Ricevere una diagnosi di autismo per il proprio figlio è un momento che cambia la vita.
In questa fase, l’attenzione di professionisti e servizi sanitari è quasi sempre rivolta al bambino autistico: programmi educativi, terapie comportamentali, interventi riabilitativi, sostegno scolastico.
Tuttavia, c’è un aspetto che spesso viene trascurato: il benessere psicologico dei genitori stessi.
In questo articolo vogliamo approfondire perché la psicoterapia individuale, o in alcuni casi la terapia di coppia, possa essere uno strumento fondamentale per i genitori di bambini nello spettro autistico.
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Genitorialità e Autismo: Psicoeducazione e Gruppi di Sostegno sono sufficienti?
La diagnosi di autismo avviene nella maggior parte dei casi durante l’infanzia, generalmente nei primi anni di vita del bambino.
Questo significa che i genitori devono affrontare un processo di adattamento spesso improvviso e carico di emozioni contrastanti: sollievo per avere finalmente un nome che spiega certe difficoltà, ma anche paura per il futuro, senso di smarrimento, ansia rispetto alle possibilità di inclusione sociale e scolastica.
Molti studi in psicologia clinica hanno dimostrato che i genitori di bambini con disturbo dello spettro autistico presentano livelli più elevati di stress, ansia e sintomi depressivi rispetto ai genitori di bambini neurotipici.
Questo avviene perché la genitorialità, di per sé impegnativa, viene ulteriormente appesantita da sfide specifiche legate alla condizione del figlio.
Uno degli interventi più diffusi dopo la diagnosi è la psicoeducazione: un percorso in cui i genitori imparano a conoscere meglio le caratteristiche dell’autismo, le strategie educative più efficaci e le modalità per supportare il proprio bambino.
In parallelo, molte famiglie vengono indirizzate verso gruppi di sostegno genitoriale.
Questi gruppi sono estremamente utili perché permettono di confrontarsi con altre madri e padri che vivono esperienze simili, riducendo la sensazione di isolamento.
Tuttavia, sia la psicoeducazione sia i gruppi hanno un focus primario sul bambino e sui comportamenti da adottare per favorirne lo sviluppo.
Lo spazio dedicato ai vissuti emotivi profondi dei genitori rimane invece molto ridotto.
Per esempio, raramente si affrontano in modo approfondito il senso di colpa, la fatica cronica, la paura di non essere “abbastanza” come genitori o i conflitti di coppia che spesso emergono in queste situazioni.

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Perché serve una psicoterapia individuale per i genitori
La psicoterapia individuale permette a ciascun genitore di avere finalmente uno spazio esclusivo, non legato ai bisogni immediati del figlio, ma dedicato alle proprie emozioni, pensieri e difficoltà.
Le ragioni per cui questo può essere fondamentale sono molteplici:
- Elaborare il senso di colpa: Uno dei sentimenti più ricorrenti tra i genitori di bambini con disturbo dello spettro autistico è il senso di colpa. Nonostante la letteratura scientifica abbia chiarito in modo inequivocabile che l’autismo ha basi neurobiologiche e una forte componente genetica, molte madri e padri continuano a domandarsi se abbiano in qualche modo “provocato” la condizione del figlio. Le domande che emergono in terapia sono spesso dolorose: “Ho fatto qualcosa di sbagliato in gravidanza?”, “Avrei dovuto accorgermi prima?”, “Forse non sto facendo abbastanza per lui/lei?”. Questo dialogo interiore può diventare logorante e influire negativamente non solo sul benessere psicologico del genitore, ma anche sulla relazione con il bambino.
La psicoterapia individuale rappresenta uno spazio protetto in cui poter riconoscere, esplorare e rielaborare questi vissuti. - Affrontare lo stress cronico: Crescere un bambino autistico comporta una serie di impegni straordinari che si aggiungono a quelli tipici della genitorialità. La quotidianità di molte famiglie è scandita da appuntamenti terapeutici, colloqui scolastici, incontri con specialisti e attività di potenziamento. A questo si sommano le esigenze quotidiane del bambino, che spesso richiedono strategie educative particolari e una costante capacità di adattamento. Tutto ciò può generare una condizione di stress cronico, che se non viene adeguatamente riconosciuta e gestita, porta con il tempo a un vero e proprio burnout genitoriale.
Il burnout non si manifesta solo come stanchezza fisica, ma anche come perdita di motivazione, riduzione della pazienza, aumento dei conflitti familiari e difficoltà a godere dei momenti positivi con il proprio figlio. In alcuni casi si accompagna a sintomi depressivi o ansiosi che compromettono gravemente la qualità della vita. - Rafforzare le competenze emotive: Un altro aspetto fondamentale riguarda le competenze emotive del genitore. La vita con un bambino nello spettro autistico può mettere a dura prova la capacità di regolare le emozioni: frustrazione quando un obiettivo sembra irraggiungibile, rabbia di fronte alle difficoltà burocratiche, ansia per il futuro, tristezza quando ci si confronta con la diversità rispetto ai coetanei neurotipici. Se queste emozioni non vengono riconosciute e gestite, il rischio è che si riversino sul rapporto con il figlio, creando circoli viziosi di tensione.
