Autismo Imitativo: imitare il fratello o la sorella autistici

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Autismo Imitativo: imitare il fratello o la sorella autistici

Per Il termine autismo imitativo intendiamo il comportamento imitativo nei fratelli e sorelle di bambini autistici.

Si tratta, in particolare, di un insieme di comportamenti osservabili nei fratellini e sorelline neurotipici che, vivendo quotidianamente accanto a un fratello o una sorella autistici, imitano alcune modalità tipiche del loro comportamento.

L’autismo imitativo si manifesta in modo più evidente tra i 2 e i 6 anni, quando il bambino è nel pieno della fase imitativa e costruisce la propria identità osservando i modelli di riferimento.
Se il fratello o sorella maggiore nello spettro autistico manifesta determinati comportamenti, il minore può iniziare a ripeterli

L’autismo imitativo non implica necessariamente la presenza di un rischio clinico ma può generare confusione, soprattutto nei genitori: perché lo/a imita? e se fosse autistico/a anche lui/lei?

Perché i fratellini e le sorelline di bimbi nello spettro autistico imitano?

Capire perché i fratellini o le sorelline di bambini nello spettro autistico imitano i loro comportamenti è fondamentale per intervenire in modo corretto e sereno.

L’imitazione, in questi casi, non nasce da un “difetto” del bambino, ma da un insieme di bisogni affettivi, dinamiche relazionali e processi di apprendimento naturale.

Dal punto di vista psicologico e familiare, le ragioni principali possono essere diverse:

  1. Desiderio di attenzione: è un po’ un classico: quando il fratello o la sorella nello spettro dell’autismo riceve attenzioni costanti — terapie, incontri con specialisti, tempo dedicato dei genitori — il bambino neurotipico può percepire una disparità emotiva. Imitare quei comportamenti diventa allora un modo per dire: “guardatemi anche voi”. Non è una ricerca di compassione, ma un bisogno di riconoscimento.
  2. Empatia e volontà di connessione: molti bambini imitano per avvicinarsi al fratello autistico, cercando di entrare nel suo mondo. Ripetere parole, gesti o routine è un tentativo di comunicare nella stessa “lingua”, una forma di empatia concreta. È un modo di dire “ti capisco” quando il linguaggio verbale non basta.
  3. Normalizzazione del modello osservato: i bambini imparano cosa è “normale” osservando l’ambiente domestico. Se vivono ogni giorno comportamenti autistici, tenderanno a considerarli parte naturale della quotidianità e li riprodurranno spontaneamente, senza un’intenzione consapevole.
  4. Identificazione e ammirazione: nei rapporti fraterni, soprattutto se il fratello maggiore è percepito come un punto di riferimento, è frequente che il più piccolo lo imiti per ammirazione o appartenenza. Anche in presenza di autismo, questa dinamica rimane la stessa.
  5. Bisogno di equilibrio emotivo: in alcune famiglie, l’atmosfera è concentrata sulle esigenze terapeutiche del figlio nello spettro. Il fratellino, percependo stress o tensione, può riprodurre i comportamenti per “riequilibrare” il sistema familiare o per ridurre il contrasto percepito tra sé e l’altro.

Imitazione o autismo? Le difficoltà nel riconoscere la differenze

Una delle preoccupazioni più grandi per genitori e insegnanti è capire se il fratellino o sorellina che imita presenta solo un comportamento appreso o se mostra realmente tratti dello spettro autistico.

La distinzione può essere sottile, e proprio per questo serve un’osservazione professionale accurata.

A livello superficiale, i comportamenti possono sembrare identici: ecolalia, isolamento, rigidità, gesti ripetitivi.

Tuttavia, la motivazione e il contesto fanno la differenza.

Tendenzialmente possiamo dire che si tratta di imitazione quando:

  • Il bambino ripete il comportamento solo in presenza del fratello o dopo averlo osservato.
  • Riesce a modificare il comportamento quando gli si propone un’alternativa (“Facciamo un gioco diverso?”).
  • L’imitazione è variabile e reversibile, cioè diminuisce nel tempo o cambia forma.

Può essere un segnale di autismo reale e non imitato se:

  • Il comportamento è pervasivo: si manifesta in contesti diversi (casa, scuola, gioco)..
  • Le difficoltà non sembrano legate a osservazione o imitazione, ma a una modalità stabile di interazione.
  • Non c’è flessibilità: anche se il contesto cambia, il comportamento rimane invariato.

Il rischio di confusione è comprensibile, soprattutto nei primi anni di vita.

Per questo motivo, una valutazione multidisciplinare presso una clinica specializzata in autismo è la soluzione migliore per evitare diagnosi errate, sia in eccesso che in difetto.

Gli specialisti osservano non solo cosa fa il bambino, ma perché lo fa, analizzando la qualità della comunicazione, la reciprocità sociale, le capacità di gioco e la presenza di interessi condivisi.

