Il fawning, un termine che si traduce con “compiacimento”, è una risposta psicologica complessa che emerge come meccanismo di adattamento in contesti di trauma cronico.
In questi casi, le persone sviluppano una risposta automatica di “complicità” o “sottomissione” verso la persona che ha il potere su di loro, nella speranza di evitare ulteriori danni o per cercare di ottenere una sorta di approvazione o affetto, anche se questi sono fittizi o minacciosi
Il fawning, rispetto alle risposte di “attacco” e “fuga”, funziona come una strategia di sopravvivenza diversa, ma altrettanto mirata alla protezione del sé.
Mentre “attacco” e “fuga” sono risposte più immediate e dirette a una minaccia percepita – rispettivamente, affrontare la minaccia con l’aggressività o sfuggirvi per evitare danni – il fawning si sviluppa come un meccanismo di prevenzione che cerca di evitare il conflitto o il danno prima che si verifichi.
Nelle prossime righe capiremo quali sono le origini di questo particolare fenomeno legato al trauma, quali sono i terreni più fertili affinché questo attecchisca e come si manifesta.
Fawning in Risposta ad un Trauma Complesso
Allora, in generale possiamo dire che a grandi linee il fawning, quindi, è una risposta a un trauma psicologico complesso, dove il soggetto si ritrova intrappolato in una dinamica di relazioni disfunzionali, in cui è costantemente a caccia di conferme o accettazione da una figura dominante
Il fawning, come risposta psicologica al trauma, si sviluppa, quindi, in contesti particolari dove la relazione tra la persona e la figura dominante (che può essere un genitore, un partner, un insegnante o qualsiasi altra figura di autorità) diventa disfunzionale e traumatica.
Questo fenomeno non si verifica in modo casuale; piuttosto, è il risultato di un ambiente che crea o stimola una percezione di pericolo costante e di necessità di adattamento per evitare danni.
Esistono diversi terreni fertili in cui questa risposta può nascere e radicarsi, tutti legati a situazioni in cui la persona sperimenta una continua instabilità emotiva o fisica.
In questi casi, il fawning emerge come una strategia di sopravvivenza che permette alla persona di mantenere una parvenza di sicurezza, seppur a costo della propria autenticità.
Un primo terreno fertile si trova nelle dinamiche familiari disfunzionali, in particolare quelle caratterizzate da abuso emotivo, fisico o psicologico. In queste situazioni, un bambino che cresce in un ambiente instabile, con genitori o figure di riferimento imprevedibili, può sviluppare una risposta di fawning come mezzo per placare la figura autoritaria e prevenire punizioni, critiche o rifiuti. Quando un bambino sperimenta una relazione con un genitore che è intermittentemente affettuoso e severo, questa imprevedibilità può far sì che il bambino impari ad adattarsi costantemente ai cambiamenti di umore dell’adulto. Il bambino inizia a cercare segnali di approvazione, senza mai essere sicuro di cosa aspettarsi, sviluppando una forma di fawning che si manifesta come il tentativo di guadagnarsi l’affetto del genitore o di evitare conflitti. Questo comportamento può radicarsi profondamente, trasformandosi in un pattern che continuerà a ripetersi nelle relazioni future, soprattutto se il trauma non viene riconosciuto e trattato.
Anche le situazioni in cui il bambino è sottoposto a critiche costanti o a un amore condizionato sono fertili per il fawning. In contesti familiari in cui l’amore o l’approvazione sono dati solo in cambio di comportamenti che soddisfano le aspettative degli altri, il bambino impara che solo attraverso la sottomissione o l’adattamento può guadagnarsi l’affetto. Questo tipo di ambiente insegna al bambino che il proprio valore dipende dall’essere costantemente “utile” o “comportarsi bene”, creando un senso di impotenza interiore e una continua ricerca di approvazione esterna. La paura del rifiuto diventa così una motivazione primaria, spingendo il bambino a compiacere gli altri, anche a discapito della propria individualità.
