stessi ma diventano più gravi e invalidanti all’aumentare delle responsabilità in capo al soggetto adulto.
I sintomi di iperattività potrebbero includere:
I sintomi di impulsività potrebbero includere una tendenza a prendere decisioni impulsivamente senza valutare le conseguenze. Alcune manifestazioni di tale sintomatologia potrebbero essere:
L’impulsività cambia qualitativamente e può diminuire con l’età, ma essendo una peculiarità dell’ADHD, di norma permane con la crescita.
Gli adulti ADHD non manifestano sempre i medesimi sintomi dei bambini, ovvero l’eccessiva iperattività e impulsività.
Infatti, negli adulti i sintomi dell’ADHD sono, spesso, meno marcati e legati alla disattenzione.
In particolare, i sintomi ADHD sono riconducibili ad un deficit delle funzioni esecutive, ovvero le funzioni cerebrali (o processi cognitivi) che consentono di individuare obiettivi e selezionare, pianificare e attuare le azioni volte a raggiungerli.
Le funzioni esecutive che risultano spesso deficitarie negli adulti ADHD sono:
Da queste carenze nelle funzioni esecutive possono manifestarsi diversi comportamenti quali la difficoltà nel passare da un compito a un altro o problemi nell’autocontrollo e nella pianificazione.
Per questo la diagnosi dell’ADHD in età adulta è fondamentale per superare e gestire al meglio le sfide specifiche affrontate dagli individui ADHD e personalizzare il trattamento ADHD per adulti. Infatti, i sintomi ADHD nell’età adulta possono avere un impatto significativo sulla vita quotidiana, influenzando le relazioni personali, il lavoro e il benessere generale. Pertanto la gestione dei sintomi ADHD tramite trattamento ADHD per adulti è essenziali per ottenere il giusto supporto, per implementare strategie personalizzate per migliorare la qualità della vita e ottenere consigli per affrontare l’ADHD in età adulta.
I principali pattern comportamentali in cui tali carenze nelle funzioni esecutive si potrebbero concretizzare, nella vita di tutti i giorni, sono:
Per quanto concerne la disattenzione:
A fare da contrappeso alla difficoltà di concentrazione, i soggetti ADHD tendono ad essere caratterizzati da iperfocus, ovvero eccesso di concentrazione, nel caso in cui venga svolta un’attività che ritenuta particolarmente interessante.
Riguardo l’eccessiva iperattività ed impulsività:
Tali comportamenti presentano di norma le conseguenze negative più importanti negli ambiti sociali (amicali e sentimentali) e lavorativi.
Sul piano della disregolazione emotiva e dell’irrequietezza:
In generale, la disregolazione emotiva fa si che le persone ADHD siano tendenti a provare emozioni particolarmente intense con una difficoltà globale a mitigarne l’intensità o ad adattare lo stato emotivo alla situazione.
Una larga percentuale (circa l’80%) degli adulti ADHD lamenta di soffrire di disturbi del sonno ed è frequente che prediliga lavorare o compiere attività ricreative la sera o la notte, piuttosto che la mattina o il pomeriggio.
Se desideri ulteriormente approfondire sui sintomi, vai direttamente più in basso a questo paragrafo: Sintomi comportamentali ADHD negli Adulti.
Le cause dell’ADHD sono multifattoriali, non del tutto comprese e coinvolgono genetica (ereditaria), neurobiologia e ambiente. Determinato da anomalie nei neurotrasmettitori cerebralli (per la trasmissione degli impulsi nervosi al cervello), è influenzato anche da fattori genetici, squilibri neurochimici, esposizione prenatale a tossine, parto prematuro, carenze nutrizionali, alterazioni della dopamina e stress familiare.
L’ADHD sta sottoponendo a gran sforzo la ricerca da quasi vent’anni, a causa della sua eziologia multifattoriale. Ciò indica che alla base del Disturbo da Deficit dell’Attenzione e Iperattività (ADHD), ci siano diversi fattori quali:
L’ADHD è un disturbo che ha radici neurobiologiche complesse, e per questo motivo è ancora oggetto di numerosi studi. Tuttavia, si ritiene che la causa principale della ADHD sia una disfunzione a livello dei neurotrasmettitori, ovvero delle sostanze chimiche presenti nel cervello che regolano la comunicazione tra le cellule nervose.
In particolare, si ritiene che il soggetto ADHD sia caratterizzato da una carenza di dopamina e noradrenalina, due neurotrasmettitori che svolgono un ruolo fondamentale nel controllo dell’attenzione, della motivazione e della regolazione emotiva. Questa carenza può essere legata a fattori genetici, ma anche, in parte, a fattori ambientali come la dieta, lo stile di vita e l’esposizione a sostanze tossiche.
I farmaci di norma utilizzati per il trattamento dell’ADHD agiscono proprio su tale meccanismo, modulando i livelli di dopamina e di noradrenalina nel cervello.
Inoltre, le persone ADHD presentano carenze nello sviluppo dell’amigdala, centro delle emozioni, e dell’ippocampo, area del cervello che in parte influisce sulla motivazione e su un efficace svolgimento di azioni e compiti. Il ruolo del cervello, quindi, è centrale nello sviluppo dell’ADHD.
