Autismo e Disforia di Genere: c’è davvero un legame?

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Autismo e Disforia di Genere: c'è davvero un legame?

Negli ultimi anni, sia i clinici sia i ricercatori hanno osservato un fenomeno ricorrente: un numero significativo di persone nello spettro autistico presenta anche vissuti legati alla disforia di genere o all’incongruenza di genere.

Questa osservazione ha stimolato un crescente interesse nel mondo scientifico e ha portato a domandarsi se ci sia una reale sovrapposizione tra autismo e disforia di genere.

Le domande aperte sono molte:

  • Si tratta di due condizioni che compaiono insieme solo perché entrambe sono trattate più frequentemente nei contesti clinici specializzati?
  • Le persone nello spettro autistico sono semplicemente più rappresentate nei campioni clinici di chi vive la disforia di genere, e viceversa?
  • Oppure esiste un vero e proprio legame clinico e psicologico che spiega perché autismo e disforia di genere si presentano con maggiore frequenza insieme rispetto alla popolazione generale?

Premettiamo fin da subito che questo articolo non intende fornire risposte definitive, perché la ricerca scientifica è ancora in corso e, al momento, il numero di studi solidi sull’argomento è limitato.

Tuttavia, cercheremo di approfondire il tema esaminando le principali ipotesi avanzate dalla ricerca clinica e psicologica, illustrando i dati disponibili e discutendo i risultati di alcune tra le analisi più rilevanti.

L’obiettivo non è quindi stabilire una verità assoluta, ma fornire strumenti di comprensione e riflessione a partire dalle conoscenze attuali, riconoscendo sia le potenzialità sia i limiti delle evidenze scientifiche oggi a disposizione.

Cosa sono Disforia di Genere e comunità LGBTQIA+?

La disforia di genere è la sofferenza psicologica che nasce quando c’è un’incongruenza tra il sesso assegnato alla nascita e l’identità di genere percepita dalla persona.

Non tutte le persone transgender o non binarie vivono disforia di genere, ma quando presente può incidere profondamente sul benessere emotivo e relazionale.

In questo contesto si inserisce la comunità LGBTQIA+, che raccoglie persone lesbiche, gay, bisessuali, transgender, queer, intersex, asessuali e altre identità di orientamento e genere.

Questa comunità rappresenta uno spazio di riconoscimento, sostegno e tutela dei diritti per chi vive identità di genere o orientamenti sessuali diversi da quelli normativi.

Se sei interessato all’argomento e per te è nuovo, sul nostro sito trovi una pagina interamente dedicata alla disforia di genere, in cui approfondiamo la definizione clinica secondo il DSM e i criteri diagnostici.

Autismo e LGBTQIA+: il punto della questione

Un dato che emerge con chiarezza sia dall’osservazione clinica sia dalla ricerca è che molte persone nello spettro autistico si riconoscono anche all’interno della comunità LGBTQIA+.

Non si tratta quindi soltanto di una minoranza marginale: le statistiche e gli studi più recenti confermano che la percentuale di persone autistiche che si identificano come lesbiche, gay, bisessuali, transgender, queer, non binarie o appartenenti ad altre identità di genere e orientamenti sessuali è più alta rispetto alla popolazione generale.

Questo porta inevitabilmente a porsi una domanda cruciale: perché la sovrapposizione tra autismo e diversità di genere o di orientamento sessuale è così frequente?

Le ipotesi avanzate sono diverse e le vedremo nelle righe che seguono.

Ciò che appare evidente, e che rappresenta la domanda, è che l’appartenenza simultanea alla comunità autistica e alla comunità LGBTQIA+ non è affatto rara.

Anzi, la ricerca clinica sta iniziando a considerarla un fenomeno che merita attenzione specifica, sia per comprendere i meccanismi psicologici sottostanti sia per garantire un sostegno adeguato alle persone che vivono questa doppia appartenenza.

Dove si incontrano autismo e disforia di genere

Diversi studi hanno evidenziato che le persone nello spettro autistico mostrano con maggiore frequenza vissuti legati all’incongruenza di genere rispetto alla popolazione generale.

Allo stesso modo, tra le persone che vivono una disforia di genere, la presenza di tratti autistici o di diagnosi di autismo è più elevata rispetto alla media.