Fattori che influenzano l’imitazione dell’autismo

Diversi fattori possono incidere sull’intensità e sulla durata dei comportamenti imitativi tra fratelli. Tra i principali troviamo:

  • Età dei bambini: nei primi anni di vita, l’imitazione è uno strumento naturale di apprendimento. Più piccolo è il fratellino o la sorellina, maggiore sarà la tendenza a imitare. Tuttavia, se il modello principale — spesso il fratello maggiore nello spettro — presenta tratti autistici, questa dinamica può generare una sovrapposizione di stili comportamentali.
  • Gravità dei sintomi del fratello(sorella maggiore: quando il bambino nello spettro manifesta comportamenti più evidenti (ad esempio ecolalia, movimenti ripetitivi, isolamento sociale o routine rigide), il fratellino tende a notare e riprodurre questi schemi con maggiore facilità, considerandoli “normali” nel contesto familiare.
  • Ambiente familiare: un ambiente che promuove la differenziazione e valorizza le caratteristiche uniche di ciascun figlio riduce il rischio che il minore sviluppi imitazioni rigide o persistenti.
    Al contrario, se l’attenzione familiare è concentrata quasi esclusivamente sul bambino autistico, il fratellino può sentirsi “invisibile” e adottare comportamenti simili per ottenere attenzione o riconoscimento.

L’impatto dell’imitazione sul bambino autistico

Il fenomeno dell’autismo imitativo non coinvolge solo il fratellino che imita, ma può avere un impatto diretto sul bambino autistico stesso, modificando — in positivo o in negativo — le sue modalità relazionali, la percezione di sé e il comportamento quotidiano.

Di seguito alcuni effetti comuni osservati in ambito clinico:

  • Aumento della responsività sociale: in molti casi, l’imitazione da parte del fratellino può favorire una maggiore apertura del bambino nello spettro. Vedere il fratello che riproduce i suoi gesti o interessi può generare curiosità e incoraggiarlo a notare l’altro, aprendo un canale di interazione nuovo. Questo effetto, se accompagnato da un contesto affettivo sereno, può diventare uno stimolo sociale positivo.
  • Rinforzo dei comportamenti autistici: in altri casi, invece, l’imitazione tende a cristallizzare i comportamenti tipici del bambino nello spettro. Se il fratellino replica routine rigide o stereotipie, il bambino autistico può percepire quel comportamento come ulteriormente “validato” e quindi mantenerlo o intensificarlo.
    È un meccanismo di rinforzo inconsapevole che può complicare il lavoro terapeutico se non viene riconosciuto e gestito.
  • Consolidamento della relazione fraterna: sul piano emotivo, il fatto di essere “imitato” può avere un significato profondo per il bambino autistico. Può aumentare il senso di appartenenza e di accettazione da parte del fratello, rafforzando il legame affettivo. Tuttavia, se l’imitazione è eccessiva o confonde i ruoli, può anche generare disorientamento e ridurre la spinta all’iniziativa sociale.
  • Effetti sulla comunicazione: 1uando il fratellino adotta modalità comunicative simili (ripetizione di parole, ecolalia, uso di frasi brevi), il bambino autistico può trovarsi più a suo agio nell’interazione, ma allo stesso tempo può “chiudersi” in uno scambio limitato, meno stimolante per lo sviluppo linguistico.
    Per questo è importante che genitori e terapisti favoriscano momenti di comunicazione differenziata, valorizzando i punti di forza di ciascun bambino.
  • Influenza sull’autostima e sul riconoscimento dell’identità: alcuni bambini nello spettro, soprattutto quelli con buona consapevolezza di sé, possono provare confusione o disagio nel vedere il fratello imitare i loro comportamenti. È importante accompagnare la famiglia nel promuovere una relazione di rispetto reciproco, dove ogni bambino si senta “unico” e valorizzato per le proprie caratteristiche.

Cari genitori, sappiamo quanto possa essere complesso e, a volte, faticoso accompagnare un figlio nello spettro autistico.

L’amore, la dedizione e le domande quotidiane che vi portate dentro sono parte di un percorso che richiede forza, pazienza e sostegno.

Nella nostra clinica specializzata in autismo c’è spazio anche per voi. Spesso, chi si prende cura dimentica di prendersi cura di sé, ma il benessere della famiglia è un tassello fondamentale del percorso terapeutico del bambino.

Se sentite il bisogno di un confronto, di una consulenza genitoriale, o semplicemente di uno spazio di ascolto, il nostro team è qui per aiutarvi.

Pur essendo specializzati in autismo adulto, i nostri professionisti (psicologi, terapisti e consulenti familiari esperti nel trattamento dell’autismo) possono offrirvi un supporto dedicato ai genitori di bambini e ragazzi nello spettro.

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Supervisione scientifica:
Questo articolo è stato revisionato dal Dott. Giancarlo Giupponi, psichiatra e psicoterapeuta, vicedirettore del Servizio Psichiatrico di Bolzano e presidente regionale della Società Italiana di Psichiatria. Oltre a garantire l’accuratezza clinica dei contenuti, il Dott. Giupponi supervisiona la selezione dei test e dei questionari disponibili sul sito, verificandone la conformità agli standard scientifici internazionali (DSM-5, OMS, strumenti clinicamente validati).
Scopo del contenuto: divulgativo, non diagnostico.

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