ADHD e idratazione: perché è importante ricordarsi di bere acqua?

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ADHD e importanza dell'idratazione

Ti è mai capitato di arrivare a fine giornata con mal di testa, irritabilità o stanchezza e accorgerti che non hai quasi bevuto nulla?

Se sei ADHD, questa esperienza può sembrare familiare. La difficoltà a percepire i segnali corporei, la tendenza a iper-focalizzarsi o la distrazione costante rendono facile dimenticare un gesto tanto semplice quanto essenziale: bere acqua.

In questo articolo esploreremo come l’idratazione si collega al Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività (DDAI), mettendo in luce i rischi della disidratazione, i benefici di bere regolarmente acqua e le strategie pratiche per integrare questa abitudine nella vita quotidiana.

Che cos’è la disidratazione?

La disidratazione si verifica quando il corpo perde più liquidi di quanti ne assuma, compromettendo l’equilibrio idrico ed elettrolitico necessario al corretto funzionamento degli organi e del cervello.

Non si tratta solo di “avere sete”: anche una lieve riduzione dell’idratazione può avere effetti negativi sulla memoria, sull’attenzione e sull’umore.

Uno studio “Mild dehydration impairs cognitive performance and mood of men” (Ganio et al., 2011) ha dimostrato che già un calo dell’1–2% del peso corporeo dovuto a perdita di liquidi riduce la vigilanza e aumenta la percezione di fatica.

Lo studio, inoltre, conferma che anche nei soggetti giovani e sani la disidratazione lieve influenza negativamente funzioni cognitive, memoria di lavoro e stato emotivo.

Questo significa che la disidratazione non è un problema legato solo a condizioni gravi o patologiche: è un fenomeno che può incidere in modo immediato e significativo sul benessere quotidiano, soprattutto per chi vive già difficoltà legate all’attenzione e alla regolazione emotiva, come le persone ADHD.

Qual è l’importanza dell’acqua per il corpo umano?

L’acqua è essenziale per la vita e rappresenta in media il 50–70% del peso corporeo umano. 

Ogni sistema del corpo dipende da essa per funzionare correttamente: regola la temperatura corporea attraverso la sudorazione, favorisce la digestione e l’assorbimento dei nutrienti, mantiene la lubrificazione delle articolazioni e dei tessuti, e svolge un ruolo cruciale nell’eliminazione delle scorie metaboliche attraverso urine e sudore. 

Inoltre, l’acqua è indispensabile per il mantenimento dell’equilibrio elettrolitico, che permette la corretta trasmissione degli impulsi nervosi e la contrazione muscolare.

Lo studio “Water as an essential nutrient: the physiological basis of hydration” (Jéquier E, Constant F., 2010) sottolinea che l’acqua è il principale componente dei fluidi corporei e che un’idratazione adeguata è fondamentale per la funzione cardiovascolare, renale, digestiva e neurologica.

Un altro studio “Water, hydration and health” (Jéquier & Constant, 2010) evidenzia che la perdita anche del 2% di acqua corporea può compromettere le performance fisiche e cognitive, aumentando il rischio di affaticamento, calo della memoria e difficoltà di concentrazione.

L’acqua, quindi,  non è solo una bevanda, ma un nutriente essenziale senza il quale il corpo non può mantenere equilibrio, energia e salute.

Idratazione e prestazioni cognitive: parla la ricerca scientifica

Il Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività (DDAI) non riguarda solo attenzione e concentrazione: la difficoltà nel regolare le emozioni è una delle caratteristiche più comuni.