Le situazioni di abuso psicologico o fisico all’interno della famiglia, dove un genitore o un’altra figura di autorità esercita un controllo totale sul bambino, possono anche contribuire alla formazione di una risposta di fawning. In questi casi, il bambino può imparare a ridurre al minimo i conflitti e a “esistere” solo per soddisfare i bisogni dell’abusante, poiché la possibilità di resistere o di chiedere aiuto è pericolosa. L’abuso, in questo caso, può essere fisico o emotivo, ma entrambe le forme contribuiscono a creare una dinamica in cui la persona traumatizzata si sente impotente e senza scampo. Il fawning diventa quindi una difesa contro l’abuso, un modo per ridurre al minimo la visibilità del conflitto e per evitare una reazione violenta o punitiva.
Un altro terreno fertile per lo sviluppo del fawning è rappresentato dalle relazioni in cui esistono disuguaglianze di potere evidenti. In questi contesti, la persona più debole, che può essere un bambino, un partner in una relazione abusiva o anche un dipendente in un ambiente di lavoro tossico, sviluppa la risposta di fawning per sopravvivere alla dinamica di potere asimmetrica. Le persone che si trovano in posizioni vulnerabili all’interno di una relazione impari o manipolativa possono rispondere adattivamente con il compiacimento, tentando di mantenere una parvenza di armonia o di sottomissione al fine di ridurre i rischi di conflitto o di umiliazione. Qui, la risposta di fawning diventa un tentativo di evitare l’abuso o di placare l’aggressore, in un ambiente in cui l’altra persona ha un controllo totale o significativo sulle proprie emozioni e sul proprio benessere.
Nel caso di relazioni sentimentali, specialmente quelle caratterizzate da dinamiche di abuso emotivo o manipolazione psicologica, il fawning può manifestarsi come una strategia per mantenere l’equilibrio nella relazione, evitando la rottura o la critica del partner. Una persona che cresce in un ambiente familiare instabile o abusante potrebbe ripetere questi stessi schemi nelle relazioni adulte, cercando di compiacere costantemente il partner, non per amore, ma per paura di essere abbandonata, rifiutata o maltrattata. In queste circostanze, il fawning diventa una risposta automatica a un bisogno di approvazione che si radica nelle esperienze traumatiche vissute in passato.
Anche le esperienze scolastiche o educative possono creare un terreno fertile per il fawning. In ambienti dove c’è un forte dislivello di potere tra insegnanti e studenti o tra compagni di classe, le dinamiche di competizione, bullismo o favoritismi possono spingere i più vulnerabili a compiacere gli altri come mezzo di sopravvivenza. I bambini o i giovani che crescono in un ambiente scolastico in cui l’accettazione sociale è fondamentale per il loro benessere e la loro autostima possono sviluppare il fawning come risposta ai bulli o ai compagni di classe più dominanti, cercando di ottenere l’approvazione degli altri per evitare l’emarginazione o l’umiliazione. In questo caso, la risposta di fawning può continuare anche negli anni adulti, influenzando il comportamento nelle relazioni interpersonali future.
Le esperienze lavorative possono anch’esse favorire lo sviluppo di questa risposta. In ambienti lavorativi altamente competitivi o abusivi, in cui il potere è gestito in modo autoritario o manipolativo, le persone vulnerabili possono sviluppare il fawning come risposta alla paura di perdere il lavoro, di subire ritorsioni o di non essere accettate dal gruppo. Questo può accadere soprattutto quando i dipendenti si trovano a dover compiacere i superiori o i colleghi per non essere penalizzati o esclusi, portando a un costante adattamento delle proprie opinioni e dei propri comportamenti, senza mai esprimere le proprie reali necessità o desideri.
Il fawning, dunque, è più che una semplice risposta a un trauma: è una risposta adattativa che si sviluppa in contesti dove il rischio di rifiuto, violenza o abbandono è costante.
È il risultato di un ambiente relazionale che non lascia spazio per l’autenticità, ma in cui l’unica strategia percepita per la sopravvivenza è l’adattamento alle necessità o aspettative degli altri.
Questo meccanismo si radica principalmente in contesti familiari, educativi, lavorativi o amorosi in cui il potere e il controllo sono squilibrati, e dove la persona vulnerabile, per paura di perdere l’amore, l’approvazione o la sicurezza, inizia a compiacere in modo costante, sacrificando sé stessa per preservare una parvenza di normalità o accettazione.
Come si Manifesta in Fawning Traumatico?
