Meltdown autistico e attacco di panico: sono la stessa cosa?

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Meltdown autistico e attacco di panico sono la stessa cosa?

Meltdown autistico e attacco di panico sono due crisi emotivi acute accompagnate da sintomi fisici intensi, spesso sconvolgenti sia per chi li vive che per chi vi assiste.

Ma meltdown e attacco di panico sono la stessa cosa? Possono essere considerati sinonimi?

A prima vista, infatti, queste condizioni sembrano molto simili: la persona coinvolta perde il controllo, manifesta sintomi fisici intensi e può apparire in preda a una sofferenza ingestibile. Per un osservatore esterno, è facile confondere i due fenomeni.

Tuttavia meltdown autistico e attacco di panico non sono la stessa cosa. Sebbene ci siano delle analogie, le cause, i meccanismi e le strategie di gestione sono profondamente diversi.

Similitudini tra meltdown autistico e attacco di panico

Prima di sottolineare le differenze, è utile osservare cosa accomuna un episodio di meltdown legato all’autismo e un attacco di panico e approfondire le ragioni che le rendono esperienze apparentemente sovrapponibili.

I principali punti di somiglianza riguardano:

  • Perdita di controllo apparente: in entrambi i casi la persona sembra incapace di gestire le proprie reazioni emotive e fisiche.
  • Sintomi fisici intensi: sudorazione, tachicardia, respiro affannoso, tremori, sensazione di soffocamento o di calore.
  • Esplosione emotiva: che si tratti di pianto inconsolabile, urla, rabbia o paura intensa, entrambi i fenomeni si manifestano con forti reazioni emotive.
  • Disorientamento temporaneo: la persona può non riuscire a comunicare in modo efficace, apparire confusa o non rispondere agli stimoli esterni.
  • Percezione di pericolo: sia durante un meltdown dell’autismo che durante un attacco di panico, l’individuo vive un’esperienza soggettivamente insopportabile, come se fosse in grave pericolo, anche se non c’è una minaccia reale.
  • Impatto sociale elevato: chi assiste può sentirsi spaventato, impotente o non sapere come intervenire.
  • Durata limitata nel tempo: anche se possono sembrare interminabili, sia un attacco di panico che un meltdown hanno una durata circoscritta (minuti o decine di minuti).

Questi aspetti comuni spiegano perché i due fenomeni possono essere confusi.

Differenze tra meltdown autistico e attacco di panico

Nonostante le somiglianze, meltdown autistico e attacco di panico sono due esperienze molto diverse.

I punti di rilevanza per questa differenziazione riguardano:

  • Origine e causa
    • Meltdown autistico: nasce da una sovraccarico sensoriale, emotivo o cognitivo. Può essere scatenato da rumori troppo forti, cambiamenti improvvisi, frustrazione o accumulo di stress.
    • Attacco di panico: è legato a una crisi d’ansia improvvisa, non necessariamente collegata a stimoli esterni evidenti.
  • Condizione di base
  • Consapevolezza durante l’episodio
    • Meltdown: la persona spesso non riesce a elaborare razionalmente ciò che accade, vive un vero e proprio “collasso” del sistema nervoso.
    • Attacco di panico: chi lo sperimenta è spesso consapevole di avere paura, anche se irrazionale, e teme di morire, svenire o perdere il controllo.
  • Comportamenti esterni
    • Meltdown: può includere urla, pianto inconsolabile, comportamenti auto-aggressivi (colpirsi, graffiarsi), o aggressività verso oggetti e persone.
    • Panico: si manifesta più con immobilità, fuga, respiro corto, bisogno di aiuto immediato.
  • Durata e recupero
    • Meltdown: può durare più a lungo, con un “after effect” di stanchezza estrema, mal di testa o bisogno di isolamento.
    • Panico: tende a raggiungere il picco in 10-15 minuti e a ridursi progressivamente, anche se lascia spossatezza.
  • Gestione esterna
    • Meltdown: richiede un ambiente sicuro, riduzione degli stimoli.
    • Panico: si affronta meglio con tecniche di respirazione, rassicurazione e, a lungo termine, psicoterapia specifica per le condizioni ansiose.