Ulteriori alterazioni sono di norma registrate nella corteccia prefrontale e nel cervelletto, con conseguenze sulle funzioni cerebrali quali l’attenzione, la programmazione delle azioni nel tempo, la capacità di non distrarsi, l’esecuzione dei movimenti corporei, la coordinazione motoria, coordinati, il controllo del proprio comportamento.
Per quanto concerne la genetica, bisogna sottolineare che essa può influenzare la presenza di ADHD attraverso un meccanismo genetico complesso e dunque attraverso l’interazione tra determinati geni e fattori ambientali.
Sì, ADHD e Disturbo da Deficit dell’Attenzione e Iperattività sono la stessa condizione. Infatti, la sigla ADHD è l’acronimo del nome inglese dello stesso disturbo, cioè Attention Deficit Hyperactivity Disorder. In italiano, invece, l’acronimo del Disturbo da Deficit dell’Attenzione e Iperattività è DDAI.
È interessante notare che il termine “Disturbo da Deficit dell’Attenzione e Iperattività” riflette la natura stessa della condizione, che causa difficoltà nell’attenzione e nell’iperattività. Nonostante questo, il termine generalmente più utilizzato per riferirsi alla sindrome da Deficit dell’Attenzione e Iperattività, anche in ambito diagnostico e clinico, è “ADHD”(vedi anche GAM-MEDICAL clinica dell’ADHD).
Scopriamo tutti i modi in cui si può chiamare l’ADHD!
In particolare, è rilevante notare che il termine “ADD” (Attention Deficit Disorder) è stato utilizzato in passato per indicare la forma di ADHD con disattenzione predominante.
Ciò nonostante questa terminologia è stata abbandonata nel Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM-5), pubblicato nel 2013.
Invece, il termine “HD” (Hyperkinetic Disorder) è stato utilizzato in passato per indicare la forma di ADHD con iperattività e impulsività predominanti.
Ma anche questa terminologia è stata abbandonata nel DSM-5.
L’ADHD è classificato come disturbo del neurosviluppo a causa del suo esordio in età infantile. A tal proposito, l’Organizzazione Mondiale della Sanità mostra come l’ADHD sia uno dei disturbi psichici più comuni dell’infanzia, con una prevalenza stimata tra il 5% e il 7% della popolazione infantile.
Negli ultimi anni, però, la comunità scientifica ha mutato il proprio approccio rispetto al disturbo da deficit dell’attenzione e iperattività, riconoscendo che si tratta di una condizione permanente.
L’ADHD, infatti, non è una condizione temporanea o qualcosa da cui si dovrebbe “guarire”, ma una neurodivergenza che fa parte della persona per tutta la vita.
Quando si parla di neurodivergenza ci si riferisce a modi di funzionare del cervello che si discostano dalla norma statistica o sociale. Le persone neurodivergenti hanno schemi di pensiero, apprendimento, elaborazione delle informazioni e percezione del mondo che differiscono da quelli considerati tipici (neurotipici).
La neurodivergenza, come l’ADHD, quindi, non è una malattia o un problema da “curare”, ma una variazione naturale del funzionamento neurologico umano.
La condizione, pertanto, persiste anche in età adolescenziale e adulta e, a questo proposito, ad oggi l’ADHD è ora ampiamente riconosciuto e diagnosticato negli adulti.
Studi recenti, inoltre, evidenziano come gran parte degli adulti ADHD non presentavano manifestazioni importanti ed impattanti in età infantile.
La prevalenza dell’ADHD negli adulti a livello internazionale è stimata tra il 3% ed il 4%.
In Italia, il disturbo da deficit di attenzione e iperattività (ADHD), è una condizione sempre più diffusa tra bambini, adolescenti e adulti. La prevalenza dell’ADHD negli adulti in Italia è più bassa rispetto a quella internazionale e si attesta secondo le stime al 2,8%.
Nella maggior parte dei casi, l’ADHD viene diagnosticata in età scolare, ma sempre più spesso viene individuata anche negli adolescenti e negli adulti, attraverso un protocollo diagnostico specifico.
Sebbene l’ADHD sia una condizione sempre più diagnosticata in Italia, la mancanza di consapevolezza può rendere difficile, per chi ne soffre, affrontare la patologia e i suoi effetti. Dunque, è importante offrire un adeguato supporto per le persone e le famiglie che ne sono colpite e impegnarsi collettivamente per migliorare la comprensione del Disturbo da Deficit dell’Attenzione e Iperattività (ADHD).
In generale, il Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività può avere un impatto importante sulla qualità della vita dell’adulto e del giovane adulto ADHD, sia per quanto riguarda il contesto sociale che quello lavorativo. Ciononostante, spesso le persone non identificano la loro condizione come una forma di ADHD e di conseguenza non cercano il supporto opportuno e necessario per gestire i sintomi del Disturbo dell’Attenzione.