Il fawning, pur essendo un meccanismo di sopravvivenza psicologica, può manifestarsi in vari modi, sia a livello comportamentale che emotivo, spesso in modo nascosto o mascherato da atteggiamenti positivi.
Le persone che rispondono al trauma attraverso il fawning tendono ad adattarsi costantemente ai desideri e alle aspettative degli altri, cercando di evitare il conflitto, il rifiuto o la punizione.
Questi comportamenti possono essere visti come segni di una personalità particolarmente “gentile” o “comprensiva”, ma in realtà nascondono una risposta automatica a dinamiche disfunzionali.
Alcuni esempi di manifestazioni del fawning sono rappresentati da:
- Compiacimento continuo per evitare conflitti: la manifestazione per eccellenza del fawning è la tendenza a compiacere gli altri, a volte in modo eccessivo, per evitare qualsiasi forma di conflitto. Chi sviluppa questa risposta tende a dire “sì” a tutto, anche quando non lo desidera o lo ritiene impossibile, pur di evitare una reazione negativa dall’altro. Ad esempio, una persona che cresce in una famiglia dove il conflitto è punito o ignorato può imparare a dire sempre “sì”, anche quando ha bisogno di dire “no”, per evitare litigi o delusioni. Questa tendenza può essere presente anche nelle relazioni amorose, nei contesti lavorativi e in amicizie disfunzionali. Chi fawn fa di tutto per mantenere l’armonia, persino sacrificando le proprie necessità e desideri.
- Negligenza del proprio benessere per compiacere gli altri: un’altra manifestazione del fawning è la trascuratezza del proprio benessere, fisico ed emotivo, pur di prendersi cura degli altri. In particolare, si vedono persone che, pur sentendosi esauste, continue e sopraffatte dai propri compiti e responsabilità, continuano a dare attenzione agli altri, cercando di compiacere chi li circonda. Questo atteggiamento può manifestarsi in contesti familiari, dove una persona sente di dover mettere i bisogni degli altri (ad esempio, dei genitori o dei figli) sempre al primo posto, senza mai chiedere supporto o prendersi del tempo per sé. A lungo termine, questo comportamento porta spesso a sentimenti di frustrazione, burnout e risentimento, poiché la persona non riceve mai la stessa attenzione e cura che offre agli altri.
- Difficoltà nell’esprimere emozioni e desideri personali: le persone che sviluppano il fawning tendono a non esprimere le proprie emozioni autentiche, in particolare quelle negative. Ad esempio, una persona che ha vissuto tra le mura di una famiglia in cui il conflitto era considerato inaccettabile potrebbe non essere mai stata autorizzata a piangere o a mostrare rabbia. Di conseguenza, essa imparerebbe a nascondere i propri sentimenti, soprattutto quelli di frustrazione, tristezza o dolore, per non suscitare reazioni negative. La persona che fawn si concentra invece su ciò che l’altro desidera, minimizzando o annullando le proprie emozioni, creando una facciata di “tranquillità” e “complicità” che non corrisponde alla realtà interiore. Questo comportamento è particolarmente comune nelle relazioni in cui uno dei partner ha un temperamento autoritario o emotivamente distante.
- Mancanza di confini sani: un altro segno distintivo del fawning è la difficoltà di stabilire e mantenere confini sani con gli altri. Le persone che reagiscono con il fawning tendono a non dire mai “no” o a non limitare mai il comportamento degli altri, anche quando questo le danneggia o le mette a disagio. Ad esempio, un dipendente in un ambiente lavorativo tossico potrebbe sentire l’obbligo di lavorare oltre l’orario per compiacere il proprio capo, nonostante le proprie esigenze o la necessità di riposo. Allo stesso modo, una persona che cresce con genitori invadenti o iperprotettivi può imparare a non stabilire confini chiari, permettendo agli altri di invadere la propria vita personale. In questi casi, la persona tende ad annullare i propri desideri o limiti pur di non deludere l’altro.
