L’igiene personale è spesso considerata un’attività semplice e intuitiva ma le persone autistiche prendersi cura di sé può diventare una vera e propria sfida quotidiana.
Ciò avviene perché l’autismo porta con sé una particolare percezione sensoriale che rende complessi e talvolta sgradevoli gesti che per i neurotipici sono banali, come lavarsi, vestirsi o curare il proprio aspetto fisico.
Molte persone autistiche percepiscono con grande intensità stimoli sensoriali come il tatto, l’olfatto e persino il rumore, rendendo fastidioso o addirittura doloroso il contatto con acqua, saponi, prodotti cosmetici o tessuti particolari.
Non di rado, le persone autistiche devono trovare strategie specifiche per gestire in modo meno traumatico e più confortevole queste attività quotidiane fondamentali per la salute e il benessere personale.
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Quali attività di igiene possono essere problematiche nell’autismo?
Le difficoltà principali riguardano attività come:
- Lavarsi il viso e i denti
- Fare la doccia e lavarsi i capelli
- Truccarsi o radersi
- Tagliare le unghie
- Cambiare frequentemente i vestiti e l’intimo
- Gestire l’odore e la sensazione del bucato e degli ammorbidenti
Queste attività coinvolgono intensamente i sensi, risultando particolarmente difficili per chi percepisce in maniera amplificata gli stimoli sensoriali.

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Fare la Doccia e Lavarsi: quali sono gli ostacoli per l’autismo?
Lavarsi è un’attività apparentemente semplice, ma può essere più complessa per chi è autistico, poiché coinvolge numerosi stimoli sensoriali spesso ignorati da chi non vive questa condizione.
Nello specifico, parliamo di:
- Temperatura dell’acqua: l’acqua troppo calda o troppo fredda può essere percepita come una vera e propria aggressione sensoriale, causando stress intenso o dolore fisico. Le persone autistiche spesso necessitano di temperature molto precise, difficili da ottenere rapidamente, causando ulteriore frustrazione.
- Pressione e getto d’acqua sulla pelle: anche la pressione dell’acqua può essere molto sgradevole. Un getto troppo forte o pungente, che per altri può risultare rilassante, diventa una fonte di disagio profondo. Alcuni preferiscono l’acqua delicata e uniforme, talvolta optando per strategie alternative come il bagno anziché la doccia.
- Shampoo e bagnoschiuma: le texture viscide, la presenza di schiuma e la sensazione di untuosità di shampoo e bagnoschiuma possono essere insopportabili per chi è sensibile. Questi prodotti, specialmente se molto profumati o chimici, possono generare avversione, aumentando la difficoltà nel lavarsi regolarmente.
- Strumenti per lavarsi: spugne ruvide, guanti esfolianti e spazzole possono sembrare strumenti di tortura sensoriale. Molte persone autistiche optano per prodotti delicati e minimali per ridurre il disagio sensoriale.
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Truccarsi, rasarsi e tagliare le unghie: quando la cura del corpo autistico diventa difficile
Le attività cosmetiche quotidiane come il trucco, la rasatura o il taglio delle unghie possono trasformarsi in momenti altamente problematici per le persone autistiche:
- Truccarsi: i prodotti cosmetici, spesso caratterizzati da texture cremose, oleose o appiccicose, possono essere percepiti come estremamente fastidiosi sulla pelle. Le persone autistiche spesso lamentano una sensazione pesante, di costrizione o di sporco che persiste a lungo, rendendo difficile sopportare il trucco o anche solo una semplice crema idratante.
- Farsi la barba: la rasatura può essere un’esperienza particolarmente stressante. La lama che sfiora o tira la pelle, il pizzicore successivo alla rasatura, il rumore e la vibrazione del rasoio elettrico rappresentano stimoli sensoriali estremamente invasivi per chi ha una sensibilità amplificata.
- Tagliare le unghie:: questa attività apparentemente banale può essere percepita come dolorosa e invadente. La pressione sulle dita, il rumore tagliente delle forbici o del tagliaunghie e persino la semplice manipolazione delle dita possono generare ansia anticipatoria e disagio intenso.