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Le comorbidità più comuni negli adulti con Disturbo da Deficit dell’Attenzione e Iperattività (ADHD) sono:
Non esiste una vera e propria cura per il disturbo da deficit dell’attenzione e iperattività, che comporti una regressione totale dei sintomi e/o delle caratteristiche organiche che causano tali manifestazioni. Come già accennato, si tratta di una neurodivergenza e, in quanto tale non è un qualcosa da cui si guarisce, ma più come una caratteristica intrinseca della persona, che persiste per tutta la vita. Nonostante questo, grazie ai progressi nella diagnosi e nella terapia, oggi è possibile gestire efficacemente i sintomi dell’ADHD e migliorare la qualità della vita di chi ne soffre grazie anche a realtà come la nostra Clinica ADHD GAM-Medical.
È importante sottolineare che solo un’accurata diagnosi ADHD, sia psicologica che medica, può consentire di individuare la strategia più opportune per la gestione del DDAI nel caso specifico, che può comprendere l’assunzione di farmaci, un approccio basato su psicoeducazione o psicoterapia, oppure una combinazione tra le due.
L’ADHD (Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività) è una condizione complessa che può manifestarsi in diverse forme e combinazioni di sintomi. La diagnosi e classificazione dell’ADHD includono 3 principali sottotipi di ADHD, o presentazioni, che riflettono le diverse manifestazioni dei sintomi nelle persone affette da questa condizione.
Le tipologie principali sono: Predominantemente Inattentivo (ADHD-PI), Predominantemente Iperattivo-Impulsivo (ADHD-PII) ed infine, Combinato (ADHD-C).
Ognuna di queste manifestazioni differenziate di Disturbo da Deficit dell’attenzione e iperattività, si distingue per una varia serie di fattori, punti chiave e comportamenti che i soggetti presentano.
Ecco qui sotto un’analisi dettagliata di ciascuna tipologia di ADHD conosciuta.
Questo sottotipo del disturbo, conosciuto come ADHD Predominantemente Inattentivo (ADHD-PI), è caratterizzato principalmente dalla presenza di sintomi di disattenzione, con sintomi di iperattività e impulsività che possono essere meno evidenti o assenti.
Alcuni sintomi tipici dell’ADHD-PI includono:
Le persone ADHD-PI possono sembrare sognanti o distanti e possono avere difficoltà a completare compiti che richiedono concentrazione prolungata, come studiare o leggere.
L’ADHD Predominantemente Inattentivo (ADHD-PI) è una delle tre presentazioni principali del Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività (ADHD). Questo sottotipo si caratterizza principalmente per la presenza predominante di sintomi di disattenzione, con sintomi di iperattività e impulsività che possono essere meno evidenti o assenti.
Le persone ADHD-PI possono sperimentare una serie di sfide che riguardano principalmente la loro capacità di mantenere l’attenzione su compiti o attività a lungo termine. Possono avere difficoltà a concentrarsi durante le conversazioni, le lezioni o le letture prolungate, trovando difficile seguire istruzioni complesse o completare compiti che richiedono concentrazione prolungata. La loro mente può spesso vagare, perdendo il filo dei pensieri o dimenticando dettagli importanti.
La disorganizzazione è un altro tratto comune dell’ADHD-PI, con individui che possono perdere oggetti necessari per le attività quotidiane o trascurare compiti che richiedono uno sforzo mentale prolungato. Possono evitare compiti che richiedono attenzione prolungata e potrebbero sembrare spesso smemorati o distratti durante le attività quotidiane.
Le persone ADHD-PI possono manifestare anche sintomi di disattenzione nei contesti sociali, come non ascoltare quando gli si parla direttamente o perdere il filo della conversazione. Questi sintomi possono influenzare negativamente il funzionamento accademico, lavorativo e sociale della persona, portando a una minore produttività e a difficoltà nelle relazioni interpersonali.
La diagnosi e il trattamento dell’ADHD-PI sono fondamentali per migliorare il funzionamento quotidiano e la qualità della vita delle persone affette. Gli interventi terapeutici possono includere terapie comportamentali, supporto educativo e strategie di gestione del tempo per aiutare gli individui a gestire i sintomi di disattenzione e a massimizzare il loro potenziale. Con il supporto adeguato, le persone ADHD-PI possono imparare a superare le loro sfide e a sviluppare strategie efficaci per affrontare le difficoltà legate alla disattenzione.
Questo sottotipo di disturbo conosciuto come ADHD Predominantemente Iperattivo-Impulsivo (ADHD-PII), si concentra principalmente su sintomi di iperattività e impulsività, con sintomi di disattenzione che possono essere meno evidenti o assenti.
Alcuni sintomi caratteristici dell’ADHD-PII includono:
Le persone ADHD-PII possono sembrare spesso agitate o irrequiete e possono avere difficoltà a seguire le regole o a controllare i loro impulsi.
L’ADHD Predominantemente Iperattivo-Impulsivo (ADHD-PII) è una delle presentazioni principali del Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività (ADHD), caratterizzata principalmente dalla presenza predominante di sintomi di iperattività e impulsività, con sintomi di disattenzione che possono essere meno evidenti o assenti.