Risulta plausibile pensare che persone ADHD possano dimenticare di bere acqua con maggiore frequenza a causa di caratteristiche specifiche della condizione, quali iperfocalizzazione, distrazione e scarsa consapevolezza dei segnali corporei

In particolare, alcune evidenze suggeriscono che l’accuratezza interocettiva (la capacità di percepire bisogni interni) risulti ridotta in persone DDAI. La revisione sistematica “Diminished Interoceptive Accuracy in Attention-Deficit/Hyperactivity Disorder: A Systematic Review” (Bruton A. M., Levy L., Rai N. K., Colgan D. D., Johnstone J., 2025) riporta che in diversi studi l’interocezione è risultata negativamente associata a sintomi di inattenzione, iperattività e disregolazione emotiva, suggerendo che un deficit interocettivo potrebbe rendere più difficile riconoscere stimoli corporei come la sete.

Cosa comporta per chi è ADHD?

  • Maggiore impulsività nei momenti di frustrazione.
  • Sensazione di tensione difficile da gestire.
  • Aumento della vulnerabilità agli sbalzi emotivi.

Bere acqua regolarmente, al contrario, rappresenta una strategia semplice ma concreta per sostenere la stabilità emotiva e migliorare l’autoregolazione, rendendo più gestibili le sfide quotidiane tipiche dell’ADHD.

ADHD e disidratazione: binomio pericoloso?

La concentrazione è già una sfida importante per le persone DDAI. La disidratazione può peggiorare questo quadro in modo marcato, in quanto: 

  • Riduce la memoria a breve termine.
  • Rallenta i tempi di reazione.
  • Abbassa la capacità di mantenere l’attenzione sostenuta.

Un recente studio caso-controllo ha osservato che i bambini ADHD riportavano un’assunzione media quotidiana di acqua inferiore rispetto ai coetanei senza Disturbo dell’Attenzione e Iperattività. Lo studio in questione, “Nutrients patterns and attention deficit hyperactivity disorder among Egyptian children: a sibling and community matched case-control study” (Gumma SD, Elotla SF, Ibrahim OY, Rizkalla NH, 2024), ha evidenziato che, anche dopo aver corretto i dati per l’apporto calorico totale, il consumo medio di acqua rimaneva significativamente più basso nel gruppo DDAI.

Lo studio “The effect of drinking water on cognitive performance and mood of children” (Edmonds et al., 2014) ha mostrato che anche nei bambini neurotipici bere acqua si associa a prestazioni migliori nei test di memoria e attenzione rispetto a chi non aveva assunto liquidi. Questo significa che la disidratazione incide in maniera significativa sulla concentrazione e sul funzionamento cognitivo già nella popolazione generale. Per le persone con Condizione ADHD, che già incontrano difficoltà nel regolare l’attenzione, che sono particolarmente sensibili alle variazioni di attenzione e di energia mentale, è plausibile supporre che questi effetti risultino ancora più accentuati, rendendo l’idratazione un alleato semplice ma importante nella gestione quotidiana.

Bere regolarmente diventa così un supporto concreto per mantenere attivi i circuiti attentivi e ridurre i cali improvvisi di energia mentale.

ADHD e dimenticarsi di bere: perché può accadere?

Il Disturbo dell’Attenzione-Iperattività potrebbe indirettamente influire sulla disidratazione, a causa di vari fattori.

Una prima causa potrebbe infatti essere l’iperfocalizzazione: quando l’attenzione viene catturata da un compito o da un interesse specifico altri stimoli, inclusi quelli corporei, vengono ignorati. Questo fenomeno non è legato all’acqua in sé, ma è stato descritto in diversi studi sul funzionamento attentivo nell’ADHD. Ad esempio, secondo lo studio “Working memory and short-term memory deficits in ADHD: A bifactor modeling approach“questo fenomeno è stato descritto in diversi studi sul funzionamento attentivo nel Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività, che evidenziano come l’attenzione nelle persone ADHD non sia semplicemente “debole”, ma caratterizzata da oscillazioni marcate e da momenti di iperconcentrazione.

Lo studio “How do you feel now? The anterior insula and human awareness” (Craig, 2009),, evidenzia che una ridotta consapevolezza corporea, ovvero l’interocezione, è associata a diversi disturbi neuropsichiatrici, incluso l’ADHD. Le persone DDAI, quindi, tendono ad avere maggiori difficoltà nel riconoscere tempestivamente segnali interni come sete, fame o sonno, il che potrebbe spiegare la tendenza a trascurare i bisogni fisiologici di base.