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Igiene dell’abbigliamento nell’autismo: il comfort sensoriale prima di tutto
L’igiene riguarda anche l’abbigliamento, un elemento cruciale nella vita quotidiana delle persone autistiche:
- Comfort outfit e difficoltà nel cambiarsi: molte persone autistiche tendono a indossare ripetutamente gli stessi abiti, i cosiddetti “comfort outfit”, scelti per la loro particolare comodità sensoriale. Cambiarsi spesso diventa fonte di ansia e disagio, perché un nuovo capo potrebbe causare sensazioni spiacevoli sulla pelle, legate alla texture, alle cuciture o al materiale dei tessuti (approfondisci il tema leggendo il nostro articolo “autismo e abbigliamento: fastidio nell’indossare i vestiti“.
- Materiali e sensazioni sulla pelle: i vestiti sintetici, ruvidi, troppo stretti o con cuciture pronunciate possono essere vissuti come insopportabili. Tessuti morbidi, naturali, senza cuciture o etichette risultano spesso l’unica opzione sostenibile.
- Odore di ammorbidenti e detersivi: persino il bucato diventa un’esperienza sensoriale problematica. Gli odori forti, intensi o chimici di detersivi e ammorbidenti possono causare nausea, fastidio o mal di testa. Per questo motivo, spesso si preferiscono prodotti neutri, ipoallergenici o del tutto privi di profumazioni.
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Ma quindi, le persone autistiche, sono persone “sporche”?
Ma quindi, le persone autistiche sono persone sporche?
Chiaramente no.
È importante sfatare subito questo pregiudizio: il fatto che una persona autistica trovi difficoltà nel gestire l’igiene personale non implica che sia automaticamente una persona sporca o trascurata.
Le persone autistiche, infatti, hanno semplicemente un rapporto diverso con le esperienze sensoriali che accompagnano le pratiche quotidiane di igiene, come abbiamo visto in precedenza.
Questo diverso rapporto può rendere, soprattutto durante l’infanzia, la routine dell’igiene un’esperienza stressante sia per i bambini sia per i loro genitori.
I bambini autistici spesso non comprendono facilmente perché debbano sopportare sensazioni così spiacevoli o invasive, come l’acqua sulla pelle, la schiuma dello shampoo nei capelli o la consistenza appiccicosa di certe creme.
Pertanto, nelle prime fasi della vita, può essere effettivamente più frustrante e complesso far capire l’importanza di certe abitudini di pulizia, e talvolta questo può generare conflitti e incomprensioni.
Tuttavia, crescendo, generalmente la situazione migliora notevolmente.
Questo miglioramento avviene grazie a una sorta di desensibilizzazione sistematica e in parte forzata che si verifica nel corso dell’infanzia e dell’adolescenza, dovuta al fatto di essere continuamente esposti a queste esperienze.
Nel tempo, l’organismo e il sistema sensoriale della persona autistica imparano, almeno in parte, a tollerare meglio certe sensazioni.
L’età adulta porta spesso con sé anche un maggior controllo e una migliore consapevolezza delle proprie esigenze sensoriali, permettendo agli individui di trovare strategie e soluzioni personalizzate per affrontare queste difficoltà con successo.
Da adulti, infatti, le persone autistiche generalmente sviluppano metodi molto specifici e accurati per gestire la propria igiene in maniera autonoma, minimizzando il disagio sensoriale.
Ad esempio, scelgono accuratamente il tipo di detergenti da utilizzare, preferendo spesso prodotti neutri o inodori, oppure detergenti che non producono schiuma, qualora questa sia la fonte del fastidio principale.
Alcuni regolano attentamente il getto e la temperatura dell’acqua, creando condizioni ottimali per ridurre la sgradevolezza dell’esperienza della doccia o del bagno.
Altri ancora trovano strategie specifiche per trasformare queste attività in momenti di comfort sensoriale, talvolta addirittura utilizzando alcune pratiche di igiene personale come occasione per lo stimming, cioè comportamenti ripetitivi e auto-regolatori che forniscono un senso di calma e benessere.