In psicoterapia i genitori hanno la possibilità di allenare la consapevolezza emotiva, imparando a dare un nome ai propri stati d’animo e a comprenderne le origini. Questo è particolarmente importante perché, quando un genitore riesce a riconoscere i propri vissuti senza esserne sopraffatto, diventa più capace di sintonizzarsi con le emozioni del bambino. Inoltre, un buon lavoro sulle competenze emotive permette di migliorare la comunicazione all’interno della coppia e con gli altri membri della famiglia, creando un clima domestico più armonioso. - Lavorare sull’identità genitoriale: La genitorialità è sempre una costruzione complessa che si sviluppa nel tempo, ma quando si parla di genitori di bambini con autismo, il processo assume sfumature particolari. Molti padri e madri si trovano a dover rinegoziare la propria identità genitoriale, mettendo in discussione aspettative e immagini di “normalità” che avevano interiorizzato prima della diagnosi.
Ad esempio, un genitore può immaginare di condividere certi giochi, esperienze o tappe di crescita con il figlio, per poi scoprire che quelle attività richiedono adattamenti o, in alcuni casi, non sono possibili. Questo può generare sentimenti di frustrazione o perdita, come se una parte del progetto di vita fosse venuta meno. Al tempo stesso, però, la relazione con un bambino nello spettro autistico apre la strada a nuove forme di connessione, basate su modalità comunicative differenti, su piccole conquiste quotidiane e su una comprensione più profonda delle diversità umane.
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Terapia di coppia: quando serve
Non è raro che la nascita di un figlio autistico metta in crisi la relazione di coppia.
Le difficoltà organizzative, lo stress economico e le diverse modalità di affrontare la situazione possono portare a conflitti, incomprensioni e distacco emotivo.
In questi casi, la psicoterapia di coppia rappresenta uno strumento prezioso.
Non vogliamo chiaramente dire che bisogna “salvare il matrimonio” a tutti i costi ma imparare a comunicare meglio, a condividere i carichi emotivi e pratici, e a sostenersi reciprocamente nel percorso di crescita del figlio.
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I vissuti dei genitori di un bambino autistico: aspetti psicologici comuni
Tra i temi che emergono più frequentemente in terapia ci sono:
- Il senso di solitudine: la percezione che amici e familiari non comprendano fino in fondo cosa significhi avere un figlio con disturbo dello spettro autistico.
- Il lutto per le aspettative mancate: molti genitori vivono una forma di lutto per il figlio “immaginato”, cioè per l’idea che avevano della genitorialità prima della diagnosi.
- L’ansia per il futuro: cosa accadrà al bambino crescendo? Sarà autonomo? Riuscirà a trovare un lavoro, ad avere relazioni, a vivere una vita soddisfacente?
- Il confronto sociale: osservare i coetanei neurotipici e percepire la distanza nello sviluppo può generare frustrazione e dolore.
- La fatica quotidiana: che si traduce non solo in stanchezza fisica, ma anche in un carico mentale costante.
Ci sono cliniche specializzate in autismo, come la nostra, che offrono percorsi mirati non solo per le persone nello spettro autistico, ma anche per i loro familiari.
In particolare, noi possiamo:
- Aiutare i genitori a capire se intraprendere una psicoterapia individuale o di coppia può essere utile.
- Offrire servizi di psicoterapia online tramite telemedicina, garantendo accessibilità anche a chi ha poco tempo o vive lontano dai centri urbani.
- Fornire un sostegno che tenga conto delle peculiarità dell’autismo, grazie a terapeuti esperti del settore.
La nostra specializzazione principale, in realtà, è l’autismo in età adulta.
Ci occupiamo di diagnosi, supporto psicologico e presa in carico di adulti nello spettro autistico.
Tuttavia, proprio perché conosciamo a fondo la condizione, possiamo offrire un aiuto prezioso anche ai genitori di bambini autistici.
Sappiamo quanto possa essere impegnativo crescere un figlio con disturbo dello spettro autistico: oltre agli impegni tradizionali legati alla scuola e alle attività extrascolastiche, ci sono appuntamenti terapeutici, valutazioni cliniche e bisogni specifici da gestire quotidianamente.
Per questo motivo proponiamo percorsi psicologici online che possano alleggerire il carico emotivo e sostenere la genitorialità.
Inoltre aggiungiamo un passaggio: non di rado, dopo aver ricevuto la diagnosi per il proprio bambino, alcuni genitori iniziano a interrogarsi su aspetti del proprio funzionamento che riconoscono come simili a quelli del figlio.
In questi casi può emergere il dubbio di avere a propria volta caratteristiche autistiche non ancora diagnosticate.
La nostra clinica è specializzata proprio in diagnosi di autismo negli adulti, e può quindi offrire valutazioni approfondite per chiarire questi aspetti.
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