Attacchi d’ansia notturni: perché succedono e cosa fare subito

Tempo di lettura: 5 minuti

attacchi d'ansia notturni

Svegliarsi di colpo nel cuore della notte con il cuore che batte forte, la sensazione di non riuscire a respirare e un’ondata improvvisa di paura può essere un’esperienza molto spaventosa. Gli attacchi d’ansia notturni sono più comuni di quanto si pensi e possono colpire anche chi durante il giorno non manifesta sintomi particolari, comprenderne le cause aiuta a ridurre la paura e a recuperare un senso di controllo.

In questo articolo parleremo di cosa sono gli attacchi d’ansia, della differenza con gli attacchi di panico, dei motivi per cui compaiono durante il sonno e delle strategie da mettere in atto per alleviare subito i sintomi.

Cosa sono gli attacchi d’ansia? Capire cosa sta succedendo al corpo

Gli attacchi d’ansia notturni sono episodi improvvisi di intensa attivazione fisica ed emotiva che si manifestano durante il riposo. Nei minuti in cui si verificano, il corpo sembra reagire come se fosse in pericolo, anche se non c’è una minaccia reale.

Un attacco d’ansia può includere diversi sintomi, tra cui:

  • Aumento del battito cardiaco;
  • Fiato corto o sensazione di respirare male;
  • Tremori o agitazione interna;
  • Nausea o fastidio allo stomaco;
  • Sudorazione improvvisa;
  • Sensazione di calore o freddo;
  • Difficoltà a riprendere il controllo dei pensieri.

Durante l’episodio, la persona può avere l’impressione che stia accadendo qualcosa di grave e la paura stessa amplifica la reazione fisica, rendendo il tutto più intenso.

Gli attacchi d’ansia possono durare da pochi minuti fino a mezz’ora, ma la sensazione di spossatezza o preoccupazione può restare più a lungo. 

A differenza dell’ansia che si manifesta gradualmente, questi episodi nascono all’improvviso e raggiungono rapidamente un picco. Anche se la persona si sta riposando, il corpo può attivare la risposta di allarme, generando cambiamenti fisiologici rapidi e intensi, è proprio questa attivazione a rendere gli attacchi d’ansia notturni così destabilizzanti.

Qual è la differenza tra attacchi di panico e attacchi d’ansia? Due fenomeni simili

Quando si parla di attacchi d’ansia notturni è importante distinguere tra attacchi d’ansia e attacchi di panico, due esperienze che possono essere confuse ma che non coincidono. La distinzione aiuta a comprendere meglio cosa si sta vivendo e quale tipo di intervento può essere più utile.

Gli attacchi di panico sono episodi intensi e improvvisi di paura acuta che raggiungono un picco nel giro di pochi minuti, possono comparire sia di giorno che di notte e coinvolgono sintomi fisici molto marcati, spesso nasce anche la paura che l’episodio possa ripresentarsi, creando un circolo di ansia anticipatoria.

Gli attacchi d’ansia, invece, sono legati a una maggiore attivazione del sistema nervoso, ma non presentano sempre lo stesso livello di intensità o la sensazione di imminente catastrofe tipica del panico. Chi sperimenta attacchi d’ansia notturni può sentirsi molto spaventato, ma l’esperienza non raggiunge necessariamente la stessa intensità del panico.

La differenza principale riguarda:

  • L’intensità dei sintomi: di minore intensità negli attacchi d’ansia.
  • La rapidità con cui raggiungono il picco: rapido in quelli di panico e più graduale in quelli d’ansia.
  • La percezione di perdita di controllo;
  • La presenza di paura intensa e inspiegabile.

Entrambi possono però interferire con il sonno, lo studio del 2020 “Panic attacks during sleep” ha analizzato proprio gli episodi di panico notturno, evidenziando come possano essere collegati a una maggiore attivazione fisiologica durante il sonno e aiutando a distinguere in modo più accurato i fenomeni che avvengono durante la notte.

Perché vengono gli attacchi d’ansia notturni? Le cause più comuni

Le cause non sono sempre immediate da individuare, ma esistono alcuni fattori comuni come l’accumulo di stress

Durante la giornata, il corpo gestisce responsabilità, preoccupazioni e informazioni che richiedono attenzione, questo accumulo può rimanere attivo anche dopo essersi addormentati, momento in cui la vigilanza si abbassa e il sistema nervoso può rilasciare improvvisamente la tensione.

Anche i cambiamenti e i disturbi del ritmo sonno-veglia possono influire, dormire poco, andare a letto troppo tardi o non rispettare una routine regolare può rendere il sonno meno stabile e aumentare il rischio di attivazione durante la notte.