Le persone ADHD-PII tendono a mostrare un livello elevato di attività motoria e un’incapacità di restare sedute o tranquille per lunghi periodi. Possono sembrare costantemente agitate o irrequiete, cercando spesso nuovi stimoli o attività per soddisfare il loro bisogno di movimento. Questa agitazione può influenzare negativamente il loro funzionamento quotidiano, sia a casa che a scuola o sul posto di lavoro.
Inoltre, le persone ADHD-PII possono mostrare una serie di comportamenti impulsivi, agendo senza riflettere sulle conseguenze delle loro azioni. Possono avere difficoltà nel controllare i loro impulsi e possono agire in modo precipitoso o imprudente, senza considerare le conseguenze a lungo termine. Questi comportamenti impulsivi possono manifestarsi in una varietà di contesti, come interrompere gli altri durante le conversazioni, rispondere impulsivamente alle domande o intraprendere azioni avventate senza pensare alle conseguenze.
Nel contesto accademico, le persone ADHD-PII possono avere difficoltà a seguire le regole, a rispettare le istruzioni o a completare i compiti a causa della loro tendenza a agire senza riflettere. Sul posto di lavoro, possono lottare con la pianificazione e l’organizzazione delle attività, mostrando una maggiore propensione a commettere errori o a prendere decisioni affrettate.
La diagnosi e il trattamento dell’ADHD-PII sono fondamentali per migliorare il funzionamento e la qualità della vita delle persone con questo disturbo. Gli interventi terapeutici ADHD possono includere strategie di gestione dell’impulsività, terapie comportamentali e farmacoterapia per aiutare gli individui a gestire i sintomi di iperattività e impulsività. Con il supporto adeguato, le persone ADHD-PII possono imparare a sviluppare strategie efficaci per controllare i loro impulsi e a gestire meglio la loro attività motoria eccessiva.
Questo sottotipo del disturbo conosciuto come ADHD Combinato (ADHD-C), rappresenta una combinazione di sintomi di disattenzione, iperattività e impulsività; è la forma più comune di ADHD e può essere la più difficile da gestire.
Alcuni sintomi comuni dell’ADHD-C includono:
Le persone ADHD-C possono mostrare una vasta gamma di sintomi, che possono variare in intensità e possono influenzare notevolmente il loro funzionamento quotidiano.
L’ADHD Combinato (ADHD-C) rappresenta una delle presentazioni principali del Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività (ADHD), caratterizzata dalla presenza simultanea e predominante di sintomi di disattenzione, iperattività e impulsività. Questa combinazione di sintomi può avere un impatto significativo sul funzionamento quotidiano delle persone colpite.
Le persone ADHD-C possono manifestare una vasta gamma di sintomi sia di disattenzione che di iperattività-impulsività in vari contesti, come a casa, a scuola o sul posto di lavoro. Possono avere difficoltà a mantenere l’attenzione su compiti o attività a lungo termine, mostrando distrazione e smemoratezza durante le conversazioni o durante compiti che richiedono concentrazione prolungata.
Inoltre, le persone ADHD-C possono essere costantemente agitate o irrequiete, con difficoltà a rimanere sedute tranquille per lunghi periodi di tempo. Possono mostrare un alto livello di attività motoria e agitazione costante, spesso cercando nuovi stimoli o attività per soddisfare il loro bisogno di movimento.
I sintomi di impulsività sono anche comuni nelle persone ADHD-C, che possono agire senza riflettere sulle conseguenze delle loro azioni. Possono interrompere gli altri durante le conversazioni, rispondere impulsivamente alle domande o intraprendere azioni affrettate senza considerare le conseguenze a lungo termine. Questi comportamenti impulsivi possono influenzare negativamente il loro funzionamento sociale, accademico o lavorativo.
La diagnosi e il trattamento dell’ADHD-C sono fondamentali per aiutare le persone colpite a gestire i loro sintomi e a massimizzare il loro potenziale. Gli interventi terapeutici possono includere terapie comportamentali, supporto educativo e farmacoterapia per aiutare a migliorare l’attenzione, il controllo degli impulsi e il comportamento motorio eccessivo. Con il supporto adeguato, le persone ADHD-C possono imparare a sviluppare strategie efficaci per affrontare le sfide quotidiane e a raggiungere il successo personale e professionale.
È importante notare che, anche all’interno di ciascun sottotipo, i sintomi dell’ADHD possono variare notevolmente da persona a persona.
Inoltre, alcuni individui possono manifestare sintomi misti, con caratteristiche sia dell’ADHD-PI che dell’ADHD-PII.
La diagnosi e il trattamento dell’ADHD dovrebbero essere personalizzati per adattarsi alle esigenze specifiche di ogni individuo, tenendo conto della gravità dei sintomi, del contesto ambientale e delle comorbidità presenti.
Nella società odierna, il Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività (ADHD) è oggetto di una gamma di opinioni e percezioni.
Sebbene la consapevolezza sull’ADHD sia cresciuta negli ultimi anni, persistono ancora molti pregiudizi e malintesi riguardo a questo disturbo psicologico.