Alcuni elementi che possono spiegare questa associazione:

  • Rigidità cognitiva e identità di genere: le persone autistiche tendono a riflettere in profondità e in modo rigido su temi che riguardano la loro identità, compresa quella di genere.
  • Diversità nella socializzazione: l’esperienza autistica si accompagna a modalità atipiche di percepire e vivere i ruoli di genere imposti socialmente, il che può favorire un’espressione di genere più libera o non conforme.
  • Vulnerabilità psicologica: sia l’autismo che la disforia di genere aumentano il rischio di ansia, depressione e difficoltà di adattamento sociale, con possibili effetti cumulativi quando coesistono.

Cosa dice la ricerca scientifica sul legame tra disturbo dello spettro autistico e disforia di genere?

Un’ampia revisione della letteratura dal titolo Autism Spectrum Disorder and Gender Dysphoria/Incongruence. A systematic Literature Review and Meta-Analysis pubblicata nel 2023 sul Journal of Autism and Developmental Disorders, ha cercato di fare chiarezza sul rapporto tra autismo e disforia di genere.

Lo studio ha analizzato complessivamente quasi 50 ricerche già pubblicate e ha condotto una meta-analisi, cioè una sintesi statistica dei dati disponibili.

I risultati principali sono stati i seguenti:

  • La prevalenza di autismo nelle persone con disforia di genere o incongruenza di genere è stimata intorno all’11%, molto più alta rispetto all’1% circa osservato nella popolazione generale.
  • Le persone con disforia di genere riportano in media più tratti autistici rispetto ai gruppi di controllo, con una differenza statisticamente significativa.
  • Nonostante i dati confermino un legame, c’è ancora alta variabilità tra gli studi, quindi non è possibile stabilire con certezza l’entità precisa di questa associazione10803_2022_Article_5517.

Lo studio conclude che la possibilità che non ci sia alcun legame è estremamente bassa, ma che servono ulteriori ricerche per comprendere meglio le cause e i meccanismi alla base.

Implicazioni cliniche della sovrapposizione tra Autismo e Disforia di Genere

Il riconoscimento della possibile co-occorrenza tra autismo e disforia di genere ha un’importante ricaduta clinica.

Alcuni punti chiave per la pratica clinica:

  • Diagnosi accurate: è fondamentale che i professionisti siano formati per riconoscere sia i sintomi dell’autismo che le manifestazioni della disforia di genere, evitando fraintendimenti diagnostici.
  • Supporto psicologico integrato: chi vive entrambe le condizioni può essere più esposto a depressione, ansia e pensieri suicidari. Un approccio di sostegno integrato diventa quindi essenziale.
  • Rispetto dell’identità di genere: indipendentemente dalla presenza di autismo, il riconoscimento dell’identità di genere è una parte centrale del benessere della persona.
  • Coinvolgimento della famiglia: nelle situazioni che riguardano bambini e adolescenti, il supporto della famiglia è cruciale per favorire un ambiente sicuro e accogliente.

L’associazione tra autismo e disforia di genere è oggi supportata da ancora poche evidenze scientifiche, quindi ad oggi la portata e le cause di questo legame non sono ancora completamente comprese.

Nella nostra clinica specializzata in autismo adulto e adolescenti, GAM-Medical, offriamo percorsi personalizzati che integrano diagnosi accurata, supporto psicologico e presa in carico multidisciplinare, con un’attenzione particolare all’identità di genere e al benessere complessivo della persona.

Le storie cliniche e i percorsi di presa in carico che seguiamo nella nostra struttura ci insegnano che la complessità di questi temi richiede sempre uno sguardo multidisciplinare.

Per questo la nostra équipe è composta da psichiatri, psicologi, psicoterapeuti e sessuologi, professionisti specializzati che possono accompagnare la persona in un percorso personalizzato, rispettoso della sua identità e centrato sul benessere complessivo.

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Psichiatra-ADHD-Gincarlo-Giupponi

Supervisione scientifica:
Questo articolo è stato revisionato dal Dott. Giancarlo Giupponi, psichiatra e psicoterapeuta, vicedirettore del Servizio Psichiatrico di Bolzano e presidente regionale della Società Italiana di Psichiatria. Oltre a garantire l’accuratezza clinica dei contenuti, il Dott. Giupponi supervisiona la selezione dei test e dei questionari disponibili sul sito, verificandone la conformità agli standard scientifici internazionali (DSM-5, OMS, strumenti clinicamente validati).
Scopo del contenuto: divulgativo, non diagnostico.

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