- Paura del rifiuto e della critica: le persone che sviluppano il fawning temono in modo eccessivo il rifiuto e la critica. Questo si manifesta in comportamenti di continuo adattamento o sottomissione, per evitare di essere giudicati o esclusi. Spesso, il fawning si presenta in modo insidioso, con la persona che cerca di anticipare le esigenze o le aspettative degli altri, per evitare di essere criticata o lasciata indietro. Questo comportamento si osserva frequentemente in chi ha vissuto in ambienti in cui l’affetto o la sicurezza erano condizionati al soddisfacimento di determinati standard. La paura di essere rifiutato, isolato o maltrattato spinge queste persone a fare di tutto per apparire sempre “perfetti” agli occhi degli altri.
- Compensazione attraverso la “super-pleasing”: in alcuni casi, il fawning si manifesta come un’”iper-complicità”, in cui la persona non solo cerca di soddisfare le aspettative degli altri, ma cerca anche di anticipare ogni desiderio e ogni necessità, nella speranza di ottenere approvazione o di evitare il conflitto. La persona si fa carico degli altri in modo eccessivo, cercando di risolvere ogni problema, anche quando non è responsabilità sua, e rischiando di esaurirsi nel processo. Un esempio potrebbe essere un partner che si adatta costantemente alle esigenze del proprio compagno o compagna, sacrificando se stesso e le proprie necessità emotive in nome della “felicità” dell’altro. Questo comportamento spesso maschera una profonda insoddisfazione interna, ma la persona fawn non è in grado di esprimere apertamente la propria sofferenza.
- Difficoltà nel chiedere aiuto: una manifestazione comune del fawning è la difficoltà nel chiedere aiuto, anche quando la persona ha bisogno di supporto. Chi sviluppa questa risposta al trauma spesso si sente inadeguato a chiedere supporto o si sente colpevole nel farlo, temendo che gli altri possano reagire negativamente. Questo si manifesta in un comportamento di auto-sufficienza forzata, in cui la persona evita di esprimere le proprie necessità o di chiedere sostegno, pur sentendosi sopraffatta o vulnerabile. La paura di essere giudicati o considerati “deboli” o “bisognosi” spinge a nascondere i propri bisogni, favorendo l’idea che “non sia giusto” chiedere aiuto.
- Sottomissione nei confronti di relazioni disfunzionali: il fawning è anche molto evidente nelle dinamiche di relazioni disfunzionali, in cui una persona si sottomette costantemente al partner o all’amico per evitare conflitti o rotture. In una relazione abusiva, per esempio, la persona che reagisce con il fawning potrebbe cercare di “accontentare” continuamente l’abusante per mantenere un’apparenza di pace, minimizzando i propri desideri e sacrificando il proprio benessere emotivo. La sottomissione diventa un modo per evitare l’aggressività o il rifiuto, e in alcuni casi, questo comporta una completa negazione di sé, pur di soddisfare l’altro.
Queste manifestazioni del fawning sono tutte risposte adattative a un trauma complesso e profondo, in cui la persona tenta di sopravvivere e di proteggersi dal pericolo emotivo, fisico o psicologico.
Sebbene possano sembrare comportamenti positivi o desiderabili agli occhi degli altri, in realtà nascondono una sofferenza interna che va riconosciuta e trattata.
La clinica GAM-Medical è un centro specializzato nella diagnosi e nel trattamento dei traumi e dei disturbi da stress post-traumatico, con particolare esperienza nell’affrontare le varianti più complesse di questi disturbi.
In particolare, la clinica si distingue per la sua competenza nel riconoscere e trattare le manifestazioni di traumi complessi, che spesso sfociano in risposte disfunzionali come il fawning.
Questi traumi, a differenza dei traumi acuti, sono il risultato di esperienze ripetute e prolungate nel tempo, che possono riguardare dinamiche familiari, relazioni abusive o ambienti stressanti e manipolatori, e che lasciano cicatrici profonde, ma talvolta invisibili, nell’anima.
Il team di esperti della salute mentale di GAM-Medical ha una comprensione approfondita di come i traumi complessi influenzino la psicologia individuale, manifestandosi in comportamenti disfunzionali nelle relazioni con gli altri.
Il fawning, come risposta automatica per placare gli altri e prevenire conflitti, è solo una delle tante modalità che possono derivare da esperienze traumatiche.
Il nostro centro, grazie ai suoi professionisti specializzati, è in grado di identificare questi pattern, che spesso vengono adottati inconsciamente nel tentativo di mantenere una parvenza di sicurezza emotiva.