Da un lato, c’è una maggiore comprensione della complessità dell’ADHD e del fatto che sia una condizione neurobiologica legittima che può influenzare significativamente il funzionamento quotidiano delle persone colpite. Le campagne di sensibilizzazione e l’informazione fornita dai professionisti della salute mentale hanno contribuito a ridurre lo stigma associato all’ADHD e a promuovere una maggiore accettazione e comprensione.
Ma ci sono ancora sfide da affrontare nella percezione dell’ADHD nella società. Alcune persone possono vedere l’ADHD come una semplice “scusa” per il comportamento disorganizzato o impulsivo, senza comprendere la complessità della condizione e le sfide reali che affrontano coloro che ne sono affetti. Ciò può portare a stereotipi negativi e al giudizio delle persone ADHD, creando barriere nell’accesso ai servizi di supporto e trattamento adeguati.
Inoltre, l’ADHD può essere frainteso o sottovalutato nel contesto educativo e lavorativo. Le persone ADHD possono essere etichettate come pigre, disinteressate o svogliate, quando in realtà stanno lottando con sintomi di disattenzione, iperattività e impulsività che possono influenzare il loro rendimento accademico e lavorativo. Questo può portare a un trattamento ingiusto e a opportunità limitate per coloro che vivono con l’ADHD.
Ad ogni modo c’è anche un crescente riconoscimento delle abilità uniche e delle prospettive positive che le persone ADHD possono portare alla società.
Molte persone ADHD sono creative, intuitive e capaci di pensiero laterale, contribuendo in modo significativo a settori come l’arte, il design e l’imprenditoria. Riconoscere e valorizzare queste qualità può aiutare a promuovere una maggiore accettazione e inclusione delle persone ADHD nella società.
Pertanto, sebbene vi siano stati progressi nella consapevolezza e nella comprensione dell’ADHD, la società odierna continua ad affrontare sfide nel trattare questa condizione in modo equo e rispettoso. È importante promuovere una maggiore educazione e consapevolezza sull’ADHD, sfidare gli stereotipi e lavorare per creare un ambiente più inclusivo e accogliente per coloro che vivono con questo disturbo psicologico.
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Il Disturbo ADHD può comportare rischi significativi a livello di sintomi, con conseguenze potenzialmente pericolose per la salute e la sicurezza.
La pericolosità degli effetti dell’ADHD è spesso associata alla gravità dei sintomi dell’ADHD e alle conseguenze a cui essi possono portare nella vita quotidiana.
Infatti, i rischi associati ai sintomi ADHD, come l’impulsività e la disattenzione, possono tradursi in situazioni potenzialmente pericolose, sia per l’individuo affetto che per gli altri. Alcuni dei rischi per la salute associati all’ADHD sono:
Per questo è fondamentale riconoscere e affrontare la pericolosità degli effetti dell’ADHD, adottando strategie di gestione efficaci che possano contribuire a mitigare i rischi per la sicurezza associati ai sintomi ADHD. Il trattamento ADHD e la diagnosi ADHD sono essenziali per ottenere la piena consapevolezza della gravità dei sintomi ADHD e migliorare la qualità della vita e la sicurezza delle persone con il Disturbo da Deficit dell’Attenzione e Iperattività (ADHD).
L’ADHD è classificato in tre tipi o sottotipi, a seconda dell’intensità dei sintomi:
In cui il senso di noia, l’irrequietezza interna sono i sintomi prevalenti, e che caratterizza il 20% circa degli adulti ADHD.
Dove i sintomi maggiori sono disattenzione, difficoltà organizzative, tendenza a non completare le attività, presente nel 15% dei casi.
Il tipo più diffuso (50-75% dei casi), che presenta tutti i sintomi core dell’ADHD, ovvero iperattività, impulsività e distrazione.
È importante chiarire che la gestione dei sintomi dell’ADHD richiede un approccio multidisciplinare che coinvolge i professionisti della salute mentale, gli educatori e la famiglia della persona con disturbo da deficit dell’attenzione e iperattività. Con il supporto adeguato, molte persone possono imparare a gestire i sintomi ADHD e a raggiungere i loro obiettivi personali.
Spesso il Disturbo da Deficit dell’Attenzione e Iperattività (ADHD) può essere correlato a disturbi psicologici di varia natura, che creano una complessità aggiuntiva nella gestione di questa condizione. Alcuni disturbi psicologici e condizioni spesso collegate all’ADHD sono:
A causa di questi disturbi, l’impatto psicologico dell’ADHD si estende anche sui rapporti sociali, che possono essere difficili da gestire per le persone ADHD a causa dei sintomi del disturbo. Conoscere la correlazione dell’ADHD con altri disturbi è fondamentale per sviluppare strategie per gestire tanto la condizione quanto le sue comorbilità e raggiungere un maggiore benessere.
Il Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività (ADHD) nella fase adulta è una condizione mentale complessa che coinvolge una serie di problemi persistenti, tra cui difficoltà a mantenere l’attenzione, iperattività e comportamenti impulsivi.
Questo disturbo può avere un impatto significativo sulla vita quotidiana degli individui che ne sono affetti, portando a instabilità nelle relazioni personali, scarsa performance lavorativa o scolastica, bassa autostima e altri problemi legati al funzionamento sociale e professionale.