Meltdown e attacco di panico: perché non sono la stessa cosa

A volte si sente dire che il meltdown autistico è una sorta di “attacco di panico nell’autismo”.

Questa definizione nasce dal fatto che, per chi osserva dall’esterno, i due episodi possono sembrare simili e perchè il termine attacco di panico è molto più conosciuto nell’esperienza comune e quindi viene spesso usato come paragone per rendere più comprensibile ciò che accade durante un meltdown.

Tuttavia, parlare di meltdown come di un attacco di panico non è corretto. Clinicamente, non è corretto.

Vero anche che, se guardiamo alla clinica, il termine meltdown non compare nei manuali diagnostici come il DSM-5 e non è un criterio ufficiale dell’autismo. Ma resta comunque un termine riconosciuto dalla comunità autistica e da molti professionisti per descrivere in maniera precisa questa crisi tipica dello spettro.

Ed è proprio qui il punto: se esiste già una parola specifica e condivisa, perché dovremmo semplificare usando il termine attacco di panico?

Parlare di meltdown non è solo più accurato, ma significa anche rispettare l’esperienza delle persone autistiche, evitando di confondere due condizioni che hanno somiglianze esteriori ma origini e significati profondamente diversi.

Meltdown e attacco di panico possono coesistere?

Meltdown e attacco di panico non sono fenomeni mutuamente escludenti.

Una persona nello spettro autistico può infatti sperimentare entrambi, in momenti diversi o persino nella stessa fase della vita.

L’ansia, infatti, è una condizione molto comune nelle persone autistiche: studi scientifici mostrano come i disturbi d’ansia abbiano una prevalenza più alta nella popolazione autistica rispetto alla media.

Questo significa che, oltre ai meltdown legati al sovraccarico sensoriale o emotivo, una persona autistica può anche sviluppare veri e propri attacchi di panico.

La relazione tra meltdown e attacchi di panico?

In alcuni casi i due fenomeni possono intrecciarsi: un crollo emotivo (meltdown) può talvolta sfociare in un attacco di panico, e viceversa un attacco di panico può essere la conseguenza di un forte sovraccarico emotivo o sensoriale.

Attenzione però: non tutti gli attacchi di panico sono il risultato di un meltdown; i primi, infatti, possono colpire anche persone neurotipiche.

Allo stesso modo, non tutti i meltdown autistici assumono la forma di un attacco di panico: spesso si manifestano come crisi di pianto, rabbia o comportamenti auto- o etero-aggressivi legati al sovraccarico, senza includere i sintomi tipici del panico.

In fondo, sia il meltdown autistico sia l’attacco di panico possono essere considerati due forme di crisi emotiva ma restano comunque fenomeni diversi per cause, manifestazioni e significato clinico.

Il motivo per cui vengono spesso confusi è semplice: l’attacco di panico è un’esperienza molto più diffusa e conosciuta. Moltissime persone, anche neurotipiche, lo sperimentano almeno una volta nella vita, mentre il termine meltdown è più specifico e meno noto al grande pubblico.

Di fronte a una reazione intensa e apparentemente inspiegabile, l’essere umano tende a categorizzare ciò che osserva secondo le esperienze più familiari.

E così, spesso, si usa l’etichetta “attacco di panico” per spiegare ciò che in realtà è un meltdown, rischiando però di semplificare troppo e di non riconoscere la vera natura della crisi autistica.

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Psichiatra-ADHD-Gincarlo-Giupponi

Supervisione scientifica:
Questo articolo è stato revisionato dal Dott. Giancarlo Giupponi, psichiatra e psicoterapeuta, vicedirettore del Servizio Psichiatrico di Bolzano e presidente regionale della Società Italiana di Psichiatria. Oltre a garantire l’accuratezza clinica dei contenuti, il Dott. Giupponi supervisiona la selezione dei test e dei questionari disponibili sul sito, verificandone la conformità agli standard scientifici internazionali (DSM-5, OMS, strumenti clinicamente validati).
Scopo del contenuto: divulgativo, non diagnostico.

Autismo, Psicologia generale

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