Un ulteriore aspetto riguarda i farmaci stimolanti, come metilfenidato e anfetamine, comunemente utilizzati nel trattamento dell’ADHD. Le linee guida cliniche, tra cui quelle riportate nello studio “Practice parameter for the use of stimulant medications in the treatment of children, adolescents, and adults” (Greenhill et al., 2002) descrivono tra gli effetti collaterali più frequenti riduzione dell’appetito, insonnia, dolori addominali e irritabilità

Questi effetti, pur non collegati direttamente alla disidratazione, possono influire indirettamente sul bilancio idrico. La perdita di appetito può ridurre l’assunzione di alimenti che contribuiscono all’idratazione quotidiana. Inoltre, insonnia e irritabilità possono aumentare lo stress fisiologico, che in alcuni casi è del tutto possibile si possa accompagnare a un incremento della sudorazione e quindi a una maggiore perdita di liquidi.

Per queste ragioni, il rischio di essere più esposti a disidratazione è più elevato nelle persone con Condizione DDAI e deve essere affrontato con strategie mirate, che rendano l’acqua parte integrante della routine quotidiana.

DDAI e acqua
DDAI e acqua

Sei ADHD e vuoi migliorare la gestione quotidiana con strategie semplici?

Imparare a riconoscere quando la stanchezza, l’irritabilità o la difficoltà di concentrazione sono amplificate non solo dall’ADHD ma anche dalla disidratazione è un passo fondamentale per sviluppare abitudini più sane e migliorare il proprio benessere quotidiano. Solo attraverso una maggiore consapevolezza personale e collettiva possiamo comprendere meglio la relazione tra Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività e idratazione, superando l’idea che bere acqua sia un gesto marginale e imparando invece a considerarlo come una strategia concreta di supporto cognitivo ed emotivo.

GAM Medical, centro specializzato in ADHD, offre un test gratuito per la valutazione dell’ADHD e la possibilità di confrontarti con uno psicologo esperto nel Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività, usufruendo di un primo colloquio gratuito.

La consapevolezza è il primo passo per intraprendere un percorso efficace, che ti permetta di adottare scelte autentiche per la tua salute, libere da condizionamenti e da abitudini dannose come la trascuratezza dell’idratazione. Se ti riconosci nei comportamenti descritti, o se pensi che l’idratazione possa rappresentare un tassello mancante nella tua gestione dell’ADHD, rivolgerti a un esperto può aiutarti a valorizzare la tua identità in modo consapevole e sereno.

Questo è contenuto divulgativo e non sostituisce le diagnosi di un professionista. Se ti è piaciuto l’articolo, condividilo.

Fonti:

  • https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/21736786/ 
  • https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/19724292/ 
  • https://pmc.ncbi.nlm.nih.gov/articles/PMC2908954/ 
  • https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/24480458/
  • https://psycnet.apa.org/record/2020-32863-001
  • https://www.nature.com/articles/nrn2555
  • https://www.sciencedirect.com/science/article/abs/pii/S0890856709605530
  • https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/37752197/ 
  • https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/39905593/ 

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Psichiatra-ADHD-Gincarlo-Giupponi

Supervisione scientifica:
Questo articolo è stato revisionato dal Dott. Giancarlo Giupponi, psichiatra e psicoterapeuta, vicedirettore del Servizio Psichiatrico di Bolzano e presidente regionale della Società Italiana di Psichiatria. Oltre a garantire l’accuratezza clinica dei contenuti, il Dott. Giupponi supervisiona la selezione dei test e dei questionari disponibili sul sito, verificandone la conformità agli standard scientifici internazionali (DSM-5, OMS, strumenti clinicamente validati).
Scopo del contenuto: divulgativo, non diagnostico.

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