Nonostante l’ADHD sia comunemente associato all’infanzia, è importante sottolineare che i sintomi possono persistere nell’età adulta. Spesso, i sintomi iniziano a manifestarsi già durante l’infanzia, ma in alcuni casi l’ADHD non viene riconosciuto o diagnosticato fino all’età adulta. Ciò può causare sfide aggiuntive, poiché gli adulti possono non essere consapevoli dei loro sintomi o possono attribuirli ad altri fattori.
Ma negli adulti, i sintomi ADHD possono essere più sfumati e difficili da riconoscere. Mentre l’iperattività può diminuire con l’età, le sfide legate all’impulsività, all’agitazione e alla concentrazione possono persistere, influenzando la vita quotidiana e il benessere complessivo.
Il trattamento dell’ADHD negli adulti richiede un approccio completo e personalizzato. Include una combinazione di farmaci, terapia psicologica (psicoterapia) e gestione dei sintomi correlati. I farmaci possono essere prescritti per aiutare a controllare i sintomi dell’ADHD, riducendo l’impulsività, migliorando la concentrazione e aumentando la capacità di gestire le attività quotidiane. Ciò nonostante, è importante notare che i farmaci da soli potrebbero non essere sufficienti e che la terapia psicologica può essere essenziale per affrontare problemi sottostanti come l’autostima, l’ansia e la gestione dello stress.
La terapia psicologica può anche fornire supporto nell’affrontare sfide relazionali e lavorative legate all’ADHD. Attraverso la terapia cognitivo-comportamentale (CBT) o altre forme di terapia, le persone ADHD possono imparare strategie per gestire i sintomi, migliorare le abilità di comunicazione e sviluppare tecniche di adattamento efficaci.
Inoltre, il trattamento dell’ADHD negli adulti può coinvolgere la gestione di condizioni di salute mentale concomitanti, come l’ansia, la depressione o i disturbi dell’umore. È importante trattare queste condizioni in modo appropriato per garantire un trattamento completo e un miglioramento complessivo del benessere.
Negli adulti, l’ADHD può presentare una vasta gamma di sintomi che possono variare in intensità da lieve a grave. Mentre alcuni adulti possono notare una riduzione dei sintomi del disturbo con l’avanzare dell’età, altri possono continuare a sperimentare difficoltà significative che influenzano il loro funzionamento quotidiano.
Come già ampliamente descritto nella pagina, le caratteristiche principali dell’ADHD negli adulti includono difficoltà a prestare attenzione, impulsività e irrequietezza, che possono manifestarsi in diversi contesti della vita quotidiana.
È importante notare che molti adulti ADHD potrebbero non essere consapevoli della loro condizione. Spesso, la consapevolezza della presenza di ADHD è limitata alla difficoltà nel gestire le attività quotidiane.
Ad esempio, possono avere problemi a concentrarsi, stabilire le priorità e rispettare le scadenze, il che può portare a dimenticanze di appuntamenti o incontri sociali, o a sentirsi sopraffatti dalla gestione delle responsabilità quotidiane.
Questo può manifestarsi attraverso azioni spontanee e senza riflessione, come interrompere gli altri durante una conversazione o compiere azioni rischiose senza considerare le conseguenze.
Gli adulti ADHD possono lottare nel pianificare e organizzare le proprie attività, rendendo difficile la gestione del tempo e la definizione delle priorità.
La pianificazione delle attività quotidiane può risultare difficile per gli adulti ADHD, portando a ritardi, mancate scadenze e una sensazione generale di stress.
La difficoltà a mantenere l’attenzione su un compito può influenzare la produttività e il completamento delle attività lavorative o domestiche.
Gli adulti ADHD possono avere difficoltà a gestire più compiti contemporaneamente, portando a una diminuzione dell’efficienza e della qualità del lavoro.
Questo può manifestarsi attraverso un costante bisogno di movimento o una sensazione di agitazione interna.
Gli adulti ADHD possono avere difficoltà a pianificare e organizzare le proprie attività, rendendo difficile la gestione delle responsabilità quotidiane.
La difficoltà nel gestire la frustrazione può portare a sbalzi d’umore e a reazioni emotive intense.
Gli adulti ADHD possono avere difficoltà a completare le attività una volta iniziate, spesso lasciando progetti incompleti o lasciando le cose a metà.
L’impulsività può manifestarsi attraverso decisioni improvvisate o azioni irrazionali, senza considerare le conseguenze a lungo termine.
Gli adulti ADHD possono avere difficoltà a gestire situazioni stressanti, portando a una maggiore suscettibilità allo stress e a reazioni emotive più intense.
Questi sintomi possono influenzare diversi aspetti della vita quotidiana degli adulti con ADHD, inclusi il lavoro, gli studi, le relazioni interpersonali e il benessere emotivo. È importante che gli adulti con sospetto di ADHD cercino una valutazione professionale per una diagnosi accurata e un piano di trattamento ADHD personalizzato.
