Ipnosi clinica: è sicura? Quando si usa e cosa aspettarsi

Tempo di lettura: 4 minuti

ipnosi clinica

Ti sei mai chiesto se l’ipnosi clinica sia davvero sicura e quando abbia senso utilizzarla? In ambito clinico non si parla né di magia né perdita di controllo: parliamo di un processo collaborativo che aiuta a focalizzare l’attenzione e a modulare sensazioni e comportamenti in linea con degli obiettivi concordati. 

Se praticata da professionisti formati, all’interno di un consenso informato, l’ipnosi clinica può diventare una risorsa integrabile nel percorso di cura.

In questo articolo andremo a vedere cosa sia l’ipnosi clinica, come funziona e quando risulta efficace.

Cos’è e come funziona l’ipnosi clinica

Secondo la rassegna “Hypnosis and cognitive neuroscience: bridging the gap” (Oakley D.A., Halligan P.W., 2013), l’ipnosi è uno stato di intensa focalizzazione attentiva con riduzione della consapevolezza periferica e maggiore risposta alla suggestione, che può facilitare cambiamenti concordati in sensazioni, percezioni e comportamenti.

Nella pratica questo si traduce in una cornice chiara con definizione degli obiettivi, delle regole, e il successivo consenso del paziente e in suggestioni terapeutiche mirate, per esempio, per modulare la percezione del dolore o favorire calma e rilassamento.

Comprendere il meccanismo aiuta a distinguere l’ipnosi clinica dalle rappresentazioni da palcoscenico e a collocarla in un percorso di cura strutturato.

Ipnosi clinica: è sicura? Rischi, cautele e falsi ricordi

Secondo la rassegna “The Efficacy, Safety and Applications of Medical Hypnosis” (Häuser W. et al., 2016), quando condotta da professionisti formati l’ipnosi clinica risulta generalmente sicura e ben tollerata; gli eventi indesiderati riferiti sono per lo più lievi e transitori (per esempio emotività momentanea), e si gestiscono con adeguata informazione e monitoraggio.

Un punto delicato riguarda la memoria: secondo la rassegnaThe Return of the Repressed: The Persistent and Problematic Claims of Long-Forgotten Trauma” (Otgaar H. et al., 2019), procedure suggestive possono aumentare il rischio di falsi ricordi. Per questo i protocolli moderni non impiegano l’ipnosi per “recuperare” memorie autobiografiche; se emergono contenuti mnestici, si trattano con cautela e si usano precauzioni per evitare contaminazioni involontarie della memoria.

Se eseguita da un professionista diventa uno strumento molto sicuro e utile per l’equilibrio della nostra psiche.

Quando si usa l’ipnosi clinica?

Secondo la rassegna “The Efficacy, Safety and Applications of Medical Hypnosis” (Häuser W. et al., 2016), l’ipnosi clinica si integra ad altri interventi (psicoeducazione, approcci cognitivi/comportamentali, gestione del dolore/sonno) e può essere utile in ambiti selezionati, tra cui:

  • Dolore e ansia procedurale: l’ipnosi può ridurre ansia percepita e la richiesta di analgesici in contesti medici selezionati, riducendo il dolore.
  • Disturbi funzionali gastrointestinali: la gut-directed hypnotherapy mostra miglioramenti dei sintomi globali intestinali in sottogruppi di pazienti.
  • Vampate in menopausa o dopo terapie oncologiche: protocolli strutturati possono diminuire la frequenza e l’intensità delle vampate, con beneficio sulla qualità di vita.
  • Sonno: l’ipnosi potrebbe essere un complemento per ridurre difficoltà ad addormentarsi e portare un sonno più equilibrato, mentre per l’insonnia cronica la CBT-I resta riferimento principale.

Per valutare l’utilizzo dell’ipnosi si può chiedere consiglio ai propri medici curanti o ad uno specialista per indagare sulla correttezza e i possibili benefici in base alle proprie necessità.

Cosa aspettarsi al primo colloquio e in una seduta di ipnosi clinica

Il primo colloquio definisce la cornice e gli obiettivi: i tempi, la frequenza, la riservatezza (e suoi limiti), l’idoneità della terapia e cosa non si farà. Si concordano anche eventuali compiti da assegnare al paziente tra una seduta e l’altra.
Una seduta generalmente prevede: 

  • Una breve psicoeducazione: per allineare aspettative.
  • Induzione: focalizzazione sul respiro e sull’attenzione.  
  • Approfondimento: suggestioni terapeutiche mirate come analgesia, calma, regolazione di segnali corporei.
  • Riallineamento finale con debrief: spesso si insegna anche una breve autoipnosi da praticare a casa.

Sapere in anticipo le fasi riduce l’incertezza, l’ansia e sostiene l’alleanza terapeutica.

Secondo la rassegna “The Efficacy, Safety and Applications of Medical Hypnosis” (Häuser W. et al., 2016), gli esiti sono migliori quando l’ipnosi è praticata da psicologi e psicoterapeuti o medici con formazione specifica, all’interno di piani personalizzati. In pratica, chiedi:

  • Qual è l’obiettivo e come verrà misurato il progresso;
  • Come l’ipnosi verrà integrata con altri interventi;
  • Quali sono benefici attesi e i limiti;
  • Le certificazioni del professionista.
come funziona l'ipnosi clinica
come funziona l’ipnosi clinica

Vuoi capire se l’ipnosi clinica fa per te?

Quando è indicata, l’ipnosi clinica si integra in un percorso chiaro: obiettivi condivisi, consenso informato, criteri di monitoraggio e revisione periodica. Niente “recuperi di ricordi” perché è una pratica sconsigliata e con dei rischi, niente promesse miracolistiche: solo procedure sicure praticate da professionisti.

GAM Medical, Centro di Salute Mentale, non offre trattamenti di ipnosi clinica, ma puoi contattarci per un primo colloquio gratuito di orientamento dedicato a comprendere i tuoi obiettivi e decidere assieme le metodologie migliori, cucite su misura per te.

Questo è contenuto divulgativo e non sostituisce le diagnosi di un professionista. Se ti è piaciuto l’articolo, condividilo.

Fonti:

  • https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/23375442/
  • https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/27173407/
  • https://pmc.ncbi.nlm.nih.gov/articles/PMC6826861/

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Psichiatra ADHD Gincarlo Giupponi

Supervisione scientifica:
Questo articolo è stato revisionato dal Dott. Giancarlo Giupponi, psichiatra e psicoterapeuta, vicedirettore del Servizio Psichiatrico di Bolzano e presidente regionale della Società Italiana di Psichiatria. Oltre a garantire l’accuratezza clinica dei contenuti, il Dott. Giupponi supervisiona la selezione dei test e dei questionari disponibili sul sito, verificandone la conformità agli standard scientifici internazionali (DSM-5, OMS, strumenti clinicamente validati).
Scopo del contenuto: divulgativo, non diagnostico.

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