Tra i fattori più comuni rientrano:

  • Stress emotivo prolungato;
  • Periodi di grande pressione lavorativa o personale;
  • Conflitti o preoccupazioni non elaborati durante il giorno;
  • Stanchezza fisica e mentale;
  • Caffeina o stimolanti assunti nel pomeriggio o sera;
  • Sonno irregolare o interrotto;
  • Eccessiva attività mentale prima di andare a letto;
  • Situazioni di cambiamento o incertezza.

Alcune persone sperimentano attacchi d’ansia notturni in momenti di particolare sensibilità emotiva, come dopo un litigio, durante un periodo di transizione o quando si sentono sopraffatte, anche se l’evento scatenante può sembrare minimo, il corpo può reagire amplificando le sensazioni interne.

Un’altra possibile causa è la tendenza a ruminare, cioè a ripetere gli stessi pensieri più volte, prima di addormentarsi, la mente può iniziare a concentrarsi su preoccupazioni irrisolte, favorendo un aumento dell’attivazione interna che può continuare anche nel sonno.

In alcuni casi, gli attacchi d’ansia notturni possono essere collegati a una fase di cambiamento nella vita, a un periodo di maggiore responsabilità o a momenti di vulnerabilità emotiva

Cosa fare con un attacco d’ansia notturno? Strategie immediate 

Quando si sperimenta un attacco d’ansia notturno, la prima sensazione è spesso quella di non avere alcun controllo su ciò che accade. 

Tuttavia, esistono strategie semplici ed efficaci che possono aiutare ad alleviare i sintomi e a ritrovare più rapidamente la calma. Tra le principali:

  • Il primo passo è accettare l’episodio: dire a sé stessi che si tratta di una reazione temporanea e che il corpo sta rispondendo in modo intenso ma non pericoloso può ridurre la sensazione di paura.
  • Le tecniche di respirazione: sono tra gli strumenti più utili, respirare lentamente e profondamente aiuta a ridurre l’attivazione del sistema nervoso. 
  • Alzarsi dal letto e muoversi lentamente nella stanza;
  • Concentrarsi su sensazioni fisiche neutre: come il contatto dei piedi con il pavimento, bere un sorso d’acqua.
  • Interagire con l’ambiente: aprendo la finestra per cambiare l’aria e accendendo una luce soffusa per ridurre la confusione tipica del risveglio improvviso.
  • Focalizzarsi su un oggetto nella stanza o contare lentamente: per distogliere l’attenzione dai sintomi, non si tratta di eliminare l’episodio immediatamente, ma di accompagnare il corpo verso un livello di attivazione più basso.

Una volta cessato l’episodio, sarebbe bene non tornare subito a dormire. Concedersi un momento di tranquillità, come leggere qualcosa di leggero o ascoltare un suono rilassante, permette al corpo di recuperare gradualmente.

ansia di notte: cosa fare?
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Attacchi d’ansia notturni: come stare meglio

Gli attacchi d’ansia notturni possono essere molto spaventosi, ma riconoscerli e comprenderne le cause permette di affrontarli con maggiore serenità. Prestare attenzione al proprio benessere emotivo durante il giorno, regolare il ritmo sonno-veglia e utilizzare strategie di rilassamento può ridurre significativamente la loro frequenza.

Tuttavia, soprattutto se si tratta di episodi ricorrenti, è importante rivolgersi ad un professionista della salute mentale. Un percorso di supporto psicologico può aiutare a comprendere cosa attiva l’ansia e a sviluppare strumenti personalizzati per gestirla.

Grazie alla clinica ansia di GAM Medical è possibile ricevere un aiuto qualificato e mirato, costruito sulle proprie esigenze. Chiedere supporto è un modo per stare meglio e per tornare a vivere il riposo notturno con maggiore serenità.

Questo è contenuto divulgativo e non sostituisce le diagnosi di un professionista. Se ti è piaciuto l’articolo, condividilo.

Fonti:

  • https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/33459551/

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Psichiatra ADHD Gincarlo Giupponi

Supervisione scientifica:
Questo articolo è stato revisionato dal Dott. Giancarlo Giupponi, psichiatra e psicoterapeuta, vicedirettore del Servizio Psichiatrico di Bolzano e presidente regionale della Società Italiana di Psichiatria. Oltre a garantire l’accuratezza clinica dei contenuti, il Dott. Giupponi supervisiona la selezione dei test e dei questionari disponibili sul sito, verificandone la conformità agli standard scientifici internazionali (DSM-5, OMS, strumenti clinicamente validati).
Scopo del contenuto: divulgativo, non diagnostico.

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