Molte persone, leggendo i sintomi dell’ADHD, potrebbero riconoscersi in alcune caratteristiche. Infatti, quando si parla delle difficoltà o delle peculiarità dell’ADHD, è comune sentire affermazioni come “Lo faccio anche io” o “Anche a me succede”. La realtà, però, è che dimenticanze, distrazioni o difficoltà di concentrazione possono capitare a chiunque, ma nell’ADHD la frequenza, l’intensità e l’impatto sulla vita quotidiana sono su un altro livello.
L’ADHD viene diagnosticato solo quando questi sintomi sono persistenti, pervasivi e ostacolanti, causando problemi significativi in più aree della vita (scuola, lavoro, relazioni, gestione quotidiana). Inoltre, devono essere presenti sin dall’infanzia, anche se possono manifestarsi in modi diversi nel corso della vita.
La diagnosi dell’ADHD dell’ADHD in età adulta può essere complessa, poiché alcuni sintomi possono sovrapporsi a quelli di altre condizioni, come l’ansia o i disturbi dell’umore.che non sono necessariamente condizioni indipendenti, ma spesso conseguenze del vivere l’ADHD in un mondo che non sempre accoglie e comprende le neurodivergenze.
In altri casi, queste comorbilità possono derivare dal masking, ovvero dallo sforzo costante di adattarsi ai contesti neurotipici, reprimendo i propri tratti naturali per conformarsi alle aspettative esterne. Questo può portare a stress cronico, affaticamento mentale ed emotivo e a un aumento del rischio di sviluppare disturbi ansiosi o depressivi nel tempo.
Se i sintomi dell’ADHD interferiscono costantemente con la tua vita quotidiana, è consigliabile consultare un medico per una valutazione approfondita.
Diversi professionisti sanitari, tra cui medici di famiglia, psicologi o psichiatri, possono diagnosticare e gestire il trattamento per l’ADHD negli adulti. È importante cercare un professionista con esperienza nella cura degli adulti con ADHD, in modo da ricevere un trattamento mirato e personalizzato.
Le cause dell’ADHD esatte non sono ancora completamente comprese, ma gli sforzi di ricerca continuano a indagarne l’origine. Si ritiene che diversi fattori scatenanti possano contribuire allo sviluppo di questa condizione complessa, spesso riconducibili all’infanzia o alla giovane età.
La componente genetica sembra giocare un ruolo significativo nell’ADHD, con evidenze che suggeriscono una predisposizione familiare. Studi condotti su famiglie con una storia di ADHD hanno evidenziato una maggiore probabilità di trasmissione genetica della condizione.
Oltre alla genetica, anche fattori ambientali possono influenzare il rischio di ADHD. Ad esempio, l’esposizione a sostanze tossiche come il piombo durante l’infanzia è stata associata a un aumento del rischio di sviluppare ADHD. Questi fattori ambientali possono interferire con lo sviluppo del sistema nervoso centrale durante periodi critici dello sviluppo.
Alcuni punti di rischio possono aumentare la probabilità di sviluppare ADHD. Tra questi ci sono la presenza di parenti di sangue con ADHD o altri disturbi, l‘esposizione a sostanze tossiche durante la gravidanza, come il fumo, l’alcol o droghe, e la prematurità alla nascita.
Le complicazioni legate all’ADHD possono influenzare significativamente la vita quotidiana e il benessere complessivo dell’individuo. Queste complicazioni possono manifestarsi in varie forme, tra cui:
Inoltre, il disturbo da deficit dell’attenzione e iperattività è spesso associato a una serie di condizioni coesistenti che possono rendere il trattamento più complesso. Queste includono disturbi dell’umore come depressione o disturbo bipolare, disturbi d’ansia, altri disturbi psichiatrici come disturbi di personalità o disturbo esplosivo intermittente, e difficoltà di apprendimento che possono influenzare il rendimento accademico e la comunicazione.
Queste complicazioni aggiuntive possono contribuire a un’esperienza più complessa e sfidante per gli adulti con ADHD, rendendo importante una valutazione completa e un trattamento mirato che tenga conto delle esigenze individuali e delle condizioni coesistenti. Essere consapevoli di queste complicazioni può aiutare a identificare e affrontare efficacemente le sfide associate all’ADHD e migliorare la qualità della vita complessiva degli individui affetti.
L’ADHD (Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività) si manifesta in modi differenti a seconda dell’età e del contesto di vita delle persone che ne sono affette.
Le peculiarità del disturbo variano significativamente tra bambini, adolescenti, adulti, lavoratori, studenti e anziani, e possono assumere sfumature specifiche anche tra uomini e donne.
Nei bambini, l’ADHD si presenta spesso con un comportamento iperattivo, impulsivo e una difficoltà marcata nel mantenere l’attenzione. Questi bambini tendono a muoversi continuamente, a parlare senza sosta e a interrompere frequentemente gli altri. Hanno difficoltà a completare le attività o i compiti scolastici, spesso passando rapidamente da un’attività all’altra senza portarne a termine alcuna. Inoltre, possono manifestare una scarsa capacità di autoregolazione emotiva, che li porta a esplosioni di rabbia o frustrazione per motivi apparentemente banali. L’ambiente scolastico è una delle principali aree di difficoltà, dove spesso questi bambini vengono percepiti come “distratti” o “difficili”.
Durante l’adolescenza, l’ADHD può assumere forme diverse rispetto all’infanzia. Sebbene l’iperattività fisica possa diminuire, rimangono la disattenzione e l’impulsività. Gli adolescenti con ADHD spesso faticano a gestire le responsabilità crescenti, come lo studio, le relazioni sociali e le attività extracurriculari. Sono inclini a procrastinare e possono avere difficoltà a pianificare e organizzare le loro attività quotidiane. In alcuni casi, l’impulsività può tradursi in comportamenti rischiosi, come la guida spericolata, l’abuso di sostanze o relazioni problematiche. L’aspetto sociale diventa cruciale: molti adolescenti con ADHD possono sentirsi isolati o frustrati per non riuscire a inserirsi adeguatamente nel gruppo dei pari.
Negli adulti, l’ADHD si manifesta in modi più sottili rispetto all’infanzia e all’adolescenza, ma i suoi effetti possono essere altrettanto debilitanti. Gli adulti con ADHD possono avere difficoltà a mantenere il focus su compiti lunghi e noiosi, a gestire il tempo e a rispettare le scadenze. Questo può portare a problemi nella vita lavorativa e personale. Molti adulti riferiscono di sentirsi “sopraffatti” o di avere una sensazione costante di caos. Una differenza significativa si osserva tra uomini e donne:
Donne ADHD: L’ADHD nelle donne è spesso sottodiagnosticato, poiché i sintomi tendono a essere meno evidenti e più internalizzati rispetto agli uomini. Le donne con ADHD possono manifestare una marcata disorganizzazione, difficoltà nella gestione del multitasking e una vulnerabilità allo stress. Molte lottano con il senso di colpa o l’ansia, cercando di mascherare le loro difficoltà per conformarsi alle aspettative sociali. Inoltre, è comune una comorbidità con disturbi dell’umore o ansia.
Uomini ADHD: Gli uomini tendono a presentare sintomi più esterni, come l’impulsività e una difficoltà maggiore a gestire la frustrazione, che possono tradursi in conflitti interpersonali o difficoltà sul lavoro. Spesso, gli uomini ADHD sono percepiti come “irresponsabili” o “disorganizzati”, e possono avere una maggiore propensione verso comportamenti rischiosi, come il gioco d’azzardo o la guida pericolosa.
Per gli studenti, l’ADHD rappresenta una sfida significativa, indipendentemente dall’età o dal livello di istruzione. Gli studenti ADHD trovano particolarmente difficile concentrarsi durante le lezioni, prendere appunti strutturati o completare i compiti in tempo. La difficoltà nella gestione del tempo può portare a episodi di procrastinazione, con conseguente accumulo di lavoro e aumento dello stress. Durante gli esami, la difficoltà a focalizzarsi e a organizzare le idee può compromettere le prestazioni, nonostante possano possedere una buona comprensione del materiale studiato. L’interazione con gli insegnanti e i compagni di classe è un altro aspetto critico: molti studenti ADHD possono essere percepiti come disinteressati o poco collaborativi, il che rischia di compromettere la loro integrazione nel contesto scolastico.
Nel contesto lavorativo, l’ADHD può avere un impatto significativo sulla produttività e sulla qualità della vita. I lavoratori ADHD spesso faticano a gestire compiti complessi che richiedono pianificazione e concentrazione prolungata. Possono tendere a procrastinare o a dimenticare impegni e scadenze, il che può creare tensioni con colleghi e superiori. La tendenza a distrarsi facilmente rappresenta una sfida in ambienti di lavoro dinamici o rumorosi. Tuttavia, molte persone ADHD dimostrano una grande creatività, pensiero fuori dagli schemi e capacità di problem solving rapido, che possono essere preziose risorse in ambienti lavorativi flessibili e innovativi. Gli ambienti di lavoro che offrono supporti organizzativi, come to-do list dettagliate o strumenti tecnologici per la gestione del tempo, possono fare una grande differenza nel successo di un lavoratore ADHD.
L’ADHD negli anziani è un aspetto meno studiato rispetto alle altre fasce d’età, ma le sue manifestazioni possono essere altrettanto significative. Con l’avanzare dell’età, i sintomi principali possono essere rappresentati dalla disorganizzazione, dalla difficoltà nel gestire le attività quotidiane e dalla scarsa memoria a breve termine. Gli anziani ADHD possono sentirsi sopraffatti dalle richieste della vita quotidiana, come il pagamento delle bollette o la gestione delle attività mediche. Inoltre, è comune una sovrapposizione con altre condizioni, come la depressione o l’ansia, che possono peggiorare i sintomi dell’ADHD. Nonostante queste difficoltà, molti anziani ADHD dimostrano una straordinaria resilienza e capacità di adattamento, trovando strategie creative per gestire le loro sfide quotidiane.
Conoscere queste differenze è essenziale per fornire supporto adeguato e sviluppare strategie personalizzate che permettano alle persone ADHD di esprimere appieno il loro potenziale.
L’educazione, la sensibilizzazione e l’adozione di approcci terapeutici mirati rappresentano strumenti fondamentali per migliorare la qualità della vita di queste persone in ogni fase della loro